+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 12,1-8
Il Figlio dell’uomo è signore del sabato.
• Nel vangelo di oggi vediamo da vicino molti conflitti tra Gesù e le autorità religiose dell’epoca. Sono conflitti attorno alle pratiche religiose di quel tempo: digiuno, purezza, osservanza del sabato, etc. In termini odierni, sarebbero conflitti riguardanti per esempio, il matrimonio tra persone divorziate, l’amicizia con prostitute, l’accoglienza degli omosessuali, la comunione senza sposarsi in chiesa, il non andare a messa la domenica, non digiunare il venerdì della settimana santa. Sono molti i conflitti: in casa, a scuola, nel lavoro, in comunità, in chiesa, nella vita personale, nella società. Conflitti di crescita, di relazione, di età, di mentalità. Tanti! Vivere la vita senza conflitto è impossibile! Il conflitto fa parte della vita e spunta fin dalla nascita. Nasciamo con dolori di parto. I conflitti non sono incidenti lungo il percorso, ma fanno parte del cammino, del processo di conversione. Ciò che colpisce è il modo in cui Gesù affronta i conflitti. Nella discussione con gli avversari, non si trattava di aver ragione contro di loro, ma di far prevalere l’esperienza che lui, Gesù, aveva di Dio, Padre e Madre. L’immagine di Dio che gli altri avevano era quella di un giudice severo che minacciava e condannava solamente. Gesù cerca di far prevalere la misericordia sull’osservanza cieca delle norme e della legge che non avevano nulla a che vedere con l’obiettivo della Legge che è la pratica dell’amore.
• Matteo 12,1-2: Raccogliere grano il giorno di sabato e la critica dei farisei. In un giorno di sabato, i discepoli passavano lungo le piantagioni e si aprivano il cammino cogliendo spighe per mangiarle. Avevano fame. I farisei giungono ed invocano la Bibbia per dire che i discepoli stanno commettendo una trasgressione della legge del Sabato (cf Es 20,8-11). Anche Gesù usa la Bibbia e risponde invocando tre esempi tratti dalla Scrittura: (a) di Davide, (b) dalla legislazione sul lavoro dei sacerdoti nel tempio e (c) dall’azione del profeta Osea, ossia, cita un libro storico, un libro legislativo e un libro profetico.
• Matteo 12,3-4: L’esempio di Davide. Gesù ricorda che Davide stesso fece una cosa proibita dalla legge, perché tolse il pane sacro dal tempio e lo dette da mangiare ai soldati che avevano fame (1 Sam 21,2-7). Nessun fariseo ebbe il coraggio di criticare il re Davide!
• Matteo 12,5-6: L’esempio dei sacerdoti. Accusato dalle autorità religiose, Gesù argomenta partendo da ciò che loro stesse, le autorità religiose, fanno il giorno di sabato. Nel tempio di Gerusalemme, il giorno di sabato, i sacerdoti lavoravano molto di più degli altri giorni della settimana, poiché dovevano sacrificare gli animali per i sacrifici, dovevano, pulire, scopare, caricare pesi, sgozzare gli animali, etc., e nessuno diceva che era contro la legge, pensavano che fosse normale! La legge stessa li obbligava a fare questo (Num 28,9-10).
• Matteo 12,7: L’esempio del profeta. Gesù cita la frase del profeta Osea: Misericordia voglio e non sacrificio. La parola misericordia significa avere il cuore (cor) nella miseria (miseri) degli altri, ossia, la persona misericordiosa deve stare molto vicino alla sofferenza delle persone, deve identificarsi con loro. La parola sacrificio significa fare (fício) che una cosa sia consacrata (sacri), ossia chi offre un sacrificio separa l’oggetto sacrificato dall’uso profano e lo distanzia dalla vita giornaliera della gente. Se i farisei avessero avuto questo modo di guardare la vita del profeta Osea, avrebbero saputo che il sacrificio più gradito a Dio non è che la persona consacrata viva lontano dalla realtà, ma che disponga interamente il suo cuore consacrato al servizio dei fratelli e delle sorelle per sollevarli dalla miseria. Non avrebbero considerato colpevoli coloro che in realtà erano innocenti.
