+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,26-38
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
a) Per inserire il brano nel suo contesto
Il brano dell’annunciazione ci conduce dal tempio, spazio sacro per eccellenza, alla
casa, all’intimità dell’incontro personale di Dio con la sua creatura; ci conduce dentro
noi stessi, nel più profondo del nostro essere e della nostra storia, là dove solo Dio può
giungere e toccarci. L’annuncio della nascita di Giovanni Battista aveva dischiuso il
grembo sterile di Elisabetta, sconfiggendo l’assoluta impotenza dell’uomo e
trasformandola in capacità di operare insieme a Dio. L’annuncio della nascita di Gesù,
invece, bussa alla porta del grembo fruttifero della “Riempita di Grazia” e attende
risposta: è Dio che aspetta il nostro sì, per poter operare ogni cosa.
b) Per aiutare nella lettura del brano
• Lc 1,26-27: Questi primi due versetti ci collocano nel tempo e nello spazio sacri
dell’avvenimento che meditiamo e che riviviamo in noi: siamo nel sesto mese dal
concepimento di Giovanni Battista e siamo a Nazareth, città della Galilea, territorio
dei lontani e degli impuri. Qui è sceso Dio, per parlare a una vergine, per parlare al
nostro cuore.
Ci vengono presentati i personaggi di questa vicenda sconvolgente: Gabriele,
l’inviato di Dio, una giovane donna di nome Maria e il suo fidanzato Giuseppe, della
casa regale di Davide. Anche noi siamo accolti in questa presenza, siamo chiamati
ad entrare nel mistero.
• Lc 1,28-29: Sono le primissime battute del dialogo di Dio con la sua creatura. Poche
parole, appena un soffio, ma parole onnipotenti, che turbano il cuore, che mettono
profondamente in discussione la vita, i piani, le attese umane. L’angelo annuncia la
gioia, la grazia e la presenza di Dio; Maria rimane turbata e si domanda da dove mai
possa giungere a lei tutto questo. Da dove una gioia così? Come una grazia tanto
ampia da cambiare perfino l’essere?
• Lc 1,30-33: Questi sono i versetti centrali del brano: è l’esplosione dell’annuncio, la
manifestazione del dono di Dio, della sua onnipotenza nella vita dell’uomo. Gabriele,
il forte, parla di Gesù: l’eterno re, il Salvatore, il Dio fatto bambino, l’onnipotente umile.
Parla di Maria, del suo grembo, della sua vita che è stata scelta per dare ingresso e
accoglienza a Dio in questo mondo e in ogni altra vita. Dio comincia, già qui, a farsi
vicino, a bussare. Sta in piedi, attende, presso la porta del cuore di Maria; ma già
anche qui, a casa nostra, presso il nostro cuore…
• Lc 1,34: Maria, davanti alla proposta di Dio, si lascia mettere a nudo, si lascia leggere
fino in fondo. Dice di sé, rivela il suo cuore, i suoi desideri. Sa che per Dio l’impossibile
è realizzabile, non mette in dubbio, non indurisce il cuore e la mente, non fa calcoli;
vuole solo disporsi pienamente, aprirsi, lasciarsi raggiungere da quel tocco
umanamente impossibile, ma già scritto, già realizzato in Dio. Pone davanti a Lui, con
un gesto di purissima povertà, la sua verginità, il suo non conoscere uomo; è una
consegna piena, assoluta, traboccante fede e abbandono. È già la premessa del sì.
• Lc 1,35-37: Dio, umilissimo, risponde; l’onnipotenza si piega sulla fragilità di questa
donna, che siamo ognuno di noi. Il dialogo continua, l’alleanza cresce e si rafforza.
Dio rivela il come, parla dello Spirito santo, della sua ombra fecondante, che non viola,
non spezza, ma conserva intatta. Parla dell’esperienza umana di Elisabetta, rivela un
altro impossibile divenuto possibile; quasi una garanzia, una sicurezza. E poi l’ultima
parola, davanti alla quale bisogna scegliere: dire sì o dire no, credere o dubitare,
sciogliersi o indurirsi, aprire la porta o chiuderla. “Nulla è impossibile a Dio”.
