+ Dal Vangelo secondo Marco Mc 2,23-28
Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!
• Nell’antico Israele, il clan, cioè, la grande famiglia (la comunità), era la base della convivenza sociale. Era la protezione delle famiglie e delle persone, la garanzia del possesso della terra, il veicolo principale della tradizione, la difesa dell’identità. Era il modo concreto da parte della gente di quella epoca di incarnare l’amore di Dio e l’amore verso il prossimo. Difendere il clan era lo stesso che difendere l’Alleanza.
• Nella Galilea del tempo di Gesù, a causa del sistema impiantato durante i lunghi governi di Erode Magno (37 a.C. a 4 a.C.) e di suo figlio Erode Antipa (4 a.C. a 39 d.C.), il clan (la comunità) si stava debilitando. Le imposte da pagare, sia al governo che al tempio, i debiti in aumento, la mentalità individualista dell’ideologia ellenistica, le frequenti minacce di repressione violenta da parte dei romani e l’obbligo di accogliere i soldati e dare loro ospitalità, i problemi sempre più grandi di sopravvivenza, tutto questo spingeva le famiglie a rinchiudersi in se stesse e pensare alle proprie necessità. Questa chiusura si vedeva rafforzata dalla religione dell’epoca. Per esempio, chi dedicava la sua eredità al Tempio poteva lasciare i suoi genitori senza aiuto. Ciò indeboliva il quarto comandamento che era la spina dorsale del clan (Mc 7,8-13). Oltre a questo, l’osservanza delle norme di purezza era un fattore di emarginazione per molte persone: donne, bambini, samaritani, stranieri, lebbrosi, indemoniati, pubblicani, malati, mutilati, paraplegici.
• E così, la preoccupazione con i problemi della propria famiglia impediva alle persone di riunirsi in comunità. Ora, affinché potesse manifestarsi il Regno di Dio nella convivenza comunitaria della gente, le persone dovevano superare i limiti stretti della piccola famiglia ed aprirsi di nuovo alla grande famiglia, alla Comunità. Gesù dette l’esempio. Quando la sua famiglia cercò di impossessarsi di lui, reagì ed allargò la famiglia: “Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli? E lui stesso dette la risposta girando lo sguardo verso la moltitudine: Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre! (Mc 3,33-35). Creò comunità.
• Gesù chiedeva lo stesso a tutti coloro che volevano seguirlo. Le famiglie non potevano rinchiudersi in se stesse. Gli esclusi e gli emarginati dovevano essere accolti nella convivenza e così sentirsi accolti da Dio (cf Lc 14,12-14). Questo era il cammino per raggiungere l’obiettivo della Legge che diceva: “Non vi sarà alcun bisognoso tra di voi” (Dt 15,4). Come i grandi profeti del passato, Gesù cerca di consolidare la vita comunitaria nei villaggi della Galilea. Riprende il senso profondo del clan, della famiglia, della comunità, quale espressione dell’incarnazione dell’amore verso Dio e verso il prossimo.
• Oggi, nella grande città, la massificazione promuove l’individualismo che è contrario alla vita in comunità. Cosa sto facendo per combattere questo male?
Martedì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
La pratica del sabato appare negli strati più antichi della Bibbia. È durante il settimo giorno che Dio Creatore si è riposato. Per la religione ebraica è un giorno molto importante. Di qui il suo rigore nell’esigere il rispetto del riposo in questo giorno; è proibito fare legna, preparare del cibo, accendere il fuoco, camminare a lungo… I farisei erano scandalizzati nel vedere i discepoli di Gesù raccogliere delle spighe, per mangiare, di sabato.
Gesù festeggia il sabato andando alla sinagoga e leggendo i Libri Sacri; non rinnega questo giorno. Condanna piuttosto il rigore esagerato. Afferma che la carità vince qualsiasi osservanza legalista del sabato.
Anche per noi questo può essere un richiamo all’ordine. La religiosità formalista non ha un autentico carattere religioso. Le qualità dell’evangelizzatore sono profonde e sorgono dal suo amore concreto per un qualsiasi essere umano. L’uomo non è un oggetto che può essere manipolato; il sabato stesso non può tiranneggiarlo, ha valore nella misura in cui rispetta e onora la persona.
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Prima lettura | |||
1Sam 16,1-13 Samuèle unse Davide in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su di lui. |
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Salmo responsoriale | |||
Sal 88 | |||
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Mc 2,23-28 Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! |
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O Padre, che hai stabilito per noi un giorno di riposo perché non ci rendiamo schiavi dei nostri progetti e attività economiche, aiutaci a riconoscerti come il Dio che ci guida alla nostra autentica realizzazione. Per il tuo Figlio Gesù che regna con te nei secoli dei secoli. Amen.
Preghiera sulle offerte Concedi a noi tuoi fedeli, Signore, di partecipare degnamente ai santi misteri perché, ogni volta che celebriamo questo memoriale del sacrificio del tuo Figlio, si compie l’opera della nostra redenzione. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona di comunione Dinanzi a me hai preparato una mensa e il mio calice trabocca. (Sal 23,5)Oppure: Abbiamo conosciuto l’amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto. (1Gv 4,16) |
Preghiera dopo la comunione Infondi in noi, o Padre, lo Spirito del tuo amore, perché nutriti con l’unico pane di vita formiamo un cuor solo e un’anima sola. Per Cristo nostro Signore. |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 23 Gennaio 2018
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Sant’ ILDEFONSO (IDELFONSO) DA TOLEDO Vescovo
Toledo (Spagna), 607 – Toledo, 23 gennaio 667
Molto devoto a Maria, su cui scrisse un celebre trattato, e significativo esponente della Spagna del suo tempo, Ildefonso era discendente di una potente famiglia romana. Anche sotto i Visigoti avrebbe potuto far carriera, ma si fece monaco e divenne diacono. Fu eletto abate del monastero dei Santi Cosma e Damiano, nei pressi di Toledo. Quando il vescovo morì…
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Santi SEVERIANO E AQUILA Sposi, martiri
Cesarea di Mauritania, III secolo
Severiano e Aquila, sposi e martiri del III secolo a Cesarea di Mauritania. Furono bruciati vivi in odio alla loro fede cristiana.
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Santa MESSALINA DI FOLIGNO Martire
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