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Liturgia – Pagina 256 – Parrocchia San Francesco d'Assisi

Il Vangelo di mercoledì 4 aprile 2018, riflessione e liturgia

+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 24,13-35
Riconobbero Gesù nello spezzare il pane.

lectio-new-smallRiflessione
• Il vangelo di oggi ci parla dell’episodio molto conosciuto dell’apparizione di Gesù ai discepoli di Emmaus. Luca scrive negli anni 80 per le comunità di Grecia che nella loro stragrande maggioranza erano formate da pagani convertiti. Gli anni 60 e 70 erano stati molto difficili. C’era stata la grande persecuzione di Nerone nell’anno 64. Sei anni dopo, nel 70, Gerusalemme fu totalmente distrutta dai romani. Nel 72, a Massada, nel deserto di Giuda, ci fu il massacro degli ultimi giudei ribelli. In quegli anni, gli apostoli, testimoni della resurrezione, stavano scomparendo. Si cominciava a sentire la stanchezza del cammino. Dove attingere forza e coraggio per non scoraggiarsi? Come scoprire la presenza di Gesù in questa situazione così difficile? La narrazione dell’apparizione di Gesù ai discepoli di Emmaus cerca di essere una risposta a queste domande angoscianti. Luca vuole insegnare alle comunità come interpretare la Scrittura per poter riscoprire la presenza di Gesù nella vita.
• Lc 24,13-24: 1º Passo: partire dalla realtà. Gesù incontra i due amici in una situazione di paura e mancanza di fede. Le forze della morte, la croce, avevano ucciso in loro la speranza. Era la situazione di molta gente al tempo di Luca, essendo la situazione di molte persone anche oggigiorno. Gesù si avvicina e cammina con loro, ascolta la conversazione e chiede: “Di cosa state parlando?” L’ideologia dominante, cioè la propaganda del governo e della religione ufficiale dell’epoca, impedisce di vedere. “Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele.” Qual è oggi la conversazione della gente che soffre?
Il primo passo è questo: avvicinarsi alle persone, ascoltare la loro realtà, sentire i loro problemi; essere capaci di fare domande che aiutino le persone a guardare la realtà con uno sguardo più critico.
• Lc 24,25-27: 2º Passo: usare la Bibbia per illuminare la vita. Gesù si serve della Bibbia e della storia della gente per illuminare il problema che faceva soffrire i due amici, e per chiarire la situazione che loro stanno vivendo. Se ne serve anche per situarli nell’insieme del progetto di Dio che veniva da Mosè e dai profeti. Così indica che la storia non era sfuggita dalla mano di Dio. Gesù si serve della Bibbia non come un dottore che sa tutto, bensì come un compagno che viene ad aiutare gli amici a ricordare ciò che avevano dimenticato. Gesù non scatena nei discepoli il complesso di ignoranza, ma cerca di svegliare in loro la memoria: “Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”
Il secondo passo è questo: con l’aiuto della Bibbia, aiutare le persone a scoprire la saggezza che già esiste in loro, e trasformare la croce, segno di morte, in segno di vita e di speranza. Ciò che impediva loro di camminare, ora diventa forza e luce nel cammino. Come fare questo oggi?
Lc 24,28-32: 3º Passo: condividere in comunità. La Bibbia, di per sé, non apre gli occhi. Fa solo ardere il cuore, ciò che apre gli occhi e fa vedere, è la frazione del pane, il gesto comunitario della condivisione, la celebrazione della Cena. Nel momento in cui i due riconoscono Gesù, loro rinascono e Gesù scompare. Gesù non si appropria del cammino degli amici. Non è paternalista. Risorti, i discepoli sono capaci di camminare da soli.
Il terzo passo è questo: saper creare un ambiente di fede e di fraternità, di celebrazione e di condivisione, dove possa agire lo Spirito Santo. E’ lui che ci fa scoprire e sperimentare la Parola di Dio nella vita e ci porta a capire il senso delle parole di Gesù (Gv 14,26; 16,13).
Lc 24,33-35: 4º Passo: Il risultato: Risuscitare vuol dire ritornare a Gerusalemme. I due riprendono coraggio e ritornano a Gerusalemme, dove continuano attive le stesse forze di morte che avevano ucciso Gesù e che avevano ucciso in loro la speranza. Ma ora è cambiato tutto. Se Gesù è vivo, allora in lui e con lui c’è un potere più forte del potere che lo uccise. Questa esperienza li fa risuscitare! Veramente, è cambiato tutto. C’è il ritorno e non la fuga! Fede, e non incredulità! Speranza e non disperazione! Coscienza critica, e non fatalismo dinanzi al potere! Libertà e non oppressione! In una parola: vita e non morte! Invece della brutta notizia della morte di Gesù, la Buona Novella della sua Risurrezione! I due sperimentano la vita, e vita in abbondanza! (Gv 10,10). Segno che lo Spirito di Gesù agisce in loro!
 
Per un confronto personale
• I due dissero: “Noi speravamo, ma…!” Hai già vissuto una situazione di scoraggiamento che ti ha condotto a dire: “Io speravo, ma…!”?
• Come leggi, usi ed interpreti la Bibbia? Hai mai sentito ardere il cuore nel leggere e meditare la Parola di Dio? Leggi la Bibbia da solo/a o fai parte di un gruppo biblico?
 

 

liturgia

Mercoledì fra l’Ottava di Pasqua

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Bianco

Gli evangelisti ci consegnano, condensata in un racconto, l’esperienza pasquale che porta una risposta sempre nuova a coloro che si interrogano.
San Luca racconta dei due discepoli in cammino il giorno di Pasqua: lontano da Gerusalemme e dalla comunità degli altri. Essi vogliono lasciare dietro di sé il passato che li lega a Gesù, ma non possono impedirsi di parlare senza sosta del peso che hanno sul cuore: Gesù è stato condannato, è morto sulla croce… non può essere lui il Salvatore promesso. Tutti e due, immersi in se stessi, non riconoscono colui che li accompagna sul loro cammino di desolazione. La fede nella potenza di Dio non basta loro per superare la morte. Ed è per questo che non capiscono cosa egli vuole dire quando fa allusione a Mosè e ai profeti.
È a sera, nell’ora della cena, mentre egli loda il Signore spezzando e dividendo il pane, che i loro occhi e i loro cuori si aprono. Anche se non vedono più Gesù, sono sicuri che è rimasto là, vivo; che lo si può incontrare attraverso la parola, e le cene. Con questa certezza, fanno marcia indietro per ritornare a Gerusalemme, nella comunità dei discepoli. È qui che si riuniscono e discutono gli avvenimenti di Pasqua, sui quali si basano i principi della fede. “È risuscitato e apparso a Simone” (il primo degli apostoli): ecco una delle frasi nelle quali si inserisce l’incontro pasquale dei due discepoli di Emmaus.

Antifona d’ingresso
“Venite, benedetti del Padre mio,
prendete possesso del regno
preparato per voi
fin dall’origine del mondo”. Alleluia. (Mt 25,34)
Colletta
O Dio, che nella liturgia pasquale
ci dai la gioia di rivivere ogni anno
la risurrezione del Signore,
fa’ che l’esultanza di questi giorni
raggiunga la sua pienezza nella Pasqua del cielo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
 
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Prima lettura
  At 3,1-10
Quello che ho te lo do: nel nome di Gesù, àlzati e cammina!
 
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera delle tre del pomeriggio.
Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, li pregava per avere un’elemosina.
Allora, fissando lo sguardo su di lui, Pietro insieme a Giovanni disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse a guardarli, sperando di ricevere da loro qualche cosa. Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo prese per la mano destra e lo sollevò.
Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e, balzato in piedi, si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio.
Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era colui che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta Bella del tempio, e furono ricolmi di meraviglia e stupore per quello che gli era accaduto.

Parola di Dio

 
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Salmo responsoriale
  Sal 104
 
Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

 
Sequenza
[Facoltativa]

Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi. 

Canto al Vangelo (Sal 117,24)
Alleluia, alleluia.
Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo.
Alleluia.

 

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Vangelo  

 Lc 24,13-35
Riconobbero Gesù nello spezzare il pane.   

+ Dal Vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Parola del Signore

  

Preghiera dei fedeli
La fede è riconoscimento della presenza del Cristo operante nella presenza eucaristica. La nostra supplica si esprime con le parole stesse dei discepoli di Emmaus:
Resta con noi, Signore.

 

– Signore Gesù, per la forza del tuo nome lo storpio fu guarito: dona alla tua Chiesa di impegnarsi a sollevare nel tuo nome e con la tua carità ogni miseria umana. Preghiamo.
– Signore Gesù, gli apostoli sono stati strumento della tua potenza: dona, a tutti coloro che invocano aiuto e guarigione, di poter incontrare persone che li aiutino a risollevarsi anche nello spirito. Preghiamo.
– Signore Gesù, ti sei messo al fianco dei discepoli sfiduciati e smarriti: dona ai tuoi sacerdoti di non scoraggiarsi di fronte agli insuccessi e alle difficoltà. Preghiamo.
– Signore Gesù, hai spiegato ai discepoli di Emmaus le Scritture e ti sei rivelato loro nello spezzare il pane: dona alle nostre comunità di riconoscerti nella Parola annunciata e nel pane spezzato nelle nostre liturgie eucaristiche. Preghiamo.
– Signore Gesù, hai trasformato il cuore deluso e freddo dei discepoli: dona a noi qui presenti di saper attingere dalle nostre eucaristie quell’ardore che riscalda il nostro cuore fino a renderci apostoli tra i nostri fratelli. Preghiamo.
– Per quanti sono in viaggio. Preghiamo.
– Per i bambini della prima comunione. Preghiamo.

