+ Dal Vangelo secondo Luca 4,16-30
Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Riflessione
• Oggi iniziamo la meditazione del Vangelo di Luca, che si prolungherà tre mesi fino alla fine dell’anno liturgico. Il vangelo di oggi parla della visita di Gesù a Nazaret e della presentazione del suo programma alla gente della sinagoga. In un primo momento, la gente rimane ammirata. Ma, subito dopo, quando si rende conto che Gesù vuole accogliere tutti, senza escludere nessuno, la gente si ribella e vuole ucciderlo.
• Luca 4,16-19: La proposta di Gesù. Spinto dallo Spirito Santo, Gesù ritorna in Galilea (Lc 4,14) e inizia ad annunciare la Buona Notizia del Regno di Dio. Si reca nelle comunità, insegna nelle sinagoghe e giunge a Nazaret, dove era cresciuto. Ritorna nella comunità, dove ha partecipato fin da piccolo, per trenta anni. Il sabato, come era solito fare, Gesù si reca alla sinagoga per partecipare alla celebrazione e si mette in piedi per fare la lettura. Sceglie il testo di Isaia che parla di poveri, carcerati, ciechi e oppressi (Is 61,1-2). Questo testo rispecchia la situazione della gente della Galilea al tempo di Gesù. L’esperienza che Gesù aveva di Dio, Padre d’amore, gli dava uno sguardo nuovo per valutare la realtà. In nome di Dio, Gesù prende posizione in difesa della vita del suo popolo e, con le parole di Isaia, definisce la sua missione: (1) annunciare la Buona Notizia ai poveri, (2) proclamare ai prigionieri la liberazione, (3) ridare la vista ai ciechi, (4) restituire la libertà agli oppressi e, riprendendo l’antica tradizione dei profeti, (5) proclamare “un anno di grazia da parte del Signore”. Gesù proclama l’anno del giubileo!
• Nella Bibbia, l’ “Anno del Giubileo” era una legge importante. Inizialmente, ogni sette anni (Dt 15,1; Lev 25,3) era necessario restituire le terre al clan delle origini. Così si impediva la formazione di latifondi e si garantiva alle famiglie la sopravvivenza. Bisognava perdonare anche i debiti e riscattare le persone rese schiave (Dt 15,1-18). Non fu facile realizzare l’anno del giubileo ogni sette anni (cf Ger 34,8-16). Dopo l’esilio, si decise di realizzarlo ogni cinquant’anni (Lev 25,8-12). L’obiettivo del Giubileo era, e continua ad essere, quello di ristabilire i diritti dei poveri, accogliere gli esclusi e reintegrarli nella convivenza. Il giubileo era uno strumento legale per ritornare al senso originale della Legge di Dio. Era un’occasione offerta da Dio per fare una revisione del cammino, scoprire e correggere gli errori e ricominciare tutto da capo. Gesù inizia la sua predicazione proclamando un Giubileo, “Un anno di grazia da parte del Signore”.
• Luca 4,20-22: Unire Bibbia e Vita. Terminata la lettura, Gesù attualizza il testo di Isaia dicendo: “Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi!” Assumendo le parole di Isaia come parole sue, Gesù da ad esse un senso pieno e definitivo e si dichiara messia che viene per adempiere la profezia. Questo modo di attualizzare il testo provoca una reazione di discredito da parte di coloro che si trovano nella sinagoga. Restano scandalizzati e non vogliono saperne nulla di lui. Non accettano che Gesù sia il messia annunciato da Isaia. Dicevano: “Non è il figlio di Giuseppe?” Rimangono scandalizzati perché Gesù parla di accogliere i poveri, i ciechi e gli oppressi. La gente non accetta la proposta di Gesù. E così nel momento in cui presenta il progetto di accogliere gli esclusi, lui stesso è escluso.
