L’articolo contiene due testimonianze, delle foto di sintesi e un video del Canto finale prima di lasciare San Pietro-
Sono 1.100.000 i pellegrini che hanno transitato in vaticano dall’inizio del Giubileo fino a ieri. I numeri sono stati resi noti da monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per l’Evangelizzazione dei Popoli.
Tra questi pellegrini sono compresi anche quelli della nostra Comunità Parrocchiale.
Il conteggio effettuato anche con i dati della Prefettura della Casa Pontifica “è indice di una dimensione spirituale, di una intensa partecipazione e di un’esigenza sentita”.
Per il Vaticano l’Anno Santo straordinario è un successo insperato, di proporzioni internazionali e lo dimostrano anche i numeri che arrivano dalle diocesi nel mondo, dove sono state aperte quasi 10 mila porte sante, compreso in Cina dove i due luoghi di culto interessati all’apertura della Porta Santa sono teatro di un flusso continuo di fedeli.
(Testimonianza di Antonio Arseni)
“Attenzione, avviso per i viaggiatori, il treno regionale 12254 di Trenitalia proveniente da Pisa Centrale e diretto a Roma Termini, delle 9.01, è in arrivo sul binario 1, effettua fermate in tutte le stazioni eccetto Palo Laziale“.
Inizia così la giornata del consistente gruppo di famiglie della Comunità Parrocchiale S. Francesco di Assisi di Cerenova, composto di oltre 100 persone, le quali si sono date appuntamento alla locale Stazione ferroviaria per recarsi in visita giubilare a Roma.
Dopo circa quaranta minuti arriviamo alla Stazione di S.Pietro e subito ci rechiamo nell’omonima Piazza, che è un brulicare di pellegrini che ivi giungono da tutto il mondo. Ci assiste una giornata sostanzialmente buona ancorché fredda. Siamo accolti dal parroco Don Domenico, che ci ha preceduti in auto, il quale ci viene incontro, con incedere veloce e con un grande sorriso a significare la sua gioia nel vederci e l’abbraccio che simbolicamente riserva ad ognuno di noi.
Ci guida una frizzante Federica, con sapienza , attenzione e la proverbiale simpatia che la contraddistingue. Subito ci ricorda lo scandire della giornata, raccomandandoci la puntualità: ingresso alla Basilica di S. Pietro attraverso la Porta Santa, sosta per i momenti di spiritualità di ognuno di noi, visita al presenpe allestito in Piazza, pranzo al sacco presso il vicino Oratorio di S. Maria alle Fornaci, e , per finire, la visita al famoso presepe dei Netturbini Romani.
Passati i controlli di sicurezza, che ci ricordano quelli che vengono effettuati negli aeroporti, ci fermiamo quasi al centro della Piazza dove ci viene consegnato l’opuscolo delle preghiere per la giornata
Don Domenico ci spiega il significato religioso della esperienza che stiamo vivendo.
La Porta è simbolo del passaggio che ogni Cristiano deve fare dal peccato alla grazia, è Cristo stesso che perdona e rimette le pene, permettendoci di raggiungere la salvezza.
Avverte Don Domenico, però, che per ottenere la speciale indulgenza, che è un elemento costitutivo dell’evento giubilare,soprattutto di questo, dedicato proprio alla Misericordia Divina, è necessario uno stato di grazia, una disposizione interiore capace di farci distaccare completamente dal peccato, l’accostarsi al sacramento della Riconciliazione, ricevere l’ Eucarestia, pregare secondo le intenzioni del Papa, compiere un’ opera, tra cui importante è quella così detta di pietà, ossia il pellegrinaggio in un luogo giubilare, come quello che stiamo facendo per giungere presso la Basilica di S.Pietro.
Ebbene, entriamo in Basilica, in maniera silenziosa e raccolta, attraverso la Porta Santa, aperta da Papa Francesco lo scorso dicembre, cercando di metter in pratica i suggerimenti di Don Domenico. Ci fermiamo all’interno del maestoso Tempio, chi a pregare , chi a confessarsi, chi ad assistere alla Messa, tutti con il comune obiettivo di mettersi in comunicazione con Dio per ricevere la grazia del perdono.