O Signore, fa’ che ogni partecipazione all’eucaristia ci faccia divenire ciò che riceviamo: una vita donata agli altri, unita al tuo corpo che per noi e per tutti è stato spezzato e crocifisso ed è ora vivente per sempre. Tu che sei Dio e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.   

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore,
il sacrificio della nostra redenzione
e opera in noi
la salvezza del corpo e dello spirito.
Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO PASQUALE I
Cristo agnello pasquale

 

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore,
e soprattutto esaltarti in questo giorno
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.
È lui il vero Agnello
che ha tolto i peccati del mondo,
è lui che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ha ridato a noi la vita.
Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l’umanità esulta su tutta la terra,
e con l’assemblea degli angeli e dei santi
canta l’inno della tua gloria: Santo…

Antifona di comunione
I discepoli riconobbero Gesù, il Signore,
nello spezzare il pane. Alleluia. (cf. Lc 24,35)
Preghiera dopo la comunione
O Dio, nostro Padre, questa partecipazione
al mistero pasquale del tuo Figlio
ci liberi dai fermenti dell’antico peccato
e ci trasformi in nuove creature.
Per Cristo nostro Signore.

  

 

IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 04 Aprile 2018
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Sant’ ISIDORO DI SIVIGLIA   Vescovo e dottore della Chiesa – Memoria Facoltativa
560? – 4 aprile.636
Ultimo dei Padri latini, Isidoro di Siviglia (560-636) fu molto letto nel Medioevo, soprattutto per le sue «Etimologie», un’utile “somma” della scienza antica. Fu però soprattutto un vescovo zelante preoccupato della maturazione culturale e morale del clero spagnolo. Per questo motivo fondò un collegio ecclesiastico, proto…
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San BENEDETTO IL MORO   Religioso
San Fratello (Messina), 1526 – 4 aprile 1589
Copatrono – con santa Rosalia – della diocesi di Palermo, Benedetto Manassari nacque a San Fratello (Messina) nel 1526 da genitori discendenti di schiavi africani. A 21 anni entrò in una comunità eremitica e visse sul Monte Pellegrino. Quando Pio IV sciolse la comunità, passò ai Frati minori. Visse 24 anni nel convento di Santa Ma…
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San FRANCESCO MARTO   Fanciullo
Aljustrel, Portogallo, 11 giugno 1908 – 4 aprile 1919
Nato l’11 giugno 1908 ad Aljustrel, frazione di Fatima in Portogallo, Francesco Marto era il decimo figlio di Emanuele Pietro Marto e Olimpia di Gesù. Insieme alla sorella minore Giacinta e alla cugina Lucia, fu uno dei veggenti delle apparizioni mariane di Fatima, tra il maggio e l’ottobre 1917; all’epoca aveva nove anni. D’in…
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Il Vangelo di martedì 3 aprile 2018, riflessione e liturgia

+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 20,11-18
Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.

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Riflessione
• Il vangelo di oggi descrive l’apparizione di Gesù a Maria Maddalena. La morte del suo grande amico spinge Maria a perdere il senso della vita. Ma non si arrende nella ricerca. Si reca al sepolcro per incontrare di nuovo colui che la morte le ha rapito. Ci sono momenti nella vita in cui tutto si sgretola. Sembra che sia finito tutto. Morte, disastri, dolori, delusioni, tradimenti! Tante cose che possono farci mancare la terra sotto i piedi e che possono spingerci verso una crisi profonda. Ma avvengono anche altre cose. Per esempio che, improvvisamente, incontriamo di nuovo un amico, un’amica e ciò può ridarci speranza e può farci scoprire che l’amore è più forte della morte e della sconfitta.
• Il Capitolo 20 di Giovanni, oltre all’apparizione di Gesù alla Maddalena, parla di diversi episodi che rivelano la ricchezza, indicano la ricchezza dell’esperienza della risurrezione: (a) del discepolo amato e di Pietro (Gv 20,1-10); (b) di Maria Maddalena (Gv 20,11-18); (c) della comunità dei discepoli (Gv 20,19-23) e (d) dell’apostolo Tommaso (Gv 20,24-29). Lo scopo della redazione del Vangelo è quello di condurre le persone a credere in Gesù, e credendo in lui, ad avere vita (Gv 20,30-31).
• Nel modo di descrivere l’apparizione di Gesù a Maria Maddalena si scorgono le tappe del cammino che lei dovette fare, dalla ricerca dolorosa fino al nuovo incontro di Pasqua. Queste sono anche le tappe per cui dobbiamo passare tutti noi, lungo la vita, alla ricerca di Dio e vivendo il Vangelo.
• Giovanni 20,11-13: Maria Maddalena piange, ma cerca. C’era un’amore molto forte tra Gesù e Maria Maddalena. Lei era una delle poche persone che ebbero il coraggio di restare con Gesù fino al momento della sua morte in croce. Dopo il riposo obbligatorio del sabato, lei ritorna al sepolcro per stare nel luogo dove aveva incontrato l’Amato per l’ultima volta. Ma, sorprendentemente, il sepolcro è vuoto! Gli angeli le chiedono: “Donna, perché piangi?” e la sua risposta è: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto!” Maria Maddalena cercava Gesù, quel Gesù che lei aveva conosciuto durante tre anni.
• Giovanni 20,14-15: Maria Maddalena parla con Gesù senza riconoscerlo. I discepoli di Emmaus videro Gesù ma non lo riconobbero. Lo stesso succede a Maria Maddalena. Lei vede Gesù, ma non lo riconosce. Pensa che sia l’ortolano. E come hanno fatto gli angeli, anche Gesù chiede: “Perché piangi?” Ed aggiunge: “Chi cerchi?” Risposta: “Se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai messo e io andrò a prenderlo.” Lei cerca ancora il Gesù del passato, lo stesso di tre giorni prima. Ed è proprio l’immagine del Gesù del passato ciò che le impedisce di riconoscere il Gesù vivo, presente dinanzi a lei.
• Giovanni 20,16: Maria Maddalena riconosce Gesù. Gesù pronuncia il nome: “Maria!” E’ stato il segnale di riconoscimento: la stessa voce, lo stesso modo di pronunciare il nome. Lei risponde: “Maestro!” Gesù era tornato, lo stesso che era morto in croce. La prima impressione è che la morte fu appena un incidente doloroso del percorso, ma ora tutto è tornato ad essere come prima. Maria abbraccia con forza Gesù. Era lo stesso Gesù che lei aveva conosciuto ed amato. E così si compie ciò che diceva la parabola del Buon Pastore: “Lui le chiama per nome e loro riconoscono la sua voce”. – “Io conosco le mie pecore e le mie pecore mi conoscono” (Gv 10,3.4.14).
• Giovanni 20,17-18: Maria Maddalena riceve la missione di annunciare la risurrezione agli apostoli. Infatti è Gesù stesso, ma il suo modo di stare insieme a lei non è lo stesso di prima. Gesù le dice: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre!” Lui va verso il Padre. Maria Maddalena deve lasciare andare Gesù ed assumere la sua missione: annunciare ai fratelli che lui, Gesù, è salito al Padre. Gesù ci ha aperto il cammino e così Dio è di nuovo vicino a noi.
 
Per un confronto personale
• Hai avuto un’esperienza che ti ha dato la sensazione di perdita e di morte? Come è stata? Cos’è che ti ha ridato nuova vita e che ti ha ridato la speranza e la gioia di vivere?
• Qual è il cambiamento che si è operato in Maria Maddalena lungo il dialogo? Maria Maddalena cercava Gesù in un certo modo e lo ha incontrato in un altro modo. Come avviene questo nella nostra vita?

liturgia

Martedì fra l’Ottava di Pasqua

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Bianco

Il quarto evangelista racconta a modo suo l’esperienza pasquale di Maria di Magdala, che ha vissuto con i discepoli il dolore della separazione e dell’esclusione quando Gesù si è ritrovato solo con le sue sofferenze e con la morte. La sera del venerdì santo, le autorità restituiscono il suo corpo morto. Giuseppe di Arimatea e Nicodemo lo portano alla tomba.
Se la sua tomba e il suo corpo dovessero essere tutto quello che resta ai discepoli, potrebbero diventare il pegno del ricordo, il luogo della commemorazione e il centro di una comunità legata a una reliquia.
E Maria è in lacrime vicino alla tomba. Non sente nulla dell’esultanza pasquale, né della risurrezione. Gli angeli seduti, uno al posto della testa e l’altro al posto dei piedi di Gesù, li nota appena. Essa non vede che lo spazio vuoto tra i messaggeri di Dio: “Hanno portato via il mio Signore…”, ecco la sua pena. Vuole sapere dove lo hanno messo, assicurarsene, tenerlo e restare vicino a lui… Questo futuro che lei si è immaginata distrugge Maria nel momento di lasciare la tomba.
È in questo momento che i suoi occhi si aprono. Che sente il timbro di quella voce familiare: che lo riconosce vivo. Egli non le parla del loro passato comune, ma del suo avvenire, che sarà anche l’avvenire dei discepoli che hanno fede. Le dice che va verso Dio, suo Padre, che è anche nostro Dio e nostro Padre.

Antifona d’ingresso
Il Signore li ha dissetati con l’acqua della sapienza;
li fortificherà e li proteggerà sempre,
darà loro una gloria eterna. Alleluia. (cf. Sir 15,3-4)
Colletta
O Dio, che nei sacramenti pasquali
hai dato al tuo popolo la salvezza,
effondi su di noi l’abbondanza dei tuoi doni,
perché raggiungiamo il bene della perfetta libertà
e abbiamo in cielo quella gioia
che ora pregustiamo sulla terra.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
 
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Prima lettura
  At 2,36-41
Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo.
 
