+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 10,7-13
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Riflessione
• Oggi è la festa di san Barnaba. Il vangelo parla degli insegnamenti di Gesù ai discepoli su come annunciare la Buona Novella del Regno alle “pecore perdute di Israele” (Mt 10,6). Loro devono: a) guarire i malati, risuscitare i morti, purificare i lebbrosi, scacciare i demoni (v.8); b) annunciare gratuitamente ciò che gratuitamente ricevono (v.8); c) non procurarsi oro, né sandali, né bastone, né bisaccia, né due tuniche (v.9); d) cercarsi una casa dove poter esser accolti fino al termine di una missione (v.11); e) essere portatori di pace (v.13).
• Al tempo di Gesù c’erano vari movimenti che, come lui, erano alla ricerca di una nuova maniera di vivere e convivere, per esempio, Giovanni Battista, i farisei, esseni ed altri. Molti di loro formavano comunità di discepoli (Gv 1,35; Lc 11,1; At 19,3) ed avevano i loro missionari (Mt 23,15). Però c’era una grande differenza! I farisei, per esempio, quando andavano in missione, erano prevenuti. Pensavano che non potevano fidarsi degli alimenti della gente, perché non sempre erano ritualmente “puri”. Per questo, portavano bisaccia e denaro per poter occuparsi loro stessi di ciò che mangiavano. Cosi, le osservanze della Legge della purezza, invece di aiutare a superare le divisioni, indebolivano ancora di più il vissuto dei valori comunitari. La proposta di Gesù è diversa. Il suo metodo traspare nei consigli che lui dà agli apostoli quando li manda in missione. Per mezzo delle istruzioni, cerca di rinnovare e riorganizzare le comunità di Galilea in modo che fossero di nuovo un’espressione dell’Alleanza, una mostra del Regno di Dio.
• Matteo 10,7: L’annuncio della vicinanza del Regno. Gesù invita i discepoli ad annunciare la Buona Novella. Loro devono dire: “Il Regno dei cieli è vicino!” Cosa vuol dire che il Regno è vicino? Non significa una vicinanza nel tempo, nel senso che basta aspettare un poco di tempo e dopo il Regno verrà. “Il Regno è vicino” significa che già è alla portata della gente, già “è in mezzo a voi” (Lc 17,21). E’ bene acquisire uno sguardo nuovo, per poter percepire la sua presenza o prossimità. La venuta del Regno non è frutto della nostra osservanza, come volevano i farisei, ma si rende presente, gratuitamente, nelle azioni che Gesù raccomanda agli apostoli: guarire i malati, risuscitare i morti, purificare i lebbrosi, scacciare i demoni.
• Matteo 10,8: Guarire, risuscitare, purificare, scacciare. Malati, morti, lebbrosi, posseduti erano gli esclusi dalla convivenza, ed erano esclusi in nome di Dio. Non potevano partecipare alla vita comunitaria. Gesù ordina di accogliere queste persone, di includerle. Il Regno di Dio si rende presente in questi gesti di accoglienza e di inclusione. In questi gesti di gratuità umana si nota l’amore gratuito di Dio che ricostruisce la convivenza umana e ricuce i rapporti interpersonali.
• Matteo 10,9-10: Non portare nulla. Al contrario degli altri missionari, gli apostoli non possono portare nulla: “Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento”. L’unica cosa che potete e dovete portare è la Pace (Mt 10,13). Ciò significa che devono fidarsi dell’ospitalità e della condivisione della gente. Perché il discepolo che non porta nulla con sé e porta la pace, indica che ha fiducia nella gente. Crede che sarà ricevuto, e la gente si sente valorizzata, apprezzata e confermata. L’operaio ha diritto al suo alimento. Facendo questo, il discepolo critica le leggi di esclusione e riscatta gli antichi valori della condivisione e della convivenza comunitaria.
• Matteo 10,11-13: Vivere insieme ed integrarsi in comunità. Giungendo a un luogo, i discepoli devono scegliere una casa di pace e lì devono rimanere fino alla fine. Non devono passare da una casa all’altra, bensì vivere lì stabilmente. Devono divenire membri della comunità e lavorare per la pace, cioè per ricostruire i rapporti umani che favoriscono la Pace. Per mezzo di questa pratica, loro riscattano un’antica tradizione della gente, criticano la cultura di accumulazione, tipica della politica dell’impero romano ed annunciano un nuovo modello di convivenza.
