
+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 22,1-14
Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
Riflessione
• Il vangelo di oggi narra la parabola del banchetto che si trova in Matteo ed in Luca, ma con differenze significative, procedenti dalla prospettiva di ogni evangelista. Lo sfondo che conduce i due evangelisti a ripetere questa parabola è lo stesso. Nelle comunità dei primi cristiani, sia Matteo che Luca, continuava ben vivo il problema della convivenza tra i giudei convertiti ed i pagani convertiti. I giudei avevano norme antiche che impedivano loro di mangiare con i pagani. Anche dopo essere entrati nella comunità cristiana, molti giudei mantenevano l’usanza antica di non sedersi alla stesso tavolo con un pagano. Così Pietro ebbe conflitti nella comunità di Gerusalemme, per essere entrato a casa di Cornelio, un pagano e per aver mangiato con lui (At 11,3). Questo stesso problema era vivo in modo diverso nelle comunità di Luca e di Matteo. Nelle comunità di Luca, malgrado le differenze di razza, di classe e di genere, avevano un grande ideale di condivisione e di comunione (At 2,42; 4,32; 5,12). Per questo, nel vangelo di Luca (Lc 14,15-24), la parabola insiste nell’invito rivolto a tutti. Il padrone della festa, indignato per il mancato arrivo dei primi invitati, manda a chiamare i poveri, gli storpi, i ciechi, e li invita a partecipare al banchetto. Ma c’è ancora posto. Allora, il padrone della festa ordina di invitare tutti, fino a riempire la casa. Nel vangelo di Matteo, la prima parte della parabola (Mt 22,1-10) ha lo stesso obiettivo di Luca. Arriva a dire che il padrone della festa ordina di far entrare “buoni e cattivi” (Mt 22,10). Ma alla fine aggiunge un’altra parabola (Mt 22,11-14) sul vestito di festa, che insiste in ciò che è specifico dei giudei, la necessità di purezza per potere comparire dinanzi a Dio.
• Matteo 22,1-2: L’invito a tutti. Alcuni manoscritti dicono che la parabola fu raccontata per i capi dei sacerdoti e per gli anziani del popolo. Questa affermazione può servire perfino di chiave di lettura, perché aiuta a capire alcuni punti strani che appaiono nella storia che Gesù racconta. La parabola comincia così: “Il Regno dei Cieli è simile a un re che fece una festa di nozze per suo figlio”. Questa affermazione iniziale evoca la speranza più profonda: il desiderio della gente di stare con Dio per sempre. Diverse volte nei vangeli si allude a questa speranza, suggerendo che Gesù, il figlio del Re, è lo sposo che viene a preparare le nozze (Mc 2,19; Apoc 21,2; 19,9).
• Matteo 22,3-6: Gli invitati non vogliono venire. Il re invita in modo molto insistente, ma gli invitati non vogliono venire. “Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.” In Luca sono i doveri della vita quotidiana ad impedire di accettare l’invito. Il primo dice: “Ho comprato un terreno. Devo vederlo!” Il secondo: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli!” Il terzo: “Ho preso moglie. Non posso andare!” (cf. Lc 14,18-20). Secondo le norme e le usanze dell’epoca, quelle persone avevano il diritto e perfino il dovere di non accettare l’invito fatto (cf Dt 20,5-7).
• Matteo 22,7: Una guerra incomprensibile. La reazione del re dinanzi al rifiuto è sorprendente. “Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città”. Come interpretare questa reazione così violenta? La parabola fu raccontata per i capi dei sacerdoti e per gli anziani del popolo (Mt 22,1), i responsabili della nazione. Molte volte, Gesù aveva parlato loro sulla necessità di conversione. Pianse perfino sulla città di Gerusalemme e disse: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stingeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata.” (Lc 19,41-44). La reazione violenta del re nella parabola si riferisce probabilmente al fatto secondo la previsione di Gesù. Quaranta anni dopo, Gerusalemme fu distrutta (Lc 19,41-44; 21,6;).
• Matteo 22,8-10: Il banchetto non viene abolito. Per la terza volta, il re invita la gente. Dice ai suoi servi: “Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali”. I cattivi che erano esclusi, per essere considerati impuri, dalla partecipazione nel culto dei giudei, ora sono invitati, specificamente, dal re a partecipare alla festa. Nel contesto dell’epoca, i cattivi erano i pagani. Anche loro sono invitati a partecipare alla festa delle nozze.
• Matteo 22,11-14: Il vestito della festa. Questi versi raccontano che il re entrò nella sala della festa e vide qualcuno senza l’abito della festa. E il re chiese: ‘Amico, come hai potuto entrare qui senz’abito nuziale? Ed egli ammutolì”. La storia racconta che l’uomo fu legato mani e piedi e fu gettato fuori nelle tenebre. E conclude: “Molti sono i chiamati, ma pochi eletti”. Alcuni studiosi pensano che si tratti di una seconda parabola che fu aggiunta per mitigare l’impressione che rimane della prima parabola, dove si parla di “cattivi e buoni” che entrano per la festa (Mt 22,10). Pur ammettendo che non è certo l’osservanza della legge che ci dà la salvezza, bensì la fede nell’amore gratuito di Dio, ciò in nulla diminuisce la necessità di purezza del cuore quale condizione per poter comparire dinanzi a Dio.
