+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 20,1-16
Sei invidioso perché io sono buono?
Riflessione
• Il vangelo di oggi narra una parabola che solo Matteo riporta. Non c’è negli altri vangeli. Come in tutte le parabole, Gesù racconta una storia fatta di elementi quotidiani della vita della gente. Lui fa un ritratto della situazione sociale del suo tempo, in cui gli uditori si riconoscono. Ma nello stesso tempo, nella storia di questa parabola, avvengono cose che non avvengono mai nella realtà della vita della gente. Perché, parlando del padrone, Gesù pensa a Dio, a suo Padre. Per questo, nella storia della parabola, il padrone fa cose sorprendenti che non avvengono nella vita quotidiana degli uditori. In questo atteggiamento strano del padrone bisogna trovare la chiave per capire il messaggio della parabola.
• Matteo 20,1-7: Le cinque volte che il padrone esce alla ricerca degli operai. “Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna.” Così inizia la storia che parla da sé e non ha bisogno di molti commenti. In ciò che segue, il padrone esce quattro volte a chiamare gli operai perché vadano a lavorare nella sua vigna. Gesù allude alla terribile mancanza di impiego di quell’epoca. Alcuni dettagli della storia: (a) Il padrone stesso esce personalmente cinque volte per contattare operai. (b) Quando contatta gli operai, fissa il salario solo con il primo gruppo: un denaro al giorno. A quelli delle nove del mattino dice: Quello che è giusto, ve lo darò. Con gli altri non fissò nulla. Li contattò solo per lavorare nella vigna. (c) Alla fine della giornata, quando si trattava di dar la paga agli operai, il padrone ordina all’amministratore di occuparsi di questo servizio.
• Matteo 20,8-10: Lo strano modo di fare i conti alla fine della giornata. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Qui, nel momento di fare i conti, avviene qualcosa di strano, che non avviene nella vita normale. Sembra che le cose si invertano. Il pagamento inizia da coloro che sono stati contattati appena qualche ora prima. Il pagamento è uguale per tutti: un denaro, come era stato combinato con coloro contattati all’inizio della giornata. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno. Perché il padrone agisce così? Tu faresti così? E’ proprio in questo gesto sorprendente del padrone che è nascosta la chiave del messaggio di questa parabola.
• Matteo 20,11-12: La reazione nomale degli operai dinanzi allo strano atteggiamento del padrone. Gli ultimi a ricevere il salario sono quelli contattati per primi. Costoro, dice la storia, nel ricevere il pagamento cominciano a mormorare contro il padrone e dicono: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. E’ la reazione normale del buon senso. Penso che tutti noi avremmo la stessa reazione e diremmo la stessa cosa al padrone. O no?
• Matteo 20,13-16: La spiegazione sorprendente del Padrone che fornisce la chiave della parabola. La risposta del padrone è questa: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?” Queste parole danno la chiave che spiega l’atteggiamento del padrone e indica il messaggio che Gesù ci vuole comunicare: (a) Il padrone non fu ingiusto, poiché agisce d’accordo con quello che aveva stipulato con il primo gruppo di operai: un denaro al giorno. (b) E’ decisione sovrana del padrone dare agli ultimi la stessa paga che aveva stipulato con quelli della prima ora. Costoro non hanno diritto a reclamare. (c) Agendo con giustizia, il padrone ha diritto di fare il bene che lui vuole con le cose che gli appartengono. L’operaio da parte sua ha questo stesso diritto. (d) La domanda finale tocca il punto centrale: Oppure, tu sei invidioso perché io sono buono? Dio è diverso! I suoi pensieri non sono i nostri pensieri (Is 55,8-9).
• Lo sfondo della parabola è la congiuntura di quell’epoca, tanto di Gesù come di Matteo. Gli operai della prima ora sono il popolo ebreo, chiamato da Dio a lavorare nella sua vigna. Loro sopportano il peso della giornata, da Abramo a Mosè, da oltre mille anni. Ora, nell’undicesima ora, Gesù chiama i pagani a lavorare nella sua vigna e loro giungono ad avere la preferenza nel cuore di Dio. “Così, gli ultimi saranno i primi e i primi, gli ultimi”.
San Pio X
Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco
Giuseppe Sarto (Treviso 1835 – Roma 20 agosto 1914), vescovo di Mantova (1884) e patriarca di Venezia (1893), sale alla cattedra di Pietro con il nome di Pio X. E’ il pontefice che nel Motu proprio «Tra le sollecitudini» (1903) affermò che la partecipazione ai santi misteri è la fonte prima e indispensabile della vita cristiana. Difese l’integrità della dottrina della fede, promosse la comunione eucaristica anche dei fanciulli, avviò la riforma della legislazione ecclesiastica, si occupò positivamente della questione romana e dell’Azione Cattolica, curò la formazione dei sacerdoti, fece elaborare un nuovo catechismo, favorì il movimento biblico, promosse la riforma liturgica e il canto sacro.
Pio XII lo beatificò nel 1951 e lo canonizzò nel 1954. Il suo corpo è venerato nella basilica Vaticana.
Antifona d’ingresso Il Signore lo ha scelto come sommo sacerdote, gli ha aperto i suoi tesori, lo ha colmato di ogni benedizione. |
Colletta O Dio, che per difendere la fede cattolica e unificare ogni cosa nel Cristo hai animato del tuo Spirito di sapienza e di fortezza il papa san Pio X, fa’ che, alla luce dei suoi insegnamenti e del suo esempio, giungiamo al premio della vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo… |
Gdc 9,6-15
Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re.
Dal libro dei Giudici
In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem. Parola di Dio |
Signore, il re gioisce della tua potenza!
Signore, il re gioisce della tua potenza! Gli vieni incontro con larghe benedizioni, Grande è la sua gloria per la tua vittoria, |
Canto al Vangelo (Eb 4,12) Alleluia, alleluia. La parola di Dio è viva, efficace; discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Alleluia. |
Vangelo |
Mt 20,1-16
Sei invidioso perché io sono buono?
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Fratelli carissimi, rivolgiamoci con riconoscenza a Dio padre che ci chiama a collaborare con lui nella sua vigna, dicendo: Aiutaci, o Signore, a servirti con gioia.Per il popolo santo di Dio, perché serva il Signore nell’umiltà, e rispetti tutti coloro che, per vari motivi, non si trovano a lavorare nel campo della Chiesa. Preghiamo: Per tutti i cristiani, perché sappiano affrontare la fatica con fede e amore, senza lamentarsi come gli operai della prima ora. Preghiamo: Per gli anziani, perché siano sempre pronti a rispondere alle ispirazioni del Signore che li chiama ogni giorno a rendersi utili, secondo le proprie possibilità. Preghiamo: Per i disoccupati e cassintegrati, perché la società si senta impegnata a rivedere le attuali regole del lavoro e dell’economia. Preghiamo: Per tutti noi, perché non ascoltiamo invano il Signore che ci passa accanto, invitandoci all’impegno. Preghiamo: Per i sindacati. Perché ringraziamo Dio della sua continua gratuità.Ascolta, o Padre buono, queste preghiere e sostieni il nostro animo nelle fatiche e nell’arsura della nostra giornata terrena. Per Cristo nostro Signore. Amen. |
Preghiera sulle offerte Accetta con bontà, Signore, le offerte che ti presentiamo e fa’ che, sull’esempio di san Pio X, con devozione sincera e con viva fede partecipiamo a questi santi misteri. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona di comunione “Signore, tu sai tutto: tu sai che io ti amo” (Gv 21,17) |