+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 21,12-19
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
1º segnale: i falsi messia (Lc 21,8);
2º segnale: guerra e rivoluzioni (Lc 21,9);
3º segnale: nazioni che lottano contro altre nazioni, un regno contro un altro regno (Lc 21,10);
4º segnale: terremoti in diversi luoghi (Lc 21,11);
5º segnale: fame, peste e segni nel cielo (Lc 21,11);
Fino a qui il vangelo di ieri. Ora, nel vangelo di oggi, aggiunge un segnale:
6º segnale: la persecuzione dei cristiani (Lc 21,12-19)
• Luca 21,12. Il sesto della persecuzione. Varie volte, nei pochi anni che passò tra di noi, Gesù aveva avvisato i discepoli che sarebbero stati perseguitati. Qui, nell’ultimo discorso, ripete lo stesso avviso e fa sapere che la persecuzione deve essere presa in considerazione nel discernere i segni dei tempi: “Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governanti, a causa del mio nome”. E di questi avvenimenti, apparentemente così negativi Gesù aveva detto: “Non vi terrorizzate. Devono infatti accadere queste cose, ma non sarà subito la fine.” (Lc 21,9). Ed il vangelo di Marco aggiunge che tutti questi segnali sono “appena l’inizio dei dolori di parto!” (Mc 13,8). Ora, i dolori del parto, pur essendo molto dolorosi per la madre, non sono segno di morte, bensì di vita! Non sono motivo di timore, bensì di speranza! Questo modo di leggere i fatti porta tranquillità alle comunità perseguitate. Così, leggendo o udendo questi segni, profetizzati da Gesù nell’anno 33, i lettori di Luca degli anni ottanta potevano concludere: “Tutte queste cose avvengono già secondo il piano previsto ed annunciato da Gesù! Quindi la storia non è scappata dalle mani di Dio! Dio è con noi!”
• Luca 21,13-15: La missione dei cristiani in epoca di persecuzione. La persecuzione non è una fatalità, né può essere motivo di scoraggiamento o di disperazione, ma deve essere considerata come una possibilità, offerta da Dio, in modo che le comunità svolgano la missione di testimoniare la Buona Novella di Dio. Gesù dice: “Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere”. Per mezzo di questa affermazione, Gesù incoraggia i cristiani perseguitati che vivevano nell’angoscia. Fa loro sapere che, anche se perseguitati, loro avevano una missione da svolgere, cioè: rendere testimonio della Buona Novella di Dio ed essere così segno del Regno (At 1,8). La testimonianza coraggiosa porterebbe la gente a ripetere ciò che dicevano i maghi in Egitto davanti ai segni e ad avere coraggio come Mosè e Aronne: “Qui c’è il dito di Dio” (Es 8,15). Conclusione: se le comunità non devono preoccuparsi, se tutto sta nelle mani di Dio, se tutto era già previsto da Dio, se tutto non è altro che un dolore da parto, allora non c’è motivo di preoccuparsi.
• Luca 21,16-17: Persecuzione fin dentro la propria famiglia. “Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome”. La persecuzione non viene solo dal di fuori, dall’impero, ma anche dal di dentro, dalla propria famiglia. In una stessa famiglia, alcuni accettavano la Buona Notizia, altri no. L’annuncio della Buona Novella causava divisioni all’interno delle famiglie. C’erano perfino persone che, basandosi sulla Legge di Dio, denunciavano ed uccidevano i loro familiari che si dichiaravano seguaci di Gesù (Dt 13,7-12).
• Luca 21,18-19: La fonte di speranza e di resistenza. “Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime!” Questa osservazione finale di Gesù ricorda l’altra parola che Gesù aveva detto: “Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà!” (Lc 21,18). Questo paragone era una chiamata forte a non perdere la fede e a continuare rettamente nella comunità. E conferma ciò che Gesù aveva detto in un’altra occasione: Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà” (Lc 9,24).
• Guardando la storia dell’umanità degli ultimi anni, in te la speranza è diminuita o aumentata?
