+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 12,44-50
Io sono venuto nel mondo come luce.
- Il Vangelo di oggi ci presenta la parte finale del Libro dei Segni, in cui l’evangelista fa un bilancio. Molti credettero in Gesù ed ebbero il coraggio di manifestare la loro fede pubblicamente. Altri discepoli credettero, ma non ebbero il coraggio di manifestare pubblicamente la loro fede. Ebbero paura di essere espulsi dalla sinagoga. E molti non credettero: “Sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui; perché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E il braccio del Signore a chi è stato rivelato? (Gv 12,37-38). Dopo questa constatazione, Giovanni riprende alcuni dei temi centrali del suo vangelo:
- Giovanni 12,44-45: Credere in Gesù è credere in colui che lo ha mandato. Questa frase è un riassunto del vangelo di Giovanni. È il tema che appare e riappare in molti modi. Gesù è così unito al Padre che non parla a nome proprio, ma sempre a nome del Padre. Chi vede Gesù, vede il Padre. Se vuoi conoscere Dio, guarda Gesù. Dio è Gesù! • Giovanni 12,46: Gesù è la luce che venne al mondo. Qui Giovanni riprende ciò che aveva già detto nel prologo: “Il Verbo era la luce vera che illumina ogni uomo (Gv 1,9). “La luce brilla nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (Gv 1,5). Qui lui ripete: “Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre”. Gesù è una risposta viva ai grandi interrogativi che muovono e ispirano la ricerca dell’essere umano. È una luce che rischiara l’orizzonte. Fa scoprire il lato luminoso dell’oscurità della fede. • Giovanni 12,47-48: Non sono venuto per condannare il mondo. Giungendo alla fine di una tappa, sorge la domanda: “Come sarà il giudizio? In questi due versetti l’evangelista chiarisce il tema del giudizio. Il giudizio non si fa secondo la minaccia con maledizioni. Gesù dice: se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la mia parola, lo condannerà nell’ultimo giorno. Il giudizio consiste nel modo in cui la persona si definisce dinanzi alla propria coscienza.
- Giovanni 12,49-50: Il Padre mi ha ordinato ciò che devo dire. Le ultime parole del Libro dei Segni sono il riassunto di tutto ciò che Gesù disse e fece fino ad ora. Riafferma ciò che affermava fin dall’inizio: “Non ho parlato di me. Il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me”. Gesù è il riflesso fedele del Padre. Per questo, non offre prova né argomento a coloro che lo provocano per legittimare le sue credenziali. È il Padre che lo legittima mediante le opere che lui compie. E dicendo opere, non si riferisce ai grandi miracoli, ma a tutto ciò che lui disse e fece, fino alle minime cose. Gesù stesso è il Segno del Padre. È il miracolo ambulante, la trasparenza totale. Lui non si appartiene, ma è interamente proprietà del Padre. Le credenziali di un ambasciatore non vengono da lui, ma da colui che rappresenta, vengono dal Padre.
Mercoledì della IV settimana di Pasqua
Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Bianco
Cominciando il suo ministero, Cristo, tralasciando il nome di “Dio”, introduce quello di “Padre”. Il concetto di Dio Padre è dominante nel cristianesimo, ed è Cristo a chiarire questa realtà di Dio come Padre.
Il nome di “Dio”, avendo perso il significato di un nome preciso, è diventato come un attributo, come nelle espressioni del tipo: “Il denaro è il suo dio”. Così, per alcuni, “Dio” è un nome freddo, che non esprime né genera alcun sentimento o affetto.
Diverso è il concetto di paternità. Esso implica l’idea di figli e di figlie, suggerendo amore e tenerezza. Questa verità è la chiave che apre molte porte, la luce che mette allo scoperto ciò che è santo e nascosto.
Cristo trasmette la luce ad un mondo avvolto nelle tenebre. Certo, Cristo rispetta la legge, ma la ritiene incompleta. Suo compito è di renderla completa, non solo tramite ciò che dice, ma anche tramite ciò che fa.
Egli realizza la verità. In generale si concepisce la verità come una formula astratta; con Cristo, invece, la verità si fa persona. Egli non porta la verità: è la verità. Rivelando la verità, Cristo rivela il Padre. Vedere Cristo significa vedere il Padre, rifiutarlo significa condannare se stessi.
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Prima lettura | ||||
At 12,24-13,5 Riservate per me Bàrnaba e Sàulo. |
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Salmo responsoriale | ||||
Sal 66 | ||||
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Gv 12,44-50 Io sono venuto nel mondo come luce. |
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IL SANTO DEL GIORNO
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I santi del 28 Aprile 2021
Santi PIETRO CHANEL E LUIGI MARIA (GRIGNION) DA MONTFORT – Memoria Facoltativa
Il 28 di aprile la Chiesa ricorda la memoria di due santi: San Pietro Chanel, sacerdote e martire, e San Luigi Maria Grignion de Montfort, sacerdote.
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San PIETRO CHANEL Sacerdote e martire – Memoria Facoltativa
Cuet, Francia, 12 luglio 1803 – Isola Futuna, Oceania, 28 aprile 1841
È il primo martire dell’Oceania. Fu infatti ucciso il 28 aprile 1841 sull’isola di Futuna, vicina alle Isole Fiji. Francese, era nato a Cuet il 12 luglio 1803 in una famiglia di contadini, a 21 anni entrò in Seminario a Bourg, venendo ordinato sacerdote il 15 luglio 1827. Fu vicario ad Amberieu e a Gex e per quattro anni parroco a Crozet. Sin dal Seminario tuttavia sentì il richiamo della missione, alimentato dalla frequentazione di una comunità di padri Maristi. Fu cos&igrav…
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San LUIGI MARIA GRIGNION DA MONTFORT Sacerdote – Memoria Facoltativa
Montfor, Rennes, Francia, 1673 – St. Laurent-sur-Sèvre, Francia, 28 aprile 1716
Luigi Maria percorse le regioni occidentali della Francia predicando il mistero della Sapienza eterna, Cristo incarnato e crocifisso, e insegnando ad andare a Gesù per mezzo di Maria. Associò sacerdoti e fratelli alla propria attività apostolica, e scrisse le regole dei Missionari della Compagnia di Maria. Fu proclamato santo da Pio XII il 20 luglio 1947. Tra i suoi scritti si ricordano il “Trattato della vera devozione alla Santa Vergine” e “L’amore dell’eterna Sapienza”. …
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