+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 19,31-37
Uno dei soldati gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
- LECTIO
a) Orazione iniziale:
Donaci, Signore Gesù, di sostare in atteggiamento di ascolto davanti alla tua Parola. Aiutaci a non essere frettolosi, di non avere la mente e il cuore immersi nella superficialità e nella distrazione. Se saremo capaci di meditare sulla tua Parola, di certo, faremo l’esperienza di essere invasi dal fiume di tenerezza, di compassione, di amore, che dal tuo cuore trafitto riversi sull’umanità. Donaci di comprendere il simbolismo del sangue e dell’acqua che sgorgano dal tuo cuore. Fa che possiamo raccogliere, anche noi, quel sangue e quell’acqua per partecipare alla tuo infinita passione di amore e di sofferenza nella quale ti sei fatto carico di ogni nostra sofferenza fisica e morale. Il meditare su quei simboli della tua passione spacchi i nostri egoismi, le nostre chiusure, le nostre freddezze. Quell’acqua e quel sangue, di cui la parola del vangelo oggi ci parla, lenisca le nostre ansie e angosce, lavi la nostra vanagloria, purifichi la nostra cupidigia, trasformi le nostre paure in speranze, le nostre tenebre in luce. Mentre ci apriamo alla forza della tua Parola ti diciamo con il cuore e la vita: «Gesù, tu sei davvero la rivelazione dell’amore».
c) Momenti di silenzio orante:
Il silenzio sia in questo incontro con la Parola davvero preghiera: un parlare con Dio, un ascoltare Colui che si rivela ti chiama per nome, sei invitato a farti uno in Lui.
MEDITATIO
a) Chiave di lettura – contenuto e divisione:
Il brano del vangelo inizia con la menzione della Pasqua, dei «giudei» e con una richiesta a Pilato (19,31). Tale episodio ha per l’evangelista un’importanza straordinaria. Il cuore del brano evangelico è la trafittura del costato, da cui sgorgano sangue e acqua. Da notare nel racconto il cumulo dei simboli: il sangue che raffigura la morte, simbolo dell’amore fino all’estremo; l’acqua, da cui deriva la vita, è simbolo dell’amore dimostrato e comunicato. Nel contesto della Pasqua tali simboli indicano il sangue dell’Agnello che vince la morte e l’acqua la fonte che purifica. La carica simbolica del racconto vuole evidenziare che quest’amore (sangue) salva dando la vita definitiva (acqua-Spirito). Quanto l’evangelista ha visto, è il fondamento della fede. Il racconto è così articolato. Innanzitutto l’obbligo del riposo festivo del giorno dopo la pasqua provoca la richiesta fatta a Pilato che i corpi vengano tolti (19,31); segue la scena che si svolge sulla croce, in cui un soldato trafigge il costato di Gesù (19,32- 34); infine la testimonianza dell’evangelista, basata sulla Legge e sui profeti (19,35-37).
b) Il riposo festivo e la richiesta a Pilato (19,31-33):
I dirigenti giudei, in forza della purezza legale richiesta dalla Pasqua ormai imminente e preoccupati che l’esecuzione della morte di Gesù potesse profanare il giorno del sabato o la stessa festa di Pasqua, «chiesero a Pilato affinché facesse spezzare loro le gambe e li facesse togliere». Essi non pensano minimamente che la loro Pasqua è stata sostituita da quella di Gesù. Significativa è la menzione dei corpi. Non solo, quello di Gesù ma anche di quelli crocifissi con lui. Come ad esprimere la solidarietà di Gesù verso quelli che sono crocifissi con lui e verso ogni uomo. Il corpo di Gesù sulla croce che lo rende solidale con tutti gli uomini, è per l’evangelista il santuario di Dio (2,21). I corpi dei crocifissi non potevano restare sulla croce il giorno di sabato, era in gioco la preparazione della festa più solenne della tradizione ebraica. Ma ugualmente la festa sarà privata del suo contenuto tradizionale e sostituito da quello della morte e resurrezione di Gesù. «I giudei» rivolgono a Pilato delle richieste concrete: vengano spezzate le gambe ai corpi dei crocifissi perché si acceleri la loro morte e venga tolto l’ingombro che essi rappresentano in questo particolare momento. Nessuna di queste richieste si realizza nei confronti di Gesù: i soldati non gli spezzeranno le gambe; nemmeno lo toglieranno dalla croce.