• Lc 1,38: Questo ultimo versetto sembra racchiudere un infinito. Maria dice il suo
“Eccomi”, si apre, si spalanca a Dio e avviene l’incontro, l’unione per sempre. Dio entra
nell’uomo e l’uomo diventa luogo di Dio: sono le Nozze più sublimi che si possano
mai realizzare su questa terra. Eppure il vangelo si chiude con una parola quasi triste,
dura: Maria rimane sola, l’angelo se ne va. Resta, però, il sì detto a Dio e la sua
Presenza; resta la Vita vera.
c) Il testo: Luca 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome
Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di
grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come
questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed
ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà
chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e
regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le
rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà
con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed
ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e
questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E
l’angelo si allontanò da lei.
3. Un momento di silenzio orante
Ho letto e ascoltato le parole del vangelo, le ho trattenute sulle mie labbra e nel mio
cuore, ma desidero ancora lasciarle risuonare dentro di me. Mi pongo in silenzio, cerco
di fare spazio, di aprire il mio grembo per accogliere questa Presenza d’amore, che
viene a me e bussa, annunciandomi gioia, grazia, alleanza, vita nuova. Ascolto il mio
cuore, il mio respiro, lo spazio interiore del mio essere … Dio è qui, alla porta, e chiede
asilo, proprio a me, alla mia povera vita …
4. Alcune domande
a) L’annuncio di Dio, il suo angelo, entra anche nella mia vita, davanti a me e mi parla.
Sono pronto a riceverlo, a fargli spazio, ad ascoltarlo con attenzione? Chissà quante
volte è già successo questo, quante volte sono stato scelto e visitato, senza che io vi
facessi attenzione. Oggi, però, è diverso; lo sento che Lui è qui, che mi ha trovato, che
mi sta parlando al cuore. Cosa decido di fare? Rimango o fuggo via? Mi metto le
cuffie del CD player? Accendo il PC? Mando un SMS a qualcuno? Oppure apro la
porta e mi siedo proprio davanti a Lui, faccia a faccia con Lui?
b) Subito ricevo un annuncio sconcertante; Dio mi parla di gioia, di grazia, di
presenza. Tutte cose che io sto cercando da tanto tempo, da sempre. Chi potrà mai
farmi felice veramente? Chi potrà salvarmi dalla solitudine con la sua presenza
guaritrice? Mi raggiunge, come un tuono, il ricordo di tutti i miei tentativi falliti di
trovare felicità. L’amore, il divertimento, lo sport a livello agonistico, la velocità, il look,
l’impiego importante… Sento nell’anima l’amarezza di tutte queste illusioni. Per un
po’ funzionava, poi crollava tutto. Oggi, qui, il Signore mi sta proponendo una gioia
diversa, una grazia piena, una presenza assoluta. Solo Lui può fare questo, può dire
queste parole con verità. Decido di fidarmi, di fare il salto sull’altra sponda, la sua?
Voglio fidarmi della sua felicità, della sua presenza?
c) È bastato poco, appena un movimento del cuore, dell’essere; Lui già se ne è
accorto. Già mi sta ricolmando di luce e di amore. Mi dice: “Hai trovato grazia ai miei
occhi”. Dunque io piaccio a Dio? Lui mi trova piacevole, amabile? Sì, è proprio così.
