
+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 12,24-26
Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.
Riflessione
- Il nostro brano contiene delle parole solenni e cruciali sulle modalità con cui la missione di Gesù e dei suoi discepoli «produce molto frutto». Ma in questa dichiarazione solenne e centrale di Gesù, «se il chicco di frumento caduto a terra non muore, rimane solo; se muore, invece, produce molto frutto» (v.24), è inserita in quel contesto narrativo di 12,12-36 dove si narra dell’incontro di Gesù come messia con Israele e del rifiuto di quest’ultimo della sua proposta messianica. Quali sono i temi principali che descrivono il messianismo di Gesù? I giudei attendevano un messia sotto le vesti di un re potente, che continuasse lo stile regale di Davide e restituisse a Israele il suo passato glorioso. Gesù, invece, pone al centro del suo messianismo il dono della sua vita e la possibilità data all’uomo di poter accettare il progetto di Dio sulla sua vita.
- La storia di un seme. Il dono della sua vita, come caratteristica cruciale del suo messianismo, Gesù lo tratteggia con una mini-parabola. Un evento centrale e decisivo della sua vita lo descrive attingendo all’ambiente agricolo, da cui prende leimmagini per rendere interessanti e immediate le sue parole. È la storia di un seme: una piccola parabola per comunicare in modo semplice e trasparente con la gente: un seme inizia il suo percorso nei meandri oscuri della terra, ove soffoca e marcisce ma in primavera diventa uno stelo verdeggiante e nell’estate una spiga carica di chicchi di grano. Due sono i punti focali della parabola: il produrre molto frutto; il trovare la vita eterna. Il seme che sprofonda nell’oscurità della terra è stato interpretato dai Primi Padri della Chiesa un’allusione simbolica all’Incarnazione del Figlio di Dio. Nel terreno sembra che la forza vitale del seme sia destinata a perdersi perché il seme marcisce e muore. Ma poi la sorpresa della natura: in estate quando biondeggiano le spighe, viene svelato il segreto profondo di quella morte. Gesù sa che la morte sta per incombere sulla sua persona tuttavia qui non la vede come una bestia che divora. È vero che essa ha le caratteristiche di tenebra e di lacerazione, ma per Gesù contiene una forza segreta tipica del parto, un mistero di fecondità e di vita. Alla luce di questa visione si comprende un’altra espressione di Gesù: «Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna». Chi considera la propria vita come una fredda proprietà da vivere nel proprio egoismo, è come un seme chiuso in se stesso e senza prospettive di vita. Chi invece «odia la sua vita», un’espressione semitica molto incisiva per indicare la rinuncia a realizzare unicamente se stessi, sposta l’asse del significato di un’esistenza sulladonazione agli altri; solo così la vita diventa creativa: è fonte di pace, di felicità e di vita. È la realtà del seme che germoglia. Ma il lettore può cogliere nella miniparabola di Gesù un’altra dimensione, quella «pasquale». Gesù è consapevole che per portare l’umanità al traguardo della vita divina deve passare per la via oscura della morte in croce. Sulla scia di questa via anche il discepolo affronta la sua «ora», quella della morte, con la certezza che essa approderà alla vita eterna, vale a dire, alla comunione piena con Dio.
- In sintesi. La storia del seme è quella di morire per moltiplicarsi; la sua funzione è quella di un servizio alla vita. L’annientamento di Gesù è paragonabile al seme di vita sepolto nella terra. Nella vita di Gesù amare è servire e servire è perdersi nella vita degli altri., morire a se stessi per far vivere. Mentre sta per avvicinarsi la sua «ora», il momento conclusivo della sua missione, Gesù assicura i suoi con la promessa di una consolazione e di una gioia senza fine, accompagnata, da ogni tipo di turbamento. Egli porta l’esempio del seme che deve marcire e della donna che deve partorire nelle doglie. Cristo ha scelto la croce per sé e per i suoi: chi vuole essere suo discepolo è chiamato a condividerne il suo stesso itinerario. Egli ha sempre parlato ai suoi discepoli con radicalità: «Chi vorrà salvare la propria vita la perderà. Chi la perderà per me la salverà» (Lc 9,24).
SAN LORENZO
Grado della Celebrazione: FESTA
Colore liturgico: Rosso
Nella festa liturgica di san Lorenzo martire, le letture aiutano a meditare sul dono della vita e su quali siano le condizioni di possibilità.
Le parole del profeta Isaia, che esprimono un oracolo di salvezza, forniscono l’orizzonte: l’appartenenza al Signore, che per primo si è impegnato e promette di intervenire nuovamente per colui che è «prezioso ai suoi occhi» e che «ama», si traduce in un continuo invito a non temere: quale che sia il cammino che si troverà davanti, passerà indenne da ogni pericolo. Queste parole, dette a Israele che è legato a Dio attraverso la relazione di alleanza, ben esprimono anche l’orizzonte dell’amore di Dio nel quale i martiri come Lorenzo hanno compiuto le loro scelte. Sentirsi dire: «Tu sei prezioso ai miei occhi e io ti amo» permette di sbilanciarsi fino al dono della vita per colui che così si esprime, anche se non sottrae dal turbamento.