c) Il costato trafitto (19,34):
Difatti, i soldati spezzano le gambe a coloro che sono con Gesù, ma giunti da Gesù, vedendolo «che era già morto, non gli spezzarono le gambe». É significativo che i soldati spezzino le gambe ai crocifissi con Gesù. Essi che sono vivi, ora che è morto Lui, possono morire anche loro. É come dire che Gesù precedendoli con la sua morte ha aperto loro la via verso il Padre, ed essi lo possono seguire. Affermando che non gli spezzarono le gambe, l’evangelista sembra dire: Nessuno può togliere la vita a Gesù, egli l’ha data di propria iniziativa (10,17s; 19,30). «Uno dei soldati, con una lancia, gli trafisse il costato, e immediatamente uscirono sangue e acqua». Il lettore si trova sorpreso del gesto del soldato, perché se era già morto, quale la necessità di trafiggerlo? Evidentemente l’ostilità continua dopo la morte: la trafittura con la punta della lancia vuole distruggerlo per sempre. Questo gesto di odio permette a Gesù di dare amore che produce vita. Il fatto è di un’importanza eccezionale e possiede una grande ricchezza di significato. Il sangue che esce dal costato trafitto di Gesù simboleggia la sua morte, che egli accetta per salvare l’umanità; è espressione della sua gloria, del suo amore fino all’estremo (1,14; 13,1); è la donazione del pastore che si dona per le pecore (10,11); è l’amore dell’amico che da la vita per i suoi amici (15, 13). Questa estrema prova d’amore, che non si arresta davanti al supplizio della morte in croce, è oggetto di contemplazione per noi in questo giorno di solennità del Sacro Cuore di Gesù. Dal suo costato trafitto sgorga l’amore, che al tempo stesso è inseparabilmente suo e del Padre. Anche l’elemento dell’acqua che sgorga rappresenta, a sua volta, lo Spirito, principio di vita. Il sangue e l’acqua evidenziano il suo amore dimostrato e il suo amore comunicato. L’allusione ai simboli dell’acqua e del vino nelle nozze di Cana è palese: è giunta l’ora in cui Gesù dà il vino del suo amore. Ora hanno avuto inizio le nozze definitive. La legge dell’amore estremo e sincero (1,17) che egli manifesta sulla croce, ribadita nel suo comandamento, «come io vi ho amati, così amatevi anche voi gli uni gli altri (13,34), viene infusa nel cuore dei credenti con lo Spirito. Il progetto divino dell’amore viene completato in Gesù nel fluire del sangue e dell’acqua (19,28-30); ora si attende che si realizzi il completamento negli uomini. In tale completezza l’uomo sarà aiutato dallo Spirito che sgorga dal costato trafitto di Gesù che, trasformandoli in uomo nuovo, gli darà la capacità d’amare e di diventare figlio di Dio (1, 12).
d) Testimonianza dell’evangelista e della Scrittura:
Davanti allo spettacolo di Gesù trafitto sulla croce, l’evangelista, dà prova di una grande e solenne testimonianza, perché tutti quelli che lo ascoltano giungano a credere. Questa manifestazione definitiva e suprema sarà il fondamento della fede dei discepoli futuri. Da notare che solo in questo episodio l’evangelista si rivolge ai suoi lettori col «voi»: «affinché anche voi giungiate a credere». Il costato trafitto di Gesù sulla croce è il grande segno verso il quale convergono tutti quei personaggi menzionati lungo il vangelo, ma soprattutto i lettori odierni, ai quali viene concesso di comprendere il pieno significato dell’esistenza di Gesù. Il racconto del costato trafitto è, per l’evangelista, la chiave interpretativa del suo darsi per la salvezza dell’umanità. E anche se tale segno può sembrare paradossale al lettore odierno, nel piano di Dio diventa manifestazione della sua potenza salvifica. Non poteva scegliere Dio un altro segno per manifestarsi come amore che salva? Perché ha scelto quella di un uomo condannato a morte e morto su una croce? Quale immagine di Dio Gesù realizza in questo segno: Dio si manifesta soltanto nell’amore generoso capace di dare vita.
