+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 21,1-4
Vide una vedova povera, che gettava due monetine.
• All’inizio della Chiesa, le prime comunità cristiane, nella stragrande maggioranza, erano formate da gente povera (1 Cor 1,26). Dopo poco tempo, entrarono anche persone più benestanti, e ciò recò vari problemi. Le tensioni sociali presenti nell’impero romano, iniziarono a presentarsi anche nella vita delle comunità. Ciò si manifestava, per esempio, quando si riunivano per celebrare la cena (1Cor 11,20-22), o quando facevano la riunione (Gia 2,1-4). Per questo, l’insegnamento del gesto della vedova era molto attuale, sia per loro sia oggi per noi.
• Luca 21,1-2: L’elemosina della vedova. Gesù si trovava dinanzi al tesoro del tempio ed osservava la gente che dava la propria elemosina. I poveri mettevano pochi centesimi, i ricchi monete di grande valore. I tesori del tempio ricevevano molto denaro. Tutti davano qualcosa per la manutenzione del culto, per il sostentamento del clero e per la conservazione dell’edificio. Parte di questo denaro veniva usato per aiutare i poveri, poiché in quel tempo non c’era la previdenza sociale. I poveri vivevano alla mercé della carità pubblica. Le persone più bisognose erano gli orfani e le vedove. Dipendevano in tutto dalla carità degli altri, ma pur così, cercavano di condividere con gli altri il poco che avevano. Così, una vedova molto povera mise la sua elemosina nel tesoro del tempio. Appena due centesimi!
• Luca 21,3-4: Il commento di Gesù. Cosa vale di più: i pochi centesimi della vedova o le molte monete dei ricchi? Secondo la maggioranza, le monete dei ricchi erano molto più utili dei pochi centesimi della vedova, per fare la carità. Per esempio, i discepoli pensavano che il problema della gente potesse essere risolto solo con molto denaro. In occasione della moltiplicazione dei pani, loro avevano suggerito di comprare pane per dare da mangiare alla gente (Lc 9,13; Mc 6,37). Filippo riuscì a dire: “Duecento denari di pane non sono sufficienti nemmeno perché ognuno possa riceverne un pezzo” (Gv 6,7). Infatti, per chi la pensa così, i due centesimi della vedova non servono proprio a nulla. Ma Gesù dice: “Questa vedova povera ha messo più di tutti”. Gesù ha criteri diversi. Richiamando l’attenzione dei discepoli sul gesto della vedova, insegna a loro ed a noi dove dobbiamo cercare la manifestazione della volontà di Dio: nei poveri e nella condivisione. E un criterio molto importante è questo: “Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere”.
• Elemosina, condivisione, ricchezza. La pratica di dare l’elemosina era molto importante per i giudei. Era considerata una “buona opera”, poiché la legge dell’Antico Testamento diceva: “Poiché i bisognosi non mancheranno mai nel paese; perciò io ti do questo comando e ti dico: Apri generosamente la mano al tuo fratello povero e bisognoso nel tuo paese”. (Dt 15,11). Le elemosine, poste nel tesoro del tempio, sia per il culto sia per i bisognosi, orfani o vedove, erano considerate un’azione grata a Dio (Eccle 35,2; cf. Eccle 17,17; 29,12; 40,24). Fare l’elemosina era un modo per riconoscere che tutti i beni della terra appartengono a Dio e che noi siamo solo amministratori di questi doni. Ma la tendenza all’accumulazione continua molto forte. Rinasce, sempre di nuovo, nel cuore umano. La conversione è sempre necessaria. Per questo Gesù diceva al giovane ricco: “Va, vendi tutto ciò che hai, dallo ai poveri” (Mc 10,21). Negli altri vangeli viene ripetuta la stessa esigenza: “Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma” (Lc 12,33-34; Mt 6,9-20). La pratica della condivisione e della solidarietà è una delle caratteristiche che lo Spirito di Gesù vuole realizzare nelle comunità. Il risultato dell’effusione dello Spirito il giorno di Pentecoste era questo: “Nessuno, infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l’importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli” (At 4,34-35ª; 2,44-45). Queste elemosine poste ai piedi degli apostoli non erano accumulate, ma “distribuite a ciascuno secondo il bisogno” (At 4,35b; 2,45). L’entrata dei ricchi nella comunità cristiana rende possibile, da un lato, l’espansione del cristianesimo, dando migliori condizioni per i viaggi missionari. Ma, d’altro lato, la tendenza all’accumulazione bloccava il movimento di solidarietà e di condivisione. Giacomo aiutava le persone a prendere coscienza del cammino sbagliato: “E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano. Le vostre ricchezze sono imputridite, le vostre vesti sono state divorate dalle tarme.” (Ger5,1-3). Per intraprendere il cammino del Regno, tutti hanno bisogno di diventare alunni di quella vedova povera, che condivise con gli altri ciò che le era necessario per vivere (Lc 21,4).
• Come mai i due centesimi della vedova possono valere di più che le molte monete dei ricchi? Qual è il messaggio di questo testo per noi oggi?
Lunedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
La delicatezza di Gesù che il Vangelo di oggi ci rivela deve riempirci di ammirazione e nello stesso tempo darci un grande incoraggiamento.
