+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 14,22-36
Comandami di venire verso di te sulle acque.
• Il vangelo di oggi descrive la difficile e stancante traversata del mare di Galilea in una fragile barca, spinta da un vento contrario. Tra il Discorso delle Parabole (Mt 13) e della Comunità (Mt 18), c’è di nuovo, la parte narrativa (Mt 14 fino a 17). Il Discorso delle Parabole richiamava di nuovo la nostra attenzione sulla presenza del Regno. Ora, la parte narrativa mostra le reazioni a favore e contro Gesù provocate da questa presenza. A Nazaret lui non fu accettato (Mt 13,53-58) e il re Erode pensava che Gesù fosse una specie di reincarnazione di Giovanni Battista, da lui assassinato (Mt 14,1-12).
La gente povera, però, riconosceva in Gesù l’inviato di Dio e lo seguiva nel deserto, dove avvenne la moltiplicazione dei pani (Mt 14,13-21). Dopo la moltiplicazione dei pani, Gesù si congeda dalla folla e ordina ai discepoli di attraversare il lago, come è descritto nel vangelo di oggi (Mt 14,22-36).
- Matteo 14,22-24: Iniziare la traversata a richiesta di Gesù. Gesù forza i discepoli ad entrare nella barca e ad andare verso l’altro lato del mare, dove c’era la terra dei pagani. Lui sale sul monte a pregare. La barca simbolizza la comunità. Ha la missione di dirigersi verso i pagani e di annunciare anche tra loro la Buona Novella del Regno che era un nuovo modo di vivere in comunità. Ma la traversata è stancante e lunga. La barca è agitata dalle onde, poiché il vento è contrario. Malgrado aver remato tutta la notte, manca molto prima di giungere a terra. Mancava molto alle comunità per fare la traversata verso i pagani. Gesù non fu con i suoi discepoli. Loro dovevano imparare ad affrontare insieme le difficoltà, uniti e rafforzati dalla fede in Gesù che li ha mandati. Il contrasto è grande: Gesù in pace insieme a Dio, pregando sulla cima della montagna, e i discepoli quasi persi là in basso, nel mare in rivolta.
- La traversata dall’altro lato del lago simbolizza anche la difficile traversata delle comunità della fine del primo secolo. Loro dovevano uscire dal mondo chiuso dell’antica osservanza della legge verso la nuova maniera di osservare la Legge dell’amore, insegnata da Gesù; uscire dalla consapevolezza di appartenere al popolo eletto, privilegiato da Dio tra tutti i popoli, per la certezza che in Cristo tutti i popoli si sarebbero uniti nell’unico Popolo dinanzi a Dio; uscire dall’isolamento dell’intolleranza verso il mondo aperto dell’accoglienza e della gratitudine. Anche noi oggi siamo in una traversata difficile verso un nuovo tempo ed un nuovo modo di essere Chiesa. Traversata difficile, però necessaria. Ci sono momenti nella vita in cui siamo assaliti dalla paura. La buona volontà non manca, ma non basta. Siamo come una barca che affronta il vento contrario.
- Matteo 14,25-27: Gesù si avvicina ma loro non lo riconoscono. Verso la fine della notte, cioè fra le tre e le sei del mattino, Gesù va incontro ai discepoli. Camminando sulle acque, giunge vicino a loro, ma loro non lo riconoscono. Gridavano per la paura, pensando che si trattasse di un fantasma. Gesù li calma dicendo: “Coraggio! Sono io! Non abbiate paura!” L’espressione “Sono io!” è la stessa con cui Dio cercò di superare la paura di Mosè quando lo mandò a liberare il popolo d’Egitto (Esodo 3,14). Per le comunità, sia di ieri che di oggi, era ed è molto importante aprirsi sempre di nuovo: “Coraggio! Sono io! Non abbiate paura!”
