+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 1,16.18-21.24
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
MEDITATIO
Chiave di lettura
Il brano del vangelo di oggi è tratto dal primo capitolo del vangelo di Matteo che fa parte della sezione riguardante il concepimento, la nascita e l’infanzia di Gesù. Il centro di tutto il racconto è la persona di Gesù alla quale si costeggiano tutti gli eventi e le persone menzionate nel racconto. Si deve tener presente che il vangelo rivela una teologia della storia di Gesù, perciò accostandoci alla Parola di Dio ne dobbiamo cogliere il messaggio nascosto sotto i veli del racconto senza perderci, come saggiamente ci ammonisce Paolo, «in questioni sciocche», guardandoci «dalle genealogie, dalle questioni e dalle contese intorno alla legge, perché sono cose inutili e vane» (Tt 3,9).
Effettivamente, questo testo si collega alla genealogia di Gesù, che Matteo compone con l’intento di sottolineare la successione dinastica di Gesù, il salvatore del suo popolo (Mt 1,21). A Gesù vengono conferiti tutti i diritti ereditari della stirpe davidica, da «Giuseppe, figlio di Davide» (Mt 1,20; Lc 2,4-5), suo padre legale. Per il mondo biblico ed ebraico la paternità legale bastava a conferire tutti i diritti della stirpe in questione (cfr.: la legge del levirato e di adozione Dt 25,5 ss). Perciò, subito dall’inizio della genealogia, Gesù viene designato come «Cristo figlio di Davide» (Mt 1,1) cioè l’unto del Signore figlio di Davide, con il quale si compiranno tutte le promesse di Dio a Davide suo servo (2Sam 7,1-16; 2Cr 7,18; 2Cr 21,7; Sal 89,30). Perciò Matteo aggiunge al racconto della genealogia e del concepimento di Gesù la profezia di Isaia: «Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi» (Mt 1,21-23 e Is 7,14).
Soffermandoci, per così dire, sulla realtà spirituale dell’adozione, possiamo riferirci al fatto che il popolo eletto possiede «la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse» perché «essi sono Israeliti e possiedono l’adozione a figli» (Rm 9,4). Ma anche noi, il popolo nuovo di Dio in Cristo, riceviamo l’adozione a figli perché «quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4,4-5). È questa la salvezza che ci ha portato Gesù. Cristo «salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21) perché egli è il «Dio con noi» (Mt 1,23) che ci rende figli adottivi di Dio.
Gesù nasce da «Maria promessa sposa di Giuseppe» (Mt 1,18a) che «si trovò incinta per opera dello Spirito Santo» (Mt 1:18b). Matteo non ci dà il racconto dell’ annunciazione come fa Luca (Lc 1,26-38), ma struttura il racconto dal punto di vista dell’esperienza di Giuseppe, l’uomo giusto. La Bibbia ci rivela che Dio ama i suoi giusti e molte volte li sceglie per una missione importante, li protegge e non li accomuna con gli empi (Gen 18,23ss). Nell’Antico Testamento troviamo molti personaggi che sono ritenuti giusti. Pensiamo a Noè «uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei» (Gen 6,9). Oppure Ioas che «fece ciò che è giusto agli occhi del Signore» (2Re 12,3).
Un’idea costante nella Bibbia è il «sogno» come luogo privilegiato dove Dio fa conoscere i suoi progetti e disegni, e alcune volte rivela il futuro. Ben conosciuti sono i sogni di Giacobbe a Betel (Gen 28,10ss) e Giuseppe suo figlio come pure quelle del coppiere e del panettiere imprigionati in Egitto con lui, (Gen 37,5ss; Gen 40,5ss) e i sogni del Faraone che rivelavano i futuri anni di prosperità e di carestia (Gen 41,1ss).
A Giuseppe appare «in sogno un angelo del Signore» (Mt 1,20) per rivelargli il disegno di Dio. Nei vangeli dell’infanzia appare spesso l’angelo del Signore come messaggero celeste (Mt 1,20.24; 2,13.19; Lc 1,11; 2,9) e anche in altre occasioni questa figura appare per rasserenare, rivelare il progetto di Dio, guarire, liberare dalla schiavitù (cfr.: Mt 28,2; Gv 5,4; At 5,19; 8,26; 12,7.23). Molte sono le referenze all’angelo del Signore anche nell’Antico Testamento dove originariamente rappresentava il Signore stesso che guida e protegge il suo popolo restandogli vicino (cfr.:Gen 16,7-16; 22,12; 24,7; Es 3,2; 23,20; Tb 5,4).
Alcune domande
per orientare la meditazione e attualizzazione.
– Che cosa ti ha colpito in questo brano? Perché?
– Nella chiave di lettura, abbiamo dato ampio spazio ad alcuni termini (adozione, angelo, sogno, giusto). Quali sentimenti e pensieri hanno suscitato nel tuo cuore? Che rilevanza possono avere per il tuo cammino di maturazione spirituale?
– Quale pensi sia il messaggio centrale del brano evangelico?
SAN GIUSEPPE
Grado della Celebrazione: SOLENNITA’
Colore liturgico: Bianco
Sposo di colei che sarebbe stata Madre del Verbo fatto carne, Giuseppe è stato prescelto come “guardiano della parola”. Eppure non ci è giunta nessuna sua parola: ha servito in silenzio, obbedendo al Verbo, a lui rivelato dagli angeli in sogno, e, in seguito, nella realtà, dalle parole e dalla vita stessa di Gesù.
Anche il suo consenso, come quello di Maria, esigeva una totale sottomissione dello spirito e della volontà. Giuseppe ha creduto a quello che Dio ha detto; ha fatto quello che Dio ha detto. La sua vocazione è stata di dare a Gesù tutto ciò che può dare un padre umano: l’amore, la protezione, il nome, una casa.
La sua obbedienza a Dio comprendeva l’obbedienza all’autorità legale. E fu proprio essa a far sì che andasse con la giovane sposa a Betlemme e a determinare, quindi, il luogo dell’Incarnazione. Dio fatto uomo fu iscritto sul registro del censimento, voluto da Cesare Augusto, come figlio di Giuseppe. Più tardi, la gioia di ritrovare Gesù nel Tempio in Giuseppe fu diminuita dal suo rendersi conto che il Bambino doveva compiere una missione per il suo vero Padre: egli era soltanto il padre adottivo. Ma, accettando la volontà del Padre, Giuseppe diventò più simile al Padre, e Dio, il Figlio, gli fu sottomesso. Il Verbo, con lui al momento della sua morte, donò la vita per Giuseppe e per tutta l’umanità. La vita di Giuseppe fu offerta al Verbo, mentre la sola parola che egli affida a noi è la sua vita.
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Prima lettura | ||||
2Sam 7,4-5.12-14.16 Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre. |
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Salmo responsoriale | ||||
Sal 88 | ||||
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Seconda lettura | ||||
Rm 4,13.16-18.22 Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza. |
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Mt 1,16.18-21.24 Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore. |
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L SANTO DEL GIORNO
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I santi del 19 Marzo 2018
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San GIUSEPPE Sposo della Beata Vergine Maria – Solennità
Questa celebrazione ha profonde radici bibliche; Giuseppe è l’ultimo patriarca che riceve le comunicazioni del Signore attraverso l’umile via dei sogni. Come l’antico Giuseppe, è l’uomo giusto e fedele (Mt 1,19) che Dio ha posto a custode della sua casa. Egli collega Gesù, re messianico, alla discendenza di Davide. Sposo di Maria e padre…
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