Anche per Gesù, di cui il brano evangelico narra una preghiera che ricorda quella del Getsèmani narrata dai Sinottici, l’orizzonte dell’amore del Padre è fondamentale, tuttavia, non gli è risparmiata l’esperienza del turbamento e dell’angoscia di fronte al proprio morire. Si tratta di una reazione umanissima: Gesù l’ha abbracciata con la propria incarnazione e l’affronta fino in fondo. Ricollocandosi nell’orizzonte dell’amore del Padre con la preghiera e mettendo se stesso e la sua vita in mani più grandi delle sue, riceve un immediato conforto; anche noi siamo invitati a far nostro il medesimo atteggiamento.
Antifona d’ingresso Questi è il santo diacono Lorenzo, che diede la sua vita per la Chiesa: egli meritò la corona del martirio, per raggiungere in letizia il Signore Gesù Cristo.Si dice il Gloria. |
Colletta O Dio, l’ardore della tua carità ha reso san Lorenzo fedele nel ministero e glorioso nel martirio: fa’ che amiamo ciò che egli ha amato e viviamo ciò che ha insegnato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. |
2Cor 9,6-10
Dio ama chi dona con gioia.
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Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Parola di Dio |
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Beato l’uomo che teme il Signore.
Beato l’uomo che teme il Signore Felice l’uomo pietoso che dà in prestito, Egli dona largamente ai poveri, |
Canto al Vangelo (Gv 8,12) Alleluia, alleluia. Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita, dice il Signore. Alleluia. |
Vangelo |
Gv 12,24-26
Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.
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+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli (Dall’Orazionale CEI 2020) Fratelli e sorelle, a Dio, nostro Padre, che in san Lorenzo ci ha donato un esempio di carità e di testimonianza di fede fino al martirio, rivolgiamo la nostra supplica. Preghiamo insieme e diciamo: Noi ti invochiamo, Signore.1. Per la santa Chiesa di Roma, che presiede nella carità tutte le Chiese: la Parola seminata con abbondanza nei solchi aperti dai martiri porti ancora frutti di rinnovamento e di generosa dedizione. Preghiamo. 2. Per i diaconi, che come san Lorenzo sono al servizio del vescovo e della comunità cristiana: nell’esercizio del loro ministero siano autentici e umili, sempre premurosi verso i poveri. Preghiamo. 3. Per i cristiani osteggiati nel mondo a causa della loro fede: nella tribolazione e nella prova ricevano la consolazione dello Spirito e il sostegno concreto dei fratelli. Preghiamo. 4. Per quanti, nella comunità cristiana e nella società civile, si pongono a servizio dei più deboli e bisognosi: siano animati da uno spirito di giustizia e carità. Preghiamo. 5. Per noi, che nell’Eucaristia attingiamo all’amore di Cristo: la comunione all’Agnello immolato renda la nostra vita un’offerta gradita a Dio. Preghiamo. Guarda, o Padre, questa tua famiglia che gioisce nella festa di san Lorenzo e donaci lo Spirito di santità, perché possiamo imitare nell’amore colui che ha dato la vita per noi, Gesù Cristo, il nostro Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli. |
Preghiera sulle offerte Accogli con bontà, o Signore, i doni che ti offriamo con esultanza nella festa di san Lorenzo e fa’ che giovino alla nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore. |
PREFAZIO DEI SANTI MARTIRI I Il segno e l’esempio del martirioÈ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Il sangue versato dal santo martire Lorenzo, a imitazione di Cristo e per la gloria del tuo nome, manifesta i tuoi prodigi, o Padre, che riveli nei deboli la tua potenza e doni agli inermi la forza del martirio, per Cristo Signore nostro. E noi, con tutti gli angeli del cielo, a te innalziamo sulla terra il nostro canto e proclamiamo senza fine la tua gloria: Santo, … |
Antifona alla comunione «Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo», dice il Signore. (Gv 12,26) |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 10 Agosto 2022
San LORENZO Diacono e martire – Festa
Martire a Roma, 10 agosto 258
Lorenzo, da ragazzo, ha visto le grandiose feste per i mille anni della città di Roma, celebrate nel 237-38, regnando l’imperatore Filippo detto l’Arabo, perché figlio di un notabile della regione siriana. Poco dopo le feste, Filippo viene detronizzato e ucciso da Decio, duro persecutore dei cristiani, che muore in guerra nel 251. L’impero è in crisi, minacciato dalla pressione dei popoli germanici e dall’aggressività persiana. Contro i persiani combatte anc…
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Santa PLETTRUDE VII-VIII secolo
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