Dagli Atti degli Apostoli

[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro diceva ai Giudei: «Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso».
All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!».
Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.

Parola di Dio

 
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Salmo responsoriale
  Sal 32
 
Dell’amore del Signore è piena la terra.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

 
Sequenza
[Facoltativa]

Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi. 

Canto al Vangelo (Sal 117,24)
Alleluia, alleluia.
Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo.
Alleluia.

 

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Vangelo  

 Gv 20,11-18
Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.   

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Parola del Signore

  

Preghiera dei fedeli
Il Signore Gesù si rivela alla Maddalena piangente mentre lo cerca appassionatamente. Lasciamoci anche noi chiamare per nome da lui, invocandolo col titolo familiare di rabbuni, dicendogli:
Signore Gesù, «mio maestro», ascolta la nostra preghiera.

 

– Per la Chiesa, perchè la sua predicazione sia sempre fedele al messaggio apostolico incentrato nella fede nel Signore crocifisso e risorto. Preghiamo.
– Per tutti gli uomini, perchè l’annuncio del vangelo risuoni come potenza di conversione per trafiggerli nel cuore, ponendo così in questione tutta la vita. Preghiamo.
– Per ogni donna cristiana, perchè sull’esempio della Maddalena riscopra la sua missione nella Chiesa, di annuncio e di testimonianza personale della fede ai fratelli. Preghiamo.
– Per quanti sono provati nella loro fede, perchè non cedano al dubbio e allo smarrimento, ma ricerchino con insistenza la luce in Gesù salvatore. Preghiamo.
– Per noi qui presenti, perchè accogliamo la parola annunciata e viviamo la nostra fede in comunione con coloro che sono stati già chiamati dalla grazia. Preghiamo.
– Per i genitori i cui figli hanno ricevuto in questi giorni il battesimo. Preghiamo.
– Per coloro che non sono amati né cercati da nessuno. Preghiamo.

Fa’ che ogni giorno, Signore, ci lasciamo chiamare per nome da te, come chiamasti Maria Maddalena, perchè ti possiamo testimoniare come Dio della vita, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.   

Preghiera sulle offerte
Accogli, Padre misericordioso,
l’offerta di questa tua famiglia,
perché con la tua protezione
custodisca i doni pasquali e giunga alla felicità eterna.
Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO PASQUALE I
Cristo agnello pasquale

 

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore,
e soprattutto esaltarti in questo giorno
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.
È lui il vero Agnello
che ha tolto i peccati del mondo,
è lui che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ha ridato a noi la vita.
Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l’umanità esulta su tutta la terra,
e con l’assemblea degli angeli e dei santi
canta l’inno della tua gloria: Santo…

Antifona di comunione
Se siete risorti con Cristo,
cercate le cose del cielo,
dove Cristo siede alla destra di Dio;
gustate le cose del cielo. Alleluia. (Col 3,1-2)

Oppure:
Maria di Magdala annunzia ai discepoli:
“Ho visto il Signore”. Alleluia. (Gv 20,18)

Preghiera dopo la comunione
Ascolta, Signore, le nostre preghiere
e guida questa tua famiglia,
purificata col dono del Battesimo,
alla luce meravigliosa del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.

 

IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 03 Aprile 2018
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San RICCARDO DI CHICHESTER   Vescovo
Wych (Worcester), 1197 – Dover, 3 aprile 1253
Nacque da modesti proprietari terrieri. Fu un uomo di grande carità, pieno di comprensione, e particolarmente sensibile per le sofferenze dei malati e degli anziani. Si battè per il celibato del clero, per l’amministrazione gratuita dei sacramenti e perché la messa fosse celebrata in condizioni dignitose. Si ammalò gravemente a Dover, mentre si adoperava per…
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San LUIGI SCROSOPPI   Sacerdote
Udine, 4 agosto 1804 – 3 aprile 1884
Il miracolo che ha portato sugli altari il sacerdote friulano Luigi Scrosoppi è stato la guarigione da una malattia che ai suoi tempi nemmeno si immaginava: l’Aids. Il beneficiato, nel 1996, è un ragazzo sudafricano. Scrosoppi è divenuto così patrono dei malati di Aids. Nato a Udine nel 1804, terzo di tre fratelli, Luigi fu il ter…
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San NICETA DI MEDIKION   Egumeno
Cesrea, Bitinia, 760 circa – Costantinopoli, 3 aprile 824
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Il Vangelo di giovedì 29 marzo 2018, riflessione e liturgia

liturgia

 

GIOVEDI SANTO (MESSA DEL CRISMA)

Colore liturgico: Bianco
Scheda Agiografica: GIOVEDI SANTO (MESSA DEL CRISMA)

NOTA: La liturgia della Messa nella Cena del Signore e’ in questa pagina, sotto la Messa del Crisma.

In questa messa che si svolge nella cattedrale, si manifesta il mistero del sacerdozio di Cristo, partecipato dai ministri costituiti nelle singole Chiese locali, che rinnovano oggi il loro impegno al servizio del popolo di Dio.
Il Vescovo, circondato dagli altri sacerdoti, benedice gli oli che verranno adoperati nei diversi sacramenti: il crisma (olio mescolato con profumi), per significare il dono dello Spirito Santo nel Battesimo, nella Cresima, nell’Ordine; l’olio per i catecumeni e quello per i malati, segno della forza che libera dal male e sostiene nella prova della malattia.
Attraverso una realtà terrena, già trasformata dal lavoro dell’uomo (l’olio) e un gesto semplice e familiare (l’unzione), si esprime la ricchezza della nostra esistenza in Cristo, che lo Spirito continua a trasmettere alla Chiesa sino alla fine dei tempi.
Nella nuova ed eterna alleanza tutto ha valore perchè tutto procede dall’Unto per eccellenza, da Gesù Cristo.
In lui, come egli stesso dichiara, si realizza in pieno il testo di Is 61,1-2. Gesù dimostra attraverso le opere la sua missione (Atti 10,38).

Antifona d’ingresso
Gesù Cristo ha fatto di noi un regno
e ci ha costituiti sacerdoti per il suo Dio e Padre;
a lui gloria e potenza nei secoli dei secoli.
Amen. (Ap 1,6)

Si dice il Gloria.

Colletta
O Padre, che hai consacrato il tuo unico Figlio
con l’unzione dello Spirito Santo
e lo hai costituito Messia e Signore,
concedi a noi, partecipi della sua consacrazione,
di essere testimoni nel mondo
della sua opera di salvezza,
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
 
>
Prima lettura
  Is 61,1-3.6.8-9
Il Signore mi ha consacrato con l’unzione.
 
Dal libro del profeta Isaìa

Lo spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l’anno di grazia del Signore,
il giorno di vendetta del nostro Dio,
per consolare tutti gli afflitti,
per dare agli afflitti di Sion
una corona invece della cenere,
olio di letizia invece dell’abito da lutto,
veste di lode invece di uno spirito mesto.
Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore,
ministri del nostro Dio sarete detti.
Io darò loro fedelmente il salario,
concluderò con loro un’alleanza eterna.
Sarà famosa tra le genti la loro stirpe,
la loro discendenza in mezzo ai popoli.
Coloro che li vedranno riconosceranno
che essi sono la stirpe benedetta dal Signore.

Parola di Dio

 
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Salmo responsoriale
  Sal 88
 
Canterò per sempre l’amore del Signore.

Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l’ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.

La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui
e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte.
Egli mi invocherà: «Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza».

 
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Seconda lettura
  Ap 1,5-8
Cristo ha fatto di noi un regno.
 
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Grazia a voi e pace da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,
anche quelli che lo trafissero,
e per lui tutte le tribù della terra
si batteranno il petto.
Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!

Parola di Dio

 
Canto al Vangelo (Is 61,1)
Gloria e lode a te, Cristo Signore!
Lo Spirito del Signore è sopra di me:
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Gloria e lode a te, Cristo Signore!
 
>
Vangelo  
  Lc 4,16-21
Lo Spirito del Signore è sopra di me.
   
 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Parola del Signore

 
 
Rinnovazione delle promesse sacerdotali

Dopo l’omelia, il vescovo si rivolge ai presbiteri con queste parole:

Carissimi presbiteri,
la santa Chiesa celebra la memoria annuale del giorno
in cui Cristo Signore comunicò agli apostoli e a noi il suo sacerdozio.
Volete rinnovare le promesse,
che al momento dell’ordinazione
avete fatto davanti al vostro vescovo e al popolo santo
di Dio?

Presbiteri: Sì, lo voglio.

Volete unirvi intimamente al Signore Gesù,
modello del nostro sacerdozio,
rinunziando a voi stessi
e confermando i sacri impegni
che, spinti dall’amore di Cristo,
avete assunto liberamente verso la sua Chiesa?

Presbiteri: Sì, lo voglio.

Volete essere fedeli dispensatori dei misteri di Dio
per mezzo della santa Eucaristia e delle altre azioni
liturgiche,
e adempiere il ministero della parola di salvezza
sull’esempio del Cristo, capo e pastore,
lasciandovi guidare non da interessi umani,
ma dall’amore per i vostri fratelli?

Presbiteri: Sì, lo voglio.

Quindi, rivolgendosi al popolo, il vescovo continua:

E ora, figli carissimi, pregate per i vostri sacerdoti:
che il Signore effonda su di loro
l’abbondanza dei suoi doni,
perché siano fedeli ministri di Cristo, sommo sacerdote,
e vi conducano a lui, unica fonte di salvezza.

Diacono: Per tutti i nostri sacerdoti, preghiamo.