Perché non ci ho mai voluto credere prima? Perché non gli ho mai dato ascolto? Mi
ritrovo davanti agli occhi, in questo momento, tutta la mia stoltezza e la mia
cocciutaggine; credevo di dover trovare questo amore, questa accoglienza presso
qualcun altro, cercavo la persona giusta per me, che, finalmente, mi facesse sentire
amabile, importante, degno. Mi sbagliavo. Prima devo fare questa esperienza: sentire
che io sono importante, unico, desiderabile per Dio. Mi lascio raggiungere fino in
fondo da questa Parola; mi ripeto all’infinito che io ho trovato grazia presso Dio, come
Maria. Grazie, Signore! Leggo Esodo 33, 12-17.
d) Ora mi viene detto che da me nascerà vita nuova, che il grembo della mia
esistenza sarà fecondato e abitato, che da me uscirà Gesù. Sono cose grosse, che mi
superano, mi confondono, mi fanno smarrire. Dico anch’io, insieme a Maria: “Come è
possibile?”. Sento, però, che in me, questa parola, è carica di incredulità, di spavento,
mentre in Lei era traboccante di disponibilità. Io ho paura, io non credo fino in fondo.
Eppure il Signore Gesù vuole venire in questo mondo anche attraverso di me; vuole
raggiungere i miei fratelli passando attraverso i sentieri della mia vita, del mio essere.
Potrò sbarrargli la strada? Potrò respingerlo, tenerlo lontano? Potrò cancellarlo dalla
mia storia, dalla mia vita? No, non posso e non voglio farlo. Signore, ti prego, aiutami!
E vieni; nasci in me, nasci ancora da me!
e) Da solo non posso fare nulla, però, questo è chiaro; ho bisogno anch’io dello Spirito
del Signore. La sua ombra, la sua forza, il suo fuoco scendano su di me e prendano
possesso di me, di tutto ciò che sono. Mi fermo un attimo, comincio a pregare nel
profondo del mio cuore, invoco e chiamo lo Spirito Santo; ripenso ad altri passi della
Scrittura in cui la sua azione compare con potenza. Mi faccio come le acque
primordiali, sulle quali aleggiava lo Spirito di Dio e vennero trasformate in vita
rigogliosa (Gen 1,2); mi faccio come le acque del mare Rosso, che furono accarezzate
dal vento di Dio per tutta la notte e alla fine si aprirono per il passaggio del popolo
(Es 14,21); mi faccio come il cuore e le mani di Davide, che, sotto l’impulso dello Spirito,
suonava l’arpa in modo tale da cacciare il male dall’anima di Saul (1Sam 16,23); mi
faccio come il servo del Signore, sul quale discese e rimase lo Spirito di Dio (Is 61,1); mi
faccio come le ossa aride disperse sulla pianura, che furono rianimate dal tocco dello
Spirito (Ez 37,5); mi faccio come Maria, che si lasciò avvolgere dall’ombra dell’Amore
e della misericordia e divenne madre di Gesù, madre di ogni uomo. Anch’io ripeto
che nulla è impossibile per Dio; Lui può fare tutto questo, anche in me, oggi, qui.
5. Chiave di lettura
Ho pregato, ho ruminato la parola, ho cercato di essere attento alla voce d’amore del
Signore, ho aperto il mio cuore. Mi sento scaldato da questa esperienza, mi sento in
compagnia di Lui, non più solo. Però vorrei tentare di compiere un ulteriore
passaggio; vorrei mettermi a scavare con le mani in questo tesoro della sua Parola,
per trovare ancora luce, ancora gemme preziose. Metto in opera anche il mio
intelletto, cerco di raccogliere materiale per la mia meditazione, per il lavoro di
analisi, di ascolto. Credo che anche questo sia nutrimento buono, che mi può aiutare
per la conversione. Vorrei tentare di stare più attento ad alcune parole importanti e
forti che risuonano in questo brano del vangelo.
Rallègrati!
