Dal Vangelo secondo Marco 9,41-50
Riflessione
• Il vangelo di oggi ci narra alcuni consigli di Gesù sul rapporto degli adulti con i piccoli e gli esclusi. In quel tempo, molte persone erano escluse ed emarginate. Non potevano partecipare. Molti di loro perdevano la fede. Il testo che ora meditiamo ha strane affermazioni che, se prese letteralmente, causano perplessità nella gente.
• Marco 9,41: Un bicchiere di acqua sarà ricompensato. Una frase di Gesù viene inserita qui: Vi garantisco che: Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. Due pensieri: (a) “Chi vi darà un bicchiere d’acqua”: Gesù si sta recando a Gerusalemme per dare la sua vita. Gesto di grande donazione! Ma lui non dimentica i piccoli gesti di dono della vita di ogni giorno: un bicchiere d’acqua, un’accoglienza, un’elemosina, tanti gesti. Chi disprezza il mattone, non può mai costruire la casa! (b) “Perché voi siete di Cristo”: Gesù si identifica con noi che vogliamo appartenere a Lui. Ciò significa che per Lui abbiamo molto valore.
• Marco 9,42: Scandalo per i piccoli. Scandalo, letteralmente, è una pietra lungo il cammino, una pietra nella scarpa; è ciò che allontana una persona dal buon cammino. Scandalizzare i piccoli è essere motivo per cui i piccoli si allontanano dal cammino e perdono la fede in Dio. Chi fa questo riceva la seguente sentenza: “Sarebbe meglio per lui che gli passassero al collo una mola da asino e lo buttassero in mare!” Perché Gesù si identifica con i piccoli? (Mt 25,40.45). Oggi, nel mondo intero, molti piccoli, molti poveri, stanno uscendo dalle Chiese tradizionali. Ogni anno, in America Latina, circa tre milioni di persone vanno verso altre Chiese. Non riescono a credere in ciò che professiamo nella nostra chiesa! Perché avviene questo? Fino a che punto la colpa è nostra? Meritiamo anche noi una mola al collo?
• Marco 9,43-48: Tagliare mano e piede, togliere l’occhio. Gesù ordina alla persona di tagliare la mano, il piede, di cavarsi l’occhio, nel caso in cui fosse motivo di scandalo. E dice: “E’ meglio entrare nella vita o nel Regno con un piede (mano, occhio), che entrare nell’inferno o nella geenna con due piedi (mani, occhi)”. Queste frasi non possono essere prese letteralmente. Significano che la persona deve essere radicale nella sua scelta di Dio e del vangelo. L’espressione ”geenna (inferno) dove il loro verme non muore ed il fuoco non si spegne”, è un’immagine per indicare la situazione della persona che rimane senza Dio. La geenna era il nome di una valle vicino a Gerusalemme, dove si gettava l’immondizia della città e dove c’era sempre un fuoco acceso per bruciare l’immondizia. Questo luogo pieno di cattivo odore era usato dalla gente per simboleggiare la situazione della persona che non partecipava del Regno di Dio.
• Marco 9,49-50: Sale e Pace. Questi due versi aiutano a capire le parole severe sullo scandalo. Gesù dice: “Abbiate sale in voi stessi e state in pace gli uni con gli altri!” La comunità, in cui si vive in pace, gli uni con gli altri, è come un poco di sale che dà sapore a tutto il cibo. Vivere in pace e fraternamente nella comunità è il sale che dà sapore alla vita della gente nel quartiere. E’ un segno del Regno, una rivelazione della Buona Novella di Dio. Siamo sale? Il sale che non dà sapore non serve più a nulla!
• Gesù accoglie e difende la vita dei piccoli. Varie volte, Gesù insiste nell’accoglienza da dare ai piccoli. “Chi accoglie uno di questi piccoli nel mio nome, accoglie me” (Mc 9,37). Chi dà un bicchiere d’acqua ad uno di questi piccoli, non perderà la sua ricompensa (Mt 10,42). Lui chiede di non disprezzare i piccoli (Mt 18,10). E nel giudizio finale i giusti saranno ricevuti perché avranno dato da mangiare “ad uno di questi piccoli” (Mt 25,40). Se Gesù insiste tanto nell’accoglienza da dare ai piccoli, è perché c’è molta gente piccola, non accolta! Infatti, donne e bambini non contavano (Mt 14,21; 15,38), erano disprezzati (Mt 18,10) e ridotti al silenzio (Mt 21,15-16). Perfino gli apostoli impedivano che arrivassero vicino a Gesù (Mt 19,13; Mc 10,13-14). In nome della legge di Dio, mal interpretata dalle autorità religiose dell’epoca, molta buona gente era esclusa. Invece di accogliere gli esclusi, la legge veniva usata per legittimare l’esclusione. Nei vangeli, l’espressione “piccoli” (in greco si dice elachistoi, mikroi o nepioi), a volte indica “i bambini”, altre volte indica i settori esclusi dalla società. Non è facile discernere. A volte il “piccolo” nel vangelo è “un bambino”. Questo perché i bambini appartenevano alla categoria dei “piccoli”, degli esclusi. Inoltre, non sempre è facile discernere tra ciò che proviene dal tempo di Gesù e ciò che proviene dal tempo delle comunità per cui furono scritti i vangeli. Pur così stando le cose, ciò che risulta chiaro è il contesto di esclusione che vigeva all’epoca e che le prime comunità conserveranno di Gesù: lui si pone dal lato dei piccoli, degli esclusi, e ne assume la difesa.
Giovedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
Giovedì 28 Febbraio 2019
S. Romano; B. Antonia da Firenze; S. Osvaldo di Worchester
7.a Tempo Ordinario
Sir 5,1-10(NV); Sal 1; Mc 9,41-50
Beato l’uomo che confida nel Signore.
PREGHIERA DEL MATTINO
La mortificazione non è una realtà superata, ma è più che mai necessaria in un universo in cui regna la morte. Si tratta di restituire alla morte quanto appartiene alla morte, affinché la vita penetri queste zone necrotizzate dell’essere. Chi rinuncia allo sguardo impuro non perde la vista, il suo corpo viene anzi illuminato da una luce pura, proprio come il monaco che rinuncia al mondo non perde il mondo, ma lo assorbe nella sua solitudine e, completamente staccatosi da esso, lo offre a Dio in una preghiera libera. Concedici, Signore, il desiderio della mortificazione.
ANTIFONA D’INGRESSO
Confido, Signore, nella tua misericordia. Gioisca il mio cuore nella tua salvezza, canti al Signore che mi ha beneficato.
COLLETTA
Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, perché possiamo conoscere ciò che è conforme alla tua volontà e attuarlo nelle parole e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
PRIMA LETTURA
Non aspettare a convertirti al Signore.
Dal libro del Siracide 5,1-10
Non confidare nelle tue ricchezze e non dire: «Basto a me stesso». Non seguire il tuo istinto e la tua forza, assecondando le passioni del tuo cuore. Non dire: «Chi mi dominerà?» , perché il Signore senza dubbio farà giustizia.
Non dire: «Ho peccato, e che cosa mi è successo?», perché il Signore è paziente. Non essere troppo sicuro del perdono tanto da aggiungere peccato a peccato. Non dire: «La sua compassione è grande; mi perdonerà i molti peccati», perché presso di lui c’è misericordia e ira, e il suo sdegno si riverserà sui peccatori. Non aspettare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno, perché improvvisa scoppierà l’ira del Signore e al tempo del castigo sarai annientato. Non confidare in ricchezze ingiuste: non ti gioveranno nel giorno della sventura. Non ventilare il grano a ogni vento e non camminare su qualsiasi sentiero: così fa il peccatore che è bugiardo. Sii costante nelle tue convinzioni, e una sola sia la tua parola.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 1)
R: Beato l’uomo che confida nel Signore.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte. R.
È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene. R.
Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina. R.
CANTO AL VANGELO
Alleluia, alleluia.
Accogliete la parola di Dio
non come parola di uomini,
ma qual è veramente, come parola di Dio.
Alleluia.
VANGELO
È meglio per te entrare nella vita con una man sola, anziché con le due mani andare nella Geenna.
+ Dal Vangelo secondo Marco 9,41-50
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
Parola del Signore.
OMELIA
C’è una triste realtà nella vita di noi esseri umani: non solo siamo capaci di fare il male contro Dio e contro noi stessi, ma spesso, con accresciuta malvagità, coinvolgiamo gli altri nel nostro male, induciamo altri ad essere complici del nostro peccato. Ai nostri giorni assistiamo sgomenti a forme molto subdole di adescamento, che non risparmiano neanche i più piccoli e indifesi. Il Pontefice si è sentito personalmente confuso ed umiliato per gli scandali perpetrati anche da alcuni sacerdoti. Il Signore condanna severamente gli scandali e dice: «Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare». Poi passando al male che ognuno di noi può compiere con se stesso, usando gli organi del proprio corpo, afferma: «Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue». Vengono citati mani, occhio, piedi a mo’ d’esempio, ma tutto il nostro corpo deve essere sempre considerato come tempio sacro dello Spirito in cui inibita la divinità. San Paolo esortava così i primi cristiani: «Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale». Troviamo in queste sacrosante verità ulteriori motivi per convincerci della sacralità del nostro corpo, fermo restando il primato indiscutibile della nostra anima, dotata di immortalità. Senza fare del facile e futile moralismo, sarebbe ora che
anche i mass-media facessero la dovuta pulizia, se non altro, per non svilire ciò che dono, vita, corpo, spirito. In buona misura dipende però anche da ciascuno di noi: pare sia vero che ad ogni popolo viene dato ciò che più desidera e risulta più facilmente appetibile. (Padri Silvestrini)
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Accogli, Signore, quest’offerta espressione della nostra fede; fà che dia gloria al tuo nome e giovi alla salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Annunzierò tutte le tue meraviglie. Io te gioisco ed esulto, canto inni al tuo nome, o Altissimo.
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Il pane che ci hai donato, o Dio, in questo sacramento di salvezza, sia per tutti noi pegno sicuro di vita eterna. Per Cristo nostro Signore.
PREGHIERA DELLA SERA
Nella libertà dello Spirito che sorpassa ogni legge poiché instaura la legge dell’amore, ogni cosa è permessa, ma in questa libertà, che ci fa crescere in Dio, si stabilisce un ordine di priorità. Non tutto costruisce e forma il corpo. A volte la nostra libertà luminosa può diventare oggetto di scandalo, può cioè far cadere chi è ancora piccolo. Immensa è la gioia della rinuncia e dell’offerta di ciò che in sé non è cattivo, ma può creare sofferenza, e afflizione, e persino far cadere un povero.