• Luca 4,23-30: Superare i limiti della razza. Per aiutare la comunità a superare lo scandalo e farla capire che la sua proposta faceva parte della tradizione, Gesù racconta due storie conosciute della Bibbia, la storia di Elia e quella di Eliseo. Le due storie criticano la chiusura mentale della gente di Nazaret. Elia fu mandato alla vedova di Sarepta (1 Re 17,7-16). Eliseo fu mandato ad occuparsi dello straniero della Siria (2 Re 5,14). Spunta qui la preoccupazione di Luca che vuole mostrare che l’apertura verso la tradizione viene già da Gesù. Gesù ebbe le stesse difficoltà che stavano tenendo le comunità al tempo di Luca. Ma la chiamata di Gesù non calmò gli animi, anzi! Le storie di Elia e di Eliseo produssero ancora più rabbia. La comunità di Nazaret giunge al punto di voler uccidere Gesù. Ma lui conserva la calma. La rabbia degli altri non riesce ad allontanarlo dal proprio cammino. Luca ci indica che è difficile superare la mentalità del privilegio e della chiusura mentale.
• É importante notare i dettagli in uso nell’Antico Testamento. Gesù cita il testo di Isaia fino a dove dice: “proclamare un anno di grazia da parte del Signore”. Non cita il resto della frase che dice: “ed un giorno di vendetta del nostro Dio”. La gente di Nazaret si scaglia contro Gesù perché lui pretende di essere il messia, perché vuole accogliere gli esclusi e perché ha omesso la frase sulla vendetta. Loro volevano che il Giorno di Yavè fosse un giorno di vendetta contro gli oppressori del popolo. In questo caso, la venuta del Regno non sarebbe stata una vera mutazione o conversione del sistema. Gesù non accetta questo modo di pensare, non accetta la vendetta (cf. Mt 5,44-48). La sua nuova esperienza di Dio Padre/Madre lo aiutava a capire meglio il senso delle profezie.
La Liturgia di Lunedi 2 Settembre 2019
Lunedì della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
Nel Vangelo di Luca l’episodio della predica di Gesù nella sinagoga di Nazaret ha valore programmatico, perciò è tanto più importante capire con esattezza il suo significato. Spesso viene interpretato in modo erroneo, perché si cerca di imporre al testo di Luca la prospettiva del passo parallelo di Marco e Matteo, mentre l’orientamento di Luca è diverso.
Luca lo vediamo distingue chiaramente due tempi contrastanti in questa visita alla sinagoga di Nazaret. In un primo tempo Gesù legge una profezia di Isaia e la dichiara adempiuta, perché lui stesso sta predicando l’anno di grazia annunziato dall’oracolo profetico. La reazione della gente di Nazaret è quanto mai favorevole: “Tutti gli rendevano testimonianza scrive l’evangelista ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca”. In un secondo tempo, però, Gesù riprende a parlare citando l’esempio del profeta Elia e del profeta Eliseo, entrambi autori di miracoli a profitto non di connazionali, bensì di stranieri: la vedova di Sarepta e il siro Naaman il lebbroso. Allora la reazione dei nazaretani si capovolge: “Tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno”, al punto di voler perfino uccidere Gesù, precipitandolo in un precipizio.
Come si spiega questo completo voltafaccia? Per spiegarlo correttamente occorre capire i sentimenti dei compaesani di Gesù. Quando dicono, dopo il suo primo intervento: “Non è il figlio di Giuseppe?” non lo dicono con un senso di disprezzo, come negli altri sinottici, ma per sottolineare che Gesù, questo nuovo, ammirevole profeta, è un loro compaesano, quindi appartiene a loro. Il loro atteggiamento esprime una tendenza possessiva. Se Gesù ci appartiene, pensano, deve riservare a noi il primo posto nel suo ministero, deve fare per noi i miracoli! Gesù avverte questi loro pensieri e non li accetta, anzi li denuncia: “Di certo voi mi direte: Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui nella tua patria!”. Ma Gesù ribatte: “Nessun profeta è “accoglibile” nella sua patria” (“accoglibile” è la traduzione precisa del termine usato qui da Luca). E Gesù lo spiega con gli esempi di Elia e di Eliseo. Gesù, cioè, si è opposto risolutamente alla tendenza possessiva dei suoi concittadini e ha richiesto loro una grande apertura di cuore, li ha invitati ad accettare che egli si dedicasse al servizio di altra gente, che andasse altrove a compiere i suoi miracoli. Contrastato, l’affetto possessivo si muta in odio violento (tanti drammi passionali si spiegano così; tanto più era forte l’affetto possessivo, tanto più violenta è la reazione contraria).