Certamente quella povera vedova non era orgogliosa della sua offerta e cercava piuttosto di nascondersi mentre la gettava nel tesoro del tempio: che cos’erano i suoi due spiccioli confrontati con le offerte dei ricchi? Questi sì potevano essere orgogliosi: loro davano molto! E Gesù rovescia la situazione: “In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti”. il Signore non vede quello che appare, vede il cuore e sa dove si trova la vera generosità.
Questo deve incoraggiarci quando siamo nella stessa situazione. Intanto incoraggiarci ad essere umili, se abbiamo la possibilità di dare molto; non dobbiamo insuperbirci, perché tutto ci è stato dato da Dio. In secondo luogo essere umili quando possiamo dare poco, quando ci sentiamo poveri, in tutti i sensi: poveri di forza fisica, poveri di capacità in confronto agli altri. In questi casi è difficile essere generosi, perché ci si scoraggia e si è tentati di non fare neppure quel poco: per quel che vale! Il Signore ci dice che vale, che vale più di quello che fanno gli altri con tanta energia e tante capacità, se con le nostre poche possibilità facciamo tutto quello che possiamo: a lui queste offerte piacciono molto.
Se con umiltà e amore mettiamo al servizio del Signore il poco che abbiamo, facciamo una cosa grande e siamo più vicini al Signore di quando eravamo in grado di fare con gioia cose apparentemente maggiori.
Ringraziamo Gesù della luce che ci dà oggi e chiediamo per noi e per chi ci è caro questa generosità piena di umiltà e di carità divina.
Antifona d’ingresso Il Signore parla di pace al suo popolo, e ai suoi fedeli e a quanti ritornano a lui con tutto il cuore. (Sal 85,9) |
Colletta Ridesta, Signore, la volontà dei tuoi fedeli perché, collaborando con impegno alla tua opera di salvezza, ottengano in misura sempre più abbondante i doni della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo… |
Dn 1,1-6.8-20
Non si trovò nessuno pari a Daniele, Ananìa, Misaèle e Azarìa.
Dal libro del profeta Daniele
L’anno terzo del regno di Ioiakìm, re di Giuda, Nabucodònosor, re di Babilonia, marciò su Gerusalemme e la cinse d’assedio. Il Signore diede Ioiakìm, re di Giuda, nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi del tempio di Dio, ed egli li trasportò nel paese di Sinar, nel tempio del suo dio, e li depositò nel tesoro del tempio del suo dio. Parola di Dio |
A te la lode e la gloria nei secoli.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso, Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi |
Canto al Vangelo (Mt 24,42) Alleluia, alleluia. Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Alleluia. |
Vangelo |
Lc 21,1-4
Vide una vedova povera, che gettava due monetine.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Consapevoli che Dio non ha bisogno dei nostri doni, ma chiede piuttosto l’offerta del nostro cuore, rivolgiamogli le nostre preghiere, dicendo insieme: Ascoltaci, o Signore.Perché gli uomini, sazi dei beni di questo mondo, non chiudano il loro cuore a Dio, accontentandosi di dargli un culto puramente esteriore. Preghiamo: Perché i poveri si trovino a loro agio nella Chiesa, accolti e venerati come i semplici del vangelo. Preghiamo: Perché in questa nostra società consumistica, i cristiani siano esempio di sobrietà nell’uso del denaro e dei beni della terra. Preghiamo: Perché coloro che vivono ammassati alle periferie delle città, trovino nelle istituzioni civili e religiose i luoghi per il recupero della loro dignità e per l’espressione della loro personalità. Preghiamo: Perché la nostra comunità impari a donare sempre con gioia e disinteresse, attuando già al proprio interno l’uguaglianza tra fratelli. Preghiamo: Perché ogni uomo si senta pienamente accettato e amato da Dio. Per tutti i benefattori della Chiesa e del mondo.O Dio, Padre di bontà, ogni nostro desiderio è davanti a te. Rendici trasparenti e puri, perché amando la verità, possiamo vivere con cuore libero da ogni inganno e finzione. Per Cristo nostro Signore. Amen. |
Preghiera sulle offerte Accogli, Signore, questi santi doni che ci hai comandato di offrire in tuo onore, perché, obbedienti alla tua parola, diventiamo anche noi un’offerta a te gradita. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona di comunione Popoli tutti, lodate il Signore, perché grande è il suo amore per noi. (Sal 117,1.2)Oppure: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo”, dice il Signore. (Mt 28,20) |
IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 27 Novembre 2017
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San VIRGILIO (VIGILIO?) DI SALISBURGO Vescovo
Irlanda, inizio VIII secolo – Salisburgo, 27 novembre 784
Fu monaco ed in seguito divenne abate del monastero Achadh-bo-Cainningh, poi si recò in Gallia a Kiersy. Fu quindi mandato da Pipino il Breve a reggere la diocesi di Baviera, ma non fu consacrato vescovo per ragioni politiche in seguito alla morte di San Bonifacio. A lui si deve la prima organizzazione della diocesi di Salisburgo e l’evangelizza…
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San VALERIANO DI AQUILEIA Vescovo
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Sant’ APOLLINARE Abate di Montecassino
m. 27 novembre 828
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