+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 10,1-10
Io sono la porta delle pecore.
Riflessione
• In Gesù abbiamo il modello del vero pastore. In lui si compie l’attesa del buon pastore
promesso da Dio: il «grande pastore», più grande di Mosé (Ebr 13,20).
• Giovanni 10,1-6: La porta dell’ovile. In Gv 10,1-10 si dice che Gesù è la «porta» per
accedere alle pecore e per essere condotti ai pascoli (10,7.9-10). Il tema delle pecore
è stato già introdotto in Gv 2,15 ed in particolar modo in 5,2 dove si indica una porta
delle Pecore con cinque portici lungo i quali erano sdraiati degli infermi per essere
guariti. In quest’ultimo contesto le pecore stanno a indicare il popolo oppresso dai
suoi dirigenti.
• In Gv 10,1 Gesù lega il tema delle pecore all’atrio del tempio, l’istituzione giudaica
gestita da uomini di potere che calpestano il diritto, la giustizia e sfruttano il popolo.
Tali individui vengono qualificati da Gesù come «ladri e banditi». Gesù inizia la sua
lunga esposizione nei confronti dei Farisei, chiusi nella loro incredulità e insufficienza
(9,40-41) con un affermazione generale: un modo più sicuro per entrare in contatto
con le pecore è quello di entrare per la porta del recinto in cui esse si trovano. Chi
entra in un modo diverso non è animato da un motivo di amore per le pecore, ma
per sfruttarle a proprio interesse. Tale è il peccato dei dirigenti del popolo:
appropriarsi di ciò che appartiene a tutti. Gesù qualifica questo atteggiamento con
il termine «ladro». Fu propria questa l’accusa rivolta da Gesù ai capi del popolo nella
sua prima visita al tempio (2,13ss).
• Un altro termine con cui Gesù qualifica coloro che tolgono al popolo ciò che è suo:
«bandito». Tale qualifica connota coloro che usano violenza. Pertanto: i dirigenti del
tempio obbligano il popolo a sottoporsi alla violenza del loro sistema (7,13; 9,22). Il cui
effetto è di produrre uno stato di morte (5,3.21.25). Il pastore entra per la porta per
prendersi cura delle pecore, non per vessarle. Di fatto le pecore riconoscono la sua
autorità (voce) e lo seguono.
• La voce di Gesù contiene per loro un messaggio di liberazione, tipico del messia.
Inoltre la sua voce non si rivolge a un gruppo anonimo di persone ma chiama
personalmente. Per Gesù non esiste una moltitudine anonima di gente, ma ognuno
ha un volto, un nome, una dignità. Il tempio (recinto delle pecore) è diventato luogo
di tenebra, caratterizzato solo da interessi economici; il denaro ha sostituito
l’attenzione esclusiva a Dio: il tempio è diventato casa di commercio (Gv 2,16). Gesù
conduce il popolo per trarlo fuori dalle tenebre. E questo non lo fa in modo fittizio,
ma reale, perché tale è il compito che il Padre gli ha affidato. Le battute fondamentali
di questa missione sono: entrare e chiamare. Coloro che rispondono a tale chiamata
alla libertà diventano una nuova comunità: “i suoi”.
• Giovanni 10,7-10: Gesù è la nuova porta. Gesù utilizza nuovamente il simbolismo della
porta nei vv.7-8: applicandolo a se stesso. È lui la nuova porta non solo nei confronti
del vecchio recinto d’Israele rappresentato dai dirigenti del popolo ma anche nei
riguardi di coloro che lo seguono. Ai primi ricorda la sua legittimità a essere l’unico
luogo di accesso alle pecore, perché è il messia disposto a dare la vita per le pecore.
Non con il dominio, la prevaricazione che si accede ad una relazione con il gregge
ma assumendo l’atteggiamento di colui che dà la vita. Le sue parole sono un
categorico invito a cambiare modo di pensare e di relazionarsi. L’entrare attraverso
Gesù significa porre il bene dell’uomo come prioritario ed impegnare tutte le energie
per il suo raggiungimento. Chi non entra in questa nuova logica è un oppressore. Il
lettore trova, davvero, dure e forti le parole di Gesù rivolte ai suoi contemporanei ed
in particolar modo ai capi del popolo che hanno utilizzato il dominio e la violenza per
sfruttarlo. Lui è la porta nuova in relazione ad ogni uomo. Ma cosa vuol dire per
l’uomo d’oggi entrare per la porta che è Gesù? Comporta l’ «avvicinarsi a lui», «dargli
fiducia» (Gv 6,35), seguirlo e lasciarsi guidare dal suo messaggio (8,31.51), in definitiva
partecipare alla dedizione di Gesù perché si realizzi la felicità vera dell’uomo.
Lunedì della IV settimana di Pasqua
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Bianco
“Le pecore affamate alzano la testa e non vengono nutrite”. Questa è la critica di Milton ai pastori del suo tempo.
