+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 6,39-42
Può forse un cieco guidare un altro cieco?
- Il vangelo di oggi ci riporta alcuni passaggi del discorso che Gesù pronuncia sulla pianura dopo aver trascorso la notte in preghiera (Lc 6,12) e dopo aver chiamato i dodici ad essere suoi apostoli (Lc 6,13-14). Gran parte delle frasi riunite in questo discorso sono state pronunciate in altre occasioni, però Luca, imitando Matteo, le riunisce qui in questo Discorso della Pianura.
- Luca 6,39: La parabola del cieco che guida un altro cieco. Gesù racconta una parabola ai discepoli: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in una buca?” Parabola di una riga, assai simile alle avvertenze che, nel vangelo di Matteo, sono rivolte ai farisei: “Guai a voi, guide cieche!” (Mt 23,16.17.19.24.26) Qui nel contesto del vangelo di Luca, questa parabola è rivolta agli animatori delle comunità che si considerano padroni della verità, superiori agli altri. Per questo sono guide cieche.
- Luca 6,40: Discepolo – Maestro. “Il discepolo non è di più del maestro, ma il discepolo ben preparato sarà come il maestro”. Gesù è il Maestro. Non il professore. Il professore in classe impartisce diverse materie, ma non vive con gli alunni. Il maestro non impartisce lezioni, vive con gli alunni. La sua materia è lui stesso, la sua testimonianza di vita, il suo modo di vivere le cose che insegna. La convivenza con il maestro assume tre aspetti: (1) Il maestro è il modello o l‟esempio da imitare (cf. Gv 13,13-15). (2) Il discepolo non solamente contempla ed imita, si impegna anche con il destino del maestro, con le sue tentazioni (Lc 22,28), con la sua persecuzione (Mt 10,24-25), con la sua morte (Gv 11,16). (3) Non solamente imita il modello, non solo assume l‟impegno, ma giunge ad identificarsi con lui: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Questo terzo aspetto è la dimensione mistica della sequela di Gesù, frutto dell‟azione dello Spirito.
- Luca 6,41-42: La pagliuzza nell‟occhio del fratello. “Perché guardi la pagliuzza che è nell‟occhio del tuo fratello, e non t‟accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, mentre tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio ed allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall‟occhio del tuo fratello”. Nel Discorso della Montagna, Matteo tratta lo stesso tema e spiega un poco meglio la parabola della pagliuzza nell‟occhio. Gesù chiede un atteggiamento creativo che ci renda capaci di andare all‟incontro dell‟altro senza giudicarlo, senza preconcetti e razionalizzazioni, accogliendolo da fratello (Mt 7,1-5). Questa apertura totale verso l‟altro considerato fratello/sorella nascerà in noi solo quando saremo capaci di rapportarci con Dio con la fiducia totale di figli (Mt 7,7-11).
Venerdì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
Si parla molto di fraternità e il Signore Gesù ci aiuta davvero a vivere fraternamente, ci aiuta con molto realismo, dicendoci con chiarezza che non basta vivere Insieme per vivere fraternamente. Possiamo vivere insieme In due, in tre, anche in dieci, ma non per questo troveremo la strada giusta; se in ognuno non c’è rettitudine di intenzione, se ciascuno non cerca la volontà del Signore con purezza di cuore, siamo come tanti ciechi insieme. E un cieco non può farsi guidare da un altro cieco: cadranno tutti e due in una buca. La nostra guida deve essere il Signore, dobbiamo cercare luce non nelle nostre opinioni umane, ma in lui, nella sua parola, nella Rivelazione divina, dobbiamo essere riuniti nel suo nome, come dice egli stesso: allora egli sarà in mezzo a noi.
In caso contrario ogni vita di fraternità è vuota, anzi non è neppure fraternità.
Gesù ci mette in guardia contro un altro pericolo molto comune, cioè contro la tendenza a criticare gli altri senza accorgerci dei nostri difetti: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo?”. E abbiamo davvero la tendenza a criticare gli altri, a vedere le cose che non vanno bene negli altri, a vedere tutto il male che c’è nel mondo, sempre negli altri. E molto raro che consideriamo i nostri difetti, pensando che con essi siamo di peso agli altri, rendiamo più difficile il loro cammino e che la prima cosa da fare è di guardare noi stessi, con umile discernimento.
