+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 5,1-16
All’istante quell’uomo guarì.
Riflessione
• Il Vangelo di oggi descrive Gesù che cura un paralitico che aveva aspettato 38 anni
che qualcuno lo aiutasse a raggiungere l’acqua della piscina per poter essere curato!
Trentotto anni! Davanti a questa assenza totale di solidarietà, cosa fa Gesù?
Trasgredisce la legge del sabato e cura il paralitico. Oggi, mancando l’assistenza alle
persone malate nei paesi poveri, la gente sperimenta la stessa mancanza di
solidarietà. Vivono in un abbandono totale, senza aiuto né solidarietà da parte di
nessuno.
• Giovanni 5,1-2: Gesù va a Gerusalemme. In occasione di una festa dei giudei, Gesù va a Gerusalemme. Lì c’era, vicino al Tempio, una piscina con cinque portici o corridoi.
In quel tempo, il culto nel Tempio esigeva molta acqua a causa dei numerosi animali
che erano sacrificati, soprattutto nelle grandi feste. Per questo, vicino al tempio
c’erano diverse cisterne, raccoglievano l’acqua della pioggia. Alcune di loro avevano
la capacità di oltre mille litri d’acqua. Lì vicino, a causa dell’abbondanza dell’acqua,
c’erano terme pubbliche, dove si agglomeravano i malati in attesa di aiuto o di
guarigione. L’archeologia informa che nello stesso recinto del Tempio, c’era un luogo
dove gli scribi insegnavano la legge agli studenti. Da un lato, l’insegnamento della
Legge di Dio. Dall’altro, l’abbandono dei poveri. L’acqua purificava il Tempio, ma non
purificava la gente.
• Giovanni 5,3-4: La situazione dei malati. Questi malati erano attratti dalle acque delle
terme. Dicevano che un angelo agitava le acque e il primo che ad entrarvi dopo
l’agitazione dell’angelo guariva. Detto con altre parole, i malati erano attratti da false
speranze. La guarigione era solo per un’unica persona. Come le lotterie di oggi. Solo
una persona vince un premio! La maggioranza paga solo e non vince nulla. Proprio
in questa situazione di abbandono totale, lì nelle terme popolari, Gesù incontrerà i
malati.
• Giovanni 5,5-9: Gesù guarisce un infermo di sabato. Molto vicino al luogo, dove si
insegnava l’osservanza della Legge di Dio, un paralitico da 38 anni era in attesa di
qualcuno che lo aiutasse a scendere nell’acqua per ottenere la guarigione. Questo
fatto rivela la mancanza assoluta di solidarietà e di accoglienza agli esclusi! Il numero
38 indicava la durata di una generazione (Dt 2,14). E’ tutta una generazione che non
giunse a sperimentare la solidarietà, né la misericordia. La religione dell’epoca non
era capace di rivelare il volto accogliente e misericordioso di Dio. Davanti a questa
situazione drammatica, Gesù trasgredisce la legge del sabato e si occupa del
paralitico dicendo: “Prendi il tuo lettuccio e cammina!” L’uomo prese il suo lettuccio
e cominciò a camminare in mezzo alla moltitudine.
• Giovanni 5,10-13: Discussione dell’uomo curato con i giudei. Subito dopo, alcuni
giudei arrivano e criticano l’uomo che si è caricato sulle spalle il lettuccio in un giorno
di sabato. L’uomo non seppe rispondere chi era la persona che lo aveva curato. Non
conosceva Gesù. Questo significa che Gesù, passando per quel luogo dove c’erano
poveri e malati, vide quella persona, ne percepì la situazione drammatica in cui si
trovava e la guarisce. Non lo guarisce per far convertire l’uomo, né affinché credesse
in Dio. Lo guarisce, perché vuole aiutarlo. Voleva che lui potesse sperimentare un po’
di amore e di solidarietà attraverso il suo aiuto ed il suo volergli bene.
• Giovanni 5,14-16: Il rincontro con Gesù. Andando al Tempio, in mezzo alla moltitudine,
Gesù incontra la stessa persona e le dice: “Ecco che sei guarito; non peccare più,
perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio”. In quel tempo, la gente diceva:
“La malattia è castigo di Dio! Se tu sei paralitico, vuol dire che Dio non sta dalla tua
parte!” Gesù non era d’accordo con questo modo di pensare. Curando l’uomo, stava
dicendo il contrario: “La tua malattia non è un castigo di Dio. Dio sta con te!” Una
volta curato, l’uomo deve continuare a non peccare più, in modo che non gli succeda
qualcosa di peggio! Ma nella sua ingenuità, l’uomo andò a dire ai giudei che era stato
Gesù a curarlo. I giudei cominciarono a perseguitare Gesù perché faceva cose nella
giornata del sabato. Nel vangelo di domani viene il seguito.
Martedì della IV settimana di Quaresima
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola
Nella visione di Ezechiele, l’acqua che dà la salute e la vita simboleggia la grazia che Dio dispensa in abbondanza nel tempo messianico. Questo tempo è giunto con la venuta di Gesù Cristo. È il motivo per cui Gesù non conduce il malato alla piscina di Siloe, la sorgente della grazia dell’Antico Testamento, ma lo guarisce per mezzo della propria potenza.
Egli lo fa di sabato, ed ordina al miracolato di portare il suo giaciglio nel giorno di sabato, poiché è giunto il tempo in cui è arrivata una grazia più grande della legge, e Gesù è il padrone del sabato. Nel sacramento del battesimo, tutti siamo stati integrati nel tempo messianico e, guariti dalla paralisi, abbiamo ricevuto l’ordine di partire e di portare i frutti della vita nello Spirito. Oggi Gesù ci dà un monito come ha fatto con il paralitico: dobbiamo avere paura di ricadere ancora nella schiavitù del peccato, affinché la nostra paralisi spirituale di cristiani non sia più grave della paralisi del paganesimo di cui Cristo ci ha liberati. Il tempo di Quaresima è il tempo dell’esame di coscienza. I nostri paesi, il mondo cristiano e post-cristiano non sono forse caduti di nuovo nel paganesimo, nell’idolatria del denaro, del successo e del potere? Non siamo forse di nuovo paralizzati tanto da non saper più vincere il male sociale, politico, familiare e personale? Le strutture del male sociale non costituiscono forse il letto della nostra malattia? O lo costituiscono le opinioni e i costumi del nostro ambiente? Gesù chiama ognuno di noi a convertirsi. Ci offre la riconciliazione con il Padre e la guarigione. Ci dice oggi: alzati, porta con te il tuo giaciglio di malato, va’, vivi e fa’ il bene. Ognuno di noi, all’ascolto del Vangelo di oggi, deve trovare il suo compito nell’ordine di Gesù: “Alzati, cammina e non peccare più”.
Antifona d’ingresso
O voi tutti assetati, venite all’acqua;
voi che non avete denaro, venite
e dissetatevi con gioia. (Cf. Is 55,1)
Colletta
Dio fedele e misericordioso,
questo tempo di penitenza e di preghiera
disponga i cuori dei tuoi fedeli
ad accogliere degnamente il mistero pasquale
e a proclamare il lieto annuncio della tua salvezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
>
Prima lettura
Ez 47,1-9.12
Vidi l’acqua che usciva dal tempio, e a quanti giungerà quest’acqua porterà salvezza.
Dal libro del profeta Ezechièle
In quei giorni [l’angelo] mi condusse all’ingresso del tempio [del Signore] e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro.
Quell’uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cùbiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva alla caviglia. Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare l’acqua: mi giungeva ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un torrente che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute; erano acque navigabili, un torrente che non si poteva passare a guado. Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell’uomo?». Poi mi fece ritornare sulla sponda del torrente; voltandomi, vidi che sulla sponda del torrente vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra.
Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Aràba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».
Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare.
Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.
Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra.
Canto al Vangelo (Sal 50,12.14)
Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Crea in me, o Dio un cuore puro;
rendimi la gioia della tua salvezza.
Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Gesù Cristo è la nostra speranza. Egli risana le nostre ferite e, nella sua compassione, esprime il tenero amore del Padre. Ripetiamo con fiducia:
Ascoltaci, o Signore.Perchè la Chiesa, sacramento di salvezza, rinnovi con la grazia del Signore la vita degli uomini, e ogni giorno celebri la memoria dei grandi benefici della redenzione. Preghiamo:
Perchè il ricordo dell’acqua del battesimo che ci ha rigenerati, ci apra al Cristo salvatore che perdona i peccati e viene incontro al nostro desiderio di vita nuova. Preghiamo:
Perchè accanto ad ogni uomo che soffre, si trovi sempre una persona disponibile all’aiuto gratuito per amore del Cristo. Preghiamo:
Perchè i cristiani, con coraggio e umiltà, professino in ogni luogo la fede nel Signore morto e risorto. Preghiamo:
Perchè le leggi e le tradizioni umane non si oppongano ai disegni di Dio che superano spesso le nostre visuali e i nostri programmi. Preghiamo:
Per i lungodegenti nelle loro case e negli ospedali.
Perchè le nostre chiese siano tenute con decoro e proprietà.
O Dio, che anche oggi ripeti per noi la Parola salutare e perfetta e ci nutri alla mensa della vita, fa’ che veniamo trasfigurati nell’anima e nel corpo dal contatto vivo col nostro Salvatore, il Signore Gesù, che vive e regna con te nei secoli dei secoli. Amen.
Preghiera sulle offerte
Ti offriamo, o Signore, i doni che ci hai dato
a sostegno della nostra vita mortale
perché diventino per noi farmaco di eternità.
Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO DI QUARESIMA I
Il significato spirituale della QuaresimaÈ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli
di prepararsi con gioia, purificati nello spirito,
alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione
la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.
E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria: Santo, …
Oppure
PREFAZI DI QUARESIMA II-V
Antifona alla comunione
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce. (Sal 22,1-2)Oppure:
«Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina
quando l’acqua si agita».
Gesù gli disse: «Alzati,
prendi la tua barella e cammina». (Gv 5,7-8)
Preghiera dopo la comunione
Purifica, o Signore, il nostro spirito
e rinnovalo con questo sacramento di salvezza,
perché anche il nostro corpo mortale
riceva un germe di risurrezione e di vita nuova.
Per Cristo nostro Signore.Orazione sul popolo ad libitum
Concedi, Dio misericordioso, che il tuo popolo
viva sempre nell’adesione piena alla tua volontà
e ottenga incessantemente il sostegno della tua clemenza.
Per Cristo nostro Signore.
NOME: Parrocchia San Francesco D’Assisi IBAN: IT73B0832739030000000008237
“SAN FRANCESCO ONLUS” 5×1.000
♥♥♥ Puoi donare senza pagare ♥♥♥
♥♥♥♥Aiutaci a sostenere le attività del nostro Oratorio♥♥♥♥♥♥ Codice Fiscale: 91068040582 IBAN: IT 37 A 03069 09606 100000079215
INTESA SANPAOLO – Presidente Onlus Giorgio Michetti