- Matteo 14,28-31: Entusiasmo e debolezza di Pietro. Sapendo che è Gesù, Pietro chiede di poter anche lui camminare sulle acque. Vuole sperimentare il potere che domina la furia del mare. Un potere che nella Bibbia appartiene solo a Dio (Gn 1,6; Sal 104,6- 9). Gesù gli permette di essere partecipe di questo potere. Ma Pietro ha paura. Pensa che affonderà e grida: “Signore! Salvami!” Gesù lo assicura e lo riprende: “Uomo di poca fede! Perché hai dubitato?” Pietro ha più forza di quanto si immagina, ma ha paura dinanzi alle onde contrarie e non crede nel potere di Dio che lo abita. Le comunità non credono nella forza dello Spirito che c’è in loro e che agisce mediante la fede. E’ la forza della risurrezione (Ef 1,19-20).
- Matteo 14,32-33: Gesù è il Figlio di Dio. Dinanzi all’onda che avanza su di loro, Pietro affonda nel mare per mancanza di fede. Dopo che è salvato, lui e Gesù, tutti e due, salgano sulla barca ed il vento si calma. Gli altri discepoli, che si trovano sulla barca, rimangono stupiti e si prostrano dinanzi a Gesù, riconoscendo in lui il Figlio di Dio: “Tu sei veramente il Figlio di Dio”. Più tardi, anche Pietro professa la stessa fede in Gesù: “Tu sei il Messia, il Figlio del Dio vivo” (Mt 16,16). Così Matteo suggerisce che non è solo Pietro che sostiene la fede dei discepoli, ma che anche la fede dei discepoli sostiene la fede di Pietro.
- Matteo 14,34-36: Gli portarono tutti i malati. L’episodio della traversata termina con un finale bello: “Compiuta la traversata, approdarono a Genesaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l’orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano”.
Martedì della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno B dispari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
La contestazione non è un invenzione moderna, anche se si è diffusa in modo più ampio nel nostro tempo. La prima lettura di oggi ci presenta una contestazione contro Mosè, ad opera non di persone qualunque ma di sua sorella e suo fratello: Maria ed Aronne, per un motivo che non capiamo bene. Sta di fatto che essi contestano il privilegio di Mosè di parlare in nome di Dio, di comunicare le istruzioni di Dio, i comandamenti di Dio. La reazione divina è tremenda. Dopo aver proclamato che Mosè ha autorità come nessun’altra persona: “Egli è l’uomo di fiducia in tutta la mia casa. Bocca a bocca parlo con lui, in visione e non con enigmi ed egli guarda l’immagine del Signore”, il Signore dice: <~erché non avete temuto di parlare contro il mio servo Mosè?”. E la sua ira si accende contro di loro, al punto che Maria diventa lebbrosa e Mosè deve intercedere per lei presso Dio per ottenerne la guarigione, il che dimostra in modo chiaro che davvero soltanto Mosè ha autorità.
La contestazione quindi è una cosa grave, perché non rispetta l’ordine stabilito da Dio, destabilizza la società e le comunità, mette confusione, distrugge l’armonia. Però non ogni critica è da chiamare “contestazione”. Talvolta la critica è utile, ma deve essere fatta in modo costruttivo e senza contestare l’autorità. Anche letro, suocero di Mosè, gli mosse delle critiche per il modo come egli rendeva da solo giustizia a tutto il popolo e gli suggerì di condividere la sua autorità con persone che potessero aiutarlo. Mosè accettò la critica e il consiglio, perché li riconobbe giusti.
Invece la contestazione radicale di chi non riconosce nessuna autorità è un fenomeno inaccettabile.
