+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 10,22-30
Io e il Padre siamo una cosa sola.
Riflessione
- I capitoli dall’1 al 12 del vangelo di Giovanni sono chiamati “Il Libro dei Segni”. In essi avviene la rivelazione progressiva del Mistero di Dio in Gesù. Nella misura in cui Gesù fa la rivelazione, crescono l’adesione e l’opposizione attorno a lui secondo la visione con cui ognuno aspetta l’arrivo del Messia. Questo modo di descrivere l’attività di Gesù non serve solo per informare come avveniva in quel tempo l’adesione a Gesù, ma anche e soprattutto come deve avvenire oggi in noi, suoi lettori. In quel tempo, tutti aspettavano l’arrivo del Messia ed avevano i loro criteri per poterlo riconoscere. Volevano che fosse come loro se lo immaginavano. Ma Gesù non si sottopone a questa esigenza. Rivela il Padre come il Padre è e non come l’auditorio vorrebbe che fosse. Chiede conversione nel modo di pensare e di agire. Anche oggi, ognuno di noi ha i suoi gusti e le sue preferenze. A volte leggiamo il Vangelo per vedere se troviamo in esso una conferma dei nostri desideri. Il vangelo di oggi presenta una luce al riguardo.
- Giovanni 10,22-24: I Giudei interpellano Gesù. Faceva freddo, era il mese di ottobre. Festa della dedicazione che celebrava la purificazione del tempio fatta da Giuda Maccabeo (2Mac 4,36.59). Era una festa molto popolare con molte luci. Gesù sitrovava sul piazzale del Tempio, nel Portico di Salomone. I giudei dicevano: “Fino a quando terrai l’animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”. Loro volevano che Gesù si definisse e che loro potessero verificare, partendo dai loro criteri, se Gesù era o no il Messia. Volevano prove. E’ l’atteggiamento di colui che si sente padrone della situazione. I nuovi devono presentare le loro credenziali. Altrimenti, non hanno diritto di parlare e di agire.
- Giovanni 10,25-26: Risposta di Gesù: le opere che io compio mi danno testimonianza. La risposta di Gesù è sempre la stessa: “Ve l’ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; ma voi non credete, perché non siete mie pecore”. Non si tratta di dare prove. Non servirebbe a nulla. Quando una persona non vuole accettare la testimonianza di qualcuno, non c’è prova che tenga e che la porti a pensare in modo diverso. Il problema di fondo è l’apertura disinteressata della persona verso Dio e la verità. Lì dove c’è questa apertura, Gesù è riconosciuto dalle sue pecore. “Chiunque è dalla parte della verità, ascolta la mia voce” dirà Gesù dinanzi a Pilato (Gv 18,37). Questa apertura mancava ai farisei.
- Giovanni 10,27-28: Le mie pecore ascoltano la mia voce. Gesù riprende la parabola del Buon Pastore che conosce le sue pecore e loro lo conoscono. Questo mutuo intendimento – tra Gesù che viene in nome del Padre e le persone che si aprono alla verità – è fonte di vita eterna. Questa unione tra il creatore e la creatura attraverso Gesù supera la minaccia di morte: “Non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano!” Stanno in salvo e al sicuro e, per questo, in pace ed in piena libertà.
• Giovanni 10,29-30: Io ed il Padre siamo uno. Questi due versetti affrontano il mistero dell’unità tra Gesù e il Padre: “Il Padre mio che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola”.Queste e diverse altre frasi lasciano intravedere qualcosa del mistero più grande: “Chi vede me vede il Padre” (Gv 14,9). “Il Padre è in me ed io nel Padre” (Gv 10,38). Questa unità tra Gesù ed il Padre non è automatica, bensì è frutto dell’obbedienza: “Io faccio sempre ciò che il Padre mi mostra” (Gv 8,29; 6,38; 17,4). “Mio cibo è fare la volontà del Padre (Gv 4,34; 5,30). La lettera agli ebrei dice che Gesù imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì (Eb 5,8). “Fu obbediente fino alla morte e alla morte di Croce” (Fil 2,8). L’obbedienza di Gesù non è disciplinare, bensì profetica. Obbedisce per essere trasparenza totale e, così, essere rivelazione del Padre. Per questo, poteva dire: “Io e il Padre siamo una cosa sola!” Fu un lungo processo di obbedienza e di incarnazione che durò 33 anni. Iniziò con il sì di Maria (Lc 1,38) e terminò con “Tutto è compiuto!” di Gesù (Gv 19,30).
Martedì della IV settimana di Pasqua
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Bianco
Segno che contraddistingue il pastore è il richiamo. L’impostore può tentare di imitarlo, ma le pecore non si lasciano ingannare. È il richiamo del vero Pastore che provoca la loro reazione in risposta. Esse sentono, seguono e hanno fiducia.
Le parole e le azioni di Cristo non arrivano a farlo conoscere come Messia: manca un elemento essenziale, cioè la fede. Questa risposta è riservata a chi appartiene al Buon Pastore. Egli conosce le sue pecore ed esse conoscono lui. I Giudei possono servirsi della persuasione o della persecuzione, ma non attireranno a sé i discepoli del Signore. Qual è il fondamento di questa certezza? È molto semplice: il Padre. Egli è più grande di tutti. L’espressione di Cristo “io e il Padre” indica un’unica persona. Agli occhi dei Giudei, un’affermazione del genere è una bestemmia, mentre per i discepoli riassume tutto l’insegnamento di Gesù.
