+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 14,22-36
Comandami di venire verso di te sulle acque.
• Matteo 14,22-24: Iniziare la traversata a richiesta di Gesù. Gesù forza i discepoli ad entrare nella barca e ad andare verso l’altro lato del mare, dove c’era la terra dei pagani. Lui sale sul monte a pregare. La barca simbolizza la comunità. Ha la missione di dirigersi verso i pagani e di annunciare anche tra loro la Buona Novella del Regno che era un nuovo modo di vivere in comunità. Ma la traversata è stancante e lunga. La barca è agitata dalle onde, poiché il vento è contrario. Malgrado aver remato tutta la notte, manca molto prima di giungere a terra. Mancava molto alle comunità per fare la traversata verso i pagani. Gesù non fu con i suoi discepoli. Loro dovevano imparare ad affrontare insieme le difficoltà, uniti e rafforzati dalla fede in Gesù che li ha mandati. Il contrasto è grande: Gesù in pace insieme a Dio, pregando sulla cima della montagna, e i discepoli quasi persi là in basso, nel mare in rivolta.
• La traversata dall’altro lato del lago simbolizza anche la difficile traversata delle comunità della fine del primo secolo. Loro dovevano uscire dal mondo chiuso dell’antica osservanza della legge verso la nuova maniera di osservare la Legge dell’amore, insegnata da Gesù; uscire dalla consapevolezza di appartenere al popolo eletto, privilegiato da Dio tra tutti i popoli, per la certezza che in Cristo tutti i popoli si sarebbero uniti nell’unico Popolo dinanzi a Dio; uscire dall’isolamento dell’intolleranza verso il mondo aperto dell’accoglienza e della gratitudine. Anche noi oggi siamo in una traversata difficile verso un nuovo tempo ed un nuovo modo di essere Chiesa. Traversata difficile, però necessaria. Ci sono momenti nella vita in cui siamo assaliti dalla paura. La buona volontà non manca, ma non basta. Siamo come una barca che affronta il vento contrario.
• Matteo 14,25-27: Gesù si avvicina ma loro non lo riconoscono. Verso la fine della notte, cioè fra le tre e le sei del mattino, Gesù va incontro ai discepoli. Camminando sulle acque, giunge vicino a loro, ma loro non lo riconoscono. Gridavano per la paura, pensando che si trattasse di un fantasma. Gesù li calma dicendo: “Coraggio! Sono io! Non abbiate paura!” L’espressione “Sono io!” è la stessa con cui Dio cercò di superare la paura di Mosè quando lo mandò a liberare il popolo d’Egitto (Esodo 3,14). Per le comunità, sia di ieri che di oggi, era ed è molto importante aprirsi sempre di nuovo: “Coraggio! Sono io! Non abbiate paura!”
• Matteo 14,28-31: Entusiasmo e debolezza di Pietro. Sapendo che è Gesù, Pietro chiede di poter anche lui camminare sulle acque. Vuole sperimentare il potere che domina la furia del mare. Un potere che nella Bibbia appartiene solo a Dio (Gn 1,6; Sal 104,6-9). Gesù gli permette di essere partecipe di questo potere. Ma Pietro ha paura. Pensa che affonderà e grida: “Signore! Salvami!” Gesù lo assicura e lo riprende: “Uomo di poca fede! Perché hai dubitato?” Pietro ha più forza di quanto si immagina, ma ha paura dinanzi alle onde contrarie e non crede nel potere di Dio che lo abita. Le comunità non credono nella forza dello Spirito che c’è in loro e che agisce mediante la fede. E’ la forza della risurrezione (Ef 1,19-20).
• Matteo 14,32-33: Gesù è il Figlio di Dio. Dinanzi all’onda che avanza su di loro, Pietro affonda nel mare per mancanza di fede. Dopo che è salvato, lui e Gesù, tutti e due, salgano sulla barca ed il vento si calma. Gli altri discepoli, che si trovano sulla barca, rimangono stupiti e si prostrano dinanzi a Gesù, riconoscendo in lui il Figlio di Dio: “Tu sei veramente il Figlio di Dio”. Più tardi, anche Pietro professa la stessa fede in Gesù: “Tu sei il Messia, il Figlio del Dio vivo” (Mt 16,16). Così Matteo suggerisce che non è solo Pietro che sostiene la fede dei discepoli, ma che anche la fede dei discepoli sostiene la fede di Pietro.
• Matteo 14,34-36: Gli portarono tutti i malati. L’episodio della traversata termina con un finale bello: “Compiuta la traversata, approdarono a Genesaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l’orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano”.
• Qual è la traversata che oggi stanno facendo le comunità? Da dove a dove? Come ci aiuta tutto questo a riconoscere oggi la presenza di Gesù nelle onde contrarie della vita?
Martedì della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno B pari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
Le Sacre Scritture presentano in modo veritiero Mosè come l’uomo più umile della terra: egli riconobbe la sua totale dipendenza dal Signore Dio nell’adempimento del ministero di salvatore del suo popolo, al quale era stato chiamato.
Tale umiltà è però superata, sotto ogni punto di vista, da quella di Gesù. Mosè fu solo un lontano modello di Gesù, il Messia, il vero Salvatore non solo del suo popolo, ma di tutta l’umanità, passata, presente e futura. Gesù infatti, dopo aver rinnovato il miracolo della manna nella moltiplicazione dei pani, avendoli fatti distribuire alla folla dagli apostoli, lasciò in silenzio quel luogo per evitare le acclamazioni della folla, che avrebbe voluto farne il proprio re, perché li liberasse dalla tirannia dell’Impero Romano, cosa che, certo, sarebbe stata in suo potere.