• Matteo 12,8: Il Figlio dell’Uomo è padrone del sabato. Gesù termina con questa frase: il Figlio dell’Uomo è padrone perfino del sabato! Gesù stesso è il criterio dell’interpretazione della Legge di Dio. Gesù conosceva la Bibbia a memoria e la invocava per indicare che gli argomenti degli altri non avevano fondamento. In quel tempo, non c’erano Bibbie stampate come le abbiamo oggi. In ogni comunità c’era solo una Bibbia scritta a mano, che rimaneva nella sinagoga. Se Gesù conosceva così bene la Bibbia, vuol dire che durante i trenta anni della sua vita a Nazaret, aveva partecipato intensamente alla vita di comunità, dove ogni sabato si leggevano le scritture. La nuova esperienza di Dio Padre, faceva sì che Gesù riuscisse a scoprire meglio l’intenzione di Dio nel decretare le leggi dell’Antico Testamento. Vivendo trenta anni a Nazaret e sentendo nella sua pelle l’oppressione e l’esclusione di tanti fratelli e sorelle, in nome della Legge, Gesù deve aver percepito che non poteva essere questo il senso della legge. Se Dio è Padre, allora accoglie tutti come figli e figlie. Se Dio è Padre, allora noi dobbiamo essere fratelli e sorelle tra di noi. Gesù visse questo e pregò per questo, dal principio fino alla fine. La Legge deve stare al servizio della vita e della fraternità. “L’essere umano non è fatto per il sabato, ma il sabato per l’essere umano” (Mc 2,27). Per la sua fedeltà a questo messaggio Gesù fu condannato a morte. Lui scomodò il sistema, e il sistema si difese, usando la forza contro Gesù, poiché lui voleva che la Legge fosse messa al servizio della vita, e non viceversa. Ci manca molto per conoscere a fondo la Bibbia e per partecipare a fondo alla comunità, come fece Gesù.
Per un confronto personale
• Che tipo di conflitti vivi in famiglia, nella società e nella Chiesa? Quali sono i conflitti riguardo alle pratiche religiose che oggi, recano sofferenza alle persone e sono motivo di discussione e di polemica? Qual è l’immagine di Dio che è dietro tutti questi preconcetti, dietro tutte queste norme e proibizioni?
• Cosa ti ha insegnato il conflitto in tutti questi anni? Qual è il messaggio che trai da tutto questo per le nostre comunità di oggi?
Venerdì della XV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
PO155 ;
Noi comprendiamo male la legislazione del sabato del tempo di Gesù. Bisogna studiare assai il suo contesto prima di capirla. Ma ciò che ci si impone, è la sovranità con la quale Gesù si oppone a tutte le prescrizioni, dando come vero criterio la misericordia. È insensato vietare a un affamato di mangiare, qualsiasi siano gli argomenti addotti. Ed è altrettanto insensato sacrificarsi per amore del sacrificio. Incriminare le persone che trasgrediscono la legge senza conoscere i loro motivi non ha senso. La vita ha troppe sfaccettature per chiuderla in paragrafi.
Siamo dei libertini? No, finché l’istinto della fame non si trasforma in egoismo brutale. Se il nostro cuore rimane tenero nei confronti delle persone che ci vivono vicino, Dio non ci rifiuterà la tenerezza del suo cuore: egli non ama che siamo sotto tutela. E quando i figli hanno fame, forse che i genitori pensano per prima cosa a discutere questo o quello?
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Prima lettura | |||
Is 38,1-6.21-22.7-8 Ho udito la tua preghiera e ho visto le tue lacrime. |
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Salmo responsoriale | |||
Is 38,10-12.16 | |||
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Mt 12,1-8 Il Figlio dell’uomo è signore del sabato. |
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IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 20 Luglio 2018
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Sant’ APOLLINARE DI RAVENNA Vescovo e martire – Memoria Facoltativa
circa II-III secolo
Sant’Apollinare, originario di Antiochia, per primo rivestì la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna, forse incaricato dallo stesso apostolo San Pietro, di cui si dice fosse stato discepolo. Si dedicò all’opera di evangelizzazione dell’Emilia-Romagna, per morire infine martire, come vuole la tradizione. Le basiliche di Sant’Apollinare in Classe e Sant’Apollinare Nuovo sono luoghi privilegiati nel tramandarne la memoria. Il suo culto tuttavia si diffuse rapidament…
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Sant’ AURELIO DI CARTAGINE Vescovo
Nord Africa, IV secolo – Cartagine (Tunisia), 430
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Santa MARIA FU GUILIN Martire
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