Prima lettura. Dal secondo libro di Samuele. 2Sam 24,2.9-17
Io ho peccato facendo il censimento; ma queste pecore che hanno fatto?
Salmo responsoriale. Sal 31
Togli, Signore, la mia colpa e il mio peccato.
Vangelo. + Dal Vangelo secondo Marco. Mc 6,1-6
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
• Il vangelo di oggi parla della visita di Gesù a Nazaret e descrive la chiusura mentale della gente di Nazaret, che non volle accettarlo (Mc 6,1-6). Il vangelo di domani descrive l’apertura di Gesù verso la gente della Galilea, dimostrata tramite l’invio in missione dei suoi discepoli (Mc 6,7-13).
• Marco 6,1-2ª: Gesù ritorna a Nazaret. “In quel tempo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga”. E’ sempre bene tornare nella propria patria e ritrovare le persone amiche. Dopo una lunga assenza, anche Gesù ritorna e, come al solito, il sabato, va alla sinagoga per partecipare alla riunione della comunità. Gesù non era il coordinatore della comunità, ma pur non essendolo prende la parola e comincia ad insegnare. Segno questo che le persone potevano partecipare ed esprimere la propria opinione.
• Marco 6,2b-3: Reazione della gente di Nazaret davanti a Gesù. La gente di Cafarnao aveva accettato l’insegnamento di Gesù (Mc 1,22), ma alla gente di Nazaret non sono piaciute le parole di Gesù e rimane scandalizzata. Motivo? Gesù, il ragazzo che conoscevano fin dalla nascita, come mai ora è cosi diverso? Loro non accettano il mistero di Dio presente in Gesù, un essere umano comune come loro, conosciuto da tutti! Per poter parlare di Dio, doveva essere diverso da loro! Come si vede, non tutto andò bene per Gesù. Le persone che sarebbero dovute essere le prime ad accettare la Buona novella erano proprie quelle che facevano più fatica ad accoglierla. Il conflitto non era solo con gli estranei, ma anche e sopratutto con i propri parenti e con la gente di Nazaret. Loro si rifiutavano di credere in Gesù, perché non riuscivano a capire il mistero di Dio che avvolgeva la persona di Gesù. “Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Giuseppe, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?” Non riescono a credere in Gesù!
• I fratelli e le sorelle di Gesù. L’espressione “fratelli di Gesù” suscita grande polemica tra cattolici e protestanti. Basandosi su questo testo ed su altri, i protestanti dicono che Gesù ebbe più fratelli e sorelle e che Maria ebbe più figli! I cattolici dicono che Maria non ebbe altri figli. Che pensare di tutto questo? In primo luogo, le due posizioni, sia dei cattolici sia dei protestanti, tutte e due hanno argomenti tratti dalla Bibbia e dalla tradizione delle due rispettive Chiese. Per questo, non conviene discutere su questa questione con argomenti attinenti solo alla ragione. Perché si tratta di convinzioni profonde, che hanno a che vedere con la fede e con i sentimenti sia dei cattolici sia dei protestanti. Un argomento, attinente solo alla ragione non riesce a smontare una convinzione del cuore! Irrita ed allontana! Anche quando non condivido l’opinione dell’altro, devo comunque rispettarla! E noi cattolici e protestanti, invece di discutere sui testi, dovremmo unirci per lottare in difesa della vita, creata da Dio, vita cosi sfigurata dalla povertà, dall’ingiustizia, dalla mancanza di fede. Dovremmo ricordare altre frasi di Gesù: “Sono venuto affinché tutti abbiano vita, e vita in abbondanza” (Gv 10,10). “Che tutti siano uno, affinché il mondo creda che Tu, Padre, mi hai mandato” (Gv 17,21). “Chi non è contro di noi, è con noi” (Mc 10,39.40).