Ma, nonostante fosse il creatore del mondo e dell’intero universo, egli tenne nascosto il suo infinito potere sotto l’apparenza di un artigiano proveniente da un villaggio sconosciuto, e questo perché aveva scelto di fare a meno di tutti quegli attributi temporali che danno agli uomini prestigio e potere.
Anche se manifestò la sua autorità sulla natura (moltiplicando i pani per dare da mangiare ad una folla di diecimila persone o camminando sulle acque), Gesù considerò del tutto “normali” questi prodigi.
Suo solo scopo era quello di convincere i discepoli che, credendo in lui ed osservando i suoi comandamenti, avrebbero potuto sottomettere il mondo intero all’autorità del Padre affinché venisse il regno di Dio.
Antifona d’ingresso O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Sei tu il mio soccorso, la mia salvezza: Signore, non tardare. (Sal 70,2.6) |
Colletta Mostraci la tua continua benevolenza, o Padre, e assisti il tuo popolo, che ti riconosce suo pastore e guida; rinnova l’opera della tua creazione e custodisci ciò che hai rinnovato. Per il nostro Signore Gesù Cristo… |
Ger 30,1-2.12-15.18-22
Ti ho trattato così per la tua grande iniquità. Cambierò la sorte delle tende di Giacobbe.
Dal libro del profeta Geremìa
Parola rivolta a Geremìa da parte del Signore: Parola di Dio |
Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso in tutto il suo splendore.
Le genti temeranno il nome del Signore Questo si scriva per la generazione futura I figli dei tuoi servi avranno una dimora, |
Canto al Vangelo (Gv 1,49) Alleluia, alleluia. Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele! Alleluia. |
Vangelo |
Mt 14,22-36
Comandami di venire verso di te sulle acque.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Il Signore viene in soccorso alla nostra debolezza e alla nostra stanchezza. Sostenuti dallo Spirito, preghiamo insieme: Fortifica la nostra fede, Signore.Quando non riusciamo a riconoscerti nei segni dei tempi: Quando non comprendiamo la speranza che ci doni: Quando abbiamo la pretesa di farcela con le sole nostre forze: Quando il male sembra prevalere sulla tua Chiesa: Quando non abbiamo desiderio e voglia di pregare: Quando ci mettiamo alla ricerca del tuo volto: Quando, sostenuti dalla grazia, affrontiamo le difficoltà: Quando dubitiamo della tua vittoria finale: Quando ti chiediamo le cose di cui abbiamo bisogno: Quando saremo prossimi all’incontro definitivo con te: Signore, ci hai creati per te e il nostro cuore è inquieto finché in te non riposa; fà che, nella ricerca del tuo volto, possiamo percorrere nella pace il nostro cammino verso il regno. Per Cristo nostro Signore. Amen. |
Preghiera sulle offerte Santifica, o Dio, i doni che ti presentiamo e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita in unione alla vittima spirituale, il tuo servo Gesù, unico sacrificio a te gradito. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. |
Antifona di comunione Ci hai mandato, Signore, un pane dal cielo, un pane che porta in sé ogni dolcezza e soddisfa ogni desiderio. (Sap 16,20) |
Preghiera dopo la comunione Accompagna con la tua continua protezione, Signore, il popolo che hai nutrito con il pane del cielo, e rendilo degno dell’eredità eterna. Per Cristo nostro Signore. |
IL SANTO DEL GIORNO
www.santiebeati.it
I santi del 07 Agosto 2018
————————————————–
San SISTO II E COMPAGNI Papa e martiri – Memoria Facoltativa
m. 258
(Papa dal 30/08/257 al 06/08/258)Secondo il Liber Pontificalis fu eletto papa nel 257 alla morte di Stefano I. San Cipriano che lo definisce “sacerdote buono e pacifico”, racconta in una lettera al vescovo africano Successo la persecuzione del 258 in seguito al secondo Editto di Valeriano. Questo prevedeva la decapitazione per vescovi, presbiteri e diaconi, e la confisca dei beni della Chiesa, compresi i cimiteri. Da Papa Damaso si sa che Sisto venne sorpreso nel cimitero, pr…
www.santiebeati.it/dettaglio/28650
San GAETANO THIENE Sacerdote – Memoria Facoltativa
Vicenza, ottobre 1480 – Napoli, 7 agosto 1547
Nacque a Vicenza dalla nobile famiglia dei Thiene nel 1480, e fu battezzato con il nome di Gaetano, in ricordo di un suo celebre zio, il quale si chiamava così perché era nato a Gaeta. Protonotario apostolico di Giulio II, lasciò sotto Leone X la corte pontificia maturando, specie nell’Oratorio del Divino Amore, l’esperienza congiunta di preghiera e di servizio ai poveri e agli esclusi. È restauratore della vita sacerdotale e religiosa, ispirata al…
www.santiebeati.it/dettaglio/28700
San DONATO DI AREZZO Vescovo e martire
m. Arezzo, 7 agosto 362
Nato a Nicomedia, studia da chierico a Roma. Suo compagno di formazione è Giuliano, ma mentre questi diventa suddiacono della Chiesa di Roma, Donato rimane semplice lettore. Tuttavia divenuto imperatore, Giuliano (l’Apostata) promulga una violenta persecuzione contro la Chiesa. Donato fugge ad Arezzo accolto dal monaco Ilariano a cui si affianca nell’apostolato, penitenza e preghiera; con lui opera tra il popolo prodigi e conversioni. La sua «passio» raccon…
www.santiebeati.it/dettaglio/33900