+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 10,25-37
Chi è il mio prossimo?
• Luca 10,25-26: “Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” Un dottore, conoscitore della legge, vuole provocare Gesù e gli chiede: “Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” Il dottore pensa che deve fare qualcosa per poter ereditare. Vuole garantire l’eredità per il suo sforzo personale. Ma un’eredità non si merita. L’eredità la riceviamo per il semplice fatto di essere figlio, o figlia. ”Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio”. (Gal 4,7). Come figli e figlie non possiamo fare nulla per meritare l’eredità. Possiamo perderla!
• Luca 10,27-28: La risposta del dottore. Gesù risponde con una nuova domanda: “Cosa dice la legge?” Il dottore risponde correttamente, unendo due frasi della Legge, dice: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”. La frase viene dal Deuteronomio (Dt 6,5) e dal Levitico (Lv 19,18). Gesù approva la risposta e dice: “Fa’ questo e vivrai!” L’importante, la cosa principale è amare Dio! Ma Dio viene fino a me nel prossimo. Il prossimo è la rivelazione di Dio per me. Per questo, devo amare anche il prossimo con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima e con tutta la mia forza e con tutta la mia mente!
• Luca 10,29: “E chi è il mio prossimo?” Volendo giustificarsi, il dottore chiede: “E chi è il mio prossimo?” Lui vuole sapere: “In quale prossimo Dio viene fino a me?” Ossia, qual ’è la persona prossima a me che è la rivelazione di Dio per me? Per i giudei, l’espressione prossimo era legata al clan. Colui/colei che non apparteneva al clan, non era prossimo. Secondo il Deuteronomio, loro potevano sfruttare lo “straniero”, ma non il “prossimo” (Dt 15,1-3). La prossimità si basava sui legami di razza e di sangue. Gesù ha un altro modo di vedere, che esprime nella parabola del Buon Samaritano.
• Luca 10,30-36: La parabola.
a) Luca 10,30: L’assalto lungo la strada di Gerusalemme verso Gerico. Tra Gerusalemme e Gerico si trova il deserto di Giuda, rifugio di rivoltosi, emarginati ed assaltati. Gesù racconta un fatto reale che sarà avvenuto molte volte. “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto”.
b) Luca 10,31-32: Passa un sacerdote, passa un levita. Casualmente, passa un sacerdote e, subito dopo un levita. Sono funzionari del Tempio, della religione ufficiale. I due videro l’assaltato, ma passarono oltre. Non fecero nulla. Perché non fecero nulla? Gesù non lo dice. Lascia supporre con chi identificarsi. Deve essere successo molte volte, sia nel tempo di Gesù come pure al tempo di Luca. Avviene anche oggi: una persona di chiesa passa vicino a un povero senza dargli un aiuto. Può essere anche che il sacerdote ed il levita avessero una giustificazione: “Non è il mio prossimo!” o: “E’ impuro e se lo tocco, rimango anch’io impuro” Ed oggi: “Se lo aiuto, perdo la Messa della domenica e commetto peccato mortale!”
c) Luca 10,33-35: Passa un samaritano. Subito dopo passa un samaritano che stava in viaggio. Vede, è mosso a compassione, si avvicina, cura le piaghe, mette l’uomo sulla sua giumenta, lo porta nella vicina locanda, si cura di lui durante la notte ed il giorno dopo dà due denari al padrone della locanda, lo stipendio di dieci giorni e gli dice: “Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più te lo rifonderò al mio ritorno!” E’ l’azione concreta ed efficiente. E’ l’azione progressiva: arrivare, vedere, essere mossi dalla compassione, avvicinarsi ed agire. La parabola dice “un samaritano che era in viaggio”. Anche Gesù era in viaggio fino a Gerusalemme. Gesù è il buon samaritano. Le comunità devono essere il buon samaritano.
