
+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 16,20-23
Nessuno potrà togliervi la vostra gioia.
• In questi giorni tra l’Ascensione e Pentecoste, i vangeli del giorno sono tratti dai capitoli 16 a 21 del vangelo di san Giovanni, e fanno parte del vangelo chiamato “Libro della Consolazione o della Rivelazione operante nella Comunità” (Gv 13,1 a 21,31). Questo Libro è diviso come segue: l’addio agli amici (Gv 13,1 a 14,31); testamento di Gesù e preghiera al Padre (Gv 15,1 a 17,28); l’opera consumata (Gv 18,1 a 20,31). L’ambiente è di tristezza e di aspettativa. Tristezza, perché Gesù stava salutando e lanostalgia invade il cuore. Aspettativa, perché sta giungendo l’ora di ricevere il dono promesso, il Consolatore, che fará scomparire la tristezza e porterà di nuovo la gioia della presenza amica di Gesù in mezzo alla comunità.
- Giovanni 16,20: La tristezza si trasformerà in gioia. Gesù dice: “In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia”. L’allusione frequente alla tristezza ed alla sofferenza esprime l’ambiente delle comunità della fine del primo secolo in Asia Minore (oggi Turchia), per le quali Giovanni scrive il suo vangelo. Loro vivevano una situazione difficile di persecuzione e di oppressione che causava tristezza. Gli apostoli avevano insegnato che Gesù sarebbe tornato dopo, ma la parusia, il ritorno glorioso di Gesù, non giungeva e la persecuzione aumentava.
Molti erano impazienti: “Fino a quando?” (cf 2Tess 2,1-5; 2Pd 3,8-9). Inoltre, una persona sopporta una situazione di sofferenza e di persecuzione quando sa che la sofferenza è il cammino e la condizione per la gioia perfetta. E così, pur avendo la morte dinanzi agli occhi, sopporta ed affronta il dolore. Per questo il vangelo fa questo paragone così bello con i dolori del parto.
- Giovanni 16,21: Il paragone con i dolori del parto. Tutti capiscono questo paragone, sopratutto le madri: “La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo”. Il dolore e la tristezza causati dalla persecuzione, anche senza offrire nessun orizzonte di miglioramento, non sono stertori di morte, ma dolori di parto. Le madri sanno tutto questo per esperienza. Il dolore è terribile, ma loro sopportano, perché sanno che il dolore è fonte di vita nuova. Così è il dolore della persecuzione dei cristiani, e così può e deve essere vissuto qualsiasi dolore, cioè alla luce dell’esperienza della morte e risurrezione di Gesù.
- Giovanni 16,22-23a: La gioia eterna. Gesù spiega il paragone: “Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”. Quel giorno, non mi farete più domande. Ecco la certezza che dà coraggio alle comunità stanche e perseguitate dell’Asia Minore e che fa esultare di gioia in mezzo ai dolori.
Come dice il poeta: “Fa male, ma io canto!” O come dice il mistico san Giovanni della Croce: “In una notte scura, con ansie di amore tutta infiammata, o felice ventura, uscii né fui notata, stando la mia casa addormentata!” L’espressione In quel giorno indica l’avvento definitivo del Regno che porta con sé la sua chiarezza. Alla luce di Dio, non ci sarà più bisogno di chiedere nulla. La luce di Dio è la risposta piena e totale a tutte le domande che potrebbero nascere dal di dentro del cuore umano.
Venerdì della VI settimana di Pasqua
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Bianco
Queste parole che Gesù, poco prima della sua passione, indirizza nell’intimità ai suoi discepoli trovano il loro compimento letterale poco tempo dopo, e, in modo definitivo anche se misterioso, esse si realizzano senza sosta nella vita della Chiesa. “La sua ora” in effetti è giunta, l’ora della grande tristezza di Gesù Cristo e dei suoi nel primo venerdì santo della storia. Le forze del mondo, della morte, del peccato, sembrano trionfare, ma la loro vittoria è passeggera. Non si tratta che di un dolore somigliante a quello del parto, che ha reso possibile la gioia di una vita nuova, quella di Gesù Cristo risorto. Il Signore è ritornato e i discepoli hanno potuto approfittare della sua presenza; lo hanno toccato, gli hanno parlato, si sono riempiti di una tale pace e gioia che le stesse persecuzioni non hanno potuto strappargliele.
Allo stesso modo, le parole del Signore si compiono per noi. Mentre il mondo gioisce nel peccato e nel conforto egoista, il cristiano si rattrista di vedere un mondo lontano da Dio, la persecuzione che attacca la Chiesa o l’incomprensione che essa incontra. Pertanto, questa realtà è transitoria, quello che è definitivo, eterno, è la gioia di incontrarlo, risorto, nella certezza di non perderlo mai. Mentre viviamo in questa vita, la certezza della sua presenza ci appaga; non abbiamo bisogno di interrogarci sul passato o sul futuro. Cristo, Signore risorto, dà il senso ultimo della storia e della nostra vita.