• Marco 6,4-6. Reazione di Gesù dinanzi all’atteggiamento della gente di Nazaret. Gesù sa molto bene che “nessuno è profeta nella sua patria”. E dice: “Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. Infatti, lì dove non c’è accettazione né fede, la gente non può fare nulla. Il preconcetto lo impedisce. Gesù, pur volendo, non può fare nulla e si meraviglia di fronte alla loro mancanza di fede. Per questo, dinanzi alla porta chiusa della sua comunità, “cominciò a percorrere i villaggi, insegnando”. L’esperienza del rifiuto spinse Gesù a cambiare direzione. Lui si dirige verso altri villaggi e, come vedremo nel vangelo di domani, coinvolge i discepoli nella missione dando istruzioni su come devono continuare la missione.
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
È con gioia che Gesù è ritornato a casa sua, nel suo villaggio. In quella sinagoga dove ha così spesso ascoltato commentare le Scritture, egli, a sua volta, le spiega. Lo fa con semplicità e profondità, con “autorità”. Ma coloro che lo ascoltano sono sbalorditi. Non capiscono come il bambino, il giovane uomo, l’operaio che hanno conosciuto durante gli anni della vita comune, possa essere un profeta. È uno di loro, dunque non è possibile.
Gesù “si stupisce” della loro mancanza di fede e non può compiere miracoli.
Vi è nell’essere umano, colpito dal peccato, una strana cecità e, nello stesso tempo, una forte tendenza alla gelosia, spesso camuffata in zelo per la giustizia e in ricerca dell’uguaglianza.
Noi accettiamo la diversità con difficoltà. Il diverso, soprattutto se ci è vicino, ci fa paura. Quando è lontano, viene accettato. Colui che ci assomiglia ed è nostro vicino non può essere migliore di noi.
La nostra epoca vive di astrazioni e di dichiarazioni formali che tranquillizzano la coscienza: i diritti dell’uomo, l’uguaglianza per tutti, la giustizia per gli oppressi, la negazione solenne di ogni razzismo… Perché, allora, le esplosioni di razzismo, di odio, di violenza, che scaturiscono dove e quando meno ci si aspetterebbe? Perché vi è in ogni cuore un razzista potenziale. Le belle dichiarazioni che escono dalle nostre labbra, che traducono le nostre convinzioni intellettuali nascondono sempre qualche eccezione concreta nel nostro cuore. Amiamo tutti, certamente; rispettiamo tutti, certamente… tranne due, tre o quattro eccezioni molto vicine a noi che non “meritano” la nostra simpatia. Queste eccezioni sono la bomba a scoppio ritardato che rischia un giorno di far saltare le nostre convinzioni così mobili.
Ecco perché il Signore non ha mai detto: “Amate tutti”. Egli ha detto: “Ama il tuo prossimo”. Cioè il tuo vicino, chi è di fianco a te, chi incroci per la strada, chi incontri in metropolitana… Colui che ti sembra diverso, colui che non pensa come te, colui che ti dà fastidio… Riconosciamo umilmente che il nostro cuore ha tendenza a fare delle discriminazioni, e lottiamo contro l’apartheid che lo tenta. Quando noi amiamo uno dopo l’altro, uno a uno, coloro che ci sono vicini, il nostro cuore si dilata e prende a poco a poco le dimensioni del mondo.
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Prima lettura | |||
2Sam 24,2.9-17 Io ho peccato facendo il censimento; ma queste pecore che hanno fatto? |
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Salmo responsoriale | |||
Sal 31 | |||
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Mc 6,1-6 Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria. |
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IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 03 Febbraio 2016
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San BIAGIO Vescovo e martire – Memoria Facoltativa
† Sebaste, Armenia, ca. 316
Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della “pax” costantiniana. Il suo martirio, avvenuto int…
www.santiebeati.it/dettaglio/25950
Sant’ OSCAR (ANSGARIO) Vescovo – Memoria Facoltativa
Corbie (Francia), ca. 800 – Brema (Germania), 2 febbraio 865
Da piccolo studia nell’abbazia benedettina di Corbie, suo paese natale. Più tardi vi ritorna, diventando monaco e poi «magister interno», funzione che esercita più tardi nella comu…
www.santiebeati.it/dettaglio/26000
San SIMEONE IL VECCHIO
Gerusalemme, inizi dell’era cristiana
San Simeone il vecchio e Sant’Anna, profetessa. Ebbero il merito di salutare il Bambino Gesù in occasione della sua presentazione al Tempio.
www.santiebeati.it/dettaglio/73600
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