Se vogliamo essere veramente con lui, lo dobbiamo accompagnare quando va verso altra gente e quindi accogliere le grandi intenzioni missionarie della Chiesa. Soltanto così siamo veramente uniti al cuore di Gesù, altrimenti il nostro è un certo egoismo spirituale, che, per quanto spirituale, rimane egoismo, contrario alla carità di Cristo.
Antifona d’ingresso
Abbi pietà di me, Signore,
perché ti invoco tutto il giorno:
tu sei buono e pronto al perdono,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca. (Sal 86,3.5)
Colletta
O Dio, nostro Padre,
unica fonte di ogni dono perfetto,
suscita in noi l’amore per te e ravviva la nostra fede,
perché si sviluppi in noi il germe del bene
e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
PRIMA LETTURA (1Ts 4,13-18)
Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.
Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.
Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 95)
Rit: Il Signore viene a giudicare la terra.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.
Canto al Vangelo (Lc 4,18)
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me;
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia.
VANGELO (Lc 4,16-30)
Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Gesù Cristo inaugura il suo regno annunciando la buona novella ai poveri. Certi della paternità di Dio, preghiamo insieme e diciamo:
Salva il tuo popolo, Signore.
Perché il popolo ebreo apra il cuore a Cristo Gesù che porta a compimento il piano di salvezza annunciato dalle Scritture. Preghiamo:
Perché la Chiesa, fedele alla sua tradizione, sappia anche oggi promuovere e sostenere iniziative sociali a favore degli ultimi. Preghiamo:
Perché il Signore invii sempre nelle nostre comunità uomini ricchi del suo Spirito, per alimentare la nostra speranza nella salvezza. Preghiamo:
Perché la parola di Dio proclamata nelle nostre assemblee liturgiche ottenga la nostra piena adesione e cambi le nostre prospettive. Preghiamo:
Perché i sacerdoti e i missionari esercitino il loro compito, fortificati dalla grazia divina e dalla preparazione culturale, per affrontare con coraggio il rifiuto e l’ostilità. Preghiamo:
Per i carcerati.
Perché a tutti sia aperto il regno dei cieli.
Signore, salvatore di tutti gli uomini, rafforza la nostra fede nel Cristo che viene su questo altare, perché aderiamo a lui con tutto il cuore. Lui è Dio e vive e regna con te nei secoli dei secoli. Amen.
Preghiera sulle offerte
Santifica, Signore, l’offerta che ti presentiamo,
e compi in noi con la potenza del tuo Spirito
la redenzione che si attua nel mistero.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona di comunione
Quant’è grande la tua bontà, Signore! La riservi per quelli che ti temono. (Sal 31,20)
Oppure:
Beati gli operatori di pace: saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia: di essi è il regno dei cieli. (Mt 5,9-10)
Preghiera dopo la comunione
O Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa,
fa’ che questo sacramento ci rafforzi nel tuo amore
e ci spinga a servirti nei nostri fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 02 Settembre 2019
Sant’ ELPIDIO Abate
sec. IV
Le informazioni su di lui sono frammentarie confuse. Pietro da Natalibus lo identifica con un eremita originario della Cappadocia e venuto in Italia dove sarebbe morto. Lo scrittore Palladio lo ricorda come un eremita, vissuto presso Gerico per molti anni in una spelonca. Altri pensano che si tratti del diacono di San Basilio o dell’Elpidio ricordato nella vita di S. Carotone. Una vita redatta verso il XII secolo, e trovata in un leggendario della Biblioteca Capitolare di Spoleto, non ha alcun valore storico. Visto…
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Beato PIETRO PLOQUIN Scerdote e martire
Villandry, Francia, 12 dicembre 1762 – Parigi, Francia, 2 settembre 1792
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San GIUSTO DI LIONE Vescovo
IV sec.
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