Antifona d’ingresso Ci hai riscattati, Signore, con il tuo sangue, uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione; hai fatto di noi un regno di sacerdoti per il nostro Dio. Alleluia. (Cf. Ap 5,9-10) |
Colletta Esaudisci, o Padre, le nostre preghiere, perché con l’accoglienza del Vangelo si compia in ogni luogo la salvezza acquistata dal sacrificio di Cristo, e la moltitudine dei tuoi figli adottivi ottenga la vita nuova promessa da lui, Parola di verità. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.Dove la solennità dell’Ascensione è celebrata il giovedì, si dice la colletta seguente: O Dio, che nella risurrezione di Cristo ci rendi creature nuove per la vita eterna, innalzaci accanto al nostro Salvatore che siede alla tua destra, perché alla sua venuta nella gloria coloro che hai fatto rinascere nel Battesimo siano rivestiti dell’immortalità beata. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. |
At 18,9-18
In questa città io ho un popolo numeroso.
![]() |
Dagli Atti degli Apostoli
[Mentre Paolo era a Corìnto,] una notte, in visione, il Signore gli disse: «Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso». Così Paolo si fermò un anno e mezzo, e insegnava fra loro la parola di Dio. Parola di Dio |
![]() |
Dio è re di tutta la terra.
Popoli tutti, battete le mani! Egli ci ha sottomesso i popoli, Ascende Dio tra le acclamazioni, |
Canto al Vangelo (Lc 24,46.26) Alleluia, alleluia. Cristo doveva patire e risorgere dai morti, ed entrare così nella sua gloria. Alleluia. |
Vangelo |
Gv 16,20-23
Nessuno potrà togliervi la vostra gioia.
![]() |
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Gesù ci ha promesso una gioia che nessuno ci può togliere. Con la fiducia che la nostra preghiera, compiuta con i gemiti del suo Spirito, sarà esaudita, diciamo: Rendici degni della tua gioia, Signore.- Ti preghiamo per i pastori della Chiesa: forti della tua continua assistenza, servano con totale dedizione il popolo affidato alle loro cure: – Ti preghiamo per tutti gli evangelizzatori: nel diffondere la buona novella del vangelo sappiano superare ogni paura e intimidazione: – Ti preghiamo per tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito a causa del vangelo o della giustizia: siano confortati dalla speranza che la loro tristezza si cambierà in gioia: – Ti preghiamo per quanti si dedicano al sollievo delle sofferenze e miserie umane: sentano di servire la passione di Cristo prolungata nei fratelli: – Ti preghiamo per tutti noi: nella fede comprendiamo il valore e il significato delle sofferenze quotidiane se vissute in unione con Cristo: – Per i poveri, i malati, gli anziani della parrocchia. Preghiamo. – Per le madri tentate di interrompere la maternità. Preghiamo. D Dio, che hai posto nell’ora suprema del Cristo il segno generatore della nuova vita dell’umanità, concedi a noi di partecipare con fede alle sofferenze della Chiesa nostra madre nel generare l’umanità nuova. Per Cristo nostro Signore. Amen. |
Preghiera sulle offerte Accogli, Padre misericordioso, le offerte di questa famiglia, perché con l’aiuto della tua protezione custodisca i doni ricevuti e raggiunga quelli eterni. Per Cristo nostro Signore.Oppure: Dio, Padre di misericordia, che per il grande amore con il quale ci hai amati hai dato per noi con ineffabile bontà il tuo unigenito Figlio, fa’ che nella perfetta unione con lui possiamo presentarti un’offerta degna della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. |
PREFAZIO PASQUALE I, II, III, IV, V Dove la solennità dell’Ascensione è celebrata il giovedì, prefazio pasquale o dell’Ascensione. Oppure, Dopo l’Ascensione. |
Antifona alla comunione Gesù, nostro Signore, è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe, ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione. Alleluia. (Rm 4,25)Oppure: «Non vi lascerò orfani», dice il Signore. «Vi vedrò di nuovo e si rallegrerà il vostro cuore». Alleluia. (Gv 14,18;16.22) |
IL SANTO DEL GIORNO
www.santiebeati.it
I santi del 19 Maggio 2023
San CELESTINO V – PIETRO DI MORRONE Eremita e Papa
Isernia, 1215 – Rovva di Fumone, Frosinone, 19 maggio 1296
(Papa dal 29/08/1294 al 13/12/1294) Pietro da Morrone, sacerdote, condusse vita eremitica. Diede vita all’Ordine dei “Fratelli dello Spirito Santo” (denominati poi “Celestini “), approvato da Urbano IV, e fondò vari eremi. Eletto papa quasi ottantenne, dopo due anni di conclave, prese il nome di Celestino V e, uomo santo e pio, si trovò di fronte ad interessi politici ed economici e a ingerenze anche di Carlo d’Angiò. Accortosi delle manovre legate alla sua …
www.santiebeati.it/dettaglio/32850
Santa PUDENZIANA DI ROMA Vergine e martire
www.santiebeati.it/dettaglio/90900
San DUNSTANO Monaco e vescovo
Baltonsborough, Somerset, 910 c. – 19 maggio 988
Nasce a Baltonsborough, nella contea di Somerset, intorno al 910. Ancora fanciullo è affidato all’abbazia di Glastonbury, tenuta da sacerdoti secolari. Nel 925 suo zio Atelmo, arcivescovo di Canterbury, lo introduce nella corte di Atelstano. Ne viene cacciato dieci anni dopo per le accuse di consanguinei invidiosi. Spinto da uno zio, sant’Elfego, vescovo di Winchester, Dunstano decide di farsi monaco durante una grave malattia. Emessi i voti monastici a titolo puramente personale, perché il monachismo è pressocché …
www.santiebeati.it/dettaglio/54050