Ascoltaci, Signore.

Vescovo:
E pregate anche per me,
perché sia fedele al servizio apostolico,
affidato alla mia umile persona,
e tra voi diventi ogni giorno di più immagine viva
e autentica del Cristo sacerdote, buon pastore,
maestro e servo di tutti.

Diacono: Per il nostro vescovo N., preghiamo.

Ascoltaci, Signore.

Vescovo:
Il Signore ci custodisca nel suo amore
e conduca tutti noi, pastori e gregge,
alla vita eterna.

Amen.

Non si dice il Credo e si omette la preghiera universale.

   
 
Preghiera sulle offerte
La potenza pasquale di questo sacrificio
elimini, Signore, in noi le conseguenze del peccato
e ci faccia crescere come nuove creature.
Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO
Il sacerdozio di Cristo e il ministero dei sacerdoti.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Con l’unzione dello Spirito Santo
hai costituito il Cristo tuo Figlio
Pontefice della nuova ed eterna alleanza,
e hai voluto che il suo unico sacerdozio
fosse perpetuato nella Chiesa.
Egli comunica il sacerdozio regale
a tutto il popolo dei redenti,
e con affetto di predilezione sceglie alcuni tra i fratelli
che mediante l’imposizione delle mani
fa partecipi del suo ministero di salvezza.
Tu vuoi che nel suo nome
rinnovino il sacrificio redentore,
preparino ai tuoi figli la mensa pasquale,
e, servi premurosi del tuo popolo,
lo nutrano con la tua parola
e lo santifichino con i sacramenti.
Tu proponi loro come modello il Cristo, perché,
donando la vita per te e per i fratelli,
si sforzino di conformarsi all’immagine del tuo Figlio,
e rendano testimonianza di fedeltà e di amore generoso.
Per questo dono del tuo amore, o Padre,
insieme con tutti gli angeli e i santi,
cantiamo con esultanza l’inno della tua lode: Santo…

Antifona di comunione
“Canterò in eterno le grazie del Signore;
di generazione in generazione
annunzierò la sua fedeltà”. (Sal 89,2)

Oppure:
“Lo Spirito del Signore è sopra di me:
mi ha mandato per annunziare ai poveri
il lieto messaggio”. (Lc 4,18)

Preghiera dopo la comunione
Concedi, Dio onnipotente,
che, rinnovati dai santi misteri,
diffondiamo nel mondo
il buon profumo del Cristo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

 

 GIOVEDI SANTO (MESSA NELLA CENA DEL SIGNORE)  
 
Colore liturgico: Bianco
Scheda Agiografica: GIOVEDI SANTO (MESSA NELLA CENA DEL SIGNORE)
EGIOSB ;
Gesù trascorre le ultime ore della sua vita terrena in compagnia dei suoi discepoli. Il Maestro manifesta un amore straordinario per gli apostoli, impartendo loro insegnamenti e raccomandazioni. Durante l’ultima Cena, Gesù ha mostrato – con le sue parole – l’amore infinito che aveva per i suoi discepoli e gli ha dato validità eterna istituendo l’Eucaristia, facendo dono di sé: egli ha offerto il suo Corpo e il suo Sangue sotto forma di pane e di vino perché diventassero cibo spirituale per noi e santificassero il nostro corpo e la nostra anima. Egli ha espresso il suo amore nel dolore che provava quando ha annunciato a Giuda Iscariota il suo tradimento ormai prossimo e agli apostoli la loro debolezza. Egli ha fatto percepire il suo amore lavando i piedi agli apostoli e permettendo al suo discepolo prediletto, Giovanni, di appoggiarsi al suo petto. Nella sua vita pubblica, Gesù ha raccomandato più di una volta ai suoi discepoli di non cercare di occupare il primo posto, ma di aspirare piuttosto all’umiltà del cuore. Ha detto e ripetuto che il suo regno, cioè la Chiesa, non deve essere ad immagine dei regni terreni o delle comunità umane in cui ci sono dei primi e degli ultimi, dei governanti e dei governati, dei potenti e degli oppressi. Al contrario, nella sua Chiesa, quelli che sono chiamati a reggere dovranno in realtà essere al servizio degli altri; perché il dovere di ogni credente è di non cercare l’apparenza, ma i valori interiori, di non preoccuparsi del giudizio degli uomini, ma di quello di Dio.
Nonostante l’insegnamento così chiaro di Gesù, gli apostoli continuarono a disputarsi i primi posti nel Regno del Messia.
Durante l’ultima Cena, Gesù non si è accontentato di parole, ma ha dato l’esempio mettendosi a lavare loro i piedi. E, dopo aver finito, ha detto: “Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri” (Gv 13,13-14).
La Cena si ripete nei secoli. Infatti Gesù ha investito gli apostoli e i loro successori del potere e del dovere di ripetere la Cena eucaristica nella santa Messa.
Cristo si sacrifica durante la Messa. Ma, per riprendere le parole di san Paolo, egli resta lo stesso “ieri, oggi e sempre” (Eb 13,8).
I credenti che partecipano al Sacrificio eucaristico cambiano, ma il loro comportamento nei confronti di Cristo è più o meno lo stesso di quello degli apostoli nel momento della Cena. Ci sono stati e ci sono tuttora dei santi e dei peccatori, dei fedeli e dei traditori, dei martiri e dei rinnegatori.
Volgiamo lo sguardo a noi stessi. Chi siamo? Qual è il nostro comportamento nei confronti di Cristo? Dio ci scampi dall’avere qualcosa in comune con Giuda, il traditore. Che Dio ci permetta di seguire san Pietro sulla via del pentimento. Il nostro desiderio più profondo deve però essere quello di avere la sorte di san Giovanni, di poter amare Gesù in modo tale che egli ci permetta di appoggiarci al suo petto e di sentire i battiti del suo cuore pieno d’amore; di giungere al punto che il nostro amore si unisca al suo in modo che possiamo dire con san Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20).

 

Antifona d’ingresso
Di null’altro mai ci glorieremo
se non della croce di Gesù Cristo, nostro Signore:
egli è la nostra salvezza, vita e risurrezione;
per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati. (cf. Gal 6,14)

Si dice il Gloria. Durante il canto dell’inno, si suonano le campane. Terminato il canto, non si suoneranno più fino alla Veglia pasquale.

Colletta
O Dio, che ci hai riuniti per celebrare la santa Cena
nella quale il tuo unico Figlio,
prima di consegnarsi alla morte,
affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio,
convito nuziale del suo amore,
fa’ che dalla partecipazione a così grande mistero
attingiamo pienezza di carità e di vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
 
>
Prima lettura
  Es 12,1-8.11-14
Prescrizioni per la cena pasquale.
 
Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto:
«Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne.
Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con àzzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!
In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne”».

Parola di Dio

 
>
Salmo responsoriale
  Sal 115
 
Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

 
>
Seconda lettura
  1Cor 11,23-26
Ogni volta che mangiate questo pane, annunciate la morte del Signore.
 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

Parola di Dio

 
Canto al Vangelo (Gv 13,34)
Gloria e lode e onore a te, Cristo Signore!
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Gloria e lode e onore a te, Cristo Signore!
 
>
Vangelo  
  Gv 13,1-15
Li amò sino alla fine.
   
 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Parola del Signore

 
 
Lavanda dei piedi

Dove motivi pastorali lo consigliano, dopo l’omelia ha luogo la lavanda dei piedi. I prescelti per il rito – uomini o ragazzi – vengono accompagnati dai ministri agli scanni preparati per loro in un luogo adatto.
Il sacerdote (deposta, se è necessario, la casula) si porta davanti a ciascuno di essi e, con l’aiuto dei ministri, versa dell’acqua sui piedi e li asciuga.
Durante il rito, si cantano alcune antifone, scelte tra quelle proposte, o altri canti adatti alla circostanza.

ANTIFONA PRIMA (cf. Gv 13,4.5.15)

Il Signore si alzò da tavola versò dell’acqua in un catino,
e cominciò a lavare i piedi ai discepoli:
ad essi volle lasciare questo esempio.

ANTIFONA SECONDA (Gv 13,6.7.8)

“Signore, tu lavi i piedi a me?”.
Gesù gli rispose dicendo:
“Se non ti laverò, non avrai parte con me”.
V. Venne dunque a Simon Pietro, e disse a lui Pietro:
– Signore, tu lavi…
V. “Quello che io faccio, ora non lo comprendi,
ma lo comprenderai un giorno”.
– Signore, tu lavi…

ANTIFONA TERZA (cf. Gv 13,14)

“Se vi ho lavato i piedi,
io, Signore e Maestro,
quanto più voi avete il dovere
di lavarvi i piedi l’un l’altro”.

ANTIFONA QUARTA (Gv 13,35)

“Da questo tutti sapranno
che siete miei discepoli,
se vi amerete gli uni gli altri”.
V. Gesù disse ai suoi discepoli:
– Da questo tutti sapranno…

ANTIFONA QUINTA (Gv 13,34)

“Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate gli uni gli altri
come io ho amato voi”, dice il Signore.

ANTIFONA SESTA (cf. 1Cor 13,13)

Fede, speranza e carità,
tutte e tre rimangano tra voi:
ma più grande di tutte è la carità.
V. Fede, speranza e carità,
tutte e tre le abbiamo qui al presente:
ma più grande di tutte è la carità.
– Fede…

Subito dopo la lavanda dei piedi – quando questa ha luogo – oppure dopo l’omelia, si dice la preghiera universale.
In questa Messa si omette il Credo.

Liturgia Eucaristica

All’inizio della Liturgia eucaristica, si può disporre la processione dei fedeli che portano doni per i poveri.
Mentre si svolge la processione, si esegue il canto seguente o un altro canto adatto.

