+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 16,16-20
Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
Riflessione
• Giovanni 16,16: Assenza e presenza. Gesù dice un «poco» (un mikròn), vale a dire, un
tempo brevissimo, forse un «attimo». Al di là delle molteplici sfumature si vuole
sottolineare l’esiguità del tempo. Se molto breve È stato il tempo che Gesù ha
trascorso in mezzo ai suoi come verbo incarnato cos’ altrettanto, breve sarà il tempo
che intercorrerà tra la sua partenza e il suo ritorno. Non ci sarà mutamento nella
situazione interiore dei suoi discepoli perché la relazione con Gesù non cambia: È di
vicinanza permanente. Quindi la visione di Gesù non subirà interruzione ma sarà
caratterizzata dalla comunione di vita con lui (Gv 14,19). Interessante È l’uso reiterato
del verbo «vedere» nel v.16: «Un poco e non mi vedrete più, un poco ancora e mi
vedrete». L’espressione «un poco e non mi vedrete più» richiama la modalità con cui
i discepoli vedono nel Gesù storico il Figlio di Dio; l’altra espressione «un poco ancora
e mi vedrete» rimanda all’esperienza del Cristo risorto. Gesù sembra voler dire ai
discepoli che ancora per brevissimo tempo saranno nella condizione di vederlo,
riconoscerlo nella sua carne visibile, ma, poi, lo vedranno con una visione diversa in
quanto si mostrerà a loro trasformato, trasfigurato.
• Giovanni 16,17-19: L’incomprensione dei discepoli. Intanto alcuni discepoli non
riescono a comprendere cosa significhi questa sua assenza, vale a dire, la sua andata
dal Padre. Provano un certo sconcerto di fronte alle parole di Gesù e lo esprimono
con quattro interrogativi, tutti accomunati da una stessa espressione: «che significa
questo che ci dice?». Altre volte il lettore ha ascoltato gli interrogativi di Pietro, di
Filippo, Tommaso, Giuda non l’Iscariota, ora quelli dei discepoli che chiedono delle
spiegazioni. I discepoli non riescono a comprendere di cosa parli. I discepoli non
hanno compreso come Gesù possa essere rivisto da loro se va al Padre (vv.16-19). Ma
l’interrogativo sembra concentrarsi su quel «poco» che per il lettore sembra essere
un tempo lunghissimo che non termina mai, soprattutto quando si È nell’angoscia
e nella tristezza. Di fatti il tempo della tristezza non passa. Una risposta da parte di
Gesù È attesa ma l’evangelista la fa precedere da una ripresa della domanda: «State
indagando tra voi perché: “Un poco e non mi vedrete: un poco ancora e mi vedrete?».
(v.19).
• Giovanni 16,20: La risposta di Gesù. Di fatto Gesù non risponde alla domanda che gli
rivolgono: «che cosa significa quel entro breve tempo?», ma li invita alla fiducia. È
vero che i discepoli saranno provati, soffriranno molto, saranno soli in una situazione
ostile, abbandonati a un mondo che gioisce della morte di Gesù, ma, assicura che la
loro tristezza si cambierà in gioia. Alla tristezza È contrapposta un tempo in cui tutto
sarà capovolto. Quell’inciso avversativo «ma la vostra tristezza si trasformerà in gioia»,
sottolinea tale cambiamento di prospettiva. Per il lettore È evidente che
l’espressione «un poco», «entro breve tempo» corrisponde a quell’attimo o momento
in cui la situazione viene rovesciata, ma fino a quell’istante tutto sa di tristezza e di
prova. In definitiva i discepoli ricevono da Gesù una promessa di felicità, di gioia; in
virtù di quell’attimo che capovolge la situazione difficile in cui «i suoi», la comunità
ecclesiale sono sottoposti, essi entreranno in una realtà di mondo illuminata dalla
resurrezione.
Giovedì della VI settimana di Pasqua
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Bianco
(Dove l’Ascensione si celebra in domenica)
A volte si parla di secoli bui della storia, di oscurantismo. Si definiscono scristianizzati certi paesi e si afferma che ci troviamo ormai in una civiltà postcristiana. Altre volte, invece, lasciandosi guidare da maggiore ottimismo, si enumerano i segni di una rinascita dei valori spirituali nel nostro tempo e si parla di un ritorno della fede. Quello che si dice della storia delle nazioni, si può dire anche della storia personale di ognuno. Ci sono momenti di entusiasmo e momenti di oscurità. Momenti in cui si sente palese la presenza di Dio e momenti nei quali ci si lamenta del silenzio di Dio.
Eppure Dio è sempre stato presente in ogni momento della storia, ed è presente in ogni attimo della nostra vita. Gesù ci ha assicurati che sarebbe sempre rimasto con i suoi. Lo Spirito Paraclito è sceso sulla comunità dei credenti e abita in essa. Perciò nei momenti oscuri della giornata, nei momenti di difficoltà e di tristezza, nei momenti di smarrimento e di oscuramento dei valori cristiani, non serve interrogare Dio o indagare, come fecero gli apostoli, se per caso Gesù se n’è andato e ci ha abbandonati.
È il momento, invece, di esercitare la fede, di ritrovare la gioia nella sicurezza che il Paraclito ci assiste in continuazione, di prestare maggiore attenzione al Consolatore che dimora in noi. Egli ci illuminerà perché sappiamo riconoscere le opere meravigliose che Dio compie e che con le nostre sole forze non siamo capaci di vedere.
È il momento anche di invocare con insistenza lo Spirito Santo, perché ci faccia conoscere tutta la verità e cambi la nostra afflizione in gioia.
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Prima lettura | ||||
At 18,1-8 Paolo si stabilì in casa loro e lavorava, e discuteva nella sinagoga. |
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Salmo responsoriale | ||||
Sal 97 | ||||
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Gv 16,16-20 Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. |
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IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 13 Maggio 2021
BEATA VERGINE MARIA DI FATIMA – Memoria Facoltativa
Il 13 maggio si celebrano le apparizioni della Vergine Maria a Fatima, in Portogallo nel 1917. A tre pastorelli, Lucia de Jesus, Francesco e Giacinta Marto, apparve per sei volte la Madonna: lasciò loro un messaggio per tutta l’umanità, centrato soprattutto sulla penitenza e sulla devozione al suo Cuore Immacolato. Il 13 ottobre 1930 il vescovo di Leiria dichiarò degne di fede le visioni dei tre bambini, autorizzando il culto alla Madonna di Fatima. Sul luogo delle apparizioni è so…