Uno dei salmi più belli, scritto con estrema raffinatezza formale, è quello che enumera le virtù del Buon Pastore. È una poesia “universale”, che parla a tutti: consola gli afflitti nella loro disperazione, e incoraggia le persone sole nel loro isolamento.
Il Vangelo suggerisce che il Buon Pastore è raro. La sua vocazione è pericolosa. La sicurezza delle pecore è la sua sola preoccupazione ed egli darà la vita per salvarle. Ciò ridefinisce il ruolo di ogni guida: a questa prova molti risultano incapaci.
Il nostro secolo è il secolo del “cattivo pastore”: conserviamo ancora le pietre carbonizzate dei campi in cui milioni di uomini furono asfissiati.
Cristo parla sempre del suo ruolo di pastore: non è venuto per essere servito, non è venuto per trattare le persone con arroganza; è venuto per salvare le sue pecorelle e, se è necessario, per morire per loro.
Antifona d’ingresso Cristo risorto dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Alleluia. (Rm 6,9) |
Colletta O Dio, luce perfetta dei santi, che ci hai donato di celebrare sulla terra i misteri pasquali, fa’ che possiamo godere nella vita eterna la pienezza della tua grazia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. |
At 11,1-18
Dio ha concesso anche ai pagani che si convertano perché abbiano la vita.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!». Parola di Dio |
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.
Come la cerva anela ai corsi d’acqua, Manda la tua luce e la tua verità: Verrò all’altare di Dio, |
Canto al Vangelo (Gv 10,14) Alleluia, alleluia. Io sono il buon pastore, dice il Signore; conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Alleluia. |
Vangelo |
Gv 10,1-10
Io sono la porta delle pecore.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli I doni di Dio sono offerti a tutti gli uomini di buona volontà che si aprono alla missione della Chiesa. Preghiamo con fede, dicendo: Manda i tuoi apostoli, Signore.- Perchè la Chiesa diventi la casa della verità, aperta a tutti i popoli. Preghiamo. – Perchè ogni uomo incontri dei fratelli che siano cooperatori di Dio nella chiamata alla fede. Preghiamo. – Perchè l’esperienza dell’incontro con Dio, per gli uomini di oggi passi attraverso le porte della libertà interiore. Preghiamo. – Perchè i sacerdoti nel loro ministero siano guidati soltanto dall’interesse per il bene dei loro fratelli. Preghiamo. – Perchè noi che abbiamo ricevuto la fede nel battesimo da bambini, la sviluppiamo attraverso le tappe della nostra esperienza cristiana, fino alla maturità di una vita sovrabbondante di carità. Preghiamo. – Per i nostalgici dei tempi passati. Preghiamo. – Per coloro che hanno abbandonato la fede cristiana. Preghiamo. O Dio misericordioso, che non consideri profano tutto quello che hai purificato, Fa’ che accogliamo i doni del tuo Spirito attraverso tutte le vie che predisponi nella tua provvidenza, senza alcuna chiusura o impedimento. Per Cristo nostro Signore. Amen. |
Preghiera sulle offerte Accogli, o Signore, i doni della tua Chiesa in festa e poiché le hai dato il motivo di tanta gioia, donale anche il frutto di una perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.Oppure: Accogli, o Signore, i doni della tua Chiesa in preghiera, perché con l’offerta del lavoro umano possiamo essere associati all’opera di Cristo redentore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. |
PREFAZIO PASQUALE IV La restaurazione dell’universo per mezzo del mistero pasqualeÈ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questo tempo nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato. In lui, vincitore del peccato e della morte, l’universo risorge e si rinnova, e l’uomo ritorna alle sorgenti della vita. Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l’umanità esulta su tutta la terra e le schiere degli angeli e dei santi cantano senza fine l’inno della tua gloria: Santo, … Oppure: |
Antifona alla comunione Venne Gesù, stette in mezzo ai suoi discepoli e disse loro: «Pace a voi!». Alleluia. (Gv 20,19)Oppure: Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Alleluia. (Gv 10,14) |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 22 Aprile 2024
Sant’ ALESSANDRA E COMPAGNI Martiri a Nicomedia
† Nicomedia, Bitinia, 18 e 22 aprile 303
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San SOTERE (O SOTERO) Papa
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Fu Papa dal 166 al 175. Nato a Fondi, in Campania ma attualmente in provincia di Latina, da famiglia di origine greca, fu sempre molto attento nel mantenere stretti rapporti con i cristiani residenti al di là del mare Adriatico. Non è escluso che già all’epoca si fosse presentat…
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Santo venerato in Irlanda. Non sappiamo in che epoca sia vissuto e non abbiamo alcuna notizia sulla sua esistenza. Il nome di Rufino si trova nel Martirologio di Tallagh (VIII- IX secolo) dove viene associato al monastero di Gledalough, nella contea di Wicklow. Nel Martirologio di Gorman del (XI…
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