+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 16,19-31
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
Riflessione
• Ogni volta che Gesù ha una cosa importante da comunicare, crea una storia e racconta una parabola. Così, attraverso la riflessione su una realtà invisibile, conduce coloro che lo ascoltano a scoprire le chiamate invisibili di Dio, presenti nella vita. Una parabola è fatta per far pensare e riflettere. Per questo è importante fare attenzione anche ai minimi dettagli. Nella parabola del vangelo di oggi appaiono tre persone: il povero Lazzaro, il ricco senza nome ed il padre Abramo. Nella parabola, Abramo rappresenta il pensiero di Dio. Il ricco senza nome rappresenta l’ideologia dominante dell’epoca. Lazzaro rappresenta il grido silenzioso dei poveri del tempo di Gesù e di tutti i tempi.
• Luca 16,19-21: La situazione del ricco e del povero. I due estremi della società. Da un lato la ricchezza aggressiva, dall’altro il povero senza risorse, senza diritti, coperto di piaghe, senza nessuno che lo accoglie, tranne i cani che vengono a leccare le sue ferite. Ciò che separa i due è la porta chiusa della casa del ricco. Da parte del ricco non c’è accoglienza né pietà per il problema del povero alla sua porta. Ma il povero ha un nome ed il ricco non lo ha. Ossia, il povero ha il suo nome scritto nel libro della vita, il ricco no. Il povero si chiama Lazzaro. Significa Dio aiuta. E attraverso il povero Dio aiuta il ricco che potrà avere il suo nome nel libro della vita. Ma il ricco non accetta di essere aiutato dal povero, poiché mantiene la porta chiusa. Questo inizio della parabola che descrive la situazione, è uno specchio fedele di ciò che stava avvenendo nel tempo di Gesù e nel tempo di Luca. E’ lo specchio di quanto avviene oggi nel mondo!
• Luca 16,22: Il mutamento che rivela la verità nascosta. Il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Muore anche il ricco e viene sepolto. Nella parabola, il povero muore prima del ricco. Ciò è un avviso per i ricchi. Fino a quando il povero è ancora vivo e sta alla porta, per il ricco c’è ancora possibilità di salvezza. Ma dopo che il povero muore, muore anche l’unico strumento di salvezza per il ricco. Ora, il povero sta nel seno di Abramo. Il seno di Abramo è la fonte di vita, da dove nasce il popolo di Dio. Lazzaro, il povero, fa parte del popolo di Abramo, da cui era escluso, quando stava davanti alla porta del ricco. Il ricco che crede di essere figlio di Abramo non va verso il seno di Abramo! Qui termina l’introduzione della parabola. Ora inizia la rivelazione del suo significato, mediante le tre conversazioni tra il ricco ed il padre Abramo.
• Luca 16,23-26: La prima conversazione. Nella parabola, Gesù apre una finestra sull’altro lato della vita, il lato di Dio. Non si tratta del cielo. Si tratta della vita che solo la fede genera e che il ricco senza fede non percepisce. Solamente alla luce della morte si disintegra l’ideologia dell’impero ed appare per lui ciò che è il vero valore nella vita. Da parte di Dio, senza la propaganda ingannatrice dell’ideologia, le carte cambiano. Il ricco vede Lazzaro nel seno di Abramo e chiede di essere aiutato nella sofferenza. Il ricco scopre che Lazzaro è il suo unico benefattore possibile. Ma ora è troppo tardi! Il ricco senza nome è pietoso, poiché riconosce Abramo e lo chiama Padre. Abramo risponde e lo chiama figlio. Questa parola di Abramo, nella realtà, va indirizzata a tutti i ricchi vivi. In quanto vivi, hanno la possibilità di diventare figli e figlie di Abramo, se sapessero aprire la porta a Lazzaro, il povero, l’unico che in nome di Dio può aiutarli. La salvezza per il ricco non è che Lazzaro gli dia una goccia di acqua fresca per rinfrescargli la lingua, ma che lui, il ricco, apra al povero la porta chiusa per così colmare l’abisso.