• È davvero strano questo saluto di Dio alla sua creatura; sembra inspiegabile e forse
senza senso. Eppure già da secoli risuonava sulle pagine delle divine Scritture e
quindi anche sulle labbra del popolo ebraico. Gioisci, rallegrati, esulta! Più volte i
profeti avevano ripetuto questo soffio del respiro di Dio, avevano gridato questo
silenzioso battito del suo cuore per il suo popolo, il suo resto. Lo leggo in Gioele: “Non
temere, terra, ma rallegrati e gioisci, poiché cose grandi ha fatto il Signore… (2,21-23);
in Sofonia: “Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di
Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna” (3,14); in Zaccaria: “Gioisci,
esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te, oracolo del
Signore” (2,14). Lo leggo e lo riascolto, oggi, pronunciato anche sul mio cuore, sulla
mia vita; anche a me viene annunciata una gioia, una felicità nuova, mai vissuta
prima. Riscopro le grandi cose che il Signore ha fatto per me; sperimento la
liberazione che viene dal suo perdono: io non sono più condannato, ma graziato, per
sempre; vivo l’esperienza della presenza del Signore accanto a me, in me. Sì, Lui è
venuto ad abitare in mezzo a noi; Lui sta di nuovo piantando la sua tenda nella terra
del mio cuore, della mia esistenza. Signore, come dice il salmo, tu gioisci delle tue
creature (Sal 104,31); e anch’io gioisco in te, grazie a te; la mia gioia è in te (Sal 104,34).
Il Signore è con te.
• Questa parola così semplice, così luminosa, detta dall’angelo a Maria, sprigiona una
forza onnipotente; mi rendo conto che basterebbe, da sola, a salvarmi la vita, a
risollevarmi da qualunque caduta e abbassamento, da qualunque smarrimento. Il
fatto che Lui, il mio Signore, è con me, mi tiene in vita, mi rende coraggioso, mi dà
fiducia per continuare ad esserci. Se io sono, è perché Lui è con me. Chissà se anche
per me può valere l’esperienza che la Scrittura racconta riguardo a Isacco, al quale è
capitata la cosa più bella che si possa augurare a un uomo che crede in Dio e lo ama:
un giorno venne da lui Abimelech con i suoi uomini dicendogli: “Abbiamo visto che
il Signore è con te” (Gen 26,28) e chiedendo di diventare amici, di stringere alleanza.
Vorrei che anche di me si potesse dire la stessa cosa; vorrei poter manifestare che il
Signore davvero è con me, dentro la mia vita, nei miei desideri, nei miei affetti, nelle
mie scelte e azioni; vorrei che altri potessero incontrarlo attraverso di me. Forse, per
questo, è necessario che io assorba di più la sua presenza, che io mangi e beva di Lui.
• Mi metto alla scuola della Scrittura, leggo e rileggo alcuni passi in cui la voce del
Signore mi ripete questa verità e, mentre Lui parla, io vengo cambiato, vengo sempre
più abitato. “Rimani in questo paese e io sarò con te e ti benedirò” (Gen 26,3). “Poi il
Signore comunicò i suoi ordini a Giosuè, figlio di Nun, e gli disse: Sii forte e fatti animo,
poiché tu introdurrai gli Israeliti nel paese, che ho giurato di dar loro, e io sarò con te”
(Dt 31,23). “Combatteranno contro di te ma non potranno prevalere, perché io sarò
con te per salvarti e per liberarti” (Ger 15,20). “L’angelo del Signore apparve a Gedeone
e gli disse: Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!” (Gdc 6,12). “In quella notte gli
apparve il Signore e disse: Io sono il Dio di Abramo, tuo padre; non temere perché io
sono con te. Ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza per amore di Abramo,
mio servo” (Gen 26,24). “Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi
ti farò ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto
quello che t’ho detto” (Gen 28,15). “Non temere, perché io sono con te; non smarrirti,
perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto e ti sostengo con la
destra vittoriosa” (Is 41,10).
Non temere.
• La Bibbia trabocca di questo annuncio pieno di tenerezza; quasi come un fiume di
misericordia questa parola percorre tutti i libri sacri, dalla Genesi fino all’Apocalisse.
