+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 7,21-29
La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.
Riflessione
• Il vangelo di oggi presenta la parte finale del Discorso della Montagna: (a) Non basta parlare e cantare, bisogna vivere e praticare (Mt 7,21-23). (b) La comunità costruita sul fondamento della nuova Legge del Discorso della Montagna rimarrà in piedi nel momento della tormenta (Mt 7,24-27). (c) Il risultato delle parole di Gesù nelle persone è una coscienza più critica, riguardo ai leaders religiosi, gli scribi (Mt 7,28-29).
• Il finale del Discorso della Montagna presenta alcune opposizioni o contraddizioni che sono attuali fino al giorno d’oggi: (a) Le persone che parlano continuamente di Dio, ma che non fanno la volontà di Dio; usano il nome di Gesù, ma non traducono in vita il loro rapporto con il Signore (Mt 7,21). (b) Ci sono persone che vivono nell’illusione di lavorare per il Signore, ma nel giorno dell’incontro definitivo con Lui, scopriranno, tragicamente, che non l’hanno mai conosciuto (Mt 7,22-23). Le due parole finali del Discorso della Montagna, della casa costruita sulla roccia (Mt 7,24-25) e della casa costruita sulla spiaggia (Mt 7,26-27), illustrano queste contraddizioni. Per mezzo di esse Matteo denuncia e, nello stesso tempo, cerca di correggere la separazione tra fede e vita, tra parlare e fare, tra insegnare e praticare.
• Matteo 7,21: Non basta parlare, bisogna praticare. L’importante non è parlare in modo bello di Dio o saper spiegare bene la Bibbia agli altri, bensì fare la volontà del Padre e, così, essere una rivelazione del suo volto e della sua presenza nel mondo. La stessa raccomandazione la fece Gesù a quella donna che elogiò Maria, sua madre. Gesù rispose: “Beati coloro che ascoltano la Parola e la mettono in pratica” (Lc 11,28).
• Matteo 7,22-23: I doni devono stare al servizio del Regno, della comunità. C’erano persone con doni straordinari, come per esempio il dono della profezia, dell’esorcismo, delle guarigioni, ma usavano questi doni per loro, fuori dal contesto della comunità. Nel giudizio, loro udiranno una sentenza dura da parte di Gesù: “Allontanatevi da me voi che praticate l’iniquità!”L’iniquità è l’opposto alla giustizia. E’ fare con Gesù ciò che i dottori facevano con la legge: insegnare e non praticare (Mt 23,3). Paolo dirà la stessa cosa con altre parole ed argomenti: “E se avessi il dono della profezia e conoscessi i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità, niente mi gioverebbe.” (1Cor 13,2-3).
• Matteo 7,24-27: La parabola della casa sulla roccia. Aprirsi e praticare, ecco la conclusione finale del Discorso della Montagna. Molta gente cercava la sua sicurezza nei doni straordinari o nelle osservanze. Ma la vera sicurezza non viene dal prestigio o dalle osservanze. Viene da Dio! Viene dall’amore di Dio che ci amò per primo (1Gv 4,19). Il suo amore per noi, manifestato in Gesù supera tutto (Rom 8,38-39). Dio diventa fonte di sicurezza, quando cerchiamo di praticare la sua volontà. Lì lui sarà la roccia che ci sostiene nei momenti di difficoltà e di tempesta.
• Matteo 7,28-29: Insegnare con autorità. L’evangelista chiude il Discorso della Montagna dicendo che la moltitudine rimase ammirata dell’insegnamento di Gesù, “come uno che ha autorità, e non come gli scribi”. Il risultato dell’insegnamento di Gesù è una coscienza più critica della gente rispetto alle autorità religiose dell’epoca. Le sue parole semplici e chiare scaturivano dalla sua esperienza di Dio, dalla sua vita donata al Progetto del Padre. La gente rimaneva ammirata ed approvava l’insegnamento di Gesù.
• Comunità: casa sulla roccia. Nel libro dei Salmi, spesso troviamo l’espressione: “Dio è la mia roccia e la mia fortezza… Mio Dio, roccia mia, mio rifugio, mio scudo, la forza che mi salva…” (Sal 18,3). Lui è la difesa e la forza di colui che cerca la giustizia (Sal 18,21.24). Le persone che hanno fiducia in questo Dio, diventano a loro volta, una roccia per gli altri. Così, il profeta Isaia invita la gente in esilio dicendo: “Voi che siete in cerca di giustizia e che cercate il Signore! Guardate alla rocciada cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti. Guardate ad Abramo, vostro padre, e a Sara vostra madre.” (Is 51,1-2). Il profeta chiede alla gente di non dimenticare il passato. La gente deve ricordare che Abramo e Sara, per la loro fede in Dio, diventarono roccia, inizio del popolo di Dio. Guardando verso questa roccia, la gente doveva acquistare coraggio per lottare ed uscire dalla schiavitù. E anche così Matteo esorta le comunità ad avere come base la stessa roccia (Mt 7,24-25) per poter essere, così loro stessi, roccia per rafforzare i loro fratelli e sorelle nella fede. E’ questo il senso del nome che Gesù dà a Pietro: “Tu sei Pietro e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,18). Questa è la vocazione delle prime comunità, chiamate ad unirsi a Dio, pietra viva, per diventare loro stesse pietre vive, perché ascoltino e metta in pratica la Parola (Pd 2,4-10; 2,5; Ef 2,19-22).
Giovedì della XII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. Le esigenze di Gesù sono molto forti, quasi tremende per noi, così deboli e fragili. Tutto il discorso della montagna, nelle sue articolazioni, è un fermo invito al compimento della volontà di Dio con purezza, generosità, perfezione, e noi sappiamo bene quanto poco possiamo contare su noi stessi. Ma mentre ci presenta queste esigenze Gesù mette in noi il desiderio di rispondervi e ce ne dà il mezzo e la forza.