Alle 12.30 siamo di nuovo in Piazza a vedere il bellissimo Presepe dove campeggiano le grandi statue dei personaggi. Intonati alcuni canti, ci dirigiamo verso l’Oratorio di S. Maria delle Fornaci dove pranziamo al sacco vivendo brevi momenti di “ricreazione”.
Concludiamo la giornata con la visita al vicino Presepe dei Netturbini, un’opera bellissima, in muratura e calce, composta da circa 2400 pietre provenienti da tutto il mondo, una vera tradizione per Roma. Lo sile è quello tipico delle antiche costruzioni della Palestina. L’emozione è chiaramente percepibile sui volti di ognuno di noi.
Cantiamo “ Tu scendi dalle stelle” e ci incamminiamo verso la Stazione Ferroviaria di S. Pietro, per il ritorno con il treno regionale delle 17,01, salutando Roma dopo una intensa giornata ed una esperienza sicuramnete foriera di buoni propositi e che rimarrà per lungo tempo nei nostri ricordi.
(Testimonianza di una pellegrina)
Ore 8.45 stazione di Marina di Cerveteri, Federica e gli altri accolgono tutti con sorrisi e tanta allegria. Un’organizzazione attenta ai dettagli, per rassicurare anche chi, vista la numerosità dei partecipanti, teme di smarrirsi: un cartellino a testa con il cellulare di federica (poi, in verità, rivelatosi affatto utile perché, diciamo, temporaneamente disabilitato!! Aveva dimenticato il cellulare a casa!!!)e una colorata bandana di riconoscimento ci farà sentire in modo evidente quel senso di appartenenza che già negli atteggiamenti si percepisce forte e chiaro.
Conquistiamo la città eterna con una sorta di invasione, siamo tanti ed “ingombranti”ma arriviamo davanti al colonnato di San Pietro dove Don Domenico ci attende. Tra una battuta e l’altra ci dotiamo di auricolari e ci avviamo ai controlli, superati i quali,ci raccogliamo intorno a Don Domenico. Il freddo è pungente ma l’allegria diffusa è contagiosa. Preghiamo tutti insieme per prepararci nel modo migliore ed i suggerimenti di Don Domenico, per affrontare il passaggio della Porta Santa e per poter cogliere l’intenzione migliore di questo momento, sono molto preziosi.
A questo punto ognuno di noi prende il suo tempo e il suo spazio e si riappropria del vero profondo significato del nostro viaggio: viaggiare fuori, per arrivare a qualcosa dentro.
All’appuntamento per il ritrovo all’uscita, mentre si canta e si condivide tutto, anche piccole merende, in un clima scherzoso e familiare abbiamo anche l’occasione di apprezzare l’istallazione del presepe trentino a piazza San Pietro.
La tappa successiva è l’oratorio della parrocchia Santa Maria alle Fornaci, poco distante, per mangiare, riposarsi un po’ e stare insieme.
Ultima tappa: il presepe dei netturbini. Raggiungiamo il sito “allietati” dalle dettagliate informazioni che Federica ci fornisce attraverso gli auricolari e all’arrivo l’accoglienza da parte del personale Ama è, forse, anche contagiata da noi, allegra e informale.
È forte la sensazione di orgoglio e di fierezza di queste persone e abbiamo avuto anche la fortuna di incontrare l’auto di questo presepe che quest’’anno compie 44 anni dalla sua creazione.
Il presepe è ricco di miniature estremamente realistiche e circondato da oltre pietre donate e provenienti da ogni parte del mondo e anche oltre, infatti c’è un frammento di pietra lunare.Il presepe dei netturbini ha al suo interno tante simbologie, ma una più di tutte ci colpisce: case costruite sulla roccia, in modo da resistere a tutte le intemperie; la casa sulla roccia come la famiglia e noi oggi eravamo tante famiglie in un’unica grande famiglia.
Grazie a tutti per la bellissima giornata.
Video “Canto finale davanti al Presepe di San Pietro”
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