• Luca 10,36-37: Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”. All’inizio, il dottore aveva chiesto: “Chi è il mio prossimo?” Dietro la domanda c’era la preoccupazione per lui. Voleva sapere: “Dio mi ordina di amare chi, in modo da poter avere la coscienza in pace e dire: Ho fatto tutto ciò che Dio mi ha chiesto” Gesù porge un’altra domanda: “Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”. La condizione di prossimo non dipende dalla razza, dalla parentela, dalla simpatia, dalla vicinanza o dalla religione. L’umanità non è divisa in prossimo e non prossimo. Sapere chi è il nostro prossimo dipende da noi: arrivare, vedere, essere mossi dalla compassione ed avvicinarsi. Se tu ti avvicini, l’altro diventa il tuo prossimo! Dipende da te e non dall’altro! Gesù rovescia tutto e toglie al dottore la sicurezza che gli poteva venire dalla legge.
• I Samaritani. La parola samaritano viene da Samaria, capitale del regno di Israele nel Nord. Dopo la morte di Salomone, nel 1931 prima di Cristo, le dieci tribù del Nord si separarono dal regno di Giuda nel Sud e formarono un regno indipendente (1 Re 12,1-33). Il Regno del Nord sopravisse per 200 anni circa. Nel 722, il suo territorio fu invaso dall’Assiria. Gran parte della sua popolazione venne deportata (2 Re 17,5-6) e gente di altri popoli giunsero in Samaria (2 Re 17,24). Ci fu una mescolanza di razze e religioni (2 Re 17,25-33), da cui nacquero i samaritani. I giudei del Sud disprezzavano i samaritani considerandoli infedeli ed adoratori di falsi dei (2 Re 17,34-41). C’erano molti preconcetti contro i samaritani. Erano mal visti. Si diceva di loro che avevano una dottrina errata e che non facevano parte del popolo di Dio. Alcuni giunsero al punto di dire che essere samaritani era cosa del diavolo (Gv 8,48). Molto probabilmente, la causa di questo odio non era solo una questione di razza e di religione. Era anche un problema politico-economico, legato al possesso della terra. Questa rivalità perdurava anche al tempo di Gesù. Ma Gesù pone i samaritani come modello ed esempio per gli altri.
• Il dottore chiese: “Chi è il mio prossimo?” Gesù chiese: “Chi fu prossimo dell’ uomo vittima dei briganti?” Sono due prospettive diverse: il dottore chiede partendo da sé. Gesù chiede partendo dai bisogni dell’altro. Qual è la mia prospettiva?
Lunedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
Il dottore della legge voleva trascinare Gesù nei dibattiti tipici dell’epoca: “Qual è il più grande dei seicentotredici precetti della legge?”. “E chi è il mio prossimo?”. Gesù orienta la conversazione in modo tale da precisare ciò che è più importante nella vita dei suoi discepoli: l’amore per Dio e per il prossimo, compresi i nemici. È il dottore della legge stesso che risponde alla prima domanda. Ma chiede ancora: “E chi è il mio prossimo?”. Per la mentalità dell’epoca, il prossimo non poteva essere né il pagano, né il samaritano, né uno qualsiasi. Alla seconda domanda, Gesù risponde con una parabola. Il samaritano non discute di problemi complessi di teologia, non chiede chi sia mai quell’uomo mezzo morto, semplicemente gli porta soccorso. “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”. Ciò significa: “Il tuo prossimo è ogni uomo che ha bisogno del tuo aiuto, del tuo amore, della tua misericordia. Non chiedere chi sia il tuo prossimo, sii piuttosto vicino a chi si trova in disgrazia, fosse anche un tuo nemico!”. Il samaritano sarà per me un esempio? Ecco ciò che sembrava assurdo al dottore della legge. I Giudei consideravano apostati i Samaritani. Provavano ostilità e ripugnanza nei loro confronti, come del resto i Samaritani verso i Giudei. I dottori della legge, poi, non volevano che si mostrasse loro benevolenza. Ecco che Gesù unisce nell’amore la famiglia umana dispersa e divisa dal muro di separazione (Ef 2,14).