Mercoledì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
Tra la prima lettura della Messa di oggi e il Vangelo, a prima vista non si scorge nessun rapporto. Da una parte, il racconto di un banchetto regale turbato da un episodio misterioso; dall’altra, la predizione fatta da Gesù di persecuzioni contro i suoi discepoli. È possibile tuttavia avvertire tra i due testi un rapporto di contrasto, molto significativo.Infatti, vediamo, nella prima lettura, il trionfo di un personaggio ricco, potente, giunto al più alto grado del successo umano: il re Baldassar esercita la sua dominazione su un immenso impero e può far organizzare celebrazioni grandiose: l’imbandisce un gran banchetto a mille dei suoi dignitari” (Dn 5, 1).Nel Vangelo, una sorte diversa viene annunziata da Gesù ai suoi discepoli: “Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni… sarete traditi… sarete odiati da tutti…” (Lc 21, 12.16.17). Invece della felicità esultante di un banchetto, la sorte misera di chi è braccato come i criminali.Il contrasto violento tra le due situazioni sa di scandaloso, perché non si accorda affatto con le esigenze della giustizia. Il re Baldassar, infatti, abusa della sua potenza per commettere atti sacrileghi: comanda che siano portati al banchetto i vasi sacri del tempio di Gerusalemme e profana questi vasi, usandoli per bere e ubriacarsi (Dn 5,25). Prende quindi la figura dell’empio trionfante e insolente, come appare nel salmo 73 (72),312.Scandalosa anche è l’infelicità dei discepoli di Gesù, perché non meritano di essere perseguitati, incarcerati, odiati. L’unico motivo che provoca contro di loro l’ostilità è il loro attaccamento alla persona di Gesù, la loro fede in lui. Gesù lo dice: “Vi perseguiteranno… a causa del mio nome” (Lc 19, 12); “sarete odiati da tutti per causa del mio nome” (Lc 19, 17). Com’è strano! Come mai l’essere attaccati alla persona più buona e generosa che esista può provocare persecuzione e odio? E completamente illogico! Però è così. E una manifestazione del “mistero dell’iniquità” (2 Ts 2, 7).La Sacra Scrittura non ci lascia sotto l’impressione dello scandalo, ci dimostra che, in realtà, la situazione dei discepoli perseguitati è molto preferibile a quella del re trionfante. U trionfo del re è fragile; i suoi godimenti sono superficiali. Al livello più profondo, egli si trova in una insicurezza completa, perché gli manca il solo appoggio veramente importante, cioè la giusta relazione con Dio. L’apparizione di una mano che scrive “sulla parete della sala reale” (Dn 5,5) non provoca l’insicurezza, ma la rivela: da un istante all’altro, il re trionfante si trasforma in un uomo che trema; “i ginocchi gli battevano l’uno contro l’altro” (Dn 5,6). Invece, i discepoli perseguitati a causa della loro fede in Gesù si trovano paradossalmente in perfetta sicurezza. La loro sensibilità può essere sconvolta; nel profondo del cuore, però, sono tranquilli, nella pace. Trascinati davanti ai tribunali, non debbono nemmeno preoccuparsi di preparare la loro difesa. Gesù promette loro: “Io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere” (Lc 21,15). Effettivamente, gli avversari di santo Stefano “non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava” (At 6,10). I discepoli di Gesù sanno che, perdendo la loro vita per lui, la salvano (cfr. Mt 16,25; Mc 8,35; Lc 9,24). Niente sarà perso. “Nemmeno un capello del vostro capo perirà” (Lc 21,18). Anche se abbandonato da tutti, come Paolo nel suo ultimo processo (2 Tm 4, 16), il vero discepolo ha il Signore vicino, che gli dà forza (4, 17) e lo libererà da ogni male, salvandolo per il suo regno eterno (4,18).La sola cosa importante, quindi, è che la nostra relazione personale con Cristo sia autentica. Lo è davvero? Se viviamo veramente per lui, niente ci può nuocere, tutto diventa occasione di progresso e di vittoria. In tutte le prove, “siamo più che vincitori, per virtù di colui che ci ha amati” (Rm 8,37).
Antifona d’ingresso Il Signore parla di pace al suo popolo, e ai suoi fedeli e a quanti ritornano a lui con tutto il cuore. (Sal 85,9) |
Colletta Ridesta, Signore, la volontà dei tuoi fedeli perché, collaborando con impegno alla tua opera di salvezza, ottengano in misura sempre più abbondante i doni della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo… |
Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28
Apparvero le dita di una mano d’uomo, che si misero a scrivere.