Dov’è carità e amore, lì c’è Dio.

Ci ha riuniti tutti insieme Cristo, amore.
Rallegriamoci, esultiamo nel Signore!
Temiamo e amiamo il Dio vivente,
e amiamoci tra noi con cuore sincero.

Noi formiamo, qui riuniti, un solo corpo:
evitiamo di dividerci tra noi,
via le lotte maligne, via le liti
e regni in mezzo a noi Cristo Dio.

Fa’ che un giorno contempliamo il tuo volto
nella gloria dei beati, Cristo Dio.
E sarà gioia immensa, gioia vera:
durerà per tutti i secoli senza fine.

   
 
Preghiera sulle offerte
Concedi a noi tuoi fedeli, Signore,
di partecipare degnamente ai santi misteri,
perché ogni volta che celebriamo
questo memoriale del sacrificio del Signore,
si compie l’opera della nostra redenzione.
Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO DELLA SS. EUCARISTIA I
L’Eucaristia memoriale del sacrificio di Cristo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente e misericordioso,
per Cristo nostro Signore.
Sacerdote vero ed eterno,
egli istituì il rito del sacrificio perenne;
a te per primo si offrì vittima di salvezza,
e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua memoria.
Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza,
il suo sangue per noi versato
è la bevanda che ci redime da ogni colpa.
Per questo mistero del tuo amore,
uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode: Santo…

Antifona di comunione
“Questo è il mio corpo, che è per voi;
questo calice è la nuova alleanza
nel mio sangue”, dice il Signore.
“Fate questo ogni volta che ne prendete,
in memoria di me”. (1Cor 11,24.25)

Terminata la distribuzione della comunione, si lascia sull’altare la pisside con le particole per la comunione del giorno seguente; la Messa si conclude con l’orazione dopo la comunione.

Preghiera dopo la comunione
Padre onnipotente,
che nella vita terrena ci nutri alla Cena del tuo Figlio,
accoglici come tuoi commensali
al banchetto glorioso del cielo.
Per Cristo nostro Signore.

Reposizione del SS. Sacramento
Dopo l’orazione, il sacerdote, in piedi, dinanzi all’altare, pone l’incenso nel turibolo, si inginocchia e incensa per tre volte il Santissimo Sacramento; quindi, indossato il velo omerale, prende la pisside e la ricopre con il velo.
Si forma la processione che, attraverso la chiesa, accompagna il Santissimo Sacramento al luogo della reposizione, preparato in una cappella convenientemente ornata. Apre la processione il crocifero; si portano le candele accese e l’incenso. Intanto si canta l’inno Pange lingua (eccetto le due ultime strofe) o un altro canto eucaristico.
Giunta la processione al luogo della reposizione, il sacerdote depone la pisside; quindi pone l’incenso nel turibolo e, in ginocchio, incensa il Santissimo Sacramento, mentre si canta il Tantum ergo sacramentum ; chiude poi il tabernacolo o la custodia della reposizione.
Dopo alcuni istanti di adorazione in silenzio, il sacerdote e i ministri si alzano, genuflettono e ritornano in sacrestia.
Segue la spogliazione dell’altare; se è possibile, si rimuovono le croci dalla chiesa; quelle che rimangono in chiesa, è bene velarle.
Si esortino i fedeli, tenute presenti le circostanze e le diverse situazioni locali, a dedicare un po’ di tempo nella notte all’adorazione davanti al Santissimo Sacramento nel tabernacolo. Se l’adorazione si protrae oltre la mezzanotte, si faccia senza alcuna solennità.

   

 

O M E L I E
a cura di
Qumran2.net
 

Il Vangelo di mercoledì 28 marzo 2018, riflessione e liturgia

+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 26,14-25
Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!

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Riflessione
• Ieri il vangelo parlava del tradimento di Giuda e della negazione di Pietro. Oggi, parla di nuovo del tradimento di Giuda. Nella descrizione della passione di Gesù il vangelo di Matteo, si mette fortemente l’accento sul fallimento dei discepoli. Malgrado aver convissuto tre anni con Gesù, nessuno di loro difende Gesù. Giuda lo tradisce, Pietro lo nega, gli altri fuggono. Matteo racconta tutto ciò non per criticare o per condannare, neppure per scoraggiare i lettori, ma per sottolineare che l’accoglienza e l’amore di Gesù superano la sconfitta ed il fallimento dei discepoli! Questo modo di descrivere l’atteggiamento di Gesù era un aiuto per le Comunità all’epoca di Matteo. A causa delle frequenti persecuzioni, molti si erano scoraggiati ed avevano abbandonato la comunità e si chiedevano: “Sarà possibile ritornare? Dio ci accoglierà e perdonerà?” Matteo risponde suggerendo che noi possiamo rompere il rapporto con Gesù, ma Gesù non lo rompe mai con noi. Il suo amore è più grande della nostra infedeltà. Questo è un messaggio molto importante che cogliamo nel vangelo durante la Settimana Santa.
• Matteo 26,14-16: La Decisione di Giuda di tradire Gesù. Giuda prese la decisione dopo che Gesù non accettò la critica dei discepoli rispetto alla donna che spreca un profumo carissimo solo per ungere Gesù (Mt 26,6-13). Si recò perfino dai sacerdoti e chiese: “Quanto mi darete se ve lo consegno?” Combinarono la somma di trenta monete d’argento. Matteo evoca le parole del profeta Zaccaria per descrivere il prezzo combinato (Zc 11,12). Allo stesso tempo, il tradimento di Gesù per trenta monete evoca la vendita di Giuseppe da parte dei suoi fratelli, decisa dai compratori per venti monete (Gn 37,28). Evoca anche il prezzo di trenta monete da pagarsi per il ferimento di uno schiavo (Es 21,32).
• Matteo 26,17-19: La Preparazione della Pasqua. Gesù veniva dalla Galilea. Non aveva casa a Gerusalemme. Passava le notti nell’Orto degli Ulivi (cf. Gv 8,1). Nei giorni di festa della pasqua la popolazione di Gerusalemme si triplicava a causa dell’enorme quantità di pellegrini che venivano da ogni parte. Per Gesù non era facile trovare una grande sala dove celebrare la pasqua insieme ai pellegrini venuti dalla Galilea, come lui. Ordina ai suoi discepoli di trovare una persona nella cui casa lui aveva deciso di celebrare la Pasqua. Il vangelo non offre ulteriori informazioni e lascia che l’immaginazione completi ciò che manca nelle informazioni. Era una persona conosciuta da Gesù? Un parente? Un discepolo? Lungo i secoli, l’immaginazione degli apocrifi seppe completare questa informazione, ma con scarsa credibilità.
• Matteo 26,20-25: L’annuncio del tradimento di Giuda. Gesù sa che sarà tradito. Malgrado Gesù facesse le cose in segreto, Gesù sapeva. Ma malgrado ciò vuole fraternizzare con il circolo di amici a cui Giuda appartiene. Quando erano tutti riuniti per l’ultima volta, Gesù annuncia chi è il traditore “colui che ha intinto con me la mano nel piatto”. Questo modo di annunciare il tradimento rende ancora più chiaro il contrasto. Per i giudei comunione attorno alla tavola, intingere insieme la mano nello stesso piatto, era la massima espressione di intimità e di fiducia. Matteo suggerisce così che malgrado il tradimento fatto da qualcuno molto amico, l’amore di Gesù è più grande del tradimento!
• Cosa colpisce nel modo che Matteo ha di descrivere questi fatti. Tra la negazione ed il tradimento c’è l’istituzione dell’Eucaristia (Mt 26,26-29): il tradimento di Giuda, prima (Mt 25,20-25); la negazione di Pietro e la fuga dei discepoli, dopo (Mt 25,30-35). Così lui mette in risalto per tutti noi l’incredibile gratuità dell’amore di Gesù, che supera il tradimento, la negazione e la fuga degli amici. Il suo amore non dipende da ciò che gli altri fanno per lui.
 
Per un confronto personale
• Sono capace di essere come Giuda e di negare e tradire Dio, Gesù, gli amici e le amiche?
• Nella Settimana Santa è importante riservarmi qualche momento per rendermi conto dell’incredibile gratuità dell’amore di Dio per me.

liturgia

Mercoledì della Settimana Santa

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola

Gesù, vedendo che la sua ora si avvicina, fa preparare la Pasqua. Durante la cena, annuncia il tradimento di Giuda. Il salmista aveva già previsto il tradimento dell’amico (Sal 041,10). Il popolo di Giuda condanna Gesù e lo consegna ai pagani. I lavoratori della vigna, dopo aver ucciso i servitori, uccidono anche il figlio del padrone. “Popolo mio, che cosa ti ho fatto? In che cosa ti ho stancato? Rispondimi” (Mi 6,3). Giuda vende Gesù per trenta monete d’argento. Il valore di un servo era di trenta sicli d’argento (Es 21,32). Si valutò con lo stesso valore il profeta che era decaduto (Zc 11,12s). Ed è ancora questa somma che il sinedrio dà per Gesù.
Quando ciò che era stato annunciato si realizza, le Scritture terminano. Tutto, da sempre, era presente agli occhi di Dio. L’azione dell’uomo era prevista, ma non predeterminata. Ed è per questo che Gesù non toglie la responsabilità a colui che lo consegna, poiché egli ha utilizzato male la sua libertà.
Anche noi possiamo tradire Cristo, vendendolo per qualche moneta. La parola del Signore ci insegna, e il Signore stesso apre le nostre orecchie, affinché possiamo fare parte dei convitati di Gesù, che celebrano con lui la Pasqua, come membra vive della sua Chiesa.