• Riassunto: le azioni raccomandate da Gesù per l’annuncio del Regno sono queste: accogliere gli esclusi, fidarsi dell’ospitalità, spingere alla condivisione, vivere stabilmente e in modo pacifico. Se questo avviene, allora possiamo e dobbiamo gridare ai quattro venti: Il Regno è tra di noi! Annunciare il Regno non consiste in primo luogo nell’ insegnare verità e dottrine, catechismo o diritto canonico, ma portare le persone ad una nuova maniera di vivere e convivere, una nuova maniera di pensare e di agire partendo dalla Buona Novella, portata da Gesù: Dio è Padre e Madre, e quindi tutti siamo fratelli e sorelle.
San Barnaba
Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Rosso
Il Signore Gesù rivela il suo cuore in ogni pagina del Vangelo. In quella di oggi, che è un discorso di missione, vediamo la magnanimità del suo cuore. La povertà del Vangelo non è da pensare come “strettezza”, ma come apertura nella fiducia e nella generosità: così testimoniano le parole di Gesù e così l’ha vissuta san Bamaba. Gesù vuole che siamo poveri perché ci vuole liberi e in grado di donare largamente a tutti, per il regno di Dio. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.
Nella storia di san Barnaba vediamo realizzata questa pagina. Un altro passo degli Atti degli Apostoli racconta che egli, possedendo un campo, lo vendette per darne il ricavato agli Apostoli, mettendo in pratica alla lettera la richiesta di Gesù al giovane ricco: “Vendi quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi”. La fiducia in Dio che lo spinge a questo gesto si accompagna in lui alla fiducia negli altri. Arrivato ad Antiochia, invece di angustiarsi e preoccuparsi per questi “pagani” appena convertiti al Vangelo, Barnaba ha una reazione aperta, piena di fiducia: “Quando giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò”. Non è un uomo che spegne gli slanci altrui con preoccupazioni di osservanze minuziose, è “virtuoso, pieno di Spirito Santo e di fede” e esorta tutti “a perseverare con cuore risoluto nel Signore”: importante è soprattutto aderire a Cristo. E così “una folla considerevole fu condotta al Signore”.
E qui si rivela un altro tratto della sua larghezza di cuore. Invece di riservare a sé il monopolio dell’apostolato in un campo così fecondo, va a Tarso a cercare Saulo: “Trovatolo, lo condusse ad Antiochia”. E quando Paolo diventerà più importante di lui nell’apostolato fra i pagani, di Barnaba si può ripetere quello che gli Atti dicono del suo arrivo ad Antiochia: “Vedendo la grazia del Signore, si rallegrò”.
Ma Barnaba non si ferma all’incoraggiamento degli altri. E veramente tutto a disposizione di Cristo, per questo lo Spirito Santo può riservarlo a sé per una missione più universale: l’evangelizzazione di tutte le nazioni.
Fiducia e generosità fondate nella vera povertà del cuore: ecco che cosa vediamo splendere nella vita di san Barnaba.
Domandiamo al Signore di aiutarci a camminare con gioia sulla stessa via, ad essere cioè persone di benevolenza, di disponibilità, di incoraggiamento per quelli che avviciniamo.
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Prima lettura | ||||
At 11,21-26;13,1-3 Era uomo virtuoso e pieno di Spirito Santo e di fede. |
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Salmo responsoriale | ||||
Sal 97 | ||||
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Mt 10,7-13 Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. |
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IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 11 Giugno 2020
San BARNABA Apostolo – Memoria
Primo secolo dopo Cristo
Barnaba (figlio della Consolazione), cipriota, diede agli Apostoli ciò che ricavò dalla vendita del suo campo: “Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba “figlio dell’esortazione”, un levita originario di Cipro, che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l’importo ai piedi degli apostoli e uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. Accreditò Paolo di fronte alla Chies…
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Santa PAOLA FRASSINETTI Vergine
Genova, 3 marzo 1809 – Roma, 11 giugno 1882
Nella chiesa di Santa Chiara in Albaro (Genova) il 12 agosto 1834 nasce una comunità di future suore educatrici saranno le Figlie della Santa Fede, poi Suore di Santa Dorotea. La fondatrice è Paola Frassinetti, 25 anni. La giovane rimane orfana di madre a 9 anni. Da allora ha dovuto badare al padre e a 4 fratelli con l’aiuto di una zia. A 22 anni diventa collaboratrice del fratello don Giuseppe, parroco a Quinto, presso Genova. Nel 1841 va a Roma, per piantare l’istituto da lei fondato anche lì…
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Sant’ ALEIDE DI SCHAERBEEK Vergine
m. 1250
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