• Luca 16,27-29: La seconda conversazione. Il ricco insiste: “Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli!” Il ricco non vuole che i suoi fratelli finiscano nello stesso luogo di tormento. Lazzaro, il povero, è l’unico vero intermediario tra Dio ed i ricchi. E’ l’unico, perché è solo ai poveri che i ricchi devono restituire ciò che hanno e, così, ristabilire la giustizia pregiudicata! Il ricco è preoccupato per i fratelli, ma mai si è preoccupato dei poveri! La risposta di Abramo è chiara: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro!” Hanno la Bibbia! Il ricco aveva la Bibbia. La conosceva a memoria. Ma non si rese mai conto del fatto che la Bibbia avesse qualcosa a che vedere con i poveri. La chiave che il ricco ha per poter capire la Bibbia è il povero seduto alla sua porta!
• Luca 16,30-31: La terza conversazione. “No, Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvedranno!” Il ricco riconosce che è nell’errore, poiché parla di ravvedimento, cosa che durante la vita non ha sentito mai. Lui vuole un miracolo, una risurrezione! Ma questo tipo di resurrezione non esiste. L’unica resurrezione è quella di Gesù. Gesù risorto viene a noi nella persona del povero, di coloro che non hanno diritti, di coloro che non hanno terra, di coloro che non hanno cibo, di coloro che non hanno casa, di coloro che non hanno salute. Nella sua risposta finale, Abramo è chiaro e contundente: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti sarebbero persuasi!” Termina così la conversazione! Fine della parabola!
• La chiave per capire il senso della Bibbia è il povero Lazzaro, seduto davanti alla porta! Dio ci si presenta nella persona del povero, seduto alla nostra porta, per aiutarci a colmare l’abisso enorme che i ricchi hanno creato. Lazzaro è anche Gesù, il Messia povero e servo, che non fu accettato, ma la cui morte cambiò radicalmente tutte le cose. E tutto cambia alla luce della morte del povero. Il luogo del tormento è la situazione della persona senza Dio. Anche se il ricco pensa di avere religione e fede, di fatto non sta con Dio, perché non apre la porta al povero, come fece Zaccheo (Lc 19,1-10).
Giovedì della II settimana di Quaresima
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola
EQ024 ;
“Quant’è difficile, per coloro che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!” (Lc 18,24). Perciò è necessario, dice Gesù, un cambiamento radicale del nostro atteggiamento. È necessario liberarci di tutte le ricchezze che appesantiscono il nostro cuore, è necessario staccarsene, perché esse ci impediscono di vedere il povero che “giace alla nostra porta”. Chi tra noi oserebbe dire che non tiene a nessuna ricchezza? Siamo tutti assai preoccupati di noi stessi, del nostro agio, dei nostri interessi… La vera privazione, la più importante agli occhi di Dio, è quella che libera il nostro cuore dal suo egoismo e che lo apre agli altri.
Il Vangelo ci dà modo di conquistare veri tesori che nulla può intaccare: mettendo al servizio dei poveri, con umiltà, tutto ciò che abbiamo in beni materiali, talento, potere, qualità. Allora, coloro che avremo soccorso verranno da questa terra in nostro aiuto: non solamente faranno scaturire ciò che vi è di migliore in noi, la gioia del dare, ma ci faranno ottenere per noi un posto nel regno di Dio, che non appartiene che ai poveri.
Antifona d’ingresso Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore; vedi se percorro una via di menzogna, e guidami sulla via della vita. (Sal 139,23-24) |
Colletta O Dio, che ami l’innocenza, e la ridoni a chi l’ha perduta, volgi verso di te i nostri cuori e donaci il fervore del tuo Spirito, perché possiamo esser saldi nella fede e operosi nella carità. Per il nostro Signore Gesù Cristo… |
Ger 17,5-10
Maledetto chi confida nell’uomo; benedetto chi confida nel Signore.
