+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 7,15-20
Dai loro frutti li riconoscerete.
• Stiamo giungendo alle raccomandazioni finali del Discorso della Montagna. Paragonando il vangelo di Matteo con quello di Marco si percepisce una grande differenza nel modo in cui i due presentano l’insegnamento di Gesù. Matteo insiste più sul contenuto dell’insegnamento e lo organizza in cinque grandi discorsi, dei quali il primo è il Discorso della Montagna (Mt 5 a 7). Marco, per più di quindici volte, dice che Gesù insegnava, ma raramente dice ciò che insegnava. Malgrado queste differenze, i due concordano su un punto: Gesù insegnava molto. Insegnare era ciò che Gesù faceva di più (Mc 2,13; 4,1-2; 6,34). Voleva farlo sempre (Mc 10,1). Matteo si interessa al contenuto. Ma vuol dire che Marco non lo fa? Dipende da ciò che intendiamo dire quando parliamo di contenuto! Insegnare non è solo questione di comunicare verità in modo che la gente le impari a memoria. Il contenuto non si limita a parole, ma è composto anche di gesti e consiste nel modo in cui Gesù è solito relazionarsi con le persone. Il contenuto non è mai staccato dalla persona che lo comunica. La persona, infatti, è la radice del contenuto. Il contenuto buono senza bontà è come latte caduto a terra. Non convince e non avviene la conversione.
• Le raccomandazioni finali e il risultato del Discorso della Montagna nella coscienza della gente occupano il vangelo di oggi (Mt 7,15-20) e di domani (Mt 7,21-29). (La sequenza dei vangeli dei giorni della settimana non sempre è la stessa dei vangeli stessi.)
Matteo 7,13-14: Scegliere il cammino sicuro
Matteo 7,15-20: Il profeta è conosciuto dai frutti
Matteo 7,21-23: Non solo parlare, ma agire
Matteo 7,24-27: Costruire la casa sulla roccia
Matteo 7,28-29: La nuova coscienza della gente
• Matteo 7,15-16ª: Attenzione con i falsi profeti. Al tempo di Gesù, c’erano profeti di ogni tipo, persone che annunciavano messaggi apocalittici per coinvolgere la gente nei diversi movimenti di quell’epoca: Esseni, farisei, zeloti ed altri (cf. At 5,36-37). Quando Matteo scrive c’erano anche allora profeti che annunciavano messaggi diversi dal messaggio proclamato dalle comunità. Le lettere di Paolo menzionano questi movimenti e tendenze (cf 1Cor 12,3; Gal 1,7-9; 2,11-14;6,12). Non deve essere stato facile alle comunità fare il discernimento degli spiriti. Da qui l’importanza delle parole di Gesù sui falsi profeti. L’avvertenza di Gesù è molto forte: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci”. L’immagine stessa viene usata quando Gesù manda i discepoli e le discepole in missione: “Vi mando come agnelli tra i lupi” (Mt 10,16 e Lc 10,3). L’opposizione tra il lupo rapace e il mite agnello è irreconciliabile, a meno che il lupo si converta e perda la sua aggressività come suggerisce il profeta Isaia (Is 11,6; 65,25). Ciò che importa qui nel nostro testo è il dono del discernimento. Non è facile discernere gli spiriti. A volte succede che interessi personali o di gruppo portino le persone a proclamare falsi quei profeti che annunciano la verità che scomoda. Ciò è avvenuto con Gesù stesso. Lui fu eliminato e messo a morte, considerato un falso profeta dalle autorità religiose del tempo. Ogni tanto, la stessa cosa è successa e continua a succedere nella nostra chiesa.
