+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 13,47-53
Raccolgono i buoni nei canestri e buttano via i cattivi.
• Il vangelo di oggi ci presenta l’ultima parabola del Discorso delle Parabole. La storia della rete lanciata in mare. Questa parabola si trova solamente nel vangelo di Matteo, senza nessun parallelo negli altri tre vangeli.
• Matteo 13,47-48: La parabola della rete lanciata in mare. “Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.” La storia raccontata è ben conosciuta dalla gente della Galilea che vive attorno al lago. E’ il loro lavoro. La storia rispecchia la fine di una giornata di lavoro. I pescatori vanno a pescare con un unico scopo: gettare la rete e prendere molti pesci, trascinare la rete sulla spiaggia, scegliere i pesci buoni da portare a casa e gettar via quelli che non servono. Descrive la soddisfazione del pescatore, alla fine di un giorno di lavoro stancante e faticoso. Questa storia deve aver fatto nascere un sorriso di soddisfazione sul volto dei pescatori che ascoltavano Gesù. Il peggio è arrivare sulla spiaggia al termine di una giornata e non aver pescato nulla (Gv 21,3).
• Matteo 13,49-50: L’applicazione della parabola. Gesù applica la parabola, o meglio dà un suggerimento affinché le persone possano discutere ed applicare la parabola alla loro vita: “Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti”. Come capire questa fornace ardente? Sono immagini forti per descrivere il destino di coloro che si separano da Dio o non vogliono sapere nulla di Dio. In ogni città c’è un immondezzaio, un luogo dove si gettano i detriti e l’immondizia. Lì c’è un forno permanente alimentato ogni giorno dall’immondizia che viene gettata ogni giorno. L’immondezzaio di Gerusalemme si trovava in una valle chiamata geena, dove, all’epoca dei re, c’era una fornace perfino per sacrificare i falsi dei Molok. Per questo, la fornace della geena divenne il simbolo di esclusione e di condanna. Non è Dio che esclude. Dio non vuole l’esclusione e la condanna di nessuno, vuole che tutti abbiano vita e vita in abbondanza. Ognuno di noi esclude se stesso.
• Matteo 13,51-53: La fine del Discorso delle Parabole. Alla fine del Discorso delle Parabole, Gesù conclude con la domanda seguente: “Avete capito tutte queste cose?” Loro risposero: “Sì!”E Gesù termina la spiegazione con un altro paragone che descrive il risultato che vuole ottenere con le parabole: “Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”.
Due punti per chiarire:
(a) Gesù paragona il dottore della legge al padre di famiglia. Cosa fa il padre di famiglia? “Estrae dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie”. L’educazione in casa avviene mediante la trasmissione ai figli e alle figlie di ciò che i genitori hanno ricevuto ed imparato nel tempo. E’ il tesoro della saggezza familiare dove è racchiusa la ricchezza della fede, le usanze della vita e molte altre cose che i figli imparano nel tempo. Gesù vuole ora che nella comunità le persone responsabili della trasmissione della fede siano come il padre di famiglia. Così come i genitori sono responsabili della vita in famiglia, così queste persone responsabili dell’insegnamento devono capire le cose del Regno e trasmetterle ai fratelli e alle sorelle nella comunità.
(b) Si tratta di un dottore della Legge che diventa discepolo del Regno. C’erano quindi dottori della legge che accettavano Gesù, e in lui vedevano colui che rivelava il Regno. Così avviene con un dottore quando scopre in Gesù il Messia, il figlio di Dio? Tutto ciò che lui ha studiato per poter essere dottore della legge continua ad essere valido, ma riceve una dimensione più profonda e una finalità più ampia. Un paragone può chiarire ciò che è stato appena detto. In un gruppo di amici uno mostra una foto, dove si vede un uomo con un volto severo, con il dito alzato, quasi aggredendo il pubblico. Tutti pensano che si tratta di una persona inflessibile, esigente, che non permette intimità. In quel momento, arriva un giovane, vede la foto ed esclama: “E’ mio padre!” Gli altri lo guardano, e commentano: “Padre severo, vero?” Lui risponde: “No, e no! E’ molto affettuoso. Mio padre è avvocato. Quella fotografia è stata scattata in tribunale, mentre denunciava il crimine di un latifondista che voleva che una famiglia povera abbandonasse la casa dove viveva da molti anni! Mio padre vinse la causa. E i poveri rimasero nella casa!” Tutti lo guardano di nuovo e dicono: “Che persona simpatica!” Quasi per miracolo, la fotografia si illuminò dal di dentro ed assunse un altro aspetto. Quel volto, così severo, acquistò i tratti di una grande tenerezza! Le parole del figlio, nate dalla sua esperienza di figlio, cambiarono tutto, senza cambiare nulla! Le parole e i gesti di Gesù, nate dalla sua esperienza di figlio, senza cambiare una lettera o una virgola, illuminarono dal di dentro la saggezza accumulata dal dottore della Legge. E così Dio che sembrava così distante e severo, acquisì i tratti di un Padre di bontà e di enorme tenerezza!