Dal libro del profeta Geremìa
Così dice il Signore: Parola di Dio |
Beato l’uomo che confida nel Signore.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, È come albero piantato lungo corsi d’acqua, Non così, non così i malvagi, |
Canto al Vangelo (Lc 8,15) Lode e onore a te, Signore Gesù. Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono e producono frutto con perseveranza. Lode e onore a te, Signore Gesù. |
Vangelo |
Lc 16,19-31
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli La parabola evangelica ascoltata, rivela il tragico inganno di chi confida solo in se stesso e nei suoi beni. Al Signore, che scruta il cuore e lo converte con la sua Parola, rivolgiamo la nostra preghiera, dicendo insieme: Converti i nostri cuori all’amore, Signore.Perchè la Chiesa, che vede in ogni uomo l’immagine di Cristo, non cessi di denunciare il peccato personale e sociale dell’egoismo, e di proporre l’ideale evangelico della fraternità e solidarietà. Preghiamo: Perchè la cooperazione allo sviluppo del terzomondo, sia condivisa da un numero crescente di professionisti, tecnici e lavoratori. Preghiamo: Perchè nessuno dimentichi la maledizione che incombe sull’uomo che confida in se stesso, e chiude il proprio cuore alle persone indifese e abbandonate. Preghiamo: Perchè il risveglio religioso nelle comunità ecclesiali alimenti la tensione dei cristiani verso la carità e la giustizia in un impegno morale rigoroso e coerente. Preghiamo: Perchè l’esempio di Gesù, che spezza il pane per tutti, sia imitato non solo in questa eucaristia, ma anche nella vita quotidiana. Preghiamo: Per le famiglie in difficoltà a causa dell’inadeguatezza del loro reddito. Per la conversione delle persone, che sprecano ricchezze per cose superflue. |
O Dio, padre dei poveri, rendici sensibili alla tua Parola e alle necessità dei fratelli, perchè l’attesa di occasioni o segni straordinari non ritardi la nostra conversione a quell’amore che viene da te, e ci fa condividere tutto con chi non ha niente. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Preghiera sulle offerte Per questo sacrificio, o Signore, santifica il nostro impegno di conversione e fa’ che alla pratica esteriore della Quaresima corrisponda una vera trasformazione dello spirito. Per Cristo nostro Signore. |
PREFAZIO DI QUARESIMA II La penitenza dello spiritoÈ veramente giusto renderti grazie, è bello cantare la tua gloria, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno. Tu hai stabilito per i tuoi figli un tempo di rinnovamento spirituale, perché si convertano a te con tutto il cuore, e liberi dai fermenti del peccato vivano le vicende di questo mondo, sempre orientati verso i beni eterni. Per questo dono della tua benevolenza, uniti agli angeli e ai santi, con voce unanime cantiamo l’inno della tua lode: Santo… |
Antifona di comunione Beati i perfetti nella loro condotta, che camminano nella legge del Signore. (Sal 119,1)Oppure: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti sarebbero persuasi”. (Lc 16,31) |
Preghiera dopo la comunione Questo sacramento continui ad agire in noi, Signore, e la sua efficacia cresca di giorno in giorno per la nostra attiva collaborazione. Per Cristo nostro Signore. |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 21 Marzo 2019
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San NICOLA DI FLUE Padre di famiglia, eremita
Flueli, Svizzera, 1417 – Sachseln, Svizzera, 21 marzo 1487
Nacque nel 1417 nel cantone di Obwalden. Benchè si sentisse chiamato alla vita eremitica, dovette accettare alcune cariche civili e militari. Nel 1445 si sposò con Dorothea Wyss: nacquero loro cinque maschi e cinque femmine. Dopo aver compiuto i 50 anni con il consenso della moglie, nel giugno 1467, egli potè partirsene per l’Alsazia. La sua santa vita e il suo rigoroso digiuno gli procurarono ben presto la curiosità dei vicini. Egli decise allora di recarsi nel Ranft, un burrone sol…
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San GIOVANNI DI VALENZA Vescovo
† 21 marzo 1146
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San SERAPIONE DI THMUIS Vescovo
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