Come è ormai noto, il 2013 è stato indetto da Benedetto XVI, con la lettera apostolica Porta Fidei, Anno della Fede, soprattutto per intensificare “la riflessione sulla fede per aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere più consapevole ed a rinvigorire la loro adesione al Vangelo”.
Quest’ultima dovrà, quindi, essere un’occasione propizia, per riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, soprattutto da parte di chi, vivendo in una società secolarizzata, ha difficoltà a testimoniare i valori cristiani.
In tale prospettiva, la Commissionedel Consiglio Pastorale Parrocchiale S. Francesco di Assisi di Cerenova, ha organizzato una serie di eventi proprio con l’intento di suscitare un’attenta meditazione sul tema. Tra questi, l’incontro del 26 gennaio scorso, tenutosi presso l’Oratorio, in cui alcune persone della nostra (e non solo) Comunità Parrocchiale, sono stati chiamati a raccontare le personali esperienze di vita come credenti. Dopo la proiezione di un filmato, in cui sono stati messi in risalto il vissuto di una donna – che ha trovato speranza e consolazione nell’affidarsi a Dio dopo una brutta vicenda di separazione dal marito- quello di un uomo che accompagna costantemente la sua fede con le opere e la carità (S. Giacomo: “Che, giova fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non fa le opere? Forse che quella fede può salvarlo?), ed infine quello di due ragazzi che sono apparsi smarriti e confusi avendo intrapreso un percorso lontano dalla fede, si è passati (sotto l’attenta regia di Giorgio Michetti) alle domande ed alle successive risposte fornite dai presenti che volevano raffigurare un significativo spaccato della società: due coniugi, un sacerdote, un consigliere comunale, un rappresentante delle Forze dell’Ordine.
La coppia, alla quale è stato richiesto come vive la fede in ambito domestico e quali sono i dubbi che ne impediscono il pieno realizzarsi, ha risposto molto candidamente che essa è di estremo aiuto, di fronte alle quotidiane incertezze e difficoltà, attraverso la pratica religiosa e l’impegno verso gli altri: in una parola facendo della loro casa luogo di gioioso vissuto del Vangelo.
Non è poco, se si consideri che ogni giorno si assiste frequentemente al fatto che l’aspetto religioso è quasi escluso dalla casa, manifestandosi soltanto in alcuni momenti (battesimo dei figli, prima comunione) o rimanendo, per così dire “affogato” o “parcheggiato” (crisi di separazione degli sposi, mancanza assoluta di comunicazione, angoscia economica, conflitti con i figli).
In sintonia con quanto detto, l’intervento del sacerdote, uomo di fede per vocazione ma non un cristiano di ordine superiore, dato che egli deve credere, sperare e amare come tutti noi. Infatti il Parroco della chiesa San Giuseppe di Santa Marinella Don Salvatore Rizzo ha tenuto a sottolineare, con molto dispiacere, come oggi sia molto difficile far prevalere le ragioni del credere attraverso l’incontro con Gesù Cristo, distratti come siamo da altri “idoli”( crisi delle vocazioni, chiese semivuote e quant’altro).
Giustizia ed impegno politico per il credente. Questi gli altri due temi trattati negli interventi del consigliere comunale Campolongo Davide e del Comandante della Stazione dei Carabinieri di Marina di Cerveteri, Sandro Ferraro.
Nonostante vi sia un diffuso malessere nella società attuale, per i numerosi scandali ed episodi di corruzione, che allontanano sempre di più la gente (giustamente indignata) dai politici, accreditando l’idea che tale male non è estirpabile, il Consigliere Campolongo ha precisato che è ancora possibile (per averla sperimentata personalmente) una politica vissuta come strumento di solidarietà e di servizio per il bene comune. Addirittura si è spinto oltre il maresciallo Ferraro il quale ha riferito, significativamente, che la propria caserma è come una casa comune aperta a tutti ed ai problemi di tutti; e di aver come punto di riferimento (una specie di stella polare) non solo i codici civili e penali ma anchela Bibbia, sempre presente sulla sua scrivania.
In conclusione, le testimonianze di cui si è detto, esprimono senz’altro una fede impegnata a costruire una convivenza basata sull’amore, sulla carità, nella giustizia e nella pace.
Un ringraziamento al Parroco Don Domenico ed all’organizzazione che hanno saputo con efficacia e sapienza fornirci un’occasione di riflessione di cui sicuramente faremo tesoro.
Antonio Arseni