È il Padre che ripete ai suoi figli di non avere paura, perché Lui è con loro, non li
abbandona, non li dimentica, non li lascia in potere dei nemici. È come una
dichiarazione d’amore che Dio fa all’uomo, a ognuno di noi; è un pegno di fedeltà
che passa di mano in mano, da cuore a cuore, e giunge fino a noi. Abramo ha udito
questa parola e dopo di lui suo figlio Isacco, poi i patriarchi, Mosè, Giosuè, Davide,
Salomone e, insieme a loro, Geremia e tutti i profeti. Nessuno è escluso da questo
abbraccio di salvezza che il Padre offre ai suoi figli, anche quelli più lontani, più ribelli.
Maria sa ascoltare in profondità questa parola e sa credervi con fede piena, con
assoluto abbandono; Lei ascolta e crede, accoglie e vive anche per noi. Lei è la donna
forte e coraggiosa che si apre alla venuta di Dio, lasciando cadere tutte le paure, le
incredulità, le chiusure. Lei ripete questo annuncio di Dio dentro la nostra vita e ci
invita a credere con Lei.
Hai trovato grazia.
• “Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi…”. Questa è la preghiera che sgorga più e
più volte dalle labbra e dal cuore di uomini e donne che cercano rifugio presso il
Signore; di loro ci è raccontato nella Scrittura, li incontriamo al bivio delle nostre
stesse strade, quando non sappiamo bene dove andare, quando ci sentiamo braccati
dalla solitudine o dalla tentazione, quando viviamo gli abbandoni, i tradimenti, le
sconfitte pesanti delle nostre esistenze. Quando non abbiamo più nessuno e non
riusciamo a ritrovare neppure noi stessi, allora anche noi, come loro, ci troviamo a
pregare ripetendo quelle stesse parole: “Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi…”.
Chissà quante volte le abbiamo ripetute, anche solo in silenzio. Ma oggi, qui, in
questo brano evangelico così semplice, veniamo preceduti, siamo accolti in anticipo;
non abbiamo più bisogno di supplicare, perché già abbiamo trovato tutto quello che
da sempre stavamo cercando e molto di più. Abbiamo ricevuto gratuitamente,
siamo stati colmati e ora non possiamo che traboccare.
Nulla è impossibile a Dio.
• Sono giunto quasi al termine di questo percorso fortissimo di grazia e di liberazione;
vengo ora raggiunto da una parola che mi scuote fin nel più profondo. La mia fede è
messa al vaglio; il Signore mi prova, mi scruta, saggia il mio cuore. Ciò che l’angelo
afferma qui, davanti a Maria, era già stato proclamato più volte nell’Antico
Testamento; ora è raggiunta la pienezza, ora tutti gli impossibili vengono realizzati:
Dio si fa uomo; il Signore diventa amico, fratello; il lontano è vicinissimo. E io, anch’io,
piccolo e povero, sono fatto partecipe di questa immensità di dono, di grazia; mi
viene detto che anche nella mia vita l’impossibile diventa possibile. Devo solo
credere, solo dare il mio assenso. Ma questo significa lasciarmi sconquassare dalla
potenza di Dio; consegnarmi a Lui, che mi cambia, mi libera, mi rinnova. Nemmeno
questo è impossibile. Sì, io posso rinascere oggi, in questo momento, per grazia della
sua voce che mi ha parlato, che mi ha raggiunto fino al punto più profondo del cuore.
Cerco e trascrivo i passi della Scrittura che ripetono questa verità. E mentre li riscrivo,
mentre li rileggo e li pronuncio adagio, mangiando ogni parola, ciò che essi dicono
avviene ancora in me… Genesi 18,14; Giobbe 42,2; Geremia 32,17; Geremia 32,27;
Zaccaria 8,6; Matteo 19,26; Luca 18,27.
Eccomi.
• E ora non posso fuggire, né sottrarmi alla conclusione. Sapevo fin dall’inizio che
proprio qui, dentro questa parola, così piccola, eppure così piena, così definitiva, Dio
mi stava aspettando. L’appuntamento dell’amore, dell’alleanza fra Lui e me era
fissato precisamente su questa parola, appena un soffio della voce, appena un bacio.
