+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 13,18-23
Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto.
Riflessione
• Contesto. A partire dal cap.12 si delinea da un lato un’opposizione tra i capi religiosi d’Israele, gli scribi e i farisei, dall’altro, in seno alle folle che ascoltano Gesù e si meravigliano dalle sue azioni prodigiose, sta formandosi a poco a poco un gruppo di discepoli, dai lineamenti ancora incerti, ma seguono Gesù con perseveranza. A dodici di questi discepoli Gesù ha fatto dono della sua autorità e dei suoi poteri; li ha inviati come messaggeri del regno, trasmettendo loro istruzioni esigenti e radicali (10,5-39). Ora nel momento in cui si scatena la controversia con i suoi oppositori Gesù riconosce la sua vera parentela non nella linea della carne (madre, fratelli), ma in coloro che lo seguono, lo ascoltano e compiono la volontà del Padre (12,46-50). Quest’ultimo rapporto ci offre la possibilità di immaginare che l’uditorio al quale Gesù rivolge le sue parabole è duplice: da un lato i discepoli ai quali è donato di conoscere i misteri del regno (13.119 e che sono nella possibilità di comprenderle (13,50) e dall’altro le folle che sembrano rimanere prive di questa comprensione profonda (13, 11.34-36). Davanti alle grandi folle che si raccolgono per ascoltare Gesù viene esposta anzitutto la parabola del seminatore. Gesù parla di un seme che cade o no nella terra. Dal luogo dove cade, dipende la sua crescita; è possibile che venga impedita così da non produrre frutto. È quanto accade nelle prime tre categorie di terreno: «lungo la strada» (il suolo indurito dal passaggio degli uomini e delle bestie), «terreno sassoso» (composto da roccia), «sui rovi» (è il terreno ricoperto da spine). Invece quello che cade sulla «terra bella» dà frutti eccellenti anche se a diversi livelli. Il lettore è orientato a prestare attenzione più al rendimento del chicco che non sul gesto del seminatore. Inoltre Matteo focalizza l’attenzione dell’ascoltatore sulla terra buona e il frutto che questa è capace di produrre in maniera eccezionale.
La prima parte della parabola termina con un ammonimento: «Chi ha orecchi ascolti» (v.9); è un appello alla libertà dell’ascoltatore. La parola di Gesù può rimanere «parabola» per una folla incapace di comprendere; può svelare «i misteri del regno dei cieli» per chi si lascia sconvolgere dalla sua forza. È l’accoglienza della Parola di Gesù che distingue i discepoli dalle folle indeterminate; la fede dei primi rivela cecità degli altri e li sospinge a cercare «oltre» la parabola.
• Ascoltare e comprendere. È sempre Gesù a condurre i discepoli alla pista buona per la comprensione della parabola. In futuro attraverso i discepoli è la chiesa ad essere guidata nella comprensione della Parola di Gesù. Nella spiegazione della parabola la coppia dei due verbi «ascoltare» e «comprendere» compare in 13,23: «Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende…». È nella comprensione che si distingue il discepolo che quotidianamente ascolta la Parola di Gesù dalle folle che, invece, l’ascoltano occasionalmente.
• Impedimenti alla comprensione. Gesù richiama innanzitutto la risposta negativa prestata dai suoi contemporanei alla sua predicazione del regno dei cieli. Tale risposta negativa è legata ad impedimenti diversificati tra loro. Il terreno sulla strada, è quello trasformato dai passanti in sentiero battuto; si dimostra del tutto negativo: «Gettare il seme sull’asfalto della strada, tutti sanno che non serve a niente: non ci sono condizioni necessarie alla crescita. E, poi, la gente passa, calpesta, rovina il seme. Il seme non si getta dovunque sia» (Carlos Mesters). C’è innanzitutto la responsabilità personale dell’individuo: accogliere la Parola di Dio nel proprio cuore; viceversa, se cade su un cuore “battuto”, reso ostinato dalle proprie convinzioni e dall’indifferenza presta il fianco al maligno che completa quell’atteggiamento persistente di chiusura alla Parola di Dio. Il terreno pietroso. Se il primo impedimento era costituito da un cuore insensibile, indifferente, ora l’immagine del seme che cade sulle pietre, sui sassi, e tra rovi sta a indicare il cuore immerso in una vita superficiale e mondana. Tali stili di vita sono delle energie che impediscono alla Parola di fruttificare. Un inizio di ascolto si verifica; solo che è subito bloccato, non solo, dalle tribolazioni e dalle prove che sono inevitabili, ma anche dal coinvolgimento del cuore nelle preoccupazioni e nelle ricchezze. Una vita non profonda ma superficiale, mondana, si coniuga bene con l’instabilità. Il terreno buono: è il cuore che ascolta e comprende la Parola; questo fa frutto. Tale rendimento è opera della Parola in cuore accogliente. Si tratta di una comprensione in azione, che si lascia coinvolgere dall’azione di Dio presente nella Parola di Gesù. La comprensione della sua Parola resterà inaccessibile se trascuriamo l’incontro con lui e quindi non permettiamo che dilaghi in noi.
