+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,38-42
Io vi dico di non opporvi al malvagio.
Riflessione
• Il vangelo di oggi fa parte di una piccola unità letteraria che va da Mt 5,17 fino a Mt 5,48, in cui si descrive come passare dall’antica giustizia dei farisei (Mt 5,20) alla nuova giustizia del Regno di Dio (Mt 5,48). Descrive come salire sulla Montagna delle Beatitudini, da dove Gesù annunciò la nuova Legge dell’Amore. Il grande desiderio dei farisei era vivere nella giustizia, essere giusti dinanzi a Dio. E questo è anche il desiderio di tutti noi. Giusto è colui o colei che riesce a vivere dove Dio vuole che viva. I farisei si sforzavano di raggiungere la giustizia mediante la stretta osservanza della Legge. Pensavano che con il loro sforzo potevano arrivare a stare dove Dio li voleva. Gesù prende posizione nei confronti di questa pratica e annuncia la nuova giustizia che deve superare la giustizia dei farisei (Mt 5,20). Nel vangelo di oggi stiamo giungendo quasi alla cima della montagna. Manca poco. La cima è descritta in una frase: “Siate perfetti come il vostro Padre celestiale è perfetto” (Mt 5,48), che mediteremo nel vangelo di domani. Vediamo da vicino questo ultimo grado che ci manca per giungere alla cima della montagna, di cui San Giovanni della Croce dice: “Qui regnano il silenzio e l’amore”.
• Matteo 5,38: Occhio per occhio, dente per dente. Gesù cita un testo dell’Antica legge dicendo: “Avete inteso che è stato detto: Occhio per occhio, dente per dente!” Abbreviò il testo, perché il testo intero diceva: ”Vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, colpo per colpo” (Es 21,23-25). Come nei casi precedenti, anche qui Gesù fa una rilettura completamente nuova. Il principio “occhio per occhio, dente per dente” si trovava alla radice dell’interpretazione che gli scribi facevano della legge. Questo principio deve essere sovvertito, perché perverte e distrugge il rapporto tra le persone e con Dio.
• Matteo 5,39ª: Non restituire il male con il male. Gesù afferma esattamente il contrario: “Ma io vi dico di non opporvi al malvagio”. Dinanzi a una violenza ricevuta, la nostra reazione naturale è pagare l’altro con la stessa moneta. La vendetta chiede “occhio per occhio, dente per dente”. Gesù chiede di restituire il male non con il male, ma con il bene. Perché se non sappiamo superare la violenza ricevuta, la spirale di violenza occuperà tutto e non sapremo più cosa fare. Lamech diceva: “Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamech settantasette” (Gen 4,24). E fu proprio per questa terribile vendetta che tutto è finito nella confusione della Torre di Babele (Gen 11,1-9). Fedele all’insegnamento di Gesù, Paolo scrive nella lettera ai Romani: “Non rendete a nessuno male per male; la vostra preoccupazione sia fare il bene a tutti gli uomini. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Rom 12,17-21). Per poter avere questo atteggiamento è necessario avere molta fede nella possibilità di recupero che ha l’essere umano. Come fare questo in pratica? Gesù offre quattro esempi concreti.
• Matteo 5,39b-42: I quattro esempi per superare la spirale di violenza. Gesù dice: “anzi (a) se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; (b) e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. (d) E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. (e) Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle”. (Mt 5,40-42). Come capire queste quattro affermazioni? Gesù stesso ci offre un aiuto per aiutarci a capirle. Quando il soldato gli colpì la guancia, lui non gli porse l’altra. Anzi, reagì con energia: “Se ho parlato male, dimostrami dove è il male, ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?” (Gv 18,23). Gesù non insegna ad essere passivi. San Paolo crede che ripagando il male con il bene “tu ammasserai carboni ardenti sul capo dell’altro” (Rm 12,20). Questa fede nella possibilità di recupero dell’essere umano è possibile solo partendo dalla radice che nasce dalla gratuità totale dell’amore creatore che Dio ci mostra nella vita e negli atteggiamenti di Gesù.
Lunedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
Nella prima lettura si manifesta in pieno il temperamento di Paolo, un temperamento amante del contrasto, dell’opposizione, perché è insieme un lottatore e un uomo ipersensibile. Spesso i suoi scritti sono difficili da capire proprio per questa insistenza sui contrasti, che mette in evidenza l’aspetto sconcertante del mistero di Cristo e anche della vita dell’Apostolo. Qui i contrasti si susseguono: “Siamo ritenuti impostori, eppure siamo veritieri; sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi, ed ecco viviamo; afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!”. Sono tutti aspetti della vita apostolica. Dio ha scelto un temperamento come quello di Paolo perché la situazione dell’Apostolo e di ogni cristiano, una situazione straordinaria, fatta tutta di opposti, fosse espressa nella Scrittura in modo più vivo.
Nel Vangelo odierno anche Gesù invita i suoi discepoli a vivere in modo sconcertante. Invece di rispondere al male con il male, che è la risposta naturalmente più spontanea e che anche l’Antico Testamento aveva codificato (“Occhio per occhio, dente per dente”), essi devono contrapporre al male il bene; ed è il contrasto fondamentale. “Se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra”. Sembra una cosa stupida, ed è l’atteggiamento più profondamente cristiano; san Paolo lo vede come cosa divina.
Noi non prendiamo dalla nostra ricchezza per dare agli altri, ciò che potrebbe fomentare la nostra superbia ma attingiamo alla nostra povertà e per la grazia di Dio possiamo aiutare molti. Questo è il paradosso della vita apostolica e spirituale: il Signore ci lascia poveri, ci lascia nelle difficoltà e proprio in esse la sua grazia si manifesta, il suo amore risplende. “Poveri, ma facciamo ricchi molti” se nella nostra povertà lasciamo agire Dio. Rimanendo poveri poveri in tutti i sensi accogliamo veramente in noi la ricchezza di Dio, che è di un altro genere, per trasmetterla agli altri.
Chiediamo al Signore che aumenti la gioia del nostro essere poveri, afflitti, incompresi di fronte al mondo, perché possiamo arricchirlo dei beni di Dio.
Antifona d’ingresso Ascolta Signore, la mia voce: a te io grido. Sei tu il mio aiuto, non respingermi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 27,7-9) |
Colletta O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo… |
2Cor 6,1-10
Ci presentiamo come ministri di Dio.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Parola di Dio |
Il Signore ha rivelato la sua giustizia.
Cantate al Signore un canto nuovo, Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, Tutti i confini della terra hanno veduto |
Canto al Vangelo (Sal 118) Alleluia, alleluia. Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. Alleluia. |
Vangelo |
Mt 5,38-42
Io vi dico di non opporvi al malvagio.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Fratelli, rivolgiamo con fiducia la nostra preghiera a Dio Padre, che non manca di soccorrerci nel momento del bisogno. Diciamo insieme: Signore, vieni in nostro aiuto.Per la Chiesa, perché l’azione dello Spirito la purifichi sempre e la renda viva testimonianza di Cristo fratello di ogni uomo. Preghiamo: Per i ministri del vangelo, perché, sorretti dalla sapienza della fede, siano con le parole e le opere instancabili annunciatori dell’amore di Dio. Preghiamo: Per le nostre famiglie, perché vivano sempre in cristiana armonia e si aprano all’accoglienza di chi è nel bisogno. Preghiamo: Per tutti i lavoratori, perché facciano prevalere la solidarietà e la condivisione nella necessità, sulla ricerca del profitto e della carriera. Preghiamo: Per noi che partecipiamo a questa eucaristia, perché l’esempio di Cristo, che si è dato per noi, risvegli le virtù della misericordia e della generosità. Preghiamo: Perché la nostra comunità sia sempre pronta ad accogliere. Per le persone più in difficoltà della nostra parrocchia.Dio buono e fedele, che soccorri chi spera in te, concedi al tuo popolo di guardare con rinnovata certezza all’amore del tuo Figlio che si dona anche in questa eucaristia, e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. |
Preghiera sulle offerte O Dio, che nel pane e nel vino doni all’uomo il cibo che lo alimenta e il sacramento che lo rinnova, fà che non ci venga mai a mancare questo sostegno del corpo e dello spirito. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona di comunione Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita. (Sal 27,4)Oppure: Dice il Signore: “Padre Santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi”. (Gv 17,11) |
Preghiera dopo la comunione Signore, la partecipazione a questo sacramento, segno della nostra unione con te, edifichi la tua Chiesa nell’unità e nella pace. Per Cristo nostro Signore. |