Un mezzo: “Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo saggio…”. La parola di Gesù ci fa conoscere la volontà del Padre; se l’ascoltiamo non dobbiamo temere di esserne lontani:
siamo anzi immersi in essa e “in quel giorno” Gesù ci riconoscerà tra i benedetti del Padre suo.
La forza: Gesù ci dà un cuore nuovo, ci offre anzi il suo cuore, perché soltanto con il suo cuore obbediente possiamo adempiere la volontà del Padre, anche quando su di noi dovessero abbattersi la pioggia, il vento, i flutti delle prove e delle avversità, perché siamo fondati sulla roccia. Con la presenza di Dio in noi abbiamo la sua forza, la sua gioia, siamo già in paradiso.
Antifona d’ingresso Il Signore è la forza del suo popolo e rifugio di salvezza per il suo Cristo. Salva il tuo popolo, Signore, benedici la tua eredità, e sii la sua guida per sempre. (Sal 28,8-9) |
Colletta Dona al tuo popolo, o Padre, di vivere sempre nella venerazione e nell’amore per il tuo santo nome, poiché tu non privi mai della tua guida coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo… |
Gen 16,1-12.15-16
Agar partorì ad Abram un figlio e Abram lo chiamò Ismaele.
Dal libro della Gènesi
Sarài, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava egiziana chiamata Agar, Sarài disse ad Abram: «Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli». Forma breve: Dal libro della Gènesi (Gen 16, 6b-12.15-16) In quei giorni, Sarài maltrattò Agar, tanto che quella fuggì dalla sua presenza. La trovò l’angelo del Signore presso una sorgente d’acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Sur, e le disse: «Agar, schiava di Sarài, da dove vieni e dove vai?». Rispose: «Fuggo dalla presenza della mia padrona Sarài». Le disse l’angelo del Signore: «Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa». Le disse ancora l’angelo del Signore: «Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla, tanto sarà numerosa». Parola di Dio |
Rendete grazie al Signore, perché è buono.
Rendete grazie al Signore, perché è buono, Beati coloro che osservano il diritto Visitami con la tua salvezza, |
Canto al Vangelo (Gv 14,23) Alleluia, alleluia. Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. Alleluia. |
Vangelo |
Mt 7,21-29
La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Fratelli, preghiamo il Padre, perché ci doni la fedeltà e la coerenza necessarie per costruire la nostra casa sulla roccia, dicendo: Guida, Padre, il nostro cammino.- Per il popolo di Dio, perché la frequenza ai sacramenti e l’obbedienza al vangelo siano stabile fondamento della sua missione nel mondo. Preghiamo. – Per i giovani, perché lo Spirito susciti in molti di loro la forza di corrispondere alla chiamata al sacerdozio e alla vita religiosa. Preghiamo. – Per i giovani sposi, perché fondino la loro unione sulla grazia del sacramento ricevuto e sulla ricerca di una comunione perfetta nello spirito e nel corpo. Preghiamo. – Per quanti sono in ricerca della verità, perché la lealtà verso se stessi e il desiderio di realizzarsi li spinga ad avvicinarsi al Cristo redentore. Preghiamo. – Per noi qui riuniti in assemblea, perché non basiamo la costruzione del futuro sulle nostre buone intenzioni, ma sull’adesione a Cristo presente nell’eucaristia e nella Chiesa. Preghiamo. – Per chi è senza casa. – Per le famiglie della nostra parrocchia. O Dio, che ami e proteggi chi compie la tua volontà, non guardare alla nostra debolezza, ma alla sincerità del nostro impegno a completare l’opera della tua creazione. Per Cristo nostro Signore. Amen. |
Preghiera sulle offerte Accogli, Signore, la nostra offerta: questo sacrificio di espiazione e di lode ci purifichi e ci rinnovi, perché tutta la nostra vita sia bene accetta alla tua volontà. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona di comunione Gli occhi di tutti, Signore, si volgono a te fiduciosi, e tu provvedi loro il cibo a suo tempo. (Sal 145,15)Oppure: Dice il Signore: “Io sono il buon pastore, e dò la mia vita per le mie pecore”. (Gv 10,11.15) |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 27 Giugno 2019
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San CIRILLO D’ALESSANDRIA Vescovo e dottore della Chiesa – Memoria Facoltativa
370-444
Cirillo (370-444), che succedette allo zio Teofilo, vescovo di Alessandria d’Egitto tra il 385 e il 412, fu protagonista assoluto nella Chiesa della prima metà del V secolo. Fronteggiò gli avversari della Cristianesimo con la stessa determinazione con cui combatté le derive teologiche dentro la Chiesa stessa. Scrittore prolifico e polemico, non si sottrasse nelle dispute contro i pagani e contro i giudei e divenne punto di riferimento nelle dispute teologiche che precedettero e seguirono …
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Sant’ ARIALDO DI MILANO Diacono e martire
Cucciago (Como), inizio XI secolo – Castello di Angera (Lago Maggiore), 1066
Nacque probabilmente a Cucciago, poco dopo l’anno 1000 da una famiglia di valvassori, originaria del vicino villaggio di Alzate Brianza o forse di Carimate. Fu ordinato diacono dall’arcivescovo di Milano Guido di Velate nel 1050, facendosi ben presto apprezzare per la sua capacità oratoria e la preparazione. Dopo la metà del XI secolo fondò insieme ad alcuni compagni tra cui Anselmo di Baggio e Landolfo Cotta un movimento contro la simonìa e per la riforma dei costumi del cle…
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Santa GUDDENE Martire di Cartagine
† Cartagine, 27 giugno 203
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