+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 7,6.12-14
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Riflessione
• Discernimento e prudenza nell’offrire le cose di valore. Nelle relazioni con gli altri Gesù mette innanzitutto in guardia da alcuni pericolosi atteggiamenti. Il primo è quello di non giudicare (7,1-5): è una vera e propria proibizione, «non giudicate», un azione che vita ogni valutazione di disprezzo o di condanna degli altri. Il giudizio ultimo è una competenza esclusiva di Dio; le nostre cifre di misura e i nostri criteri sono relativi; sono condizionati dalla nostra soggettività. Qualsiasi condanna degli altri diventa una condanna di se stessi, in quanto ci pone sotto il giudizio di Dio e ci si autoesclude dal perdono. Se il tuo occhio è puro, vale a dire, è libero da ogni giudizio verso i fratelli, puoi con loro relazionarti in maniera vera davanti a Dio. E veniamo alle parole di Gesù offerte dal testo liturgico: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi» (7,6), A prima vista questo “detto” di Gesù sembra strano alla sensibilità del lettore odierno. Può rappresentare un vero enigma. Ma si tratta di un modo di dire, di un linguaggio semitico che chiede di essereinterpretato. Al tempo di Gesù come anche nella cultura antica i cani non erano molto apprezzati perché ritenuti semi-selvatici e randagi (U.Luz). Ma veniamo all’aspetto positivo e didattico-sapienziale delle parole di Gesù: Non profanare le cose sante è, in fondo, un invito a usare prudenza e discernimento. Nell’AT le cose sante sono la carne per il sacrificio (Lv 22,14; Es 29,33ss; Nm 18,8-19). Anche l’accostamento con il divieto di gettare le perle ai porci è incomprensibile. Per gli Ebrei i maiali sono animali impuri, la quintessenza della ripugnanza. Al contrario le perle sono quanto di più prezioso si possa avere. Il monito di Gesù riguarda chi sfama i cani randagi con la carne consacrata destinata al sacrificio. Un tale comportamento è malvagio ma anche di solito imprudente perché di solito ad essi non si dava da mangiare e quindi a causa della loro fame insaziabile potevano tornare indietro e assalire i loro «benefattori».
Le perle a livello metaforico potevano indicare gli insegnamenti dei sapienti o le interpretazioni sulla «torâh». Nel vangelo di Matteo la perla è immagine del regno di Dio (Mt 13,45ss). L’interpretazione che l’evangelista ne fa riportando questo monito di Gesù è soprattutto teologico. Sicuramente l’interpretazione che ci pare più consona al testo è la lettura ecclesiale delle parole di Gesù: un monito ai missionari cristiani a non predicare il vangelo a chicchessia (Gnilka. Luz).
• Seguire un cammino. Nella parte finale del discorso (7,13-27), poi Matteo, riporta, tra gli altri, un ammonimento conclusivo di Gesù che invita a fare una scelta decisiva per entrare nel regno dei cieli: la porta stretta (7,13-14). La parola di Gesù non è soloqualcosa da comprendere e interpretare ma deve soprattutto diventare vita. Ora, per entrare nel regno dei cieli è necessario seguire un cammino ed entrare nella pienezza della vita attraverso una «porta». Il tema del «cammino» è molto caro all’AT (Dt 11,26-28; 30,15-20; Ger 21,8; Sal 1,6; Sal 118,29-30; Sal 138,4; Sap 5,6-7 ecc.). Il cammino rappresentato dalle due porte conduce a traguardi diversi. Un significato coerente con gli ammonimenti di Gesù sarebbe che, alla porta larga è collegato il cammino largo che conduce alla perdizione, vale a dire, il percorrere una strada ampia è sempre un fatto piacevole, ma questo non viene detto nel nostro testo. Piuttosto ci sembra che Matteo concordi con la concezione giudaica del «cammino»: sulla scia di Dt 30, 19 e Ger 21,8 ci sono due vie che si contrappongono, quello della morte e quello della vita. Saper scegliere tra i due diversi modi di vita è decisivo per entrare nel regno dei cieli. Chi sceglie la via stretta, quella della vita deve sapere che è piena di afflizioni; stretta vuol dire provata nella sofferenza per la fede.
San Luigi Gonzaga
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco
Scheda Agiografica: San Luigi Gonzaga
S0621 ; PO122
Luigi, primogenito del marchese di Mantova, nacque il 9 marzo 1568. Era un ragazzo vivace, impaziente, senza complessi, amava il gioco e si divertiva. La madre, Marta Tana di Chieri, gli insegnò a orientare decisamente la sua vita a Dio. E con la sua tenacia vi riuscì. Ricevuta la prima volta l’Eucaristia da san Carlo Borromeo, coltivò una forte unione con Gesù.
La grazia fece di lui un santo di grande dominio di sé, interamente votato alla carità. Il suo segreto di eroismo è la preghiera; già a 12 anni aveva deciso di dedicare 5 ore al giorno alla meditazione. Si sentì attratto alla vita religiosa. Col coraggio delle sue convinzioni, vinse l’opposizione del padre, rinunciò alla primogenitura e a 16 anni entrò nella Compagnia di Gesù, avendo a maestro spirituale san Roberto Bellarmino.
Lui, che riusciva bene negli affari, si dà assai più allo studio, alla preghiera, alla carità: mira alle missioni e al martirio. Gliene venne l’occasione, ma diversa da quelle sognate: scoppiò la peste e Luigi si prodigò talmente che la contrasse e ne morì il 21 giugno 1591 a soli 23 anni.