e) Alcune domande:
- Nella tua preghiera personale quale importanza ricopre la contemplazione del cuore trafitto di Gesù? Ti lasci coinvolgere dai simboli del sangue e dell’acqua che esprimono il dono misterioso di Dio alla tua persona e all’umanità?
- Hai mai pensato che dove si ha il massimo del rifiuto di Dio e della morte di Cristo, inizia, anche il momento della grazia, della misericordia, del dono dello Spirito, della vita di fede?
- Come vedi le tue debolezze? Ti accade di considerarle come lo strumento e il luogo della misericordia, soprattutto quando sai ammetterle? Non sai che possono essere lo strumento con cui Dio evangelizza il tuo cuore, ti salva, ti perdona, e ti fa nascere all’amore con amore?
- Le persone che si allontanano da Dio, i giovani difficili, le violenze, le ostilità… spesso creano dentro di noi motivi di lamentela, di disagio, di amarezza, di sconforto, di scetticismo. Non hai mai pensato che Dio sta salvando gli uomini nel loro peccato e a partire da esso? Hai mai pensato ai tanti uomini, donne, giovani, che nelle carceri o nelle comunità di recupero dei tossicodipendenti sperimentano in coloro che li aiutano l’incontro con il Signore e si sentono da lui amati e salvati?
SACRATISSIMO CUORE DI GESU’ (ANNO B)
Grado della Celebrazione: SOLENNITA’
Colore liturgico: Bianco
Dopo la crocifissione di Cristo, si poteva pensare che la vita sarebbe continuata normalmente. Invece, a causa di questa morte non comune, nulla ormai poteva essere come prima, per Israele come per il resto del mondo.
Sulla croce c’era la vittima dell’espiazione, che aveva offerto liberamente tutta la sua vita. Anche nella morte, Gesù diede qualcosa di se stesso: sangue e acqua. Sulla croce si trova esposta tutta una vita d’amore incondizionato, ed è per noi il segno supremo del mistero di Dio, che è amore. Dovremmo sempre fare con attenzione il segno della croce. Gesù aveva mostrato l’amore profondo di Dio per noi, di cui egli stesso era stato la prova vivente. La generosità assoluta di Cristo, insieme umana e divina, proviene dal profondo del suo essere: si potrebbe dire che essa ha le radici nel suo cuore.
La nostra religione deve comprendere un elemento di devozione, cioè un attaccamento diretto e ardente all’umanità di Cristo. Per vivere pienamente una vita cristiana, non basta semplicemente credere in alcuni dogmi, far parte di una comunità, comportarci bene: la Chiesa è nata dal costato aperto di Cristo e dipende da lui per la sua stessa esistenza.
Antifona d’ingresso I disegni del suo cuore sussistono per sempre, per liberare i suoi figli dalla morte e nutrirli in tempo di fame. (Cf. Sal 32,11.19)Si dice il Gloria. |
Colletta O Padre, che nel Cuore del tuo dilettissimo Figlio ci dai la gioia di celebrare le grandi opere del tuo amore per noi, fa’ che da questa fonte inesauribile attingiamo l’abbondanza dei tuoi doni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.Oppure: Padre misericordioso, che nel Cuore del tuo Figlio trafitto dai nostri peccati ci hai aperto i tesori infiniti del tuo amore, fa’ che rendendogli l’omaggio della nostra fede adempiamo anche al dovere di una degna riparazione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.Oppure (Anno B): Padre di infinita tenerezza, che sempre sostieni i tuoi figli e li nutri con la tua mano, donaci di attingere dal Cuore di Cristo trafitto sulla croce la sublime conoscenza del tuo amore, perché, rinnovati con la forza dello Spirito, annunciamo a tutti gli uomini le ricchezze della tua grazia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. |
Os 11,1.3-4.8-9
Il mio cuore si commuove dentro di me.