Giovedì della XVII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
Il regno dei cieli ammette pesci buoni e pesci cattivi. Sarà così finché ci sarà tempo, fino a quando il tempo passerà in eternità. Il realismo evangelico ci impedisce di progettare un paradiso in terra; ci libera così da tutte le utopie, perniciose per la fede come per la convivenza umana. In nome di ideali utopici si sono eliminati milioni di uomini concreti. Dobbiamo rassegnarci a convivere con il male che continuamente rinasce in noi e attorno a noi. La Chiesa, per non parlare del mondo, è fatta di santi e di peccatori; di santi che peccano e di peccatori che cercano di convertirsi. Non ci è lecito scandalizzarci e dimenticare che così come siamo, siamo cittadini del regno. Il peccato ci rattrista, ma non ci deprime.
D’altra parte la prospettiva del giudizio finale, “quando gli angeli separeranno i cattivi dai buoni”, non ci consente di attendere passivi l’ultimo giorno. Non possiamo essere utopici, ma ancor meno indifferenti. La lotta contro il male è d’obbligo anche se la prospettiva è di un combattimento che non finirà mai: “Militia est vita hominum super terram”. Dio e il diavolo combattono ancora nella storia e il campo di battaglia è il cuore dell’uomo (Dostoevskij). Si tratta di una lotta pacifica e violenta nello stesso tempo. “I violenti si impadroniranno del Regno di Dio” (Mt 11,12). La pace cristiana è inseparabile dalla spada (Mt 10,34) portata da Cristo, anche se la competizione obbliga a ferire se stessi prima degli altri.
Alla fine del combattimento sarà Cristo a concedere la vittoria. Presenteremo i nostri pochi meriti, ma conteremo soprattutto su chi ha guadagnato anche per noi. “Non possiamo dirci poveri finché possiamo contare sull’infinita ricchezza dei meriti di Cristo” (San Domenico).
Antifona d’ingresso Dio sta nella sua santa dimora; ai derelitti fa abitare una casa, e dà forza e vigore al suo popolo. (Sal 68,6-7.36) |
Colletta O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo… |
Ger 18,1-6
Come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani.
Dal libro del profeta Geremìa
Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremìa: «Àlzati e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola». Parola di Dio |
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe.
Loda il Signore, anima mia: Non confidate nei potenti, Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe: |
Canto al Vangelo (At 16,14) Alleluia, alleluia. Apri, Signore, il nostro cuore e comprenderemo le parole del Figlio tuo. Alleluia. |
Vangelo |
Mt 13,47-53
Raccolgono i buoni nei canestri e buttano via i cattivi.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Il Signore è ricco di misericordia: per salvare gli uomini dal peccato ha inviato nel mondo suo Figlio. Preghiamo perché si affretti il giorno della conversione di ogni cuore al suo amore, ripetendo insieme: Venga il tuo regno, o Signore.Per la comunità cristiana: sia tra gli uomini il segno più grande della pazienza di Dio, attraverso continui gesti di misericordia e di perdono. Preghiamo: Per chi è impegnato nell’opera di evangelizzazione e di promozione umana: sull’esempio di Cristo, sia attento alle esigenze dei fratelli, soprattutto dei poveri ed emarginati. Preghiamo: Per i popoli che ancora non conoscono Gesù e la Chiesa: possano quanto prima udire l’annuncio della buona novella per diventare membri dell’unico popolo di Dio. Preghiamo: Per i direttori spirituali e i confessori: aiutino i fratelli a distinguere e a praticare le strade della perfezione. Preghiamo: Per noi qui presenti: non ci stanchiamo mai di operare il bene, pur in mezzo alle contraddizioni e ai fallimenti dei progetti umani. Preghiamo: Per ottenere il dono della misericordia. Perché ci asteniamo dal giudicare gli altri. Purifica, o Signore, il nostro cuore e guida i nostri passi verso la meta dove tu regni glorioso con il Cristo e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen. |
Preghiera sulle offerte Accetta, Signore, queste offerte che la tua generosità ha messo nelle nostre mani, perché il tuo Spirito, operante nei santi misteri, santifichi la nostra vita presente e ci guidi alla felicità senza fine. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona di comunione Anima mia, benedici il Signore: non dimenticare tanti suoi benefici. (Sal 103,2)Oppure: Beati i misericordiosi: essi troveranno misericordia. Beati i puri di cuore: essi vedranno Dio. (Mt 5,7-8) |
L SANTO DEL GIORNO
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I santi del 28 Luglio 2016
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Santi NAZARIO E CELSO Martiri
Paolino, biografo di sant’Ambrogio riferisce che il vescovo di Milano ebbe un’ispirazione che lo guidò sulla tomba sconosciuta di due martiri negli orti fuori ci…
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San VITTORE I Papa e martire
m. 199
(Papa dal 189 al 199)Quattordicesimo Papa, venne eletto nel 189 e morì dieci anni dopo. Nei primi cinque anni del suo Pontificato ebbe come interlocutore l’imperatore Commodo, che …
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Santi PROCORO, NICANORE, TIMONE, PARMENAS E NICOLA Diaconi
I secolo
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