Antifona d’ingresso Tutte le cose sono in tuo potere, Signore, e nessuno può resistere al tuo volere. Tu hai fatto tutte le cose, il cielo e la terra e tutte le meraviglie che vi sono racchiuse; tu sei il Signore di tutto l’universo. (Est 4,17b) |
Colletta O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore Gesù Cristo… |
Gal 1,6-12
Il Vangelo io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo. Però non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Parola di Dio |
Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, Le opere delle sue mani sono verità e diritto, Mandò a liberare il suo popolo, |
Canto al Vangelo (Gv 13,34) Alleluia, alleluia. Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Alleluia. |
Vangelo |
Lc 10,25-37
Chi è il mio prossimo?
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Il vangelo di oggi ci presenta il messaggio centrale di Cristo: l’amore verso Dio indissolubilmente legato a quello verso il prossimo. Per questo, preghiamo: Signore, insegnaci ad amare.Nella nostra società sempre più si parla di solidarietà, fraternità e giustizia, mentre si allarga il numero di coloro che negano Dio. Aiutaci, Signore, a comprendere che soltanto dove ci sei tu vivono la carità e l’amore vero. Preghiamo: I cristiani a volte, per una malintesa fedeltà alla legge, trascurano l’uomo che soffre. Liberaci, Signore, da ogni legalismo e rendici sempre più umani ed evangelici. Preghiamo: Istintivamente siamo preparati a rivolgere la nostra attenzione alle persone che ci gratificano o ricambiano le nostre attenzioni. Facci comprendere, Signore, che il vero amore è dono gratuito che non attende ricompense. Preghiamo: Non è certo facile offrire aiuto. Fà, o Signore, che questa nostra comunità, mentre si appresta ad alleviare i disagi economici dei suoi poveri, insieme sia attenta alla loro crescita umana e spirituale. Preghiamo: Dinanzi alla sofferenza dei nostri fratelli può nascere un sentimento di paura o di impotenza. Infondi, o Signore, nel nostro cuore quell’amore che sa trovare sempre una parola o un gesto di solidarietà e di conforto. Preghiamo: Per le nazioni che hanno potere in campo internazionale. Per gli animatori delle case di accoglienza per emarginati. O Trinità santissima, aiutaci a superare i nostri egoismi e a vivere per Colui che è morto per noi e ci chiama a riconoscerlo e amarlo soprattutto nei poveri. Lui è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. |
Preghiera sulle offerte Accogli, Signore, il sacrificio che tu stesso ci hai comandato d’offrirti e, mentre esercitiamo il nostro ufficio sacerdotale, compi in noi la tua opera di salvezza. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona di comunione Il Signore è buono con chi spera in lui, con l’anima che lo cerca. (Lam 3,25)Oppure: Uno solo è il pane, e noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo, perché partecipiamo tutti dell’unico pane e dell’unico calice. (cf. 1Cor 10,17) |
Preghiera dopo la comunione La comunione a questo sacramento sazi la nostra fame e sete di te, o Padre, e ci trasformi nel Cristo tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 08 Ottobre 2018
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Sant’ UGO CANEFRI DA GENOVA Religioso dell’Ordine di Malta
Alessandria, 1168 – Genova, 1223
Cappellano dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme “i Cavalieri di Malta”, Ugo visse tra il XII e il XIII secolo e resse il complesso di San Giovanni di Pré, conosciuto come la Commenda di San Giovanni di Pré, a Genova, proprio davanti al porto. Qui sorge tuttora la chiesa di San Giovanni di Prè, dove Ugo venne sepolto intorno al 1230. La chiesa inferiore dell’antico e importante edificio sacro è a lui dedicata. Di spirito umile, Ugo c…
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San GRATO DI CHALON-SUR-SAONE Vescovo
sec. VII
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Santa PELAGIA
Fu una giovane martire di Antiochia, vittima della persecuzione di Diocleziano. Pelagia, quindicenne, testimoniò in modo insolito la sua fedeltà a Cristo: quando i soldati dell’imperatore si recarono alla sua dimora per portarla davanti al tribunale che l’avrebbe sicuramente condannata perché cristiana, Pelagia domandò loro di permetterle di mutarsi d’abito. Avuto il permesso, salì al piano superiore e ben sapendo a quale trattamento indegno sarebbe stato esposto il suo corpo…
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