+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 21,33-43.45
Costui è l’erede. Su, uccidiamolo!
• Il vangelo di Giovanni è diverso dagli altri tre. Rivela una dimensione più profonda che solo la fede riesce a percepire nelle parole e nei gesti di Gesù. I Padri della Chiesa dicevano che il vangelo di Giovanni è “spirituale”, rivela ciò che lo Spirito fa scoprire nelle parole di Gesù (cf. Gv 16,12-13). Un esempio bello di questa dimensione spirituale del vangelo di Giovanni è il passaggio che meditiamo oggi.
• Giovanni 5,17-18: Gesù spiega il significato profondo della guarigione del paralitico. Criticato dai giudei per aver curato nel giornato di sabato, Gesù risponde: “Il Padre mio opera sempre e anch’io opero!” I giudei insegnavano che il sabato non si poteva lavorare, poiché perfino Dio si è riposato e non ha lavorato il settimo giorno della creazione (Es 20,8-11). Gesù afferma il contrario. Lui dice che il Padre ha sempre lavorato fino ad ora. Per questo, anche Gesù lavora, e perfino il sabato. Imita suo Padre! Per Gesù, l’opera creatrice non è terminata. Dio continua a lavorare, incessantemente, giorno e notte, sostenendo l’universo e tutti noi. Gesù collabora con il Padre continuando l’opera della creazione in modo che un giorno tutti possano entrare nel riposo promesso. La reazione dei giudei fu violenta. Volevano ucciderlo per due motivi; per negare il senso del sabato e per dirsi uguali a Dio.
• Giovanni 5,19-21: E’ l’amore che lascia trasparire l’azione creatrice di Dio. Questi versi rivelano qualcosa della relazione tra Gesù ed il Padre. Gesù, il figlio, vive in attenzione permanente dinanzi al Padre. Quello che vede fare al Padre, anche lui lo fa. Gesù è il riflesso del Padre. E’ il volto del Padre! Questa attenzione totale del Figlio al Padre, fa sì che l’amore del Padre possa entrare totalmente nel Figlio ed attraverso il Figlio possa svolgere la sua azione nel mondo. La grande preoccupazione del Padre è quella di vincere la morte e di far vivere. La guarigione del paralitico fu un modo per tirar fuori le persone dalla morte e per farle vivere. E’ un modo per dare continuità all’opera creatrice del Padre.
• Giovanni 5,22-23: Il Padre non giudica, ma affida il giudizio al figlio. Determinante, nella vita, è il modo in cui ci collochiamo dinanzi al Creatore, poiché dipende radicalmente da lui. Ora, il Creatore si rende presente per noi in Gesù. In Gesù abita la pienezza della divinità (cf Col 1,19). Per questo, nel modo in cui ci definiamo dinanzi a Gesù, esprimiamo la nostra posizione dinanzi a Dio Creatore. Ciò che il Padre vuole è che lo conosciamo e gli rendiamo onore nella rivelazione che lui fa di se stesso in Gesù.
• Giovanni 5,24: La vita di Dio in noi mediante Gesù. Dio è vita, è forza creatrice. Lì dove lui si fa presente, la vita rinasce. Lui si fa presente nella Parola di Gesù. Chi ascolta la parola di Gesù come parola che viene da Dio è già risorto. Ha già ricevuto il tocco vivificante che lo conduce oltre la morte. Gesù passò dalla morte alla vita. Ne è la prova la guarigione del paralitico.
• Giovanni 5,25-29: La risurrezione sta avvenendo già. I morti siamo tutti noi che ancora non ci apriamo alla voce di Gesù che viene dal Padre. Però “viene l’ora” ed è adesso, “in cui i morti udiranno la voce del Figlio di Dio e coloro che ascoltano vivranno”. Con la parola di Gesù, venuta dal Padre, si inizia una nuova creazione, già in cammino. La parola creatrice di Gesù raggiungerà tutti, anche coloro che sono già morti. Loro udiranno e vivranno.
• Giovanni 5,30: Gesù è il riflesso del Padre. “Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato”. Questa frase finale è il riassunto di tutto ciò che è stato detto precedentemente. Era questa l’idea che le comunità del tempo di Giovanni avevano ed irradiavano riguardo a Gesù.
Per un confronto personale
• Come ti immagini il rapporto tra Gesù ed il Padre?
• Come vivi la fede nella risurrezione?
Venerdì della II settimana di Quaresima
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola
In questo venerdì la Chiesa ha scelto di farci leggere due testi che ci preparano al mistero del Venerdì Santo, nel quale Gesù viene ucciso per salvare noi.
Abele, ucciso dal suo fratello geloso, è la prima immagine di Gesù nell’Antico Testamento. Viene poi la figura di Giuseppe, venduto dai suoi fratelli. Questi passi della Genesi mettono in piena luce la ferita che colpisce il cuore di tutti gli uomini dopo il peccato originale e che ostacola il sorgere dei sentimenti fraterni. La gelosia può assumere molte forme, vi sono modi più o meno eleganti di sbarazzarci di qualcuno che ci infastidisce e bisogna riconoscere che si tratta di una tentazione molto frequente, anche in una comunità cristiana. Abbiamo bisogno di chiedere continuamente a Dio una purificazione più profonda, per non accettare mai volontariamente nei nostri cuori il più piccolo sentimento di ostilità nei confronti di un fratello. L’ostilità diventa così facilmente odio…
La parabola dei vignaioli assassini è indirizzata ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo. Ci fa comprendere una particolare sofferenza del cuore di Gesù, e al tempo stesso ci fa penetrare nel mistero della sua Chiesa. Gesù ha sofferto per tutti i nostri peccati, ma in particolar modo ha sofferto per essere stato ripudiato e infine ucciso dai pastori del popolo eletto.
Quando consideriamo la storia della Chiesa e del mondo, vediamo che spesso gli uomini hanno veramente voglia di conservare l’eredità del cristianesimo: una nuova visione dell’uomo e della sua dignità personale, un senso della giustizia, della condivisione… Ma essi vogliono sopprimere l’Erede. Si accontentano di una spiritualità senza Dio! Durante questa Quaresima, chiediamo la grazia di attaccarci con fermezza non solo al messaggio, ma anche alla persona di Gesù, e che la nostra unione con lui sia il centro della nostra vita.
Antifona d’ingresso In te mi rifugio, Signore, che io non resti confuso in eterno; mi salverai dalla rete che mi hanno teso i nemici, perché tu sei la mia difesa. (Sal 31,2.5) |
Colletta Dio onnipotente e misericordioso, concedi ai tuoi fedeli di essere intimamente purificati dall’impegno penitenziale della Quaresima, per giungere con spirito nuovo alle prossime feste di Pasqua. Per il nostro Signore Gesù Cristo… |
Gen 37,3-4.12-13.17-28
Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! Orsù, uccidiamolo!
Dal libro della Gènesi
Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe. I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente. Parola di Dio |
Ricordiamo, Signore, le tue meraviglie.
Il Signore chiamò la carestia su quella terra, Gli strinsero i piedi con ceppi, Il re mandò a scioglierlo, |
Canto al Vangelo (Gv 3,16) Lode e onore a te, Signore Gesù. Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna. Lode e onore a te, Signore Gesù. |
Vangelo |
Mt 21,33-43.45
Costui è l’erede. Su, uccidiamolo!
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli La storia di Giuseppe e dei suoi fratelli rivela la volontà del Signore di capovolgere in bene il male fatto contro gli innocenti. La sua compassione, per chi soffre senza colpa ci incoraggia a rivolgergli la nostra preghiera dicendo insieme: Ascoltaci, o Signore.Perchè il Papa, i vescovi e i sacerdoti, ai quali è affidata la Chiesa, vigna del Signore, non vengano meno alla missione di far fruttificare il regno di Dio tra gli uomini. Preghiamo: Perchè l’esperienza di Giuseppe rafforzi nelle persone deluse e scoraggiate la convinzione che Dio trae il bene anche dal male. Preghiamo: Perchè soprattutto i cristiani, incontrando uno straniero immigrato nel nostro paese, si ricordino che nessuno è straniero davanti a Dio, e che a tutti Dio dona la sua terra. Preghiamo: Perchè il dolore dei profughi e degli esiliati sia mitigato dalla pronta accoglienza dei paesi ospitanti. Preghiamo: Perchè la tenerezza paterna di Dio, frequentemente sperimentata nei sacramenti e nella preghiera, ci aiuti a rimanere sereni e fiduciosi nelle prove della vita. Preghiamo: Per chi si allontana da Dio perchè colpito da qualche disgrazia. Per chi, per disperazione, non chiede più aiuto a nessuno.O Dio, padre buono, che metti a fondamento della tua Chiesa la pietra scartata dagli uomini, Cristo tuo Figlio, fa’ che noi, accogliendo gli ultimi e condividendo la loro sofferenza, testimoniamo la tua predilezione per i deboli e i poveri. Per Cristo nostro Signore. Amen. |
Preghiera sulle offerte La tua misericordia, o Dio, ci prepari a celebrare i santi misteri e a viverli con la fede e con le opere. Per Cristo nostro Signore. |
PREFAZIO DI QUARESIMA II La penitenza dello spiritoÈ veramente giusto renderti grazie, è bello cantare la tua gloria, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno. Tu hai stabilito per i tuoi figli un tempo di rinnovamento spirituale, perché si convertano a te con tutto il cuore, e liberi dai fermenti del peccato vivano le vicende di questo mondo, sempre orientati verso i beni eterni. Per questo dono della tua benevolenza, uniti agli angeli e ai santi, con voce unanime cantiamo l’inno della tua lode: Santo… |
Antifona di comunione Dio ci ha amati e ha mandato il suo Figlio, vittima di espiazione per i nostri peccati. (1Gv 4,10)Oppure: La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo. (Mt 21,42) |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 14 Marzo 2018
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Santa MATILDE DI GERMANIA Regina
Engern, Sassonia, 895 circa – Quedlinburgo, Sassonia, 14 marzo 968
Da lei e da suo marito Enrico I (duca di Sassonia e più tardi re di Germania) discende la casata che conterà quattro imperatori: la famosa dinastia sassone. Educata nel monastero di Herford, in Westfalia, dove sua nonna era badessa, Matilde sa leggere e scrivere, un fatto non frequentissimo nelle grandi casate del tempo, e non si mantiene estra…
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San LAZZARO DI MILANO Vescovo
sec. V
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San LEOBINO DI CHARTRES Vescovo
m. 557 circa
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