+ Dal Vangelo secondo Marco Mc 2,1-12
Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.
Riflessione
• In Mc 1,1-15, Marco mostra come deve essere preparata e divulgata la Buona Notizia di Dio. In Mc 1,16-45, indica qual è l’obiettivo della Buona Notizia e qual è la missione della comunità. Ora, in Mc 2,1 a 3,6, appare l’effetto dell’annuncio della Buona Notizia. Una comunità fedele al vangelo vive valori che contrastano con gli interessi della società che la circonda. Per questo, uno degli effetti dell’annuncio della Buona Novella, è il conflitto con coloro che difendono gli interessi della società. Marco raccoglie cinque conflitti che l’annuncio della Buona Novella recò a Gesù.
- Nel 70, epoca in cui lui scrive il suo vangelo, erano molti i conflitti nella vita delle comunità, ma non sempre sapevano come comportarsi dinanzi alle accuse che venivano da parte delle autorità romane e dei capi giudei. Quest’insieme di cinque conflitti di Mc 2,1 a 3,6 serviva da guida per orientare le comunità, sia quelle di ieri che quelle di oggi. Perché il conflitto non è un incidente di percorso, bensì fa parte integrante del cammino.
- Ecco lo schema dei cinque conflitti che Marco presenta nel suo vangelo:
Testi
1o conflitto: Mc 2,1-12
2o conflitto: Mc 2,13-17 3o conflitto: Mc 2,18-22 4o conflitto: Mc 2,23-28 5o conflitto: Mc 3,1-6Avversari di Gesù
scribi
scribi e farisei
discepoli di Giovanni e farisei fariseifarisei ed erodiani
Causa del conflittoPerdono dei peccati Mangiare con i peccatori Pratica del digiuno Osservanza del sabato Guarigione il sabato
- La solidarietà degli amici ottiene al paralitico il perdono dei peccati. Gesù sta ritornando a Cafarnao. Si riunisce molta gente davanti alla porta di casa. Lui accoglie tutti e comincia ad insegnare. Insegnare, parlare di Dio, era ciò che Gesù faceva di più. Giunge un paralitico, portato da quattro persone. Gesù è la loro unica speranza. Non dubitano a salire sul tetto e togliere le tegole. Deve essere stata una casa povera, fango coperto di foglie. Calano l’uomo, davanti a Gesù. Gesù, vedendo la loro fede, dice al paralitico: I tuoi peccati ti sono perdonati. In quel tempo, la gente pensava che i difetti fisici (paralitico) fossero un castigo di Dio per qualche peccato commesso. I dottori insegnavano che la persona rimaneva impura e quindi incapace di avvicinarsi a Dio. Per questo i malati, i poveri, i paralitici, si sentivano rifiutati da Dio! Ma Gesù non pensava così. Quella fede così grande, era un segno evidente del fatto che il paralitico era accolto da Dio. Per questo, lui dichiara: “I tuoi peccati ti sono perdonati!” Con questa affermazione Gesù nega che la paralisi fosse un castigo dovuta al peccato dell’uomo.
- Gesù è accusato di blasfemia dai padroni del potere. L’affermazione di Gesù era contraria al catechismo dell’epoca. Non andava d’accordo con l’idea che loro avevano di Dio. Per questo reagiscono ed accusano Gesù: bestemmia! Per loro, solo Dio poteva perdonare i peccati. E solo il sacerdote poteva dichiarare qualcuno
perdonato e purificato. Come mai Gesù, uomo senza studi, laico, semplice falegname, poteva dichiarare le persone perdonate e purificate dai peccati? E c’era ancora un altro motivo che li spingeva a criticare Gesù. Loro avranno pensato: “Se fosse vero ciò che questo Gesù dice, noi perderemo il nostro potere! Perderemo la nostra fonte di reddito”.
- Guarendo, Gesù mostra che anche lui ha il potere di perdonare i peccati. Gesù percepisce la critica. Per questo domanda: „Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire Alzati e cammina!’? É molto più facile dire: “I tuoi peccati ti sono perdonati”. Perché nessuno può verificare se di fatto il peccato è stato o meno perdonato. Ma se io dico: “Alzati e cammina!”, lì tutti possiamo vedere se ho o meno questo potere di guarire. Per questo, per mostrare che aveva potere di perdonare i peccati, in nome di Dio, Gesù disse al paralitico: Alzati, prendi il tuo lettuccio e va a casa tua! Guarì l’uomo! E così attraverso un miracolo insegnò che la paralisi dell’uomo non era un castigo di Dio, e mostrò che la fede dei poveri è una prova che Dio li accoglie nel suo amore.