Rimango sconvolto dalla ricchezza di presenza che sento in questo “Eccomi!”; non
devo sforzarmi molto per ricordare le innumerevoli volte in cui Dio stesso per primo
l’ha pronunciato, l’ha ripetuto. Lui è l’Eccomi fatto persona, fatto fedeltà assoluta,
incancellabile. Dovrei solo mettermi sulla sua onda, solo trovare le sue impronte nella
polvere della mia povertà, del mio deserto; dovrei solo accogliere questo suo amore
infinito che non ha mai smesso di cercarmi, di starmi appresso, di camminare con
me, dovunque io sia andato. L’Eccomi è già stato detto e vissuto, è già vero. Quanti
prima di me e quanti anche oggi, insieme a me! No, non sono solo. Faccio ancora
silenzio, mi pongo ancora in ascolto, prima di rispondere…
• “Eccomi eccomi!” (Is 65,1) ripete Dio; “Eccomi, sono la serva del Signore” risponde
Maria; “Ecco, io vengo per fare la tua volontà” (Sal 39,8) dice Cristo…
ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
Grado della Celebrazione: SOLENNITA’
Colore liturgico: Bianco
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Ciò che colpisce, nell’Annunciazione, è che una “religione pura” esige un dialogo vivente e costante fra Dio e ogni uomo. Qui Dio ha pronunciato la sua ultima Parola a Maria, perché si compissero le parole che, nella storia di Israele, erano state dette ad Abramo, a Mosé e ai profeti. Essi avevano ascoltato e obbedito; lasciarono entrare nella loro vita la Parola di Dio, la fecero parlare nelle loro azioni e la resero feconda nel loro destino.
I profeti sostituirono alle loro proprie idee la Parola di Dio; anche Maria lasciò che la Parola di Dio si sostituisse a quelle che erano le sue convinzioni religiose. Di fronte alla profondità e all’estensione di questa nuova Parola, Maria “rimase turbata”. L’avvicinarsi del Dio infinito deve sempre turbare profondamente la creatura, anche se, come Maria, è “piena di grazia”.
Assolutamente straordinario è poi che questo Dio non solo si avvicina a Maria, ma le offre il proprio Figlio eterno perché divenga il suo Figlio. Come è possibile che il “Figlio dell’Altissimo” diventi suo Figlio? “Lo Spirito Santo scenderà su di te”. Come scese sul caos, in occasione della creazione, lo Spirito Santo scenderà su Maria e il risultato sarà una nuova creazione. L’albero appassito della storia fiorirà di nuovo. “Maria disse: Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Nell’Annunciazione si ha il tipo di dialogo che il Padre del nostro Signore Gesù Cristo vorrebbe avere con ciascuno di noi. L’esperienza di Maria a Nazaret sottolinea questa verità per tutto il popolo di Dio. Il suo “sì” in risposta all’offerta divina e il cambiamento drammatico di vita che ne sarebbe seguito, mostrano che la venuta di Dio in mezzo a noi esige un cambiamento radicale.
Ma, cosa più importante, l’Annunciazione a Maria ci pone di fronte ad una grande verità: ognuno di noi ha avuto un’“annunciazione” personale. Sto esagerando? No di certo. Se esaminate la vostra vita passata, troverete un’esperienza che è stata decisiva; forse non ebbe allora conseguenze immediate, o almeno non vi sembrò, ma, ripensandoci adesso, vi accorgete che è stata fondamentale, sia essa la scuola che avete frequentato, un libro che avete letto, un discorso che avete ascoltato, una frase delle Scritture che vi ha colpito, gli amici a cui vi siete sentiti uniti o un ritiro che avete fatto. Era il Dio di Maria di Nazaret che si annunciava a voi. Voi avete dunque avuto una “vostra” annunciazione. E se non avete risposto “sì”, o se avete pronunciato soltanto un “sì” timido? Basta riconoscere l’annunciazione ora e cercare di recuperare il tempo perduto, vivendo per Dio e per gli altri.
“Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.
Antifona d’ingresso Entrando nel mondo il Signore disse: «Eccomi, o Dio, io vengo per fare la tua volontà». (Cf. Eb 10,5.7)Si dice il Gloria. |
Colletta O Padre, tu hai voluto che il tuo Verbo si facesse carne nel grembo della Vergine Maria: concedi a noi, che professiamo la fede nel nostro redentore, vero Dio e vero uomo, di essere partecipi della sua natura divina. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. |
Is 7,10-14; 8,10
Ecco, la vergine concepirà.
Dal libro del profeta Isaìa
In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Parola di Dio |
Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
Sacrificio e offerta non gradisci, «Nel rotolo del libro su di me è scritto Ho annunciato la tua giustizia Non ho nascosto la tua giustizia |
Eb 10,4-10
Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Parola di Dio |
Canto al Vangelo (Gv 1,14) Lode e onore a te, Signore Gesù. oppure (nel tempo pasquale): Alleluia, alleluia, alleluia.Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria. Lode e onore a te, Signore Gesù. |
Vangelo |
Lc 1,26-38
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli (Dall’Orazionale CEI 2020) Nell’evento umile e nascosto dell’Annunciazione Maria accoglie nella fede e nella carne il Verbo eterno fatto uomo per la nostra salvezza. In comunione di fede e di speranza con la Vergine rivolgiamo al Padre la nostra preghiera. Preghiamo insieme e diciamo: Si compia in noi la tua parola, Signore.1. Perché a immagine di Maria, piena di grazia, la Chiesa sia sempre più feconda nello Spirito, esulti per la santità dei suoi figli e raccolga nel suo grembo l’intera famiglia degli uomini. Preghiamo. 2. Perché sul modello di Cristo, servo obbediente, l’umanità intera aderisca con amore alla volontà del Padre ponendola al centro delle scelte quotidiane. Preghiamo. 3. Perché al soffio dello Spirito, datore di vita, il deserto dell’incredulità e della durezza dei cuori fiorisca in opere di giustizia e di pace. Preghiamo. 4. Perché con la materna intercessione di Maria la dignità della persona umana, creata a immagine di Dio, sia riconosciuta, difesa e valorizzata. Preghiamo. 5. Perché l’esempio della Vergine Madre induca ciascuno di noi ad accogliere con prontezza la parola di Dio e a testimoniarla nel mondo. Preghiamo. Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre; tu che, con l’annuncio dell’angelo, ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce, e per l’intercessione della beata Vergine Maria, guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. |
Preghiera sulle offerte Accogli con bontà, Dio onnipotente, l’offerta della tua Chiesa, perché, riconoscendo le sue origini nell’incarnazione del tuo Figlio unigenito, esulti di gioia in questa celebrazione dei suoi misteri. Per Cristo nostro Signore. |
PREFAZIO Il mistero dell’incarnazioneÈ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo Signore nostro. All’annuncio dell’angelo la Vergine accolse nella fede la tua parola, e per l’azione misteriosa dello Spirito Santo concepì e portò in grembo con ineffabile amore il primogenito dell’umanità nuova, che doveva compiere le promesse d’Israele e rivelarsi al mondo come il Salvatore atteso dalle genti. Per questo mistero, le schiere degli angeli adorano la tua gloria e per l’eternità si allietano al tuo cospetto. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell’inno di lode: Santo, … |
Antifona alla comunione Ecco, la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio: lo chiamerà Emmanuele, Dio con noi. (Cf. Is 7,14) |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 08 Aprile 2024
ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE – Solennità
Festa del Signore, l’Annunciazione inaugura l’evento in cui il figlio di Dio si fa carne per consumare il suo sacrificio redentivo in obbedienza al Padre e per essere il primo dei risorti. La Chiesa, come Maria, si associa all’obbedienza del Cristo, vivendo sacramentalmente nella fede il significato…
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