L’atteggiamento di fondo di un cristiano deve essere una sincera sottomissione all’autorità, perché, come dice san Paolo nella lettera ai Romani, l’autorità viene da Dio e soltanto accettandola con umiltà si può contribuire al bene comune. Nel caso di Mosè, la Scrittura dice di lui che era un uomo molto mansueto, più di qualunque altro sulla terra, suggerendo così che non c’era una vera ragione per contestano. Ci sono anche autorità oppressive e arbitrarie, che cercano il proprio profitto e non il bene comune, allora la contestazione diventa necessaria e doverosa. Ma bisogna guardarsi da giudizi affrettati e discernere con onestà alla luce del Signore, senza lasciarsi guidare da sentimenti non limpidi, di egoismo, di invidia, di vendetta che vivono nel nostro “cuore cattivo”. Accogliamo l’insegnamento che ci viene da questo testo della Sacra Scrittura e chiediamo al Signore che ci aiuti ad essere miti e umili, forti e lucidi come è stato nella sua vita terrena lui, nostro modello e nostra forza.
Antifona d’ingresso O Dio, vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto. Tu sei mio aiuto e mio liberatore: Signore, non tardare. |
Colletta Mostra la tua continua benevolenza, o Padre, e assisti il tuo popolo, che ti riconosce creatore e guida; rinnova l’opera della tua creazione e custodisci ciò che hai rinnovato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. |
Nm 12,1-13
Mosè è l’uomo di fiducia in tutta la mia casa. Perché non avete temuto di parlare contro di lui?
Dal libro dei Numeri
In quei giorni, Maria e Aronne parlarono contro Mosè, a causa della donna etìope che aveva preso. Infatti aveva sposato una donna etìope. Dissero: «Il Signore ha forse parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato anche per mezzo nostro?». Il Signore udì. Ora Mosè era un uomo assai umile, più di qualunque altro sulla faccia della terra. Parola di Dio |
Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; Sì, le mie iniquità io le riconosco, Così sei giusto nella tua sentenza, Crea in me, o Dio, un cuore puro, |
Canto al Vangelo (Gv 1,49) Alleluia, alleluia. Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele! Alleluia. |
Vangelo |
Mt 14,22-36
Comandami di venire verso di te sulle acque.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Il Signore viene in soccorso alla nostra debolezza e alla nostra stanchezza. Sostenuti dallo Spirito, preghiamo insieme: Fortifica la nostra fede, Signore.Quando non riusciamo a riconoscerti nei segni dei tempi: Quando non comprendiamo la speranza che ci doni: Quando abbiamo la pretesa di farcela con le sole nostre forze: Quando il male sembra prevalere sulla tua Chiesa: Quando non abbiamo desiderio e voglia di pregare: Quando ci mettiamo alla ricerca del tuo volto: Quando, sostenuti dalla grazia, affrontiamo le difficoltà: Quando dubitiamo della tua vittoria finale: Quando ti chiediamo le cose di cui abbiamo bisogno: Quando saremo prossimi all’incontro definitivo con te: Signore, ci hai creati per te e il nostro cuore è inquieto finché in te non riposa; fà che, nella ricerca del tuo volto, possiamo percorrere nella pace il nostro cammino verso il regno. Per Cristo nostro Signore. Amen. |
Preghiera sulle offerte Santifica, o Signore, i doni che ti presentiamo e, accogliendo questo sacrificio spirituale, trasforma anche noi in offerta perenne a te gradita. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona alla comunione Ci hai mandato, Signore, un pane dal cielo, un pane che porta in sé ogni dolcezza e soddisfa ogni desiderio. (Cf. Sap 16,20) |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 03 Agosto 2021
Sant’ ASPRENO DI NAPOLI Vescovo
Primo vescovo di Napoli, visse tra la fine del I secolo e gli inizi del II, epoca a cui si fanno risalire gli inizi della Chiesa partenopea. Vari antichi documenti, tra i quali il Calendario marmoreo di Napoli, fissano la durata del suo episcopato in 23 anni. Secondo una leggenda si sarebbe convertito dopo essere stato guarito da san Pietro, che lo consacrò poi vescovo. Fece costruire l’oratorio di Santa Maria del Principio, su cui sarebbe poi sorta la basilica di Santa Restituta e la chiesa di San Pietro ad aram. …
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San MARTINO Eremita
500 – 3 agosto 580
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Sant’ EUFRONIO DI AUTUN Vescovo
V sec.
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