Catechista coi ragazzi, premuroso con i poveri e i malati, fatto tutto a tutti: modello e protettore dei giovani che vogliono vivere la propria fede in Cristo.
Antifona d’ingresso Chi ha mani innocenti e cuore puro salirà il monte del Signore e starà nel suo luogo santo. (Cf. Sal 23,4.3) |
Colletta O Dio, fonte di ogni dono del cielo, che in san Luigi [Gonzaga] hai unito in modo mirabile l’innocenza della vita e la penitenza, per i suoi meriti e la sua intercessione fa’ che, se non l’abbiamo imitato nell’innocenza, lo seguiamo sulla via della penitenza evangelica. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. |
2Re 19,9-11.14-21.31-35.36
Proteggerò questa città per salvarla, per amore di me e di Davide mio servo.
Dal secondo libro dei Re
In quei giorni, Sennàcherib, re d’Assiria, inviò di nuovo messaggeri a Ezechìa dicendo: «Così direte a Ezechìa, re di Giuda: “Non ti illuda il tuo Dio in cui confidi, dicendo: Gerusalemme non sarà consegnata in mano al re d’Assiria. Ecco, tu sai quanto hanno fatto i re d’Assiria a tutti i territori, votandoli allo sterminio. Soltanto tu ti salveresti?”». Parola di Dio |
Dio ha fondato la sua città per sempre.
Oppure: Grande è il Signore e degno di ogni lode Il monte Sion, vera dimora divina, O Dio, meditiamo il tuo amore |
Canto al Vangelo (Gv 8,12) Alleluia, alleluia. Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me avrà la luce della vita. Alleluia. |
Vangelo |
Mt 7,6.12-14
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Fratelli, lo Spirito Santo è il principale ispiratore della preghiera della chiesa; affidandoci alla sua intercessione, innalziamo al Padre la nostra supplica. Preghiamo insieme e diciamo: Esaudisci il tuo popolo, Signore.Per la Chiesa, perché la parola di Cristo la solleciti a continua e profonda conversione per testimoniare la strada della salvezza. Preghiamo: Per la nostra società, perché non si abbandoni alla ricerca esclusiva del benessere materiale, ma ritrovi l’entusiasmo per gli ideali di verità, di carità e giustizia. Preghiamo: Per il mondo del lavoro, perché la difesa degli interessi personali contempli il rispetto dei diritti altrui, e la solidarietà prevalga sull’egoismo. Preghiamo: Per quanti soffrono nel corpo e nello spirito, perché il conforto della fede li aiuti ad offrire a Dio la loro condizione terrena, come pegno per la salvezza eterna. Preghiamo: Per tutti noi, perché in ogni circostanza riconfermiamo la nostra appartenenza a Cristo per continuare la sua opera dentro il mondo. Preghiamo: Per le persone non credenti. Per quelli che più faticano a rinunciare alle seduzioni del mondo. O Signore, che hai condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana, aiutaci a riconoscere la strada che porta ad una pace piena, affinché con la vita rendiamo gloria a te che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. |
Preghiera sulle offerte Concedi, o Signore, che, sull’esempio di san Luigi [Gonzaga], partecipiamo al banchetto del cielo sempre rivestiti dell’abito nuziale, per ricevere l’abbondanza della tua grazia con la comunione a questo mistero. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona alla comunione Diede loro il pane del cielo: l’uomo mangiò il pane dei forti. (Sal 77,24-25) |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 21 Giugno 2022
San LUIGI GONZAGA Principe, religioso gesuita – Memoria
Castiglione delle Stiviere, Mantova, 9 marzo 1568 – Roma, 21 giugno 1591
Figlio del marchese Ferrante Gonzaga, nato il 9 marzo del 1568, fin dall’infanzia il padre lo educò alle armi, tanto che a 5 anni già indossava una mini corazza ed un elmo e rischiò di rimanere schiacciato sparando un colpo con un cannone. Ma a 10 anni Luigi aveva deciso che la sua strada era un’altra: quella che attraverso l’umiltà, il voto di castità e una vita dedicata al prossimo l’avrebbe condotto a Dio. A 12 anni ricevette la prima comunione da san Carlo Borromeo, venuto in …
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San GIUSEPPE ISABEL FLORES VARELA Sacerdote e martire
S. Maria de la Paz, Zacatecas (Guadalajara), 28 novembre 1866 – Zapotlanejo (Messico), 21 giugno 1927
Cappellano di Matatlán, della parrocchia di Zapotlanejo, Jalisco (Arcidiocesi di Guadalajara). Per 26 anni diffuse la carità del suo ministero in quella cappellania, mostrandosi a tutti un padre affettuoso che li edificò con la sua abnegazione e con la sua povertà, il suo spirito di sacrificio, la sua pietà e la sua sapienza. Un vecchio compagno che era stato protetto da Padre Flores lo denunciò al capo di Zapotlanejo e venne incarcerato il 18 giugno 1927, quando stava diri…
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Santa DEMETRIA DI ROMA Martire
Roma, IV secolo
Santa Demetria era un tempo commemorata nel Martirologio Romano al 21 giugno, ma nei repertori agiografici il suo dies natalis è riferito in giorni diversi. Secondo la leggendaria passio di Pimenio sarebbe stata figlia dei martiri Flaviano e Dafrosa e sorella di Santa Bibiana. Dopo la morte dei genitori, arrestata insieme con la sorella e condotta alla presenza dell’imperatore Giuliano, improvvisamente morì di spavento. Come per i suoi familiari, anche per Demetria bisogna dire che si tratta di un personaggio stori…
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