Vangelo Mc 6,14-29
Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto.
Riflessione
• Il vangelo di oggi descrive come Giovanni Battista fu vittima della corruzione e della prepotenza del Governo di Erode. Morì senza essere giudicato da un tribunale, nel corso di un banchetto di Erode con i grandi del regno. Il testo presenta molte informazioni sulla vita di Gesù e sul modo in cui i potenti dell’epoca esercitavano il potere. Fin dall’inizio del Vangelo di Marco scorgiamo una situazione in sospeso. Lui aveva detto: “Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio!” (Mc 1,14). Nel vangelo di oggi, quasi improvvisamente, sappiamo che Erode aveva già ucciso Giovanni Battista. Quindi il lettore si pone la domanda: ”Cosa fará allora con Gesù? Patirà lo stesso destino?” Oltre a fare un bilancio delle opinioni della gente e di Erode su Gesù, Marco pone un’altra domanda: “Chi è Gesù?” Questa ultima domanda cresce nel vangelo fino a ricevere la risposta definitiva dalla bocca del centurione ai piedi della Croce: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!” (Mc 15,39)
• Marco 6,14-16. Chi è Gesù? Il testo comincia con un bilancio sulle opinioni della gente e di Erode su Gesù. Alcuni associavano Gesù a Giovanni Battista e ad Elia. Altri lo identificavano con un Profeta, cioè con qualcuno che parlava a nome di Dio, che aveva il coraggio di denunciare le ingiustizie dei potenti e che sapeva animare la speranza dei piccoli. Le persone cercavano di capire Gesù partendo dalle cose che loro stesse sapevano, credevano e speravano. Cercavano di inquadrarlo secondo i criteri familiari dell’Antico Testamento con le sue profezie e le sue speranze, e della Tradizione degli Antichi, con le loro leggi. Ma erano criteri insufficienti. Gesù non entrava in questi criteri. Lui era più grande!
• Marco 6,17-20. La causa dell’uccisione di Giovanni. Galilea, terra di Gesù, fu governata da Erode Antipa, figlio del re Erode, il Grande, dal 4 avanti Cristo fino al 39 dopo Cristo. In tutto, 43 anni! Durante tutto il tempo in cui Gesù visse, c’erano stati cambiamenti nel governo della Galilea! Erode Antipa era il signore assoluto di tutto, non ascoltava nessuno e faceva ciò che gli pareva! Ma chi veramente comandò in Palestina, fin dal 63 prima di Cristo, fu l’Impero Romano. Erode, per non essere deposto, cercava di accontentare Roma in tutto. Insisteva soprattutto in un’amministrazione efficiente che producesse entrate all’Impero Romano. L’unica cosa che lo preoccupava era la sua sicurezza e la sua promozione. Per questo, reprimeva qualsiasi tipo di sovversione. Flavio Giuseppe, uno scrittore di quell’epoca, informa che il motivo della prigionia di Giovanni Battista era la paura che aveva Erode di una sommossa popolare. A Erode piaceva essere chiamato benefattore della gente, ma in realtà era un tiranno (cf. Lc 22,25). La denuncia di Giovanni contro di lui (Mc 6,18), fu la goccia che riempì il bicchiere, e Giovanni fu fatto prigioniero.
• Marco 6,21-29: La trama dell’assassinato. L’anniversario e il banchetto di festa, con danze e orge! Era l’ambiente in cui si tramavano le alleanze. La festa prevedeva la presenza “dei grandi della corte, degli ufficiali e delle persone importanti della Galilea”. In questo ambiente si trama l’assassinio di Giovanni Battista. Giovanni, il profeta, era una denuncia viva in questo sistema corrotto. Per questo fu eliminato con il pretesto di un problema di vendetta personale. Tutto ciò rivela la debolezza morale di Erode. Tanto potere accumulato nelle mani di un uomo che non si controlla! Sotto l’entusiasmo della festa e del vino, Erode giurò con leggerezza qualcosa a una giovane ballerina. E superstizioso com’era, pensava di dover mantenere questo giuramento. Per Erode, la vita dei sudditi non contava nulla. Disponeva di loro come se fossero degli oggetti. Marco racconta il fatto così come avvenne e lascia alle comunità il compito di trarre le conclusioni.
Venerdì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
La prima lettura ci presenta l’ideale cristiano: vivere nella carità, castità, povertà, obbedienza. Ideale cristiano e non solo per chi è chiamato a vivere nella vita religiosa. La vita religiosa radicalizza questi impegni; però Cristo chiama tutti a realizzarli.
La carità. “Perseverate nell’amore fraterno. Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che soffrono, essendo anche voi in un corpo mortale”.
Una carità che è espressione dell’amore divino ricevuto e comunicato, un amore generoso, partecipe, costante.
La castità. L’autore ne parla a gente sposata: “il matrimonio sia rispettato da tutti e il talamo sia senza macchia. I fornicatori e gli adulteri saranno giudicati da Dio”.
E la castità dei religiosi è segno, aiuto, forza per gli altri.
La povertà. “La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete…”. Uno spirito di povertà che esprime la nostra fiducia in Dio: “Così possiamo dire con fiducia: “Il Signore è il mio aiuto, non temerò””.
Infine l’obbedienza. “Ricordatevi dei vostri capi…”.
E più avanti si legge: “Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché questo sia di gioia per loro e vantaggioso per voi”.
Chiediamo al Signore la grazia di vivere in pienezza questo ideale di vita cristiana e di aiutare le persone che avviciniamo a viverlo, con gioia e coraggio.
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Prima lettura | |||
Eb 13,1-8 Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre. |
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Salmo responsoriale | |||
Sal 26 | |||
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Mc 6,14-29 Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto. |
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IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 08 Febbraio 2019
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Santa GIUSEPPINA BAKHITA Vergine – Memoria Facoltativa
Oglassa, Darfur, Sudan, 1868 – Schio, Vicenza, 8 febbraio 1947
Nasce nel Sudan nel 1869, rapita all’età di sette anni, venduta più volte, conosce sofferenze fisiche e morali, che la lasciano senza un’identità. Sono i suoi rapitori a darle il nome di Bakhita («fortunata»). Nel 1882 viene comprata a Kartum dal console Italiano Calisto Legnani. Nel 1885 segue quest’ultimo in Italia dove, a Genova, viene affidata alla famiglia di Augusto Michieli e diventa la bambinaia della figlia. Quando la famiglia Michiel…
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San GIROLAMO EMILIANI (MIANI) Fondatore – Memoria Facoltativa
Venezia, 1486 – Somasca di Vercurago, Lecco, 8 febbraio 1537
Fondatore della Società dei Servi dei poveri (Somaschi), Girolamo Emiliani si dedicò a malati, giovani abbandonati e al riscatto delle prostitute. Nato a Venezia nel 1486, intraprese la carriera militare. Nel 1511, in prigionia, maturò la vocazione, similmente a sant’Ignazio ferito a Pamplona. Consacratosi a Dio nel 1518, si prodigò in una carestia e in un’epidemia di peste a Verona, Brescia, Como e Bergamo. Qui, nel paesino di Somasca, nacque l’or…
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Santa RUIDCHE Vergine irlandese
IX sec. (?)
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