Tale affermazione è apportatrice di conflitto: i Giudei devono annientare Gesù e disperderne i discepoli. La questione è grave. Gesù è davvero il Figlio di Dio? I Giudei l’accusano di proclamarsi Dio. La verità è però un’altra. La verità è che in Gesù, Dio si fa uomo.
Antifona d’ingresso Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo gloria al Signore: ha preso possesso del suo regno il nostro Dio, l’Onnipotente. Alleluia. (Ap 19,7-6) |
Colletta Dio onnipotente, che ci dai la grazia di celebrare il mistero della risurrezione del tuo Figlio, concedi a noi di testimoniare con la vita la gioia di essere salvati. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. |
At 11,19-26
Cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, quelli che si erano dispersi a causa della persecuzione scoppiata a motivo di Stefano erano arrivati fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non proclamavano la Parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore. Parola di Dio |
Genti tutte, lodate il Signore.
Sui monti santi egli l’ha fondata; Iscriverò Raab e Babilonia Il Signore registrerà nel libro dei popoli: |
Canto al Vangelo (Gv 10,27) Alleluia, alleluia. Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, e io le conosco ed esse mi seguono. Alleluia. |
Vangelo |
Gv 10,22-30
Io e il Padre siamo una cosa sola.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli (Dall’Orazionale CEI 2020) Nella gioia della Pasqua presentiamo al Padre le nostre invocazioni, facendoci voce dell’intera umanità che Cristo ha amato fino al dono della vita. Preghiamo insieme e diciamo: Dio dell’amore, ascoltaci.1. La tua Chiesa risplenda agli occhi del mondo quale segno di comunione, sia sollecita nel prendersi cura dei poveri e dei sofferenti. Noi ti preghiamo. 2. Il tuo Spirito susciti uomini di governo capaci di collaborare al tuo progetto di pace per l’umanità intera, superando ogni forma di violenza e abuso di potere. Noi ti preghiamo. 3. Le famiglie, nate dal tuo amore, attingano dall’incontro con te la forza per affrontare ogni difficoltà e lo slancio per un servizio generoso alla vita. Noi ti preghiamo. 4. I poveri, i carcerati, coloro che lasciano la propria terra a causa di guerre e povertà trovino premurosa solidarietà e rispettosa prossimità nei discepoli di Cristo crocifisso e risorto. Noi ti preghiamo. 5. A noi che partecipiamo al banchetto della tua parola e dell’Eucaristia dona di ricevere sostegno per una fede trasparente, per una speranza viva e una carità operosa. Noi ti preghiamo. O Padre, tu sei buono verso tutti e la tua tenerezza si espande su ogni creatura: guarda e ascolta il tuo popolo che esulta per la rinnovata speranza donatagli dal Cristo risorto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. |
Preghiera sulle offerte O Dio, che in questi santi misteri compi l’opera della nostra redenzione, fa’ che questa celebrazione pasquale sia per noi fonte di perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.Oppure: Signore, che hai mandato il tuo Figlio per strapparci dalla morte e da ogni male, accogli con bontà il sacrificio che ti offriamo in rendimento di grazie per la liberazione che abbiamo sperimentato nell’ora della prova. Per Cristo nostro Signore. |
PREFAZIO PASQUALE IV La restaurazione dell’universo per mezzo del mistero pasqualeÈ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questo tempo nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato. In lui, vincitore del peccato e della morte, l’universo risorge e si rinnova, e l’uomo ritorna alle sorgenti della vita. Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l’umanità esulta su tutta la terra e le schiere degli angeli e dei santi cantano senza fine l’inno della tua gloria: Santo, … Oppure: |
Antifona alla comunione Cristo doveva patire e risorgere dai morti per entrare nella sua gloria. Alleluia. (Cf. Lc 24,46.26)Oppure: Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono. Alleluia. (Gv 10,27) |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 10 Maggio 2022
San GIOVANNI D’AVILA Sacerdote e Dottore della Chiesa – Memoria Facoltativa
Almodovar del Campo, Spagna, 6 gennaio 1499 – Montilla, Spagna, 10 maggio 1569
Giovanni d’Avila visse nel secolo XVI. Profondo conoscitore delle Sacre Scritture, era dotato di ardente spirito missionario. Seppe penetrare con singolare profondità i misteri della Redenzione operata da Cristo per l’umanità. Uomo di Dio, univa la preghiera costante all’azione apostolica. Si dedicò alla predicazione e all’incremento della pratica dei Sacramenti, concentrando il suo impegno nel migliorare la formazione dei candidati al sacerdozio, dei religiosi e dei lai…
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San CATALDO DI RACHAU Vescovo
sec. VII
Nato in Irlanda all’inizio del secolo VII, dopo essere stato monaco e poi abate del monastero di Lismore, fondato dal vescovo Cartagine, Cataldo divenne vescovo di Rachau. Durante un peilegrinaggio in Terra Santa, morì a Taranto, nella cui cattedrale fu sepolto e dimenticato. Nel 1094, durante la ricostruzione del sacro edificio, che era stato distrutto dai Saraceni, fu ritrovato il suo corpo, come indicava chiaramente una crocetta d’oro su cui era inciso il suo nome e quello della sede episcopale. Questo re…
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San TEODORO DI TABENNESI Monaco
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