Antifona d’ingresso
Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi
in cielo, in terra e sottoterra,
perché Gesù si è fatto obbediente
fino alla morte, alla morte di croce:
per questo Gesù Cristo è il Signore,
a gloria di Dio Padre. (Fil 2,10.8.11)
Colletta
Padre misericordioso,
tu hai voluto che il Cristo tuo Figlio
subisse per noi il supplizio della croce
per liberarci dal potere del nemico;
donaci di giungere alla gloria della risurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
 
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Prima lettura
  Is 50,4-9
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. (Terzo canto del Servo del Signore)
 
Dal libro del profeta Isaìa

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.
È vicino chi mi rende giustizia:
chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci.
Chi mi accusa? Si avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio mi assiste:
chi mi dichiarerà colpevole?

Parola di Dio

 
>
Salmo responsoriale
  Sal 68
 
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.

Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.

Mi sento venir meno.
Mi aspettavo compassione, ma invano,
consolatori, ma non ne ho trovati.
Mi hanno messo veleno nel cibo
e quando avevo sete mi hanno dato aceto.

Loderò il nome di Dio con un canto,
lo magnificherò con un ringraziamento,
Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.

 
Canto al Vangelo ()
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
sei stato condotto alla croce,
come agnello mansueto al macello.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
 
>
Vangelo  
  Mt 26,14-25
Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
   
 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

Parola del Signore

 
 
Preghiera dei fedeli
Gesù, servo sofferente, ci insegna la vera sapienza: quella che viene dall’alto e confida nell’aiuto del Signore. Perciò lo invochiamo dicendo:
Nella prova assistici, Signore!Per la Chiesa: fà che sia fedele, paziente e coraggiosa, per non tradire il Cristo suo sposo. Ti preghiamo:
Per i pastori della comunità cristiana: mantienili nella carità, anche se devono lottare in difesa dei piccoli e dei poveri. Ti preghiamo:
Per i popoli e le nazioni: fa’ che compiano un buon cammino sulla via del dialogo, perchè vi sia per tutti un futuro di pace. Ti preghiamo:
Per le famiglie: fa’ che, condividendo affetti, beni e speranze, siano profezie di una vita riconciliata nella fraternità e nell’amore. Ti preghiamo:
Per ciascuno di noi: fa’ che non ci stanchiamo di purificare continuamente il nostro cuore per ospitare con gioia la presenza di Cristo, nostra pasqua. Preghiamo:
Per chi si prodiga per la speranza altrui.
Per chi ancora opprime, in qualsiasi forma, la vita del prossimo.Padre misericordioso, accogli la supplica che sale a te. Te lo chiediamo con fede rinnovata in prossimità della Pasqua, giorno d’amore e di salvezza, in cui Gesù ha versato il suo sangue perchè fossimo purificati dalla colpa e avessimo parte nella tua gloria. Lui è Dio e vive e regna con te per tutti i secoli dei secoli. Amen.
   
 
Preghiera sulle offerte
Accetta questa offerta, Signore,
e fa’ che testimoniamo nella nostra vita
la passione del tuo Figlio,
che celebriamo nei santi misteri.
Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO DELLA PASSIONE DEL SIGNORE II
La vittoria della PassioneÈ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.
Contempliamo ormai vicini i giorni
della sua Pasqua di morte e risurrezione,
che segna la sconfitta dell’antico avversario
e l’evento stupendo della nostra redenzione.
Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l’eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell’inno di lode: Santo…
Antifona di comunione
“Il Figlio dell’uomo è venuto
non per essere servito, ma per servire
e dare la sua vita
in riscatto per tutti gli uomini”. (Mt 20,28)
Preghiera dopo la comunione
Dona ai tuoi fedeli, Dio onnipotente,
la certezza di essere rigenerati alla vita eterna
nella gloriosa morte del tuo Figlio,
che la Chiesa annunzia in questo grande mistero.
Per Cristo nostro Signore.

IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 28 Marzo 2018
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Santo STEFANO HARDING   Abate
Meriot, Sherborne, Inghilterra, 1060 ca. – Citeaux, Francia, 28 marzo 1134
La storia di Stefano Harding rimanda alle origini dell’ordine monastico dei cistercensi, tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo. Questo monaco inglese originario di Shelburne è infatti accanto a san Roberto di Molesme e ad Alberico quando nel 1098 fondano il nuovo monastero a Citeaux in Borgogna. Il principio ispiratore di questa nuova comunità era la…
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San GONTRANNO (GUNTRAMNO)   Re dei Franchi
525 – Chalon-sur-Saone, 28 marzo 592
Gontrano era un re francese del VI secolo. Figlio di Clotario I, era nato intorno al 525. Morto il padre, ereditò parte del suo regno (spartito con due fratelli), comprendente Borgogna, Marsiglia e Arles. Governò con saggezza (e anche con il pugno di ferro), soffocando le pretese dei nobili. Fu munifico con la Chiesa, ricoprendo di doni comunità e monasteri….
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San CASTORE DI TARSO   Martire
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Il Vangelo di martedì 27 marzo 2018, riflessione e liturgia

+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 13,21-33.36-38
Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.

Riflessione
• Siamo al terzo giorno della Settimana Santa. I testi del vangelo di questi giorni ci mettono dinanzi a fatti terribili che condurranno alla prigione ed alla condanna di Gesù. I testi non ci espongono solamente le decisioni delle autorità religiose e civili contro Gesù, ma anche i tradimenti e i negoziati dei discepoli che resero possibile la presa di Gesù da parte delle autorità e contribuirono enormemente ad aumentare la sofferenza di Gesù.
• Giovanni 13,21: L’annuncio del tradimento. Dopo aver lavato i piedi ai discepoli (Gv 13,2-11) ed aver parlato dell’obbligo che abbiamo di lavarci i piedi a vicenda (Gv 13,12-16), Gesù si commuove profondamente. E non è da meravigliarsi. Lui stava compiendo quel gesto di servizio e di dono totale di sé, mentre accanto a lui uno dei discepoli stava tramando come tradirlo quella stessa notte. Gesù esprime la sua commozione dicendo:“In verità, in verità vi dico, uno di voi mi tradirà!” Non dice: “Giuda mi tradirà”, ma “uno di voi”. E’ qualcuno del suo circolo di amicizia che lo tradirà.
• Giovanni 13,22-25: La reazione dei discepoli. I discepoli si impauriscono. Non si aspettavano questa dichiarazione e cioè che uno di loro sarebbe stato il traditore. Pietro fa segno a Giovanni di chiedere a Gesù chi dei dodici avrebbe commesso il tradimento. Segno questo che non si conoscevano bene tra di loro, non riuscivano a capire chi potesse essere il traditore. Segno, cioè, che l’amicizia tra di loro non aveva raggiunto la stessa trasparenza di Gesù con loro (cf. Gv 15,15). Giovanni si inclinò vicino a Gesù e gli chiese: “Chi è?”
• Giovanni 13,26-30: Gesù indica Giuda. Gesù dice: è colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò. Prende un pezzo di pane, lo intinge e lo porge a Giuda. Era un gesto comune e normale che i partecipanti ad una cena usavano fare. E Gesù disse a Giuda: “Quello che devi fare, fallo al più presto!” Giuda aveva una borsa comune. Era incaricato di comprare le cose e di dare l’elemosina ai poveri. Per questo, nessuno percepì nulla di speciale nel gesto e nelle parole di Gesù. In questa descrizione dell’annuncio del tradimento c’è l’evocazione del salmo in cui il salmista si lamenta dell’amico che lo tradì: “Perfino il mio amico, in cui avevo fiducia e che mangiava il mio pane, è il primo a tradirmi” (Sal 41,10; cf. Sal 55,13-15). Giuda si rende conto che Gesù era a conoscenza di tutto (Cf. Gv 13,18). Ma pur sapendolo, non torna indietro e mantiene la decisione di tradire il suo Maestro. E’ questo il momento in cui avviene una separazione tra Giuda e Gesù. Giovanni dice che satana entrò in lui. Giuda si alza ed esce. Si mette dalla parte dell’avversario (satana). Giovanni commenta: “Era di notte”. Era oscurità.
• Giovanni 13,31-33: Comincia la glorificazione di Gesù. E’ come se la storia avesse aspettato questo momento di separazione tra la luce e le tenebre. Satana (l’avversario) e le tenebre entrano in Giuda quando lui decide di eseguire ciò che stava tramando. In quel momento si fece luce in Gesù che dichiara: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito!” Tutto ciò che succederà d’ora in poi è per contagio regressivo. Le grandi decisioni erano già state prese sia da parte di Gesù (Gv 12,27-28) ed ora da parte di Giuda. I fatti si precipitano. E Gesù lo annuncia: “Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire”. Manca poco al passaggio, alla Pasqua.
• Giovanni 13,34-35: Il comandamento nuovo. Il vangelo di oggi omette questi due versi sul nuovo comandamento dell’amore, e comincia a parlare dell’annuncio della negazione di Pietro.
• Giovanni 13,36-38: Annuncio della negazione di Pietro. Insieme al tradimento di Giuda, il vangelo parla anche della negazione di Pietro. Sono i due fatti che contribuiscono di più al dolore di Gesù. Pietro dice che è disposto a dare la vita per Gesù. Gesù lo richiama alla realtà: “Tu sei disposto a dare la vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte”. Marco aveva scritto: “Prima che il gallo canti due volte, tu mi avrai rinnegato tre volte” (Mc 14,30). Tutti sanno che il gallo canta rapidamente. Quando al mattino il primo gallo comincia a cantare, quasi nello stesso tempo tutti i galli cantano insieme. Pietro è più rapido nella sua negazione che il gallo a cantare.
 