- Il messaggio del miracolo e la reazione della gente. Il paralitico si alza, prende il suo lettuccio, comincia a camminare, e tutti dicono: Non abbiamo mai visto nulla di simile! Questo miracolo rivela tre cose molto importanti: a) Le malattie delle persone non sono un castigo dei peccati. b) Gesù apre un nuovo cammino per giungere fino a Dio. Ciò che il sistema chiamava impurità non era già ostacolo per le persone per avvicinarsi a Dio. c) Il volto di Dio rivelato mediante l’atteggiamento di Gesù era diverso dal volto severo di Dio rivelato dall’atteggiamento dei dottori.
- Questo ricorda ciò che disse un tossicodipendente che guarì e che ora è membro di una comunità a Curitiba, Brasile. Disse: “Sono cresciuto nella religione cattolica. L’abbandonai. I miei genitori erano molto praticanti e volevano che noi figli fossimo come loro. La gente era obbligata ad andare in chiesa sempre, tutte le domeniche e le feste. E quando non si andava loro dicevano: “Dio castiga”. Andavo perché mi veniva imposto, e quando divenni adulto, non andai più a messa. Il Dio dei miei genitori non mi piaceva. Non riuscivo a capire che Dio, creatore del mondo, stesse su di me, un piccolo bambino, minacciandomi con il castigo dell’inferno. A me piaceva molto di più il Dio di mio zio che non entrava mai in chiesa, ma che ogni giorno, ripeto ogni giorno, comprava il doppio del pane che mangiava, per darlo ai poveri!”
Venerdì della I settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
Parlando dell’ingresso nel riposo di Dio la lettera agli Ebrei dice che è una promessa che rimane in vigore. C’è un primo significato, che si coglie immediatamente. Adesso noi stiamo attraversando il deserto, e la Terra promessa è davanti a noi. Non vi siamo ancora entrati, e dobbiamo stancarci, faticare, soffrire, affrontare molti ostacoli. Però c’è questa promessa, e se noi prestiamo fede alla parola di Dio siamo sulla strada giusta e siamo certi di arrivare un giorno nel suo paradiso, nel suo riposo.
Ma c’è anche un’altra prospettiva, più profonda.
L’autore dice: “Possiamo entrare in quel riposo, noi che abbiamo creduto”: già ora entriamo nel riposo di Dio. L’invito di Dio non è soltanto per il futuro, è già per adesso. Un altro passo dice che “noi abbiamo come un’ancora nella nostra vita, sicura e salda” (cfr. 6,19) e questa ancora è la fede. Noi non abbiamo soltanto la speranza di ricevere una ricompensa alle nostre fatiche, ma, nella fede, vediamo che già ora Dio ci dà i suoi doni. Questo è l’atteggiamento cristiano:
sapere che tra le difficoltà, le preoccupazioni, le sofferenze della vita, Dio già adesso ci invita a “entrare nel suo riposo”, a essere con lui nella pace, nella tranquillità, nella gioia.
Il Vangelo ci dà un esempio della efficacia immediata della fede. “Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati””. Non ha detto: “I tuoi peccati ti saranno rimessi nell’ultimo giudizio”, ma “ti sono rimessi”, vista la loro fede: la fede fin da ora ottiene il dono di Dio, anche quando le circostanze direbbero il contrario. La fede è possesso anticipato delle cose che si sperano.
Noi siamo sempre invitati a entrare nel riposo di Dio, specialmente nella Messa: “Beati gli invitati alla cena del Signore”. La cena del Signore in un certo senso è nel futuro, nella definitiva, e il banchetto celeste. Ma in un altro senso partecipiamo in ogni Eucaristia, nella fede, al banchetto celeste, siamo invitati a essere con Dio: nella gioia di Dio, nell’amore di Dio, nella pace di Dio. E in ogni momento della giornata dobbiamo sentire questo invito: “Entrate adesso nel mio riposo”.
