+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 10,34-11,1
Sono venuto a portare non pace, ma spada.
Tra il Vangelo e la parola o il pensiero ormai della stragrande maggioranza dei cristiani dobbiamo affermare che la differenza è così abissale da non esserci più alcun punto di contatto. Sembra di trovarsi dinanzi a due rette parallele. Non vi è alcuna possibilità che si possano incontrare. Né il Vangelo con il pensiero dei cristiani, né i cristiani con il pensiero del Vangelo. Addirittura è come se ci fosse una regìa occulta, misteriosa, arcana che, giovando sulle parole, è tutta finalizzata a dare significati secondo l’uomo ad ogni Parola che è uscita dalla bocca di Cristo Signore. Tutto il linguaggio biblico antico può essere tradotto in un linguaggio nuovo, moderno, attuale. La condizione però dovrà essere una, solo una: la verità di ieri dovrà essere verità di oggi e così il Cristo di ieri dovrà essere il Cristo di oggi. La verità potrà e dovrà crescere, perché è proprio della verità crescere. Mai però essa dovrà essere sostituita con la falsità, la menzogna, l’inganno, la negazione di quanto fino a ieri era sana dottrina e fede definita della Chiesa. Spetta a quanti sono ministri della Parola vigilare affinché questo non accada. La responsabilità è di ogni ministro. Se un ministro tradisce il Vangelo, l’altro deve moltiplicare il suo impegno perché venga conservato e professato nella sua verità. Invece si ha l’impressione che tutti si faccia a gara a chi lo deturpa, lo trasforma, lo altera, gli dona significati totalmente diversi. Così agendo, è lo sfacelo della verità.
Oggi si parla di rigida Legge, di morale ferrea. La morale è morale e basta. La Legge è Legge e basta. Non uccidere è non uccidere. Non adulterare è non adulterare. Così non nominare il nome di Dio invano è non nominare il nome di Dio invano. Non ci sono motivi per uccidere, per adulterare, per nominare il nome di Dio invano. Non vi è alcuna ragione per trasgredire la Legge del Signore. Gesù oggi ci dice che Lui chiede una fedeltà alla sua Parola e alla sua persona fino al dono del sangue. Dice che l’amore per Lui deve superare ogni altro amore per qualsiasi altra persona sulla terra. Dice che Lui non è venuto per creare una pace fittizia. Lui è venuto per separare. La sua Parola separa chi l’accoglie da colui che la rifiuta. Non possono camminare sulla stessa direzione chi prende la via del bene e chi invece prende la via del male. Non c’è comunione di vita tra chi pensa secondo Cristo e chi pensa secondo il mondo.
È evidente che Gesù non esige che si giunga in un solo giorno a queste altezze di obbedienza alla sua Parola. I maestri antichi di ascetica proponevano un cammino di tre tappe. La prima era quella del superamento del peccato mortale. Si entra così nello stato permanente di grazia santificante. Poi si inizia la seconda tappa che deve condurci all’eliminazione di ogni peccato veniale, anche di pensieri non desiderati. La terza tappa è il cammino di perfetta conformazione a Cristo Signore nella sua offerta al Padre di tutta la sua vita. Oggi alla moderna ascetica è stato tolto il fine da raggiungere. Vi è come la legalizzazione della coabitazione del peccato e della grazia. Una morale che non punta alla conformazione piena con Cristo, non è vera morale.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano e il Vangelo siano una cosa sola.
Lunedì della XV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
“Chi avrà trovato la sua vita la perderà…”.
Noi proviamo innanzi tutto una profonda ripugnanza per queste parole di Gesù. Gesù capovolge totalmente le nostre speranze di felicità. Oppure dovremmo dire che le corregge? Forse ci fa un gran bene che i piani della nostra vita vengano rettificati?
Colui che non vede altro che se stesso, che cerca la propria felicità, che persegue i suoi scopi personali, che vuole concretizzarli a qualunque prezzo, costui non troverà quello che cerca così disperatamente. Lungi dal realizzarsi, egli si perderà. Ma colui che impara, durante tutta la sua vita, a non girare tenacemente intorno alla propria felicità, ma al contrario a dimenticarsi per potersi offrire generosamente, se stesso e le sue proprie facoltà, se stesso e il proprio tempo, costui troverà la vita, per quanto strano ciò possa sembrare. Alla fine, potrà dire: sì, la mia vita è stata buona!
Gesù in persona ha vissuto così. Egli si è chiesto: Di cosa hanno bisogno gli altri? In che cosa posso rendermi utile? È andato appunto verso i malati, gli handicappati, gli emarginati. È stato attento e sensibile alla loro miseria. Non si è sottratto alla sofferenza quando gli si è imposta. Anche se è stato nelle lacrime e nella paura, Gesù ha acconsentito al proprio dolore. Ha accettato e portato la sua croce fino in fondo. Tutto questo lo ha fatto con questa fiducia profonda: Dio solo può veramente dare alla nostra vita il suo compimento.
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Prima lettura | |||
Is 1,10-17 Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. |
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Salmo responsoriale | |||
Sal 49 | |||
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Mt 10,34-11,1 Sono venuto a portare non pace, ma spada. |
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IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 16 Luglio 2018
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BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO – Memoria Facoltativa
Il primo profeta d’Israele, Elia (IX sec. a.C.), dimorando sul Monte Carmelo, ebbe la visione della venuta della Vergine, che si alzava come una piccola nube dalla terra verso il monte, portando la pioggia e salvando Israele dalla siccità. In quella immagine tutti i mistici cristiani e gli esegeti hanno sempre visto la Vergine Maria, che portando in sé il Verbo divino, ha dato la vita e la fecondità al mondo. Un gruppo di eremiti, «Fratelli della Be…
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Santa ELVIRA (ERLVIRA) DI OHREN Badessa
Ohren (Germania), XI – XII sec.
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Santi LANG YANGZHI E PAOLO LANG FU Martiri cinesi
† Lüjiapo, Cina, 16 luglio 1900
Canonizzati da Papa Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000.
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