+ Dal Vangelo secondo Marco Mc 8,22-26
Il cieco fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa.
Riflessione
• Il vangelo di oggi racconta la guarigione di un cieco. Questo episodio di guarigione costituisce l’inizio di una lunga istruzione di Gesù ai discepoli (Mc 8,27 a 10,45) che, a loro volta, termina con la guarigione di un altro cieco (Mc 10,46-52). In questo contesto più ampio, Marco suggerisce ai lettori che i veri ciechi sono Pietro e gli altri discepoli. Siamo tutti noi! Loro non capivano la proposta di Gesù quando parlava della sofferenza e della croce. Pietro accettava Gesù come Messia, ma non come messia sofferente (Mc 8,27-33). Lui era colpito anche dalla propaganda dell’epoca che solo parlava di messia, di re glorioso. Pietro sembrava essere cieco. Non capiva nulla, ma voleva che Gesù fosse come lui voleva.
- Il vangelo di oggi ci indica come è stato difficile curare il primo cieco. Gesù dovette fare questa guarigione in due tappe. Anche difficile fu la guarigione dei discepoli. Gesù dovette dare una lunga spiegazione riguardo al significato della Croce per aiutarli a capire, perché ciò che produceva in loro la cecità era la croce.
- Nell’anno 70, quando Marco scrive, la situazione delle comunità non era facile. C’era molta sofferenza, molte croci. Sei anni prima, nel 64, l’imperatore Nerone aveva decretato la prima grande persecuzione, uccidendo molti cristiani. Nel 70, in Palestina, i romani stavano distruggendo Gerusalemme. Negli altri paesi, stava cominciando una forte tensione tra giudei convertiti e giudei non convertiti. La difficoltà maggiore era la Croce di Gesù. I giudei pensavano che un crocifisso non potesse essere il messia così atteso dalla gente, poiché la legge affermava che tutti i crocifissi dovevano essere considerati persone maledette da Dio (Dt 21,22-23).
- Marco 8,22-26: Guarigione di un cieco. Portarono un cieco, chiedendo che Gesù lo curasse. Gesù lo curò, ma in modo diverso. Prima di tutto, lo portò fuori dal villaggio. Poi gli mise saliva sugli occhi, gli impose le mani e chiese: Vedi qualcosa? L’uomo rispose: Vedo degli uomini; infatti sembrano alberi che camminano! Vedeva solo in parte. Scambiava alberi per persone, o persone per alberi! Solo in un secondo momento Gesù guarisce il cieco e gli proibisce di entrare nel villaggio. Gesù non voleva una propaganda facile.
- Come è stato detto, questa descrizione della guarigione del cieco funge da introduzione alla lunga istruzione di Gesù per curare la cecità dei discepoli, ed alla fine termina con la guarigione di un altro cieco, Bartimeo. In realtà il cieco era Pietro. Lo siamo noi tutti. Pietro non voleva l’impegno della Croce! E noi capiamo il significato della sofferenza nella vita?
- Tra le due guarigioni del cieco (Mc 8,22-26 e Mc 10,46-52), si trova la lunga istruzione sulla Croce (Mc 8,27 a 10,45). Sembra un catechismo, fatto di frasi di Gesù stesso. Parla sulla croce nella vita del discepolo. La lunga istruzione consta di tre annunci della passione. Il primo è quello di Marco 8,27-38. Il secondo di Marco 9,30-37. Il terzo di Marco 10,32-45. Tra il primo e il secondo, ci sono una serie di istruzioni per aiutare a capire che Gesù è il Messia Servo (Mc 9,1-29). Tra il secondo e il terzo, una serie di istruzioni che indicano che tipo di conversione deve avvenire nella vita di coloro che accettano Gesù, Messia Servo (Mc 9,38 a 10,31): Mc 8,22-26: la guarigione di un cieco Mc 8,27-38: primo annuncio della Croce Mc 9,1-29: istruzioni ai discepoli sul Messia Servo Mc 9,30-37: secondo annuncio della Croce Mc 9,38 a 10,31: istruzioni ai discepoli sulla conversione Mc 10,32-45: terzo annuncio della Croce Mc 10,46-52: la guarigione del cieco Bartimeo L’insieme di questa istruzione ha come sfondo il cammino dalla Galilea fino a Gerusalemme.
- Dall’inizio fino alla fine di questa lunga istruzione, Marco informa che Gesù è in cammino verso Gerusalemme, dove patirà la morte (Mc 8,27; 9,30.33; 10,1.17.32). La comprensione piena della sequela di Gesù non si ottiene da idee teoriche, madall’impegno pratico, camminando come lui lungo il cammino del servizio, dalla Galilea fino a Gerusalemme. Chi insiste nel mantenere l’idea di Pietro, cioè, del Messia glorioso senza la croce, non capirà nulla e non giungerà mai ad assumere l’atteggiamento del vero discepolo. Continuerà ad essere cieco, scambiando la gente per alberi (Mc 8,24). Perché senza la croce è impossibile capire chi è Gesù e cosa significa seguire Gesù.
• Il Cammino della sequela è il cammino del dono di sé, dell’abbandono, del servizio, della disponibilità, dell’accettazione del conflitto, sapendo che ci sarà la risurrezione. La croce non è un incidente di percorso, ma fa parte di questo cammino. Perché in un mondo, organizzato partendo dall’egoismo, l’amore e il servizio possono esistere solo crocifissi! Chi fa della sua vita un servizio agli altri, scomoda coloro che vivono attaccati ai privilegi, e soffre.
Mercoledì della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
Nel Vangelo di oggi vediamo la semplicità del Signore Gesù e anche la sua umiltà. Per compiere il miracolo si nasconde, conducendo il cieco fuori del villaggio per non essere visto. Questa semplicità ci meraviglia: Gesù qui sembra un operaio che fa una cosa e non vuole che sia vista finché non è completata. il Signore mette della saliva sugli occhi del cieco gli impone le mani e gli domanda: “Vedi qualcosa?”. Si direbbe che il miracolo è compiuto a metà: “Vedo gli uomini; infatti vedo come degli alberi che camminano”. Di nuovo Gesù gli impone le mani e il miracolo è completo: “Vedeva a distanza ogni cosa”.
Questa semplicità divina, che può destare il nostro stupore, la troviamo anche nel racconto della Genesi, dove Dio cambia la sua decisione: “Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo, né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto”. Eppure in un altro passo della Scrittura è detto che Dio non si pente, che egli non è un uomo, per cambiare opinione. I filosofi insistono molto su questa immutabilità di Dio, dicono che Dio, essendo la perfezione assoluta, non può cambiare. C’è qui qualche contraddizione, ma è una contraddizione che deriva dalla nostra limitatezza, che non può comprendere Dio. Dice sant’Agostino che è una grande felicità poter comprendere qualche cosa di Dio, ma che non è possibile all’uomo comprendere Dio; se l’uomo lo comprendesse, non sarebbe più Dio. infatti noi abbiamo bisogno di mettere insieme cose contraddittorie per farci un ‘idea meno imperfetta di Dio. Se vogliamo fare come i filosofi, e insistere sulla immutabilità di Dio, avremo un’idea di Dio molto molto povera. Dio sarebbe per noi come un mucchio di pietre, che non si muove, non cambia, non ha sentimenti, non vive. Se invece leggiamo con semplicità la Bibbia, vediamo che Dio pensa, ha dei sentimenti, ama profondamente, va in collera per i peccati del suo popolo, cambia le sue decisioni… E abbiamo l’idea di un essere vivente, pieno di movimento, di ricchezza, e questo è più vero dell’idea dei filosofi. Nella Bibbia si parla di Dio piuttosto come di un uomo, che è vivo, che riflette, prova delle emozioni, cambia parere, fa dei progetti… Questo è il modo più usato nella Bibbia. Talvolta anche la Bibbia fa delle osservazioni nella direzione dei filosofi, dicendo che Dio è perfetto, non muta, non si pente; generalmente però mostra Dio a nostra immagine, perché questo è più utile. Dobbiamo sapere che la perfezione divina è una perfezione di pienezza, non una perfezione di immobilità; che questa immutabilità contiene in sé tutti i movimenti; che Dio non ha emozioni umane, ma è al di sopra delle nostre emozioni. E vero che Dio non ama come noi, ma egli ama più di noi, in un modo che noi non possiamo comprendere.
La rivelazione di Dio è avvenuta in modo pieno nella umanità di Gesù. Gesù vero uomo, che ha sofferto, ha amato, ha riflettuto, ha fatto dei progetti nella sua vita, che è stato ingannato, tradito, è la rivelazione del modo di essere di Dio.
Domandiamo al Signore Gesù di aprire i nostri occhi perché possiamo avere di Dio non una idea povera, ma vera, ricca, che metta in noi un senso di adorazione, di ammirazione, di gratitudine.
Comprendere qualcosa di Dio è una grande felicità. E anche capire che non possiamo comprenderlo è felicità, perché ci mette nella fede davanti al profondo mistero di Dio.
Antifona d’ingresso Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. Tu sei mia rupe e mia fortezza: guidami per amore del tuo nome. (Cf. Sal 30,3-4) |
Colletta O Dio, che hai promesso di abitare in coloro che ti amano con cuore retto e sincero, donaci la grazia di diventare tua degna dimora. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. |
Gen 8,6-13.20-22
Ecco, la superficie del suolo era asciutta.
Dal libro della Gènesi
Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatto nell’arca e fece uscire un corvo. Esso uscì andando e tornando, finché si prosciugarono le acque sulla terra. Parola di Dio |
A te, Signore, offrirò un sacrificio di ringraziamento.
Che cosa renderò al Signore, Adempirò i miei voti al Signore, Adempirò i miei voti al Signore |
Canto al Vangelo (Ef 1,17-18) Alleluia, alleluia. Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati. Alleluia. |
Vangelo |
Mc 8,22-26
Il cieco fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Il Signore dimentica il peccato dell’uomo e lo riconcilia a sè perché viva sempre nel suo perdono. Rinnovati dal suo amore, diciamo: Salva il tuo popolo, Signore.Nel tuo disegno di amore sai trasformare in bene anche il dolore e la colpa: fà sorgere nuovi cieli e nuova terra dove ogni creatura sia rigenerata. Preghiamo: Hai dato la vista al cieco: apri gli occhi degli uomini perché vedano te, pastore che li guida al vero bene. Preghiamo: Ti inserisci con gesti umani nella realtà di ogni giorno: aiuta i predicatori ad annunciare la tua parola per la concreta situazione di ogni uomo. Preghiamo: Hai assunto in tutto la sofferenza dell’uomo: dimostrati padre e madre ai ragazzi che sono vittime del disaccordo e della separazione della famiglia. Preghiamo: Sei morto per un’ingiusta sentenza: liberaci dal pronunciare giudizi e condanne con la bocca e col cuore. Preghiamo: Per chi non ha ancora accolto completamente la verità di Cristo. Per gli operatori di pace. O Signore misericordioso, che per i meriti di un uomo giusto hai preservato l’umanità dalla distruzione: guarda ora al tuo Cristo che viene tra noi. Per i suoi meriti, liberaci da ogni male e donaci la vita eterna. Lui è Dio e vive con te per i secoli eterni. Amen. |
Preghiera sulle offerte Questa offerta, o Signore, ci purifichi e ci rinnovi, e ottenga a chi è fedele alla tua volontà la ricompensa eterna. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona alla comunione Mangiarono fino a saziarsi e il Signore appagò il loro desiderio. La loro brama non andò delusa. (Cf. Sal 77,29-30)Oppure: Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. (Gv 3,16) |
Preghiera dopo la comunione O Signore, che ci hai fatto gustare il pane del cielo, fa’ che desideriamo sempre questo cibo che dona la vera vita. Per Cristo nostro Signore. |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 15 Febbraio 2023
Santi FAUSTINO E GIOVITA Martiri
Sec. II
La loro vita viene ricostruita, con l’aggiunta di diversi elementi leggendari, dalla «Legenda maior». Di storico vi è l’esistenza dei due giovani cavalieri, convertiti al cristianesimo, tra i primi evangelizzatori del Bresciano e morti martiri tra il 120 e il 134 al tempo dell’imperatore Adriano. La tradizione arricchisce di particolari il loro martirio. La loro conversione viene attribuita al vescovo Apollonio, lo stesso che poi ordina Faustino presbitero e Giovita diacono. Il loro successo nell…
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Sant’ EUSEO DI SERRAVALLE-SESIA Eremita
Secondo la tradizione sarebbe vissuto nel secolo XIII o nel XIV, nella zona di Serravalle – Sesia, in provincia di Vercelli, facendo il calzolaio. E così è stato sempre rappresentato, nell’atto di aggiustare le scarpe, in pitture precedenti il secolo XVII, in varie chiese della regione. La devozione a questo santo, tuttavia è legata alla sua vita eremitica e penitente, non al mestiere professato. Il miracolo che manifestò a tutti la santità di Euseo si verificò l’ultimo giorno di carnevale, di un anno imprecisato, …
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Santi ISICIO, GIUSEPPE DI ROMA, ZOSIMO, BARALO E AGAPE Martiri
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