Beata Vergine Maria Regina
Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco
Quando un popolo è oppresso, o quando un paese è invaso da un altro, esso è per così dire nelle tenebre. L’angoscia di un individuo è una specie di oscurità. Ogni volta che un popolo o un individuo è nel buio, cerca la luce della liberazione spera ardentemente che un giorno verrà la luce.
Quando un popolo cammina nelle tenebre, è portato di solito a dedurre che Dio lo ha abbandonato. È una conclusione sbagliata, perché è stato, invece, il popolo ad abbandonare Dio. Quando il popolo si pente, comincia a ritrovare la retta via: può camminare nella luce e avere speranza.
Qualche volta, questa speranza di luce si localizza su un bambino la cui nascita può dare corpo e vita alla speranza. Per gli abitanti della Palestina settentrionale, l’invasione degli Assiri era stata oscurità e tristezza, ma la profezia di Isaia sulla nascita di un bambino era capace di infondere speranza.
L’annuncio della nascita di questo fanciullo si riferiva ad un futuro re, dotato di una notevole saggezza e prudenza, un guerriero che sarebbe stato ritenuto un eroe dal suo popolo. Con la sua potenza avrebbe riportato la pace e così l’oscurità si sarebbe cambiata in luce.
La cristianità primitiva ha visto in questo bambino portatore di speranza Gesù di Nazaret. Avendo Maria dato alla luce la speranza fatta carne, è onorata come Regina del cielo.
Gesù non fu un guerriero né un eroe. Però, insegnò la sapienza. Si dedicò al popolo. Proclamò una pace che il mondo non può dare. Non fu il tipo di re che il popolo si era immaginato, ma trasformò le tenebre in luce.
Antifona d’ingresso Alla tua destra è assisa la Regina splendente di oro e di gemme. (Sal 45,10) |
Colletta O Padre, che ci hai dato come nostra madre e regina la Vergine Maria, dalla quale nacque il Cristo, tuo Figlio, per sua intercessione donaci la gloria promessa ai tuoi figli nel regno dei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo… |
Gdc 11,29-39
Chiunque uscirà per primo dalle porte di casa mia, io lo offrirò in olocausto.
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Dal libro dei Giudici
In quei giorni, lo spirito del Signore venne su Iefte ed egli attraversò Gàlaad e Manasse, passò a Mispa di Gàlaad e da Mispa di Gàlaad raggiunse gli Ammoniti. Parola di Dio |
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Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore Sacrificio e offerta non gradisci, Nel rotolo del libro su di me è scritto Ho annunciato la tua giustizia |
Canto al Vangelo (Sal 94,8) Alleluia, alleluia. Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore. Alleluia. |
Vangelo |
Mt 22,1-14
Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
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+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Fratelli, consapevoli che quando accettiamo un invito a festa, rafforziamo il nostro legame di amicizia con chi ci invita, preghiamo il Signore perché siamo generosi nel rispondere alla sua chiamata: Accogli al tuo banchetto, o Signore.Per la santa Chiesa, perché offra a tutti gli uomini la possibilità di conoscere e amare il Signore. Preghiamo: Per i cristiani assenti e non praticanti, perché riscoprano la gioia e la bellezza dell’impegno cristiano. Preghiamo: Per i giovani, perché non abbiano paura di accettare l’invito al banchetto del Signore, anche se questo comporta ideali grandi e ardui. Preghiamo: Per le nostre comunità parrocchiali, perché riscoprano il valore della domenica come giorno del Signore. Preghiamo: Per noi qui presenti, perché nella nostra partecipazione al banchetto eucaristico, non ci manchi l’abito nuziale di una adeguata disposizione. Preghiamo: Perché gli interessi della vita non impediscano la pratica della fede. Perché tutti gli uomini si salvino.Accogli, o Padre, la preghiera che ti rivolgiamo prima di partecipare con fede alla mensa eucaristica. Fà che il contatto con tuo Figlio Gesù generi in noi la vita nuova. Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen. |
Preghiera sulle offerte Accogli, o Padre, i doni che ti offriamo nel gioioso ricordo della Vergine Madre ed esaudisci la nostra preghiera; ci aiuti e ci soccorra il Cristo, uomo Dio, che si offrì per noi Agnello senza macchia sulla croce. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. |
Prefazio della beata Vergine Maria. |
Antifona di comunione Beata sei tu, Vergine Maria, perché hai creduto al compimento delle parole del Signore. (Lc 1,45) |