• Matteo 7,16b-20 : Il paragone dell’albero e dei suoi frutti. Per aiutare a discernere gli spiriti, Gesù usa il paragone del frutto: “Dai loro frutti li potete riconoscere”. Un criterio simile era già stato suggerito dal libro del Deuteronomio (Dt 18,21-22). E Gesù aggiunge: “Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.” Nel vangelo di Giovanni, Gesù completa il paragone: “Ogni tralcio che in me non porta frutto, il Padre lo taglia. I tralci che danno frutto li pota perché portino più frutto. Il ramo che non rimane unito alla vite non può dare frutto. Questi rami sono raccolti, gettati nel fuoco e bruciati” (Gv 15,2.4.6).
Per un confronto personale
• Falsi profeti! Conosci qualche caso in cui una persona buona e onesta che proclamava una verità scomoda è stata condannata come un falso profeta?
• A giudicare dai frutti dell’albero della tua vita personale, come ti definisci: falso/a o vero/a?
Mercoledì della XII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
Si contano tremila sette negli Stati Uniti e duemilacinquencento in Europa. Ognuna di queste sette si attribuisce il monopolio della verità, e, di conseguenza, si adopera a convincervi che, fuori della loro dottrina, marcireste nell’errore.
Da qualche tempo gli evangelisti televisivi degli Stati Uniti lamentano un calo di ascolto, dovuto ad alcune delle loro prediche, o al loro agire scandaloso. Tutti si ricordano di James Jones, in Guyana, che impose il suicidio a novecento dei suoi adepti. Il lavaggio del cervello (attentato supremo alla libertà) non fallisce mai i suoi obiettivi.
I capi delle sette si impongono come investiti da Dio di una missione particolare e salvifica. Essi si considerano eletti, puri, e perciò dicono di essere incompresi e perseguitati. Essi posseggono la capacità di suscitare turbamento, paura e insicurezza nei loro adepti, di farli regredire in qualche modo, rendendoli incapaci di “essere” al di fuori del giro della setta. Alcuni capi giungono fino al punto di minacciare di morte coloro che osassero rinnegare “la loro fede”.
Il pericolo viene dal fatto che questi illuminati (o questi profittatori) recitano la persuasione come dei virtuosi, alternando dolcezza e fermezza con un’arte consumata. Essi “seducono” i loro “fans”, che finiscono con l’inghiottire tutto con delizia. Ogni volta che la convinzione o la pratica religiosa indietreggiano, le sette prendono piede.
L’intolleranza dei loro fondatori verso quelli che non pensano come loro giunge spesso fino all’aggressività. Purtroppo, non sembra che la carità abiti i loro cuori. E, senza carità, non si può essere che falsi profeti.
Fu chiesto un giorno al pastore di una setta come andasse la sua chiesa: “Non molto bene – disse -, ma grazie a Dio le altre non se la cavano meglio”.
Grazie, Signore, della serenità che mi dà la tua Chiesa.
Antifona d’ingresso Il Signore è la forza del suo popolo e rifugio di salvezza per il suo Cristo. Salva il tuo popolo, Signore, benedici la tua eredità, e sii la sua guida per sempre. (Sal 28,8-9) |
Colletta Dona al tuo popolo, o Padre, di vivere sempre nella venerazione e nell’amore per il tuo santo nome, poiché tu non privi mai della tua guida coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo… |
2Re 22,8-13;23,1-3
Il re lesse alla presenza del popolo tutte le parole del libro dell’alleanza, trovato nel tempio del Signore e concluse l’alleanza davanti al Signore.
Dal secondo libro dei Re
In quei giorni, il sommo sacerdote Chelkìa disse allo scriba Safan: «Ho trovato nel tempio del Signore il libro della legge». Chelkìa diede il libro a Safan, che lo lesse. Lo scriba Safan quindi andò dal re e lo informò dicendo: «I tuoi servitori hanno versato il denaro trovato nel tempio e l’hanno consegnato in mano agli esecutori dei lavori, sovrintendenti al tempio del Signore». Poi lo scriba Safan annunciò al re: «Il sacerdote Chelkìa mi ha dato un libro». Safan lo lesse davanti al re. Parola di Dio |
Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti.
Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti Guidami sul sentiero dei tuoi comandi, Distogli i miei occhi dal guardare cose vane, |
Canto al Vangelo (Gv 15,4.5) Alleluia, alleluia. Rimanete in me e io in voi, dice il Signore; chi rimane in me porta molto frutto. Alleluia. |
Vangelo |
Mt 7,15-20
Dai loro frutti li riconoscerete.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Parola del Signore |
Preghiera dei fedeli Dio Padre vuole la salvezza di ogni uomo. Affinché si compia questa promessa, diciamo insieme: Dio, fonte di ogni bene, ascoltaci.Per la santa Chiesa, perché l’azione dello Spirito la aiuti a condividere le esigenze dell’uomo contemporaneo e ne ravvivi l’apertura missionaria al mondo. Preghiamo: Per i sacerdoti e i religiosi, perché l’ideale dell’imitazione di Cristo li faccia guide sicure e generatori fecondi della comunità cristiana. Preghiamo: Per la fame nel mondo, perché la solidarietà dei più ricchi sia offerta con gratuità per attuare la giusta perequazione dei beni. Preghiamo: Per la famiglia, perché crescano in essa la consapevolezza e le ragioni della sua unità voluta da Dio, a vantaggio della persona e per il bene della civiltà. Preghiamo: Per tutti i cristiani, perché il loro impegno sociale sia testimonianza viva del rinnovamento umano prodotto dall’incontro con Cristo. Preghiamo: Per ottenere il dono del discernimento. Per chi abitualmente usa la violenza.O Dio, ricco di sapienza e di misericordia, la tua gloria è l’uomo che vive. Donaci di aderire con tutto il cuore e con tutta l’anima al messaggio evangelico, affinché con sapienza lavoriamo alla costituzione del tuo regno sulla terra. Per Cristo nostro Signore. Amen. |
Preghiera sulle offerte Accogli, Signore, la nostra offerta: questo sacrificio di espiazione e di lode ci purifichi e ci rinnovi, perché tutta la nostra vita sia bene accetta alla tua volontà. Per Cristo nostro Signore. |
Antifona di comunione Gli occhi di tutti, Signore, si volgono a te fiduciosi, e tu provvedi loro il cibo a suo tempo. (Sal 145,15)Oppure: Dice il Signore: “Io sono il buon pastore, e dò la mia vita per le mie pecore”. (Gv 10,11.15) |
L SANTO DEL GIORNO
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I santi del 27 Giugno 2018
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San CIRILLO D’ALESSANDRIA Vescovo e dottore della Chiesa – Memoria Facoltativa
370-444
Cirillo (370-444), che succedette allo zio Teofilo, vescovo di Alessandria d’Egitto tra il 385 e il 412, fu protagonista assoluto nella Chiesa della prima metà del V secolo. Fronteggiò gli avversari della Cristianesimo con la stessa determinazione con cui combatté le derive teologiche dentro la Chiesa stessa. Scrittore prolifico e polemico, non si sottrasse nelle dispute contro i pagani e contro i giudei e divenne punto di riferimento nelle dispute …
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Sant’ ARIALDO DI MILANO Diacono e martire
Cucciago (Como), inizio XI secolo – Castello di Angera (Lago Maggiore), 1066
Nacque probabilmente a Cucciago, poco dopo l’anno 1000 da una famiglia di valvassori, originaria del vicino villaggio di Alzate Brianza o forse di Carimate. Fu ordinato diacono dall’arcivescovo di Milano Guido di Velate nel 1050, facendosi ben presto apprezzare per la sua capacità oratoria e la preparazione. Dopo la metà del XI secolo fondò insieme ad alcuni compagni tra cui Anselmo di Baggio e Landolfo Cotta un movimento contro la simon&igrav…
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Santa GUDDENE Martire di Cartagine
† Cartagine, 27 giugno 203
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