Dal libro del profeta Osèa
Quando Israele era fanciullo, Parola di Dio |
Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.
Ecco, Dio è la mia salvezza; Attingerete acqua con gioia Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse, |
Ef 3,8-12.14-19
Conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli, a me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell’universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui. Parola di Dio |
Canto al Vangelo (Mt 11,29) Alleluia, alleluia. Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. Alleluia.Oppure (1 Gv 4, 10b): Alleluia, alleluia. Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Alleluia. |
Vangelo |
Gv 19,31-37
Uno dei soldati gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Dio Padre ha voluto che il suo unico Figlio sulla Croce fosse trafitto per ma dalla lancm del soldato. Preghiamo Gesù perché dal suo Cuore aperto effonda su tutti gli uomini la sua grazia e la sua misericordia, dicendo: Ascoltaci, o Signore.1. Perché tutti gli uomini sappiano vedere nel Cuore aperto di Cristo il simbolo con il quale il Padre ha tanto amato il mondo da dare il suo unigenito Figlio, preghiamo. 2. Perchè tutti gli uomini riconoscano nella Chiesa, nata dal costato di Cristo, la sorgente perenne di vita e di salvezza, preghiamo. 3. Perchè tutte le mamme sappiano accogliere e rispettare la vita come dono di Dio ed educhino i loro figli fin da piccoli a praticare la generosità verso i fratelli, preghiamo. 4. Perchè tutti i battezzati attingano con gioia alla sorgente della salvezza, partecipando coscientemente, pienamente e attivamente ai sacramenti e in particolare all’Eucaristia, preghiamo. 5. (Altre intenzioni locali)Padre santo, concedi a noi di essere potentemente rinvigoriti dal tuo Spirito nell’uomo interiore e di conoscere profondamente l’amore di Gesù, tuo Figlio e nostro Signore che vive e regna nei secoli dei secoli. |
Preghiera sulle offerte Guarda, o Padre, all’immensa carità del Cuore del tuo Figlio, perché la nostra offerta sia a te gradita e ci ottenga il perdono di tutti i peccati. Per Cristo nostro Signore. |
PREFAZIO L’immenso amore di CristoÈ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo Signore nostro. Innalzato sulla croce, nel suo amore senza limiti donò la vita per noi, e dalla ferita del suo fianco effuse sangue e acqua, simbolo dei sacramenti della Chiesa, perché tutti gli uomini, attirati al Cuore del Salvatore, attingessero con gioia alla fonte perenne della salvezza. Per questo mistero, uniti agli angeli e ai santi, proclamiamo senza fine l’inno della tua gloria: Santo, … |
Antifona alla comunione Gesù gridò: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me; dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva». (Gv 7,37-38)Oppure: Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. (Gv 19,34) |
Preghiera dopo la comunione Il sacramento della carità, o Padre, ci infiammi di santo amore, perché, attratti sempre dal tuo Figlio, impariamo a riconoscerlo nei fratelli. Per Cristo nostro Signore. |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 11 Giugno 2021
SACRO CUORE DI GESù – Solennità
La preoccupazione del Signore per la pecorella smarrita è ricordata nella liturgia del Sacro Cuore di Gesù. Il buon pastore ha tutto il cuore rivolto alle sue pecore, non a se stesso. Provvede ai loro bisogni, guarisce le loro ferite, le protegge dagli animali selvaggi. Conosce ogni pecora per nome e, quando le porta al pascolo, le chiama una per una. Si preoccupa in modo particolare della pecora che si è smarrita, non risparmiandosi pena alcuna pur di avere la gioia di ritrovarla. Una pecorell…
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