Soltanto così potremo dare un aiuto agli altri, perché capiranno che in noi c’è un cuore veramente fraterno, pieno di autentico amore e non di orgoglio e di risentimento.
Chiediamo al Signore che renda finalmente il nostro cuore simile al suo, mite e umile, mosso dall’amore.
Antifona d’ingresso Tu sei giusto, o Signore, e retto nei tuoi giudizi: agisci con il tuo servo secondo il tuo amore. (Sal 118,137.124) |
Colletta O Padre, che ci hai liberati dal peccato e ci hai donato la dignità di figli adottivi, guarda con benevolenza la tua famiglia, perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l’eredità eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. |
1Tm 1,1-2.12-14
Prima ero un bestemmiatore, ma mi è stata usata misericordia.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per comando di Dio nostro salvatore e di Cristo Gesù nostra speranza, a Timòteo, vero figlio mio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro. Parola di Dio |
Tu sei, Signore, mia parte di eredità.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; Mi indicherai il sentiero della vita, |
Canto al Vangelo (Gv 17,17) Alleluia, alleluia. La tua parola, Signore, è verità; consacraci nella verità. Alleluia. |
Vangelo |
Lc 6,39-42
Può forse un cieco guidare un altro cieco?
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Dio, nel suo disegno di salvezza, ci ha donato Gesù Cristo come maestro perfetto e buon pastore. Con la sua intercessione, preghiamo insieme e diciamo: Guida il tuo popolo, Signore.Perché la fedeltà al vangelo sia la sorgente che alimenta ogni azione della Chiesa, nei ministri come nei semplici fedeli. Preghiamo: Perché le guide culturali e spirituali del nostro tempo si mettano consapevolmente al servizio della verità. Preghiamo: Perché dove la giustizia è lacerata, la ricomposizione avvenga nel segno del diritto ma anche della carità. Preghiamo: Perché i confessori siano illuminati nel loro delicato compito di partecipare la verità e la misericordia divina. Preghiamo: Perché gli educatori ispirino la loro azione all’unico maestro Gesù, umile, buono e compassionevole con tutti. Preghiamo: Per chi da tanto non si accosta al sacramento della riconciliazione. Per chi si sente pieno di difetti, e per chi crede di essere perfetto. O Dio, che hai inviato tuo Figlio come luce per il mondo, aiuta il popolo cristiano a vivere la sua parola. Egli è il buon pastore che vive e regna con te nei secoli dei secoli. Amen. |
Preghiera sulle offerte O Dio, sorgente della vera pietà e della pace, salga a te nella celebrazione di questi santi misteri la giusta adorazione per la tua grandezza e si rafforzino la fedeltà e la concordia dei tuoi figli. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona alla comunione Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente. (Sal 41,2-3)Oppure: Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita. (Gv 8,12) |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 10 Settembre 2021
San NICOLA DA TOLENTINO Sacerdote
Castel Sant’Angelo (ora Sant’Angelo in Pontano, Macerata), 1245 – Tolentino (Macerata), 10 settembre 1305
Nacque nel 1245 a Castel Sant’Angelo in Pontano nella diocesi di Fermo. A 14 anni entrò fra gli eremitani di sant’Agostino di Castel Sant’Angelo come oblato, cioè ancora senza obblighi e voti. Più tardi entrò nell’ordine e nel 1274 venne ordinato sacerdote a Cingoli. La comunità agostiniana di Tolentino diventò la sua «casa madre» e suo campo di lavoro il territorio marchigiano con i vari conventi dell’Ordine, che lo accoglievano nell’itinerario di predicatore. …
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San NEMESIO DI ALESSANDRIA Martire
III/IV sec.
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Santi NEMESIANO, FELICE, LUCIO, LITTEO, POLIANO, VITTORE, IADER E DATIVO Martiri in Africa
† 258
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