Dal libro del profeta Daniele
In quei giorni, il re Baldassàr imbandì un grande banchetto a mille dei suoi dignitari e insieme con loro si diede a bere vino. Quando Baldassàr ebbe molto bevuto, comandò che fossero portati i vasi d’oro e d’argento che Nabucodònosor, suo padre, aveva asportato dal tempio di Gerusalemme, perché vi bevessero il re e i suoi dignitari, le sue mogli e le sue concubine. Furono quindi portati i vasi d’oro, che erano stati asportati dal tempio di Dio a Gerusalemme, e il re, i suoi dignitari, le sue mogli e le sue concubine li usarono per bere; mentre bevevano il vino, lodavano gli dèi d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra. Parola di Dio |
A lui la lode e la gloria nei secoli.
Benedite, sole e luna, il Signore. Benedite, piogge e rugiade, il Signore. Benedite, fuoco e calore, il Signore. |
Canto al Vangelo (Apoc 2,10) Alleluia, alleluia. Sii fedele fino alla morte, dice il Signore, e ti darò la corona della vita. Alleluia. |
Vangelo |
Lc 21,12-19
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Nella fugacità del tempo, Dio è presente con il suo amore provvidenziale e salvifico. E anche ora sostiene la nostra preghiera. Con fiducia, quindi, diciamo: Ascoltaci, o Signore.Perché gli uomini scorgano, al di là degli avvenimenti negativi della vita, la presenza di Dio Padre e di Cristo liberatore. Preghiamo: Perché la Chiesa, con pazienza vigile e operosa, affronti le inevitabili incomprensioni e le persecuzioni, confortata dalla promessa di Cristo di essere presente fino alla fine dei tempi. Preghiamo: Perché coloro che, per paura o vergogna, nascondono la propria fede, trovino, nell’esempio dei martiri, il sostegno alla loro debolezza. Preghiamo: Perché i perseguitati religiosi e politici vivano nella certezza che Dio, grazie alla loro sofferenza, elargirà alla Chiesa e alle nazioni un futuro ricco di benedizioni. Preghiamo: Perché chi, nella nostra comunità, si sente più solido nella fede, comprenda le difficoltà dei più deboli e li aiuti a crescere valorizzando il positivo che c’è in loro. Preghiamo: Perché il Signore ci aiuti a soffrire in silenzio. Perché, come cristiani, rifiutiamo ogni privilegio. Dio onnipotente, che sei il Signore della storia, dirigi le vicende umane per la crescita del tuo regno, e sostieni con la tua forza coloro che lavorano per il tuo nome. Per Cristo nostro Signore. Amen. |
Preghiera sulle offerte Accogli, Signore, questi santi doni che ci hai comandato di offrire in tuo onore, perché, obbedienti alla tua parola, diventiamo anche noi un’offerta a te gradita. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona di comunione Popoli tutti, lodate il Signore, perché grande è il suo amore per noi. (Sal 117,1.2)Oppure: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo”, dice il Signore. (Mt 28,20) |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 29 Novembre 2017
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San FRANCESCO ANTONIO FASANI
Lucera, 6 agosto 1681 – Lucera, 29 novembre 1742
Nacque da umile famiglia il 6 agosto 1681 a Lucera, antica città della Daunia nelle Puglie. Entrò da giovane tra i Minori conventuali del suo paese natale per poi completare il Noviziato a Monte Sant’Angelo sul Gargano dove emise la professione il 23 agosto 1696. Quindi, nel 1703 fu mandato nel convento di Assisi dove fu ordinato sacerdote l’11…
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Santi TIRIDATE III, ASKHEN E KHOSROVIDUKHT Famiglia reale armena
III-IV secolo
Tiridate III, re di Armenia, ebbe il trono da Diocleziano (294), ne fu cacciato da Narsete e lo riottenne nel 298. Convertitosi al cristianesimo, ne appoggiò la diffusione in Armenia collaborando con San Gregorio l’Illuminatore. Rimase ucciso nel corso di una rivolta….
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San SATURNINO DI CARTAGINE Martire
m. 304
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