Per un confronto personale
• Giuda, l’amico, diventa il traditore. Pietro, l’amico, nega Gesù. Ed io?
• Mi metto nella situazione di Gesù e penso: come affronta la negazione ed il tradimento, il disprezzo e l’esclusione?

 

 

liturgia

Martedì della Settimana Santa
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola

Il tradimento di Gesù, per opera di Giuda, è l’esempio per eccellenza della cattiveria umana. Nel corso della storia, molti uomini hanno tradito i loro amici, coniugi, genitori, figli, concittadini o altri uomini fratelli. Questi uomini hanno stimato cosa da poco la solidarietà e la comunione umana. Ora, nella persona di Giuda, quest’ondata di indifferenza e di cattiveria si alza e si rovescia contro Gesù stesso, che in quanto Logos – Verbo – è il fondamento di ogni relazione positiva.
Durante la Settimana Santa, la sorte terrena del mediatore sarà decisa dal bacio del traditore. Ma il tradimento e la consegna di Gesù ai suoi nemici sarebbero impossibili senza l’azione, ad un livello più profondo, del Padre eterno che, attraverso le circostanze dell’Ultima Cena e della preghiera al Getsemani, si consegna lui stesso nella persona del Figlio. Compie così, nel tempo, il dono totale di sé che, nell’eternità, egli compie con la discesa dello Spirito Santo, il cui essere è Amore. La Passione di Gesù esprime nel tempo ciò che il Padre è nell’eternità. Così il tradimento di Giuda, colmo com’era della perversità del peccato, diventa il mezzo attraverso cui lo Spirito d’amore viene mandato in questo mondo, per salvarlo.

ntifona d’ingresso
Non consegnarmi in potere dei miei nemici;
contro di me sono insorti falsi testimoni,
gente che spira violenza. (Sal 27,12)
Colletta
Concedi a questa tua famiglia, o Padre,
di celebrare con fede
i misteri della passione del tuo Figlio,
per gustare la dolcezza del tuo perdono.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
 
>
Prima lettura
  Is 49,1-6
Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra. (Secondo canto del Servo del Signore)
 
Dal libro del profeta Isaìa

Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.
Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all’ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita,
mi ha riposto nella sua farètra.
Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
Io ho risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa presso il mio Dio».
Ora ha parlato il Signore,
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele
– poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza –,
e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d’Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni,
perché porti la mia salvezza
fino all’estremità della terra».

Parola di Dio

 
>
Salmo responsoriale
  Sal 70
 
La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.

Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.

Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.

La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza,
che io non so misurare.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.

 
Canto al Vangelo ()
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
sei stato condotto alla croce,
come agnello mansueto al macello.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
 
>
Vangelo  
  Gv 13,21-33.36-38
Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.
   
 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».

Parola del Signore

 
 
Preghiera dei fedeli
Dio ha un progetto di felicità per ciascun uomo e niente può impedire la sua volontà di salvezza. Dinanzi alle nostre sconfitte, confidiamo in lui e preghiamo:
Salvaci, Signore.- Nella Chiesa tu sei amato ma, per la nostra debolezza, sei anche tradito continuamente: aiuta le comunità cristiane a testimoniare il Cristo crocifisso, umiliato ed assaltato. Preghiamo:
– Con la voce dei poveri spesso ci inviti a te, ma quasi sempre ci allontaniamo indifferenti: indica alla comunità degli uomini la via della riconciliazione. Preghiamo:
– Ci chiedi di servire con amore, ma noi vogliamo piuttosto essere serviti: allontana dal cuore dell’uomo la sete del potere che opprime e distrugge. Preghiamo:
– Ci scandalizziamo per il tradimento degli altri, ma chiudiamo gli occhi sulle nostre molteplici colpe: non permettere che qualcuno giudichi e condanni confidando unicamente in se stesso. Preghiamo:
– Dividiamo lo stesso pane eucaristico, ma siamo restii a fare comunione col prossimo: rendici pane spezzato che, alla sequela del Cristo, sa condividere le ansie e le gioie dell’umanità. Preghiamo:

Padre, non guardare alle nostre colpe ma alla tua bontà. Te lo chiediamo per Cristo, che per amore nostro è sceso nelle profondità del dolore e della morte, e ora siede con te nella gloria, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

   
 
Preghiera sulle offerte
Accetta con bontà, Signore,
l’offerta dei tuoi fedeli;
tu che ci rendi partecipi di questi santi doni,
fa’ che giungiamo a possederli pienamente nel tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO DELLA PASSIONE DEL SIGNORE II
La vittoria della PassioneÈ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.
Contempliamo ormai vicini i giorni
della sua Pasqua di morte e risurrezione,
che segna la sconfitta dell’antico avversario
e l’evento stupendo della nostra redenzione.
Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l’eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell’inno di lode: Santo…
Antifona di comunione
Dio non ha risparmiato il proprio Figlio,
ma lo ha dato per tutti noi. (Rm 8,32)
Preghiera dopo la comunione
Padre misericordioso,
questo pane eucaristico,
che ci fa tuoi commensali in questo mondo,
ci ottenga la perfetta comunione con te nella vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.

 

IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 27 Marzo 2018
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San RUPERTO   Vescovo
m. 27 marzo 718
Originario dell’Irlanda, figlio di una famiglia di origini nobili, Ruperto è il patrono di Salisburgo. Dopo aver ricevuto una formazione monastica irlandese, infatti, attorno al 700 si recò in Baviera dove si dedicò alla predicazione e alla testimonianza monastica itinerante, ottenendo buoni risultati a Regensburg e Lorch. Con l’appoggio del conte Theodo di …
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Sant’ AIMONE DI HALBERSTADT   Vescovo
m. 27 marzo 853
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Sant’ AUGUSTA DI SERRAVALLE   Vergine e martire
Serravalle (Vittorio Veneto), † 100 ca.
Gli «Atti» di sant’Augusta furono redatti alla fine del XVI secolo da Minuccio de’ Minucci di Serravalle, segretario di papa Clemente VIII. Le notizie sono leggendarie, come del resto accadde per molti martiri dei primi tempi del cristianesimo. Augusta sarebbe stata figlia di Matruco, capo alemanno (dell’Alemagna, la Germania), che aveva conquistato e sottom…
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Il Vangelo di lunedì 26 marzo 2018, riflessione e liturgia

+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 12,1-11
Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.