Antifona d’ingresso Vidi il Signore su di un trono altissimo; lo adorava una schiera di angeli e cantavano insieme: «Ecco colui che regna per sempre». |
Colletta Ispìra nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. |
Eb 4,1-5.11
Affrettiamoci a entrare in quel riposo.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, dovremmo avere il timore che, mentre rimane ancora in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso. Poiché anche noi, come quelli, abbiamo ricevuto il Vangelo: ma a loro la parola udita non giovò affatto, perché non sono rimasti uniti a quelli che avevano ascoltato con fede. Infatti noi, che abbiamo creduto, entriamo in quel riposo, come egli ha detto: Parola di Dio |
Proclameremo le tue opere, Signore.
Ciò che abbiamo udito e conosciuto Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli, Non siano come i loro padri, |
Canto al Vangelo (Lc 7,16) Alleluia, alleluia. Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo. Alleluia. |
Vangelo |
Mc 2,1-12
Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.
+ Dal Vangelo secondo Marco
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Il Signore è fonte di vita e di gioia per i peccatori che si pentono. Per questo, rivolgiamo a lui le nostre preghiere, che esprimono l’ansia di riconciliazione della Chiesa e del mondo. Preghiamo insieme dicendo: Rendici capaci di riconciliazione, Signore.1. Perchè la Chiesa, che proclama la lieta novella della riconciliazione, sappia evitare con umiltà gli atteggiamenti e le parole che possono disturbare i germi di fede dell’uomo. Preghiamo: 2. Perchè i governanti dei popoli si convincano che non c’è vera civiltà senza il riferimento a Dio. Preghiamo: 3. Perchè coloro che si pentono e si dissociano dalla violenza e dalla criminalità, sperimentino nel perdono cristiano la possibilità di una vita nuova. Preghiamo: 4. Perchè l’esercizio del perdono, in famiglia o nella società, riveli il fascino e la potenza dell’amore di Dio che tutto scusa e tutto comprende. Preghiamo: 5. Perchè la conversione del cuore, sollecitata da questa eucaristia e dalla penitenza quaresimale, trasformi le nostre parole e le nostre opere. Preghiamo: 6. Per le persone e le famiglie che non sanno come giungere alla riconciliazione. 7. Per le persone che abbiamo escluso per sempre dalla nostra vita. O Dio, non c’è cosa che ti stia a cuore più della vita, della dignità e della reputazione dell’uomo, tanto che perdoni volentieri al malvagio che si pente e lo fai rivivere; concedi a tutti noi la grazia di amarci e di rimanere uniti a te nell’osservanza della tua Parola. Per Cristo nostro Signore. Amen. |
Preghiera sulle offerte Ti sia gradita, o Signore, l’offerta del tuo popolo: santifichi la nostra vita e ottenga ciò che con fiducia ti chiediamo. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona alla comunione È in te, Signore, la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce. (Sal 35,10)Oppure: «Io sono venuto perché abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza», dice il Signore. (Gv 10,10) |
Preghiera dopo la comunione Dio onnipotente, che ci nutri con i tuoi sacramenti, donaci di servirti degnamente con una vita santa. Per Cristo nostro Signore. |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 15 Gennaio 2021
San MAURO Monaco
VI sec.
Leggendo tra le righe della vita di san Mauro si coglie l’importanza ancora attuale di offrire alle nuove generazioni “buone strade” su cui crescere grazie a testimoni significativi. La tradizione, infatti, lo vuole figlio di un patrizio romano che lo affidò a san Benedetto a Subiaco per l’educazione. Con Mauro, si narra, c’era anche Placido, un amico figlio di un altro patrizio. Sono pochi i dati biografici certi di Mauro, ma probabilmente quando Benedetto lasciò Subiaco il suo dis…
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San CEOLWULF Re di Northumbria
† Lindisfarne, Inghilterra, 760/764
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San ROMEDIO Eremita
sec. IV
In Trentino, vicino all’attuale Sanzeno, nella Val di Non visse, nel III secolo, un eremita che apparteneva ad una ricca famiglia, Romedio. Questi, spogliatosi della cospicua eredità, si recò con un gruppo di amici dall’allora vescovo di Trento, Vigilio, a chiedere la benedizione per un pellegrinaggio a Roma. Giunti a destinazione, furono anche ricevuti dal Papa. Al ritorno, Romedio e i suoi amici proseguirono l’esperienza comunitaria in un vecchio castello della Val di Non. Il culto di Romedio “…
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