Santi Gioacchino e Anna
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco
Scheda Agiografica: Santi Gioacchino e Anna
S0726 ; DO165
“Facciamo l’elogio degli uomini illustri” dice il Siracide, ma sappiamo ben poco dei genitori di Maria: anche per loro si verifica la legge del segreto, del silenzio, del nascondimento che Dio ha applicato alla vita di Maria e alla maggior parte della vita storica di Gesù.
I Vangeli apocrifi parlano delle loro difficoltà ed è logico pensare che certamente Dio li ha chiamati a partecipare al mistero di Gesù, di cui hanno preparato l’avvento; però ora rimane loro solo la gioia e la gloria di essere stati genitori della Madonna. E un incoraggiamento alla nostra fiducia: Dio è buono e nella storia dell’umanità, storia di peccato e di misericordia, ciò che resta alla fine è la gioia, è il positivo che egli ha costruito in noi.
Gioacchino e Anna sono stati prescelti in un popolo eletto sì, ma di dura cervice, perché in questo popolo fiorisse Maria, meraviglioso fiore di santità, e da lei Gesù. E la più grande manifestazione dell’amore misericordioso di Dio.
Diciamo al Signore la nostra riconoscenza e la nostra gioia: noi siamo coloro che hanno la beatitudine di vedere “quello che molti profeti e giusti hanno desiderato vedere”.
La parola definitiva di Dio è stata pronunciata in Cristo e noi possiamo contemplare il suo mistero, ancora nella fede, ma già compiuto in lui.
Antifona d’ingresso Innalziamo lodi a Gioacchino e Anna nella loro discendenza; il Signore ha dato loro la benedizione di tutti i popoli. |
Colletta Dio dei nostri padri, che ai santi Gioacchino e Anna hai dato il privilegio di avere come figlia Maria, madre del Signore, per loro intercessione concedi ai tuoi fedeli di godere i beni della salvezza eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo… |
Es 20,1-17
La legge fu data per mezzo di Mosè.
Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: Parola di Dio |
Signore, tu hai parole di vita eterna.
La legge del Signore è perfetta, I precetti del Signore sono retti, Il timore del Signore è puro, Più preziosi dell’oro, |
Canto al Vangelo (Lc 8,15) Alleluia, alleluia. Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono e producono frutto con perseveranza. Alleluia. |
Vangelo |
Mt 13,18-23
Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Dio ci ha dato tanti benefici, primo fra tutti il dono della fede. Preghiamo perchè ci renda capaci di testimoniare con la coerenza della vita questo valore inestimabile, dicendo: Accresci in noi la fede, Signore.1. Perché la Chiesa di Cristo goda di vera e stabile pace su tutta la terra, e crescendo nell’amore e timore di Dio Padre, sia piena del conforto dello Spirito Santo, preghiamo. 2. Perché i credenti in Cristo non ricadano sotto le potenze del male, ma sempre liberi da ogni compromesso e da ogni paura, professino apertamente il loro credo, preghiamo. 3. Perchè la nostra assemblea manifesti sempre più la vera natura della Chiesa, che nasce dalla parola di Dio e si edifica nel banchetto eucaristico, per testimoniare la carità fraterna, preghiamo. 4. Perché ogni cristiano, a immagine somiglianze del Padre, abbia un cuore grande, lento all’ira e sempre disponibile al perdono, preghiamo. 5. Perché il Vangelo che abbiamo proclamato con la bocca, metta radici di fede nella nostra vita e produca sostanziosi frutti di giustizia e di santità, preghiamo. O Signore, che ci hai creati e redenti, fà che la nostra fede porti frutti abbondanti di giustizia e di carità, perché il mondo veda le nostre opere buone e glorifichi il tuo nome. Per Cristo nostro Signore. |
Preghiera sulle offerte Accogli, Signore, l’offerta del nostro servizio sacerdotale, e donaci di partecipare a quella benedizione, che hai promesso ad Abramo e alla sua discendenza. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona di comunione Dal Signore hanno avuto benedizione e misericordia da Dio, loro salvatore. (cf. Sal 24,5)Oppure: “Molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete”. (Mt 13,17) |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 26 Luglio 2019
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Sant’ ANNA Madre della Beata Vergine Maria – Memoria
Gerusalemme, I secolo a.C.
Anna e Gioacchino sono i genitori della Vergine Maria. Gioacchino è un pastore e abita a Gerusalemme, anziano sacerdote è sposato con Anna. I due non avevano figli ed erano una coppia avanti con gli anni. Un giorno mentre Gioacchino è al lavoro nei campi, gli appare un angelo, per annunciargli la nascita di un figlio ed anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria, che vuol dire «amata da Dio». Gioacchino porta di nuovo al tempio i suoi doni: insieme con la bimba …
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