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Riflessione
• Siamo entrati nella Settimana Santa, la settimana della pasqua di Gesù, del suo passaggio da questo mondo al Padre (Gv 13,1). La liturgia di oggi pone dinanzi a noi l’inizio del capitolo 12 del vangelo di Giovanni, che fa da legame tra il Libro dei Segni (cc 1-11) ed il Libro della Glorificazione (cc.13-21). Alla fine del “Libro dei Segni” appaiono con chiarezza la tensione tra Gesù e le autorità religiose dell’epoca (Gv 10,19-21.39) ed il pericolo che correva Gesù. Diverse volte avevano cercato di ucciderlo (Gv 10,31; 11,8.53; 12,10). Tanto è così che Gesù si vide obbligato a condurre una vita clandestina, perché poteva essere preso in qualsiasi momento (Gv 10,40; 11,54).
• Giovanni 12,1-2: Gesù, perseguitato dai giudei, si reca a Betania. Sei giorni prima della pasqua, Gesù si reca a Betania a casa delle sue amiche Marta e Maria e di Lazzaro. Betania significa Casa della Povertà. Lui era ricercato dalla polizia (Gv 11,57). Volevano ucciderlo (Gv 11,50). Ma pur sapendo che la polizia stava dietro Gesù, Maria, Marta e Lazzaro lo ricevono nella loro casa e gli offrono da mangiare. Era pericoloso accogliere in casa una persona ricercata ed offrirgli da mangiare. Ma l’amore fa superare la paura.
• Giovanni 12,3: Maria unge Gesù. Durante il pasto, Maria unge i piedi di Gesù con mezzo litro di profumo di nardo puro (cf. Lc 7,36-50). Era un profumo caro, anzi carissimo, che costava trecento denari. Gli asciuga dopo i piedi con i suoi capelli. Tutta la casa si riempì di profumo. Maria non parla durante tutto l’episodio. Agisce solo. Il gesto pieno di simbolismo parla da solo. Nel lavare i piedi, Maria si fa serva. Gesù ripeterà il gesto nell’ultima cena (Gv 13,5).
• Giovanni 12,4-6: Reazione di Giuda. Giuda critica il gesto di Maria. Pensa che è uno spreco. Infatti, trecento denari erano lo stipendio di trecento giorni! Lo stipendio di quasi un intero anno speso in una sola volta! Giuda pensa che il denaro si sarebbe dovuto dare ai poveri. L’evangelista commenta che Giuda non aveva nessuna preoccupazione per i poveri, ma che era un ladro. Avevano una cassa comune e lui rubava il denaro. Giudizio forte che condanna Giuda. Non condanna la preoccupazione per i poveri, ma l’ipocrisia che si serve dei poveri per promuoversi ed arricchirsi. Giuda, nei suoi interessi egoisti, pensava solo al denaro. Per questo non si rende conto di ciò che Maria aveva nel cuore. Gesù legge nel cuore e difende Maria.
• Giovanni 12,7-8: Gesù difende la donna. Giuda pensa allo spreco e critica la donna. Gesù pensa al gesto e difende la donna: “Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura!” E subito Gesù dice: “I poveri li avrete sempre tra di voi, ma non sempre avrete me!” Quale dei due viveva più vicino a Gesù: Giuda o Maria? Giuda, il discepolo, viveva insieme a Gesù da circa tre anni, ventiquattro ore al giorno. Faceva parte del gruppo. Maria lo vedeva una o due volte l’anno, in occasione di alcune feste, quando Gesù si recava a Gerusalemme e visitava la sua casa. Ma la convivenza senza amore non fa conoscere gli altri. Anzi acceca. Giuda era cieco. Molta gente vive insieme a Gesù e lo loda perfino con molti canti, ma non lo conosce veramente e non lo rivela (cf. Mt 7,21). Due affermazioni di Gesù meritano un commento più dettagliato: (a) “I poveri infatti li avrete sempre con voi”, e (b) “Perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura”.
(a) “I poveri li avrete sempre con voi” Forse Gesù vuol dire che non dobbiamo preoccuparci dei poveri, visto che sempre ci saranno dei poveri? O vuol dire che la povertà è un destino imposto da Dio? Come capire questa frase? In quel tempo le persone conoscevano l’Antico Testamento a memoria. Bastava che Gesù citasse l’inizio di una frase dell’AT e le persone già sapevano il resto. L’inizio della frase diceva: “I poveri li avrete sempre con voi!” (Dt 15,11a). Il resto della frase che la gente già sapeva e che Gesù volle ricordare è questo: “Per questo vi ordino: aprite la mano a favore del vostro fratello, del povero e dell’indigente, nella terra dove voi risiedete!” (Dt 15,11b). Secondo questa legge, la comunità deve accogliere i poveri e condividere con loro i suoi beni. Ma Giuda, invece di “aprire la mano a favore del povero” e di condividere con lui i suoi beni, voleva fare carità con il denaro degli altri! Voleva vendere il profumo di Maria per trecento denari ed usarli per aiutare i poveri. Gesù cita la Legge di Dio che insegnava il contrario. Chi, come Giuda, fa campagna con il denaro della vendita dei beni degli altri, non scomoda. Ma colui che come Gesù insiste nell’obbligo di accogliere i poveri e di condividere con loro i proprio beni, costui è scomodo e corre il pericolo di essere condannato.
(b) “Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura”. La morte in croce era un castigo terribile ed esemplare adottato dai romani per castigare i sovversivi che si opponevano all’impero. Una persona condannata a morte in croce non riceveva sepoltura e non poteva essere unta, e rimaneva appesa alla croce fino a che il cadavere era mangiato dagli animali, o riceveva sepoltura semplice, da povero. Oltre a questo, secondo la Legge dell’Antico Testamento, doveva essere considerata “maledetta da Dio” (Dt 21, 22-23). Gesù era già stato condannato a morte in croce per il suo impegno verso i poveri e la sua fedeltà al Progetto del Padre. Non sarebbe stato sepolto. Per questo, dopo morto, non poteva essere unto. Sapendo questo, Maria anticipa l’unzione e lo unge prima di essere crocifisso. Con questo gesto, dimostra che accettava Gesù Messia, anche se crocifisso! Gesù capisce il suo gesto e l’approva.
• Giovanni 12,9-11: La moltitudine e le autorità. Essere amico di Gesù poteva essere pericoloso. Lazzaro è in pericolo di morte a causa della vita nuova ricevuta da Gesù. I giudei decisero di ucciderlo. Un Lazzaro vivo era la prova vivente che Gesù era il Messia. Per questo la moltitudine lo cercava, poiché la gente voleva sperimentare da vicino la prova viva del potere di Gesù. Una comunità viva corre pericolo di vita perché è la prova viva della Buona Novella di Dio!
 
Per un confronto personale
• Maria è stata mal interpretata da Giuda. Sei stato/a interpretato/a male qualche volta?
• Cosa ci insegna il gesto di Maria? Cosa ci dice la reazione di Giuda?

 

liturgia

Lunedì della Settimana Santa

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola

Ogni evangelista racconta a modo suo la vita e le azioni di Gesù durante la festa della Pasqua a Gerusalemme. Per san Giovanni, tutto quello che succede durante questi “ultimi” giorni ha un valore simbolico e oltrepassa le apparenze. I protagonisti stessi diventano dei simboli: all’inizio della settimana della Passione, Gesù è l’ospite di Marta, di Maria e di Lazzaro, in Betania. L’amicizia li lega; è a loro che viene annunciato cosa significa parlare della “vita” e della “morte” quando si tratta di Gesù.
Marta compie i suoi doveri di padrona di casa. Gesù è a tavola con gli uomini. Maria fa qualcosa di sconveniente per la società dell’epoca – come per la nostra: unge i piedi di Gesù con un olio prezioso e li asciuga con i suoi capelli. Onora Gesù nell’innocenza del puro amore senza preoccuparsi delle altre persone riunite: l’odore del profumo riempie tutta la casa.
La critica superficiale che le viene indirizzata riguarda soltanto il suo “sperpero”. Ma, in realtà si adombra dell’abbandono senza misura di questa donna. Giuda parla in nome degli scontenti. Egli vuole trasformare in molteplici piccole razioni il dono di Maria, e venire così in aiuto a tante piccole miserie. Ma Gesù approva la spontaneità di questo amore, accetta il dono totale. Non è egli stesso sulla via del dono senza misura? Attraverso la sua morte, egli riscatta la vita del mondo.

Antifona d’ingresso
Giudica, Signore, chi mi accusa,
combatti chi mi assalta:
tieni saldo lo scudo e l’armatura,
sorgi, vieni in mio soccorso,
Signore, forza della mia salvezza. (Sal 35,1-2; Sal 140,8)
Colletta
Guarda, Dio onnipotente,
l’umanità sfinita per la sua debolezza mortale,
e fa’ che riprenda vita
per la passione del tuo unico Figlio.
Egli è Dio e vive e regna con te…
 
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Prima lettura
  Is 42,1-7
Non griderà, non farà udire in piazza la sua voce. (Primo canto del Servo del Signore)
 
Dal libro del profeta Isaìa

«Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.
Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta;
proclamerà il diritto con verità.
Non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito il diritto sulla terra,
e le isole attendono il suo insegnamento».
Così dice il Signore Dio,
che crea i cieli e li dispiega,
distende la terra con ciò che vi nasce,
dà il respiro alla gente che la abita
e l’alito a quanti camminano su di essa:
«Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano;
ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».

Parola di Dio

 
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Salmo responsoriale
  Sal 26
 
Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Quando mi assalgono i malvagi
per divorarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
a inciampare e cadere.

Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me si scatena una guerra,
anche allora ho fiducia.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

 
Canto al Vangelo ()
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re:
tu solo hai compassione di noi peccatori.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
 
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Vangelo  
  Gv 12,1-11
Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
   
 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Parola del Signore

 
 
Preghiera dei fedeli
Gesù, luce delle genti e nostra giustizia, viene per liberarci da ogni prigionia e cecità. Desiderosi della vita nuova, chiediamo:
Donaci il tuo Spirito, Signore!Per amarti nella Chiesa, anche quando non ci sembra tua perfetta trasparenza:
Per servirti nei poveri e in quelli che il mondo emargina:
Per spendere gratuitamente la nostra vita per te:
Per attendere con pazienza la tua venuta e la tua salvezza:
Per ricordare che siamo opera delle tue mani e tutti fratelli tra noi:
Per rispettare e venerare i tuoi modi di intervenire nella storia:
Per saperti accogliere nel nostro cuore profumato di adorazione e di amore:
Per sentirti vicino a noi peccatori, dalla fede incrinata e smorta:
Per rinnovarti il nostro <> ogni giorno:
Per seguirti ovunque, anche se non sappiamo dove il tuo amore ci conduce:
Per aprirci al mistero della croce, consegnandoti la nostra volontà come ha fatto il Cristo:O Dio, creatore e salvatore nostro, che ci hai dato tutti i doni del tuo amore, ascolta la nostra voce. con il sacrificio del tuo Figlio Gesù, ti offriamo ciò che siamo, in semplicità e letizia, perchè il profumo della tua lode si spanda nell’universo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
   
 
Preghiera sulle offerte
Accogli, o Padre, il sacrificio che ti offriamo
e fa’ che l’albero della croce,
che ha annullato la nostra condanna,
produca per noi frutti di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO DELLA PASSIONE DEL SIGNORE II
La vittoria della PassioneÈ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.
Contempliamo ormai vicini i giorni
della sua Pasqua di morte e risurrezione,
che segna la sconfitta dell’antico avversario
e l’evento stupendo della nostra redenzione.
Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l’eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell’inno di lode: Santo…
Antifona di comunione
Non nascondere da me il tuo volto;
nel giorno della mia angoscia
tendi verso di me il tuo orecchio;
quando t’invoco, affrettati a rispondermi. (Sal 102,3)
Preghiera dopo la comunione
Visita, Signore, il tuo popolo,
consacrato da questi santi misteri,
proteggilo con il tuo amore premuroso,
perché custodisca con il tuo aiuto
i doni che ha ricevuto dalla tua misericordia.
Per Cristo nostro Signore.
   

 

 

IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 26 Marzo 2018
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San LUDGERO DI MUNSTER   Vescovo
Frisia, c. 745 – 26 marzo 809
Nato verso il 745 in Frisia è legato all’evangelizzazione della Germania transrenana, come discepolo di Gregorio e di Alcuino di York. Dopo l’ordinazione sacerdotale, ricevuta a Colonia nel 777, si dedicò alla evangelizzazione della regione pagana della Frisia. Nel 776, durante la prima spedizione in questa zona, Carlo Magno impose il battesimo a tutti i gue…
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Santi MONTANO E MASSIMA   Sposi, martiri
Sirmio (Pannonia), † 304 ca.
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San CASTULO   Martire
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