Pulire pulire pulire: questo il diktat che si è ripetuto fino a sabato. La fuliggine continua a depositarsi e a cadere giù dal tetto sull’altare dal rosone centrale, indifferente alle preoccupazioni di chi guarda in alto impensierito. Il fuoco che ha bruciato domenica mattina la sagrestia e invaso di fumo la chiesa si è fermato ma ora si fa la conta dei danni. Che a quanto pare non sono lievi. Nel rogo che si è sviluppato (sembra da un corto circuito) sono andati in fumo casule, vestiti dei ministranti, stoffe, tappeti, e poi arazzi, stendardi, documenti. Il quadro elettrico è saltato e si è cercato di rispristinarlo in fretta e furia. E una ditta specializzata ha lavato e ripulito il giro di nero e macchie che si sono create dentro la chiesa. Una situazione che si sta strenuamente cercando di riportare alla normalità anche se probabilmente passerà ancora del tempo. Nonostante per volontà dello stesso parroco Domenico Giannandrea si è cercato alacremente di salvare il programma della Settimana Santa. Con la liturgia penitenziale organizzata lunedì sera in oratorio e persino celebrato un funerale in condizione difficili. Fortunatamente almeno per Domenica delle Palme la Santa Messa delle ore 11 il clima soleggiato ha consentito di utilizzare il giardino dell’oratorio per poterla svolgere regolarmente. Quella delle 8,30 invece era stata interrotta a causa del fumo che uno dei ministranti aveva notato fuoriuscire dalla porta che divide sagrestia e interno chiesa. Una sottile striscia che ha allarmato subito i partecipanti che si trovavano sull’altare e che ha consentito di interrompere la liturgia e uscire frettolosamente senza danni alle persone. Molti invece quelli alle cose. Oltre il lungo elenco dell’abbondante contenuto di roba riposto nel locale adiacente alla sacrestia sono andati distrutti giacconi e giacchetti di chi si trovava a servire l’altare, cellulari che sono stati colpiti dalla terribile onda di calore che si è sprigionata in una manciata di minuti dentro la sagrestia stessa costringendo alla fuga quanti si trovavano a partecipare e celebrare la messa delle ore 8.30. Subito sono stati allertati i soccorsi e dalla caserma dei vigili del fuoco una squadra è prontamente intervenuta e ha avuto ragione delle fiamme benché solo dopo interminabili minuti di paura e sbigottimento di tutti. Sconcertato il sacerdote che ha visto bruciare letteralmente anni di sacrifici di oggetti comprati e raccolti negli anni per poter rendere belle e solenni tutte le funzioni religiose previste: battesimi, comunioni, cresime, matrimoni, funerali. “Un disastro” – il commento di chi ha visto per primo cosa l’incendio aveva provocato e di quanti sono potuti rientrare nei locali anneriti quando finita l’emergenza è stato possibile andare a controllare ciò che era rimasto intatto. Per la verità poco. Ci sarà da ricostruire, da ricomprare così in tanti scuotevano sconsolati la testa appena accaduto l’incidente: “Proprio durante la Settimana Santa, -zeppa di appuntamenti sacri per poter celebrare nel modo giusto e solenne la Santa Pasqua”. Persino durante l’omelia domenicale Don Domenico è parso sconfitto e profondamente addolorato. <<Dovrei io consolare voi ma non ce la faccio – ha detto con le lacrime agli occhi>>. Ma oggi è tempo di voltare pagina, di guardare avanti con speranza, e non sono certo mancate attestati di vero affetto e slancio verso la parrocchia. In tanti si sono rimboccati le maniche per aggiustare, sistemare, portare in salvo il salvabile e rendere degna la struttura pronta per poter accogliere i fedeli che si sono infatti riversati puntuali per i numerosi appuntamenti di questi giorni. La Comunità dunque ha fatto quadrato attorno al parroco e ognuno secondo le proprie possibilità ha contribuito perché non si sentisse solo e abbandonato in tale incredibile e incresciosa situazione. Forse questa è stata la vera Pasqua per la nostra cara Parrocchia.