+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 6,35-40
Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna.
Riflessione
• Giovanni 6,35-36: Io sono il pane di vita. Entusiasmata dalla prospettiva di avere il
pane del cielo di cui parla Gesù e che dà vita per sempre (Gv 6,33), la gente chiede:
“Signore dacci sempre questo pane!” (Gv 6,34). Pensavano che Gesù stesse parlando
di un pane particolare. Per questo, in modo interessato, la gente chiede: “Dacci
sempre questo pane!” Questa richiesta della gente ricorda la conversazione di Gesù
con la Samaritana. Gesù aveva detto che lei avrebbe potuto avere dentro di sé una
sorgente di acqua viva che scaturisce per la vita eterna, e lei in modo interessato
chiede: “Signore, dammi questa acqua!” (Gv 4,15). La Samaritana non si rende conto
che Gesù non stava parlando di acqua materiale. Come pure la gente non si rende
conto che Gesù non stava parlando del pane materiale. Per questo, Gesù risponde
molto chiaramente: “Io sono il pane della vita! Chi viene a me non avrà più fame e chi
crede in me non avrà più sete”. Mangiare il pane del cielo è lo stesso che credere in
Gesù. E’ credere che lui è venuto dal cielo come rivelazione del Padre. E’ accettare il
cammino che lui ha insegnato. Ma la gente pur vedendo Gesù, non crede in lui. Gesù
si rende conto della mancanza di fede e dice: “Voi mi avete visto e non credete”.
• Giovanni 6,37-40: Fare la volontà di colui che mi ha mandato. Dopo la conversazione
con la Samaritana, Gesù aveva detto ai suoi discepoli: “Mio cibo è fare la volontà di
colui che mi ha mandato!” (Gv 4,34). Qui, nella conversazione con la gente sul pane
del cielo, Gesù tocca lo stesso tema: “Sono disceso dal cielo non per fare la mia
volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che
mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti
l’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio
e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Questo è il cibo
che la gente deve cercare: fare la volontà del Padre del cielo. E questo è il pane che
alimenta la persona nella vita e le dà vita. Qui comincia la vita eterna, vita che è più
forte della morte! Se fossimo veramente disposti a fare la volontà del Padre, non
avremmo difficoltà a riconoscere il Padre presente in Gesù.
• Giovanni 6,41-43: I giudei mormorano. Il vangelo di domani inizia con il versetto 44
(Gv 6,44-51) e salta i versetti da 41 a 43. Nel versetto 41, inizia la conversazione con i
giudei, che criticano Gesù. Diamo qui una breve spiegazione del significato della
parola giudei nel vangelo di Giovanni per evitare che una lettura superficiale alimenti
in noi cristiani il sentimento di anti-semitismo. Prima di tutto è bene ricordare che
Gesù era Giudeo e continua ad essere giudeo (Gv 4,9). Giudei erano i suoi discepoli e
discepole. Le prime comunità cristiane erano tutte di giudei che accettarono Gesù
come il Messia. Solo dopo, poco a poco, nelle comunità del Discepolo Amato, greci e
cristiani cominciano ad essere accettati sullo stesso piano dei giudei. Erano
comunità più aperte. Ma questa apertura non era accettata da tutti. Alcuni cristiani
venuti dal gruppo dei farisei volevano mantenere la “separazione” tra giudei e pagani
(At 15,5). La situazione rimane critica dopo la distruzione di Gerusalemme nell’anno
70. I farisei diventano la corrente religiosa dominante nel giudaismo e cominciano a
definire le direttrici religiose per tutto il popolo di Dio: sopprimere il culto nella lingua
greca; adottare solo il testo biblico in ebraico; definire la lista dei libri sacri eliminando
i libri che stavano solo nella traduzione greca della Bibbia: Tobias, Giuditta, Ester;
Baruc, Sapienza, Ecclesiastico e i due libri dei Maccabei: segregare gli stranieri; non
mangiare nessun cibo, sospettato di impurità o di essere stato offerto agli idoli. Tutte
queste misure assunte dai farisei si ripercuotevano sulle comunità dei giudei che
accettavano Gesù, Messia. Queste comunità avevano già camminato molto.
L’apertura per i pagani era irreversibile. La Bibbia in greco era già usata da molto
tempo. Così, lentamente, cresce una separazione reciproca tra cristianesimo e
giudaismo. Negli anni 85-90 le autorità giudaiche cominciano a discriminare coloro
che continuavano ad accettare Gesù di Nazaret in qualità di Messia (Mt 5, 11-12; 24,9-
13). Chi continuava a rimanere nella fede in Gesù era espulso dalla sinagoga (Gv 9,34).
Molte comunità cristiane temevano questa espulsione (Gv 9,22), poiché significava
perdere l’appoggio di una istituzione forte e tradizionale con la sinagoga. Coloro che
erano espulsi perdevano i privilegi legali che i giudei avevano conquistato lungo i
secoli nell’impero. Le persone espulse perdevano perfino la possibilità di essere
sepolte decentemente. Era un rischio enorme. Questa situazione conflittuale della
fine del primo secolo si ripercuote sulla descrizione del conflitto di Gesù con i farisei.
Quando il vangelo di Giovanni parla in giudeo non sta parlando del popolo giudeo
come tale, ma sta pensando molto di più a quelle poche autorità farisaiche che
stavano espellendo i cristiani dalle sinagoghe negli anni 85-90, epoca in cui fu scritto
il vangelo. Non possiamo permettere che queste affermazione sui giudei facciano
crescere l’antisemitismo tra i cristiani.
Mercoledì della III settimana di Pasqua
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Bianco
Se non fossi cristiano, potrei dormire a lungo la domenica mattina, potrei mostrarmi un po’ meno rigoroso nei confronti della mia vita e dei miei soldi. Ma è proibito ai cristiani! Ecco il genere di parole che non piace assolutamente ai cristiani stessi. Tuttavia, è così. Gesù stesso non si esprime con delle parole velate? Egli dice che non vuole fare la propria volontà, ma quella del Padre. Ma cosa sarà questa volontà che egli si rifiuta di seguire?
È la folla che pretende: quello che tu fai e dici, non è né la parola né l’azione divina; tu segui la tua volontà, e non quella di Dio. Il Signore attesta il contrario: “Non sono venuto per compiere la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato”. Ma egli ha rinunciato completamente alla sua? No: soltanto, egli si nutre della volontà di suo Padre. Non c’è niente di meglio per lui – e per noi. Fare la volontà di Dio non restringe la nostra libertà. Se non fossi già cristiano, non potrei impedirmi di diventarlo!
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Prima lettura | ||||
At 8,1-8 Andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola. |
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Salmo responsoriale | ||||
Sal 65 | ||||
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Gv 6,35-